mezzo chiuso in clausura per sto c. di virus non resta che leggere
affermare che la privacy non ci interessa perché non abbiamo nulla da nascondere è un po’ come affermare che la libertà di parola non ci interessa perché non abbiamo nulla da dire.
. Immaginate di sedervi al computer per visitare un sito web. Aprite un browser, digitate un indirizzo URL e premete INVIO. La vostra azione equivale a una richiesta, e tale richiesta parte alla ricerca del server di destinazione. A un certo punto del suo viaggio verso il server, però, la vostra richiesta dovrà passare attraverso TURBULENCE, una delle armi più potenti dell’NSA.
Nello specifico, la vostra richiesta passa attraverso alcuni server neri impilati l’uno sull’altro, una struttura grossa come una libreria a quattro ripiani. Questi «filtri» sono installati in tutti i principali impianti dei gestori privati di telecomunicazioni; ce ne sono in tutti i paesi alleati degli Stati Uniti, nonché nelle ambasciate e nelle basi militari americane, e constano di due strumenti: il primo, TURMOIL, si occupa della «raccolta passiva», effettuando una copia dei dati di passaggio; il secondo, TURBINE, si occupa della «raccolta
attiva», cioè ha il compito di interferire attivamente con gli utenti.
Potete immaginarvi TURMOIL come una guardia posta nei pressi di un firewall invisibile attraverso il quale il traffico Internet è costretto a passare. Vedendo la vostra richiesta, TURMOIL controlla i suoi metadati per selettori o criteri che la etichettano come qualcosa che necessita di un esame più accurato. Questi selettori possono essere qualunque cosa voglia l’NSA, qualunque cosa l’NSA ritenga sospetta: un certo indirizzo email, il numero di un telefono o di una carta di credito, l’origine geografica o la destinazione della vostra attività Internet, o certe parole chiave come «web proxy anonimo» oppure «protesta».
Se TURMOIL contrassegna il vostro traffico come sospetto, lo segnala prontamente a TURBINE, il quale instrada la vostra richiesta ai server dell’NSA. Qui alcuni algoritmi decidono quali exploits (in altre parole, malware) usare contro di voi, a seconda del sito web che state cercando di visitare, del software del vostro computer e della connessione Internet. Il malware selezionato viene rinviato a TURBINE (mediante i programmi del tipo QUANTUM, se ve lo steste domandando), il quale li inserisce nel canale di traffico e ve li consegna insieme al risultato della vostra richiesta, ovvero il sito web che intendevate consultare.
Risultato finale: in meno di 686 millisecondi ottenