CURDI IN SIRIA: PRIMUM VIVERE, DEINDE PHILOSOPHARI

Per salvare i Curdi dalla mattanza scoppia la guerra tra l'invasore: Turchia e il difensore: Siria

SIRIA: SCONTRI FRA MILIZIE TURCHE E REGOLARI SIRIANI. IL CESSATE IL FUOCO GIA’ FINITO?


Il cessate il fuoco concordato da Erdogan e Putin è già finito? Milizie filoturche hanno attaccato il posto di confine nella città di Ras Al Aydin uccidendo almeno sei militari di Damasco che avevano preso il posto delle forze di autodifesa curde SDF, così come concordato nell’incontro a Soci fra i due capi di stato. Quindi le milizie filo-turche, appoggiate pare direttamente da militari di Ankara, hanno occupato la piccola città. In verde la parte occupata dalle milizie turche



Ci sono enormi colonne di fumo che si levano nella zona, segno degli attacchi, pare anche aerei



Dalla città, ora occupata, si vedevano esplosioni verso il posto di frontiera. Oltre ai sei militari morti ci sono stati 18 soldati catturati


VIDEO from #Ras_al_Ayn town at border #ISIS says we blasted (explosion) at nær gate station
right now the city is under #TSK #Turkish backed jihadio#Syria NW #Hasakah province pic.twitter.com/DcMpsc2Nm3
— SyriaWarNews2 (@ZAM90s) October 30, 2019


Ci sono combattimenti in corso anche a Kabani, vicino ad Idlib, dove invece i regolari siriani stanno contrattaccando e, con l’aiuto dell’aviazione russa,
li hanno scacciati e stanno avvicinandosi ad Idlib. Inoltre si parla di altri scontri a Manjib.

A quanto pare o gli accordi di Soci non erano così’ precisi, o sono stati volutamente fraintesi da Erdogan che si ha rallentato l’uso delle proprie forze di terra, ma ha lasciato via libera alle milizie islamiste a lui alleate. Quindi non è stato un vero e proprio cessate il fuoco, ma , al limite una parziale riduzione dell’intervento turco diretto, sostituito da una ripresa degli scontri con gli insorti filoturchi. Come sempre Erdogan concorda dei limiti poi li va attivamente a testare e provocare.
 
Gli USA lo sanno: la Turchia sta facendo una pulizia etnica

I piani trapelati ufficiosamente dalla Turchia alla vigilia dell’invasione della Siria sono stati confermati da un report filtrato al New York Times da fonti diplomatiche USA. La Turchia sta effettuando una pulizia etnica sistematica dei villaggi abitati da curdi o da arabi nelle aree da lei occupate durante la recente missione “Primavera di Pace”. L’operazione non è ovviamente compiuta direttamente da militari turchi, ma avviene attraverso l’uso di milizie armate ed organizzate da Ankara che terrorizzano e scacciano gli abitanti dei villaggi di confine che non siano di nazionalità turca, lasciando quindi spazio a nuovi insediamenti di quell’etnia.

Paradossalmente sono stati proprio gli USA, secondo lo stesso report, a far si che le milizie curde del SDF venissero viste come una minaccia e quindi a spingere all’azione in Siria le milizie e l’esercito di Erdogan: infatti traspare che fino al 2015, cioè sino alla battaglia di Kobane, le milizie curde, poco organizzate ed armate e strettamente collegate alla difesa territoriale, non fossero mai avvertite come una seria minaccia, nonostante l’ala più politicizzata del PYG fosse conosciuta per avere dei contatti con il PKK. Al contrario è stato poi l’intervento massiccio di Washington nell’area con anche un flusso di rifornimenti e di armi a queste milizie a farle ritenere più pericolose e quindi a far decidere l’intervento turco, contro il quale sinora, sempre secondo il report, gli Stati Uniti sono stati fin troppo timidi.

Il report fornisce anche alcune indicazioni circa le azioni che gli USA dovrebbero prendere nella regione per non far finire tutto in un disastro a carico delle popolazioni locali e dell’autorevolezza di Washington:

  • rendere ben chiaro ad Ankara che pagherà tutto il peso politico, militare ed economico del proprio intervento, questo senza timidezze, anche perchè la Turchia di questi problemi non ne ha;
  • utilizzare il tempo rimasto e valutare i tempi di uscita, proprio sulla possibilità di organizzare in modo adeguato il SDF affinchè possa essere un elemento di stabilizzazione locale.Insomma gli USA dovrebbero ritirarsi definitivamente solo quando i crudi si trovassero in una situazione tale da potersi difendere;
  • rendersi conto che comunque qualsiasi situazione transita per Mosca e che attraverso mosca si pul trovare una soluzione adeguata nella regione.
 

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