News, Dati, Eventi finanziari debito pubblico ......moneta.....e nonna abelarda

La valuta che salverà l'economia mondiale

articoli come questi sono scritti da persone pagate per mentire oppure ignoranti perchè :
il 5 % di interesse annuo non compensa nemmeno l'inflazione finta creata ad arte ..
che è del 7,71 % annuo come visto in un precedente messaggio almeno dal 1861 ...
il valore della valuta attuale , perdendo in capacità di acquisto ogni anno , non può essere misura del valore .. sostanzialmente e paradossalmente gli speculatori cartacei apparentemente mantengono con lieve perdita il potere d'acquisto sui generi alimentari e materiali .. in verità invece ,
in base ai parametri numerici , chi più ha più è favorito perchè riceve maggiori interessi ed impoverisce tutto il resto ..
mi sembra lo scrisse Aristotele : " l'unica funzione monetaria è l'acquisto e la vendita delle merci reali " , qualsiasi speculazione atta ad incrementare la propria valuta senza lavorare è deprecabile , detestabile ed intollerabile ... ora capisco perchè Gesù al tempio si adirò contro i profanatori , ed a ragione ;
valuta digitale adesso ... solo per rinviare il proverbio .... essendo digitali sono più facilmente falsificabili ..
ho come l'impressione che bce e fed abbiano stampato talmente tanti soldi cartacei per mantenere in piedi l'auliuletulilemblemblum che i dati dichiarati dal sito .. bce , per l'europa , menzogneri ...
badate , è solo un'impressione , un dejavu : spero tanto di sbagliarmi
 
Ultima modifica:
Bancocrazia: dalla Repubblica di Venezia a Mario Draghi e Goldman Sachs
Eric Toussaint Ερίκ Τουσέν

Tradotto da Domenico Vitale

Dal dodicesimo secolo fino all’inizio del quattordicesimo secolo, l’Ordine dei Templari, presente in gran parte d’Europa, diventò il banchiere dei potenti. Contribuì a finanziare varie crociate. All’inizio del quattordicesimo secolo, era diventato il principale creditore del re di Francia Filippo il Bello. Di fronte al debito che gravava sulle sue risorse, Filippo il Bello si liberò dei suoi creditori e del suo debito, demonizzando l’Ordine dei Templari accusandolo di molteplici crimini (2). L’Ordine fu proibito, i suoi capi giustiziati e i suoi beni confiscati. All’Ordine dei Templari mancava uno stato e un territorio per affrontare il re di Francia. Il suo esercito, (15000 uomini di cui 1500 cavalieri), il suo patrimonio e i suoi crediti con i dirigenti non lo protessero dalla potenza di uno stato deciso ad eliminare i suoi creditori.
Nella stessa epoca (XV e XVI secolo), i banchieri veneziano finanziavano anche loro le crociate e prestavano soldi ai potenti d’Europa, però si mossero molto più abilmente rispetto all’Ordine dei Templari. A Venezia, si appropriarono della testa dello Stato, dandogli forma di una repubblica. Finanziarono la trasformazione di Venezia, città-stato, in un vero impero che comprendeva Cipro, Eubea (Negroponte) e Creta. Adottarono una strategia inarrestabile per arricchirsi in maniera duratura e assicurare il rimborso dei loro crediti: furono loro a decidere di far indebitare lo stato veneziano con le banche che possedevano. I termini dei contratti di prestito furono definiti da loro stessi dato che erano allo stesso tempo proprietari delle banche e dirigenti dello Stato.

Mentre Filippo il Bello aveva interesse a liberarsi fisicamente dei suoi creditori per liberarsi dal peso del debito, lo stato veneziano pagava fino all’ultima moneta il debito ai banchieri. Questi ultimi ebbero d’altro canto, l’idea di creare dei titoli del debito pubblico che potevano circolare da una banca all’altra. I mercati finanziari cominciavano a nascere. (3) Questo tipo di prestito è il precursore della forma principale di indebitamento degli stati così come si conosce nel XXI secolo.

Sette secoli dopo dello schiacciamento dell’Ordine dei Templari da parte di Filippo il Bello, oggi i banchieri d’Europa, come i loro predecessori genovesi e veneziani, non devono essere inquieti verso i governi attuali.

