DARE IL BENVENUTO AD UN NEONATO, E' PER CERTi VERSI QUALCOSA DI ASSOLUTO, PIU' VERO E (1 Viewer)

Val

Torniamo alla LIRA
Oh ragazzi...mica bau bau micio micio .....

Ci aspetta il modello Sicilia? A sentire il governatore Rosario Crocetta, eletto con il Pd, sostenuto dal voto dei grillini, Pier Luigi Bersani può ripetere l’esperienza in Parlamento. «Noi abbiamo già approvato le riforme sui rifiuti, sull’acqua, il Dpef. Sono passati atti importanti, come anche le soluzioni per i precari. L’apertura dei grillini può avvenire anche a livello nazionale». Ma se si va al di là degli slogan, la realtà è diversa. Le cronache locali parlano di centinaia di provvedimenti presentati all’Ars dal M5S. Ma si tratta per la maggior parte di interrogazioni e interpellanze. Del tenore di quella presentata dal grillino Matteo Mangiacavallo: “Iniziative tese alla restituzione della statuetta raffigurante il dio fenicio Melqart alla città di Sciacca”. Una questione che toglie il sonno ai siciliani.
Venendo ai dodici disegni di legge, un numero esiguo rispetto a quello di altri gruppi consiliari, quali sono gli altri progetti che potranno cambiare la vita dei siciliani? Eccoli: “Norme contro la discriminazione determinata dall’orientamento sessuale o dell’identità di genere”; “Modalità di erogazione dei farmaci e delle preparazioni galeniche magistrali a base di cannabinoidi per finalità terapeutiche”; “Istituzione del reddito minimo di dignità”; “Educazione allo sviluppo della coscienza democratica contro le mafie e i poteri occulti”; “Creazione degli archivi universitari per favorire la ricerca e l’inserimento degli studenti del mondo del lavoro”; “Norme per il riconoscimento dell’albergo diffuso in Sicilia”.
 

Val

Torniamo alla LIRA
Mi ero perso il quinto. 5 su 5.......

L’altro protagonista della giornata è stato Sergio Battelli. Il futuro deputato ha 30 anni, lavora presso un negozio di articoli per animali a Varazze e da ieri è uno dei grillini più famosi. Sui Social network per tutta la giornata è stato un continuo scambio di link dei suoi video. «Come si stimola l’appetito sessuale della partner?» Battelli lo sa e lo ha spiegato agli utenti di youtube, in un vestito carnevalesco. In Rete ci sono anche altre sue goliardate. Anzi, c’erano, perché Battelli ieri notte ha cancellato in fretta e furia tutti i suoi video su Youtube. La reazione dei militanti grillini? Si sono infuriati con i giornalisti che hanno reso pubblici i video e che hanno osato fare domande “scomode”. Com’era quella storia della trasparenza degli eletti?
 

Val

Torniamo alla LIRA
Gianfranco Fini è entrato in Parlamento nel 1983 e ne è uscito con le elezioni di ieri. Era tra i più longevi parlamentari d’Italia, insieme a Casini, con 30 anni di servizio sulle spalle. Un politico che ha attraversato tutte le epoche della politica italiana da protagonista. Delfino designato di Almirante appena maggiorenne, sostenuto dal ministro dell’Armonia Pinuccio Tatarella come “regina d’Inghilterra” che avrebbe potuto tenere insieme una destra da sempre sconquassata dai personalismi e dalle spinte centrifughe. Nel bene e nel male ha segnato la storia della politica italiana e, ovviamente, della destra. Nel ’93, con la sua candidatura a sindaco di Roma, raccolse elettoralmente i frutti dell’esclusione del Msi dal sistema di Tangentopoli che era andato in pezzi e come leader dell’unico partito “dalle mani pulite” ottenne il 48 per cento dei consensi dei romani, che assegnarono alla lista del suo partito il 31 per cento. A Napoli, nella stessa tornata elettorale, il Msi ottenne il 33. Con la fondazione di An Fini istituzionalizzò la realtà di una destra non più marginalizzata e esclusa ma con la vocazione di rappresentare tutti gli italiani. Nell’immaginario di tutti, Fini divenne il politico che, per la sua età e le sue caratteristiche, avrebbe preso la guida del centrodestra dopo Berlusconi. Questo fino al 14 dicembre del 2010, quando il Fini presidente della Camera – forse convinto che il dopo-Berlsucnoi fosse troppo lontano per le sue aspettative – fece un accordo con le forze dell’allora opposizione per sfiduciare il governo della sua stessa maggioranza, senza riuscirvi. Ora è fuori dal Parlamento e forse – è prematuro prevederlo – fuori dalla politica. Aldilà dei giudizi coloriti che oggi impazzano soprattutto sui social network, una tale uscita di scena merita una riflessione più tecnica. Fini ha commesso degli errori palesi, alcuni dei quali solo di recente ha lui stesso ammesso.
 

gio.bar

Forumer storico
Gianfranco Fini è entrato in Parlamento nel 1983 e ne è uscito con le elezioni di ieri. Era tra i più longevi parlamentari d’Italia, insieme a Casini, con 30 anni di servizio sulle spalle. Un politico che ha attraversato tutte le epoche della politica italiana da protagonista. Delfino designato di Almirante appena maggiorenne, sostenuto dal ministro dell’Armonia Pinuccio Tatarella come “regina d’Inghilterra” che avrebbe potuto tenere insieme una destra da sempre sconquassata dai personalismi e dalle spinte centrifughe. Nel bene e nel male ha segnato la storia della politica italiana e, ovviamente, della destra. Nel ’93, con la sua candidatura a sindaco di Roma, raccolse elettoralmente i frutti dell’esclusione del Msi dal sistema di Tangentopoli che era andato in pezzi e come leader dell’unico partito “dalle mani pulite” ottenne il 48 per cento dei consensi dei romani, che assegnarono alla lista del suo partito il 31 per cento. A Napoli, nella stessa tornata elettorale, il Msi ottenne il 33. Con la fondazione di An Fini istituzionalizzò la realtà di una destra non più marginalizzata e esclusa ma con la vocazione di rappresentare tutti gli italiani. Nell’immaginario di tutti, Fini divenne il politico che, per la sua età e le sue caratteristiche, avrebbe preso la guida del centrodestra dopo Berlusconi. Questo fino al 14 dicembre del 2010, quando il Fini presidente della Camera – forse convinto che il dopo-Berlsucnoi fosse troppo lontano per le sue aspettative – fece un accordo con le forze dell’allora opposizione per sfiduciare il governo della sua stessa maggioranza, senza riuscirvi. Ora è fuori dal Parlamento e forse – è prematuro prevederlo – fuori dalla politica. Aldilà dei giudizi coloriti che oggi impazzano soprattutto sui social network, una tale uscita di scena merita una riflessione più tecnica. Fini ha commesso degli errori palesi, alcuni dei quali solo di recente ha lui stesso ammesso.


Amen :benedizione:
 

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