Gli stati nazionali e il protostato che è l’Unione Europea di oggi sono forse più complessi e sofisticati che le repubbliche di Venezia (o di Genova) dei secoli dal XIII al XVI, però sono con la stessa crudeltà, gli organi che esercitano il potere della classe dominante, l’1% opposto al 99%. Mario Draghi, vecchio rappresentante della Goldman Sachs in Europa, dirige la Banca Centrale Europea. I banchieri privati hanno collocato i propri rappresentanti o i propri alleati nei posti chiave dei governi e delle amministrazioni. I membri della Commissione Europea sono molto attenti a difendere gli interessi della finanza privata, e il lavoro di lobby che le banche esercitano su parlamentari, regolatori e magistrati europei è di un’efficacia temibile.

Che un gruppo di grandi banche capitaliste occupi il primo piano in questi ultimi anni, non deve nascondere il ruolo delle grandi imprese private dell’industria e del commercio, che usano e abusano della loro vicinanza alle strutture dello stato in una maniera abile come quella dei banchieri. L’interconnessione inestricabile tra stati, governi, banche, imprese industriali e commerciali e i grandi gruppi privati di comunicazione costituiscono da un lato una delle caratteristiche del capitalismo, tanto adesso come nelle epoche precedenti.Effettivamente, dalla vittoria del capitalismo come modo di produzione e come formazione sociale dominante, il potere è esercitato dai rappresentanti dei grandi gruppi privati e dai loro alleati.
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Dal punto di vista storico, il New Deal cominciato dal presidente Roosevelt nel 1933 e i 30 anni successivi alla seconda guerra mondiale, sembrano una parentesi durante la quale la classe dominante dovette fare delle concessioni, ovviamente limitate però reali, alle classi popolari. I grandi padroni dovettero nascondere un po’ il loro potere sullo stato. Con il neoliberismo iniziato alla fine degli anni ’70, abbandonarono la discrezione. Gli anni ’80 mettono in risalto una classe dominante completamente disinibita che assume e proclama con cinismo la via per la vittoria e lo sfruttamento generalizzato dei popoli e della natura. La frase, tristemente celebre di Margaret Thatcher, “There is no alternative” definisce ancora oggi il panorama politico, economico e sociale, attraverso gli attacchi violenti ai diritti e alle conquiste sociali. Mario Draghi, Angela Merkel, Silvio Berlusconi (gran patron italiano), José Manuel Barroso appaiono come figura emblematiche per la prosecuzione del progetto thatcheriano. La complicità attiva dei governi socialisti (da Schroeder a Hollande, passando per Tony Blair, Gordon Brown, Papandreu, Zapatero, Socrates, Letta, Di Rupo e molti altri) mostra fino a che punto si sono inseriti nella logica capitalista, fino a che punto formano parte del sistema così come Barack Obama dall’altra parte dell’Atlantico. Come affermava il multi milionario americano Warren Buffet, “è una guerra di classe, ed è la mia che sta vincendo”.

Il sistema del debito pubblico così come funziona nel capitalismo costituisce un meccanismo di trasferimento di ricchezza prodotta dal popolo verso la classe capitalista. Questo meccanismo si è rinforzato con la crisi iniziata nel 2007-2008, poiché le perdite e i debiti delle banche sono stati trasformati in debito pubblico. A grande scala, i governi hanno socializzato le perdite delle banche in modo da permettergli di continuare a fare beneficienza tra i proprietari capitalisti.

I governi sono direttamente in combutta con le grandi banche e mettono al loro servizio i poteri e le casse pubbliche. C’è un viavai permanente tra le grandi banche e i governanti. Il numero dei ministri delle finanze e dell’economia, o di primi ministri, che arrivano direttamente dalle grandi banche o che si dirigono verso di esse quando abbandonano il governo, non smette di aumentare dal 2008. Il ruolo delle banche è troppo importante per essere lasciato al settore privato, è necessario socializzare il settore bancario e collocarlo sotto il controllo pubblico ( degli stipendiati dalle banche, dei clienti, delle associazioni e dei rappresentanti del governo locale), dunque deve essere sottomesso alle regole di un servizio pubblico (4), e i guadagni che le sue attività generano devono essere usate per il bene comune.

Il debito pubblico contratto per salvare le banche è in definitiva illegittima e deve essere ripudiata. Un’assemblea deve determinare gli altri debiti illegittimi e/o illegali e permettere una mobilitazione in modo che un’alternativa anticapitalista possa prendere forma.
La socializzazione delle banche e l’annullamento/ripudio dei debiti illegittimi devono essere scritti in un programma più ampio (5).

Come durante la repubblica di Venezia, oggi nell’Unione Europea e nella maggior parte dei paesi più industrializzati del pianeta, lo stato è in osmosi con la grande banca privata e paga senza protestare ,il debito pubblico. Il non pagamento del debito pubblico illegittimo, la socializzazione delle banche così come altri misure vitali saranno il risultato dell’irruzione del popolo come attore nella sua propria storia. Si tratta di mettere in piedi un governo così fedele agli oppressi come i governi della Merkel e di Hollande lo sono alle grandi imprese private. Un tale governo del popolo dovrà fare delle incursioni nella sacrosanta grande proprietà privata per sviluppare i beni comuni sempre rispettando la natura e i suoi limiti. Questo governo dovrà anche realizzare una rottura radicale con lo stato capitalista e sradicare tutte le forme di oppressione. Un’autentica rivoluzione è necessaria.

Note
[1] Ver David Graeber, En deuda. Una historia alternativa de la economía, Editorial Ariel, Barcelona, 2012, 714 pp ; Thomas Morel et François Ruffin, Vive la Banqueroute!, Paris, Fakir Editions, 2013.
[2] Fernand BRAUDEL, Civilisation matérielle, économie et capitalisme. XVe-XVIIIe siècle. Paris, Armand Collin, 1979 ; David Graeber, En deuda. Una historia alternativa de la economía , Editorial Ariel, Barcelona, 2012, 714 pp
[3] El sector bancario debería ser enteramente público con excepción de un sector cooperativo de pequeña talla con el que podría cohabitar y colaborar.
[4] Ver Damien Millet y Eric Toussaint, Europa, ¿qué programa de urgencia frente a la crisis? CADTM - Europa: ¿Qué programa de urgencia frente a la crisis? . Ver también Thomas Coutrot, Patrick Saurin y Eric Toussaint,Anular la deuda o gravar al capital: ¿Por qué elegir? CADTM - Anular la deuda o gravar al capital: ¿Por qué elegir? . Finalmente, ver¿Qué hacer con la deuda y el euro?, CADTM - ¿Qué hacer con la deuda y el euro? publicado el 30 de abril de 2013.



Per concessione di Comedonchisciotte
Fonte: http://cadtm.org/Bancocratie-de-la-republique-de
Data dell'articolo originale: 10/11/2013
URL dell'articolo: http://www.tlaxcala-int.org/article.asp?reference=10877
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Tags: BCE | Debito | Mario Draghi | Angela Merkel | Barak Obama | Banksters | UE | Europa | Goldman Sachs | Repubblica di Venezia
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cosi' era e cosi sara'.purtroppo.anche cambiando i nomi il sistema e' sempre lo stesso nn lo vede,solo chi nn lo vuole vedere.pure i sassi lo sanno
 
cco i giochi di Potere dietro Bankitalia a discapito della Sovranità di Stato
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23 novembre 2013 |
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Autore Redazione | Stampa articolo
Fonte: http://www.giacintoauriti.eu/notizie/35-i-giochi-di-potere-ed-i-diktat-della-bce-allo-stato-italiano.html
Scritto da Redazione. Postato in Notizie
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Che manovre ci sono attorno alla banca d’Italia e che danni subirà lo Stato Italiano ?
Questa è la ricostruzione di ciò che è avvenuto negli ultimi anni e dalla quale si evince la brusca accelerata alle riforme finanziarie e monetarie ed agli assetti sociali di Banca d’Italia imposti dalla BCE e dal SEBC in base ai loro Statuti che sono stati ratificati con i Trattati di Maastricht e Lisbona dai nostri politici e “tecnici”. Come noterete, il problema non è ECONOMICO ma è GIURIDICO perchè è con la LEGGE che hanno potuto espropriarci dei nostri “valori monetari” e dei nostri “mezzi di produzione” che creano VALORE.
- Nel 2004 l’allora ministro Tremonti preparò la bozza di quella che sarebbe divenuta la L.262/05.
( http://www.camera.it/parlam/leggi/05262l.htm )
Nella bozza si prevedeva la ridefinizione delle quote private della Banca d’Italia e fu previsto che tali quote private andassero allo Stato tramite i suoi Enti e le sue Aziende partecipate a maggioranza, come previsto all’Art. 3 dello Statuto della Banca d’Italia ( prima della sua modifica ). Il governo italiano ,infatti, si accorse che i partecipanti al capitale di Banca d’Italia erano per il 95% istituti di credito privati e non pubblici.
Inoltre, il Ministro Tremonti prevedeva nella bozza della L.262/05 la trasparenza del’operato della Banca d’Italia.
- La BCE rispose che tale passaggio di quote in mano pubblica avrebbe potuto esserci ma ricordò al governo italiano che il Trattato UE all’Art.108 ( ex Art.107 di Maastricht ) sancisce la piena autonomia ed indipendenza del Sistema Bancario Centrale Europeo di cui fa parte la Banca d’Italia e, pertanto, pur avendo la proprietà pubblica della Banca d’Italia il governo non poteva comunque prendere decisioni di politica monetaria anche se l’Art. 3 dello Statuto della banca centrale italiana , scritto nel 1936, prevedeva che la maggioranza delle azioni fossero pubbliche. Inoltre, la BCE invitava il governo a modificare tale Art.3 dello Statuto della Banca d’Italia aggiornandolo alla effettiva composizione societaria della stessa.
Nella stessa risposta, la BCE puntualizzava che lo Statuto del S.E.B.C. prevede il segreto sulle operazioni di politica monetaria e finanziaria delle banche centrali. ( rif. Parere CON/2005/34 ) http://www.ecb.europa.eu/ecb/legal/pdf/it_con_2005_34_f_sign.pdf

- Nel 2005 uscì la pubblicazione dell’azionariato delle quote di Banca d’Italia e si scoprì che lo Stato Italiano partecipava soltanto con il 5% delle quote detenute dall’INPS e non con la maggioranza di azioni confermando ai cittadini italiani i dati specifici di ciò che Tremonti lasciava intendere nel suo tentativo di statalizzazione della Banca d’Italia. (http://www.bancaditalia.it/bancaditalia/funzgov/gov/partecipanti/Partecipanti.pdf )
- In questo modo si scoprì che questa minima quota partecipativa del 5% era in contrasto con l’Art. 3 dello Statuto di Banca d’Italia perché ,nel 1992 , la riforma bancaria della Legge Amato-Ciampi (.http://www.fondazionecariplo.it/static/upload/3_f/3_fondnp22.pdf) aveva sancito che anche soggetti privati (s.p.a. quindi) possono assumere il significato giuridico di “Pubblico” se perseguono fini di interesse pubblico deformando, in questo modo, il concetto giuridico di “proprietà pubblica” delle quote della Banca d’Italia
- Precedentemente, fu intentata causa per risarcimento ,ai cittadini italiani ,di rendita monetaria detenuta dagli azionisti privati di Banca d’Italia fino al 2005. Il Giudice di Pace di Lecce ,secondo perizie tecniche effettuate dall’associazione di consumatori Adusbef e da avvocati che si basarono sui principi giuridici della proprietà della moneta enunciati anni prima da Auriti, sentenziò che tale risarcimento corrispondeva a circa 5 miliardi di euro che, ripartiti per ogni cittadino, costituivano un dividendo di risarcimento pari ad 87 euro a cittadino. (Non essendo superiore ai 1.100 euro il risarcimento si poteva chiedere al Giudice di Pace ). (Sentenza N.2978/05 del Tribunale di Lecce) http://www.adusbef.it/consultazione.asp?Id=3503&Ricerca=signoraggio
- Purtroppo, non si poterono considerare i calcoli a ritroso di oltre 10 anni dal 2005 per prescrizione e quindi non si potè far riconoscere il risarcimento per gli anni antecedenti al 1995 altrimenti la cifra sarebbe stata notevolmente superiore ai 5 miliardi.
- La sentenza mise in evidenza il contrasto tra l’effettivo azionariato della Banca d’Italia e l’Art.3 del suo Statuto oltre ai relativi benefici ottenuti dai partecipanti privati a danno dei cittadini italiani
- La sentenza fu impugnata dalla Banca d’Italia che si rivolse alla Cassazione
- Il 22-6-2006 la Cassazione annullò la sentenza del Giudice di Pace di Lecce con la motivazione che la magistratura non può ingerirsi nelle decisioni di natura politica quali gli accordi tra Stati come è il Trattato Europeo che istituisce la BCE ed il SEBC e, pertanto, il Giudice di Pace di Lecce non poteva giudicare non avendone competenza giurisdizionale. Di questa sentenza si fregia la Banca d’Italia sul suo sito
( Sentenza Cassazione R.G.N. 28989/05.) http://www.bancaditalia.it/bancomonete/signoraggio/cass_SS_UU_16751_06.pdf
- Al di là della cifra irrisoria del risarcimento di 87 euro, quella sentenza di Lecce avrebbe creato un precedente mettendo in discussione tutto il sistema monetario europeo e la proprietà dell’euro ed ha messo in luce l’enorme rendita monetaria di cui si sono appropriati gli azionisti privati di Banca d’Italia e BCE ( altro che quel piccolo 5% riconosciuto allo Stato tramite INPS ) vìolando lo stesso Art. 3 dello Statuto.
- Il 12 dicembre 2006 ( dopo 6 mesi dalla sentenza di Cassazione ) il Presidente Napolitano, e con le firme di Prodi e Padoa Schioppa, emana il D.P.R. del 12-12-2006 pubblicato su Gazzetta Ufficiale N. 291 del 15 Dicembre 2006, col quale si ratifica la modifica dello Statuto della Banca d’Italia sanando il contrasto dello Statuto con l’avvenuta privatizzazione e della definitiva perdita di sovranità nazionale che, a scanso di equivoci giuridici eventualmente risultanti dalla presenza della dicitura “Enti pubblici o società a partecipazione statale con maggioranza pubblica”, viene definitivamente concessa in favore di azionisti privati. (http://latribuna.corriere.it/dynuni/dyn/allegati/Provvedimenti_news/2006/dicembre/DPR%2012%20dicembre%202006.pdf )


- in conseguenza alla ratifica della “sanatoria” avvenuta col DPR 12.12.2006 e la L. 218/90 , il governo italiano emana nel 2011 ilD.Lgs n.34 del 31-3-2011 , tramutato in Legge, che prevede all’Art. 7 l’acquisizione della maggioranza di azioni delle aziende di interesse nazionale come Eni, Finmeccanica, Fincantieri, Telecom, ecc . da parte della Cassa Depositi e Prestiti s.p.a. con la scusa di preservare speculazioni estere sulle maggiori aziende italiane che producono la gran parte del P.I.L. e poter partecipare con esse all’azionariato di Banca d’Italia con relativi benefici di rendita monetaria con le quali attuare politiche sociali senza emettere ulteriori titoli di debito pubblico. Come faceva un tempo la FIAT, privata, prima dell’avvento della BCE. http://www.gazzettaufficiale.biz/atti/2011/20110122/11A07224.htm
- Nel frattempo gli azionisti privati (95%) di Banca d’Italia , stanno rivalutando il valore delle proprie quote. Il Ministro Tremonti avrebbe voluto pagargli soltanto il capitale sociale di 156.000 euro visto che tutti i proventi dell’attività finanziaria della Banca d’Italia derivano dall’indebitamento pubblico e privato dello Stato. Si aprì una diatriba. La Banca d’Italia ha commissionato l’analisi del valore delle quote ed oggi pretenderebbe 7 miliardi ( altro che 156.00 euro ). Inoltre, il decreto sulla rimodulazione delle quote prevede che nessun azionista possa superare il 5% di quote detenute evitando così che qualche investitore finanziario estero possa controllare il sindacato di maggioranza. Ma tale limite non consentirebbe neanche allo Stato di poter acquisire quote superiori.
- Questa rivalutazione è basata soltanto su un valore scritturale senza alcun fondamento di liquidità e di reale corrispettivo monetario visto che gli utili della Banca d’Italia e le sue riserve sono “intoccabili” per non compromettere il sistema monetario internazionale e le stanze di compensazione bancaria. Inoltre imporrebbe sia allo Stato e sia ad aziende bancarie private o aziende partecipate a maggioranza dallo Stato ( eventualmente acquisite con Cassa Depositi e Prestiti) di pagare le quote alle attuali banche azioniste di Banca d’Italia in proporzione al nuovo valore di 7 miliardi . Per non parlare del fatto che i vari Istituti di Credito “italiani” potranno mettere nelle poste attive di bilancio il valore creato dai “savi” di Visco, resistendo quindi allo stress-test che Draghi imporrà a tutte le banche d’Europa. Un vero e proprio artifizio, una magia, una creazione di valore monetario dal nulla ad opera del sistema finanziario. Oltre al danno ..la beffa.
- Purtroppo, la nuova Legge di stabilità ha previsto che lo Stato rinunci alle ultime quote possedute nelle maggiori aziende di interesse nazionale e le venda ricavando circa 12 miliardi con i quali restituire interessi sul debito dei titoli emessi nei confronti degli stessi azionisti privati della Banca d’Italia ritrovandosi senza più patrimoni e garanzie con i quali garantire future emissioni di titoli per ottenere denaro ( con questo sistema monetario ). Se non sarà più Cassa Depositi e Prestiti ad acquisirle, chi le acquisirà ?
( rif. http://www.ilsole24ore.com/art//2013-11-21/rivalutazione-bankitalia-via-ora-tetto-gli-azionisti-5percento-064302.shtml?uuid=ABc5mbe&fromSearch )

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[ leggi anche " Quanto vale Bankitalia " : http://www.giacintoauriti.eu/notizie/27-quanto-vale-bankitalia-dalla-rivalutazione-l%E2%80%99ultimo-regalo-alle-banche.html ]

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Secondo Rosario Marciano la Sardegna è vittima dell’accordo Bush/Berlusconi


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23 novembre 2013 |
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Autore Redazione | Stampa articolo
Fonte: http://www.articolotre.com/2013/11/secondo-rosario-marciano-la-sardegna-e-vittima-dellaccordo-bushberlusconi/229061
Al di là delle teorie complottiste, anche Legambiente – da anni – denuncia le tragedie come quella accaduta in Sardegna, definendola un ‘disastro innaturale’. Attraverso face book, Rosario Marcianò presidente del comitato Tanker Enemy ha definito la tragedia sarda come un «fenomeno artificiale», voluto da qualcuno – gli Stati Uniti – e con il beneplacito di qualcun altro – l’allora ministro Silvio Berlusconi. Tutto questo è stato messo nero su bianco con il tristemente noto “Accordo Bush/Berlusconi” del 2002.
-Maria Cristina Giovannitti- Un copione che si ripete, negli ultimi anni, in un escalation che fa rabbrividire: in poche ore il maltempo si scaglia su qualche zona d’Italia e scatta l’emergenza, con vittime e feriti.
DOSSIER LEGAMBIENTE - Un disastro idrogeologico che colpisce lo ‘scarpone’ ed ha portato con sé anche un dossier-denuncia “Frane ed alluvioni: disastri innaturali”http://www.legambiente.it/sites/default/files/docs/dossier_franealluvioni_2011.pdfstilato da Legambiente nel 2011. In una sorta di ammissione esplicita, anche Legambiente – dopo le alluvioni su Genova, Liguria e Toscana – sottolinea l’innaturalità di certe calamità: oltre alla fragilità del territorio italiano, aggiungiamo la cementificazione abusiva e l’urbanizzazione selvaggia, concludendo il tutto con una inesistente prevenzionecome accade ad esempio per il controllo dei torrenti – ed ecco che la tragedia è fatta. Secondo questo ‘macabro copione’ anche con il tifone in Sardegna ci sarebbe stato questo mix letale. Leggi il resto di questo articolo »
 
fonte mercato libero



VENDITA DELLA SACE ! I TEDESCHI SONO PRONTI! IL PIANO DI LETTA E' DIABOLICO!




Mi sembra assolutamente inutile soffermarsi su cose che gia' molti di noi sanno sulle privatizzazioni volute da letta


sulle privatizzazioni di aziende che vanno bene e che ci farebbe comodo se rimanessero dello stato italiano..SOTTO UN PROFILO DI FLUSSI DI CASSA..

Infatti tutti si lamentano dell'incapacita' dello stato di gestire le aziende..peccato poi che quando si parla di privatizzazioni..andiamo a vendere le uniche aziende che rendono molto.
PENSATE AL CASO ECLATANTE DI ENI ....VENDIAMO UN 3% PRIVANDOCI DI DIVIDENDI (che incasserebbe lo stato per abbattere il debito) CHE SONO SUPERIORI AL COSTO DEL DEBITO STESSO (circa un 4%).
In pratica facciamo dei regali a soggetti stranieri di nostri gioielli..mentre ci terremo in pancia aziende pubbliche malgestite che continueranno ad esserlo....

Ma se questo è vero dal punto di vista semplicemente FINANZIARIO, lo è ancora di piu' dal punto di vista strategico..specie se si parla di Eni, Enel , Fincantieri Terna ecc ecc...MA IN PARTICOLARE DELLA SACE.

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SAPETE COSA E' LA SACE??? In pochi saprebbero rispondere...ED E' PROPRIO QUESTO SU CUI CONTA LETTA...L'IGNORANZA DELLE MASSE.

EPPURE LA SACE E' IL VERO GIOIELLO IN MEZZO A QUESTE SVENDITE..

e' paragonabile a un diamante rispetto all'oro dell'anello su cui viene montato
SACE è un gruppo assicurativo-finanziario attivo nell’export credit, nell’assicurazione del credito, nella protezione degli investimenti, nelle garanzie finanziarie, nelle cauzioni e nel factoring. Il Gruppo assume in ASSICURAZIONE E RIASSICURAZIONE i rischi a cui sono esposte le AZIENDE ITALIANA nelle loro TRANSAZIONI internazionali e negli investimenti all'estero.
SACE, controllata al 100% da Cassa Depositi e Prestiti, offre una gamma di strumenti per l'assicurazione del credito, la protezione degli investimenti, l'erogazione di cauzioni, garanzie finanziarie e factoring.

L'assicurazione del credito è la riduzione o il trasferimento verso terzi dei rischi di insolvenza. L'assicurazione comprende, in senso economico-finanziario, anche la gestione e il finanziamento del credito.
Sace si occupa di sostegno delle imprese nelle esportazioni e assicurazione del credito. Presta garanzie finanziarie e protegge gli investimenti fatti all'estero, con un volume di operazioni assicurate da 70 miliardi in 189 Paesi. Il 2012 di Sace si è chiuso con un utile di 255 milioni (+39%), che è valso a Cdp un dividendo da 234 milioni.
IN PRATICA..TRADOTTO...CHI CONTROLLA LA SACE HA IN MANO IL CONTROLLO DELLE ESPORTAZIONI DI MEZZA ITALIA. IL RUOLO DI SUPPORTO ALL'IMPRENDITORIA DOMESTICA SVOLTA DALLA SACE E' FONDAMENTALE. SE LA SACE DOVESSE FINIRE IN MANI ESTERE...ALTRI POTREBBERO DECIDERE DI SFAVORIRE DETERMINATI SETTORI INDUSTRIALI ITALIANI PER FAVORIRE ALTRI SOGGETTI TEDESCHI O FINLANDESI ECC ECC

vendesi_italia

IL VALORE DELLA SACE SI DICE AGGIRARSI SUI 7 MILIARDI DI EURO. LETTA NE VUOLE METTERE IN VENDITA IL 60% (AVETE CAPITO BENE...LETTA HA DECISO DI SCENDERE IN MINORANZA COME GOVERNO SU UNA SOCIETA' STRATEGICAMENTE CHIAVE PER LO SVILUPPO DELL'INDUSTRIA ITALIANA CHE ESPORTA!) CHE STRANO ..VERO!!!


IN PRATICA VUOLE INCASSARE DA TALE VENDITA 4 MILIARDI (BEN 1/3 DEL TOTALE PIANO DI PRIVATIZZAZIONI)


MERCATO LIBERO PENSA CHE LA SACE FINIRA' SOTTO CONTROLLO TEDESCO. E' UNO DEI GANGLI VITALI DEL PAESE....CONTROLLANDO LA SACE LA GERMANIA AUMENTA IL CONTROLLO SUL PAESE ITALIA ....
ALTRO CHE EUROPA UNITA.
LA COSA ASSURDA E' CHE NESSUNO...DICO NESSUNO...SE EN OCCUPA..FORSE LO FARA' REPORT..SI NEL 2020 ..INFATTI LA GABBANELLI E' GIORNALISTA DEI POTERI FORTI...LEI FA QUELLO CHE GLI ALTRI LE DICONO DI FARE...E' AUTOCOMANDATA...E PASSA PURA DA EROINA...

NON VORREI DIRE NULLA SULA VENDITA DELLE GRANDI STAZIONI ...FRA TRONCHETTI PROVERA CALTAGIRONE E BENETTON SARA' UN VERO DISASTRO PER IL CITTADINO ITALIANO...E ...E PER OGGI BASTA..ALTRIMENTI RISCHIO DI VOMITARE.
 
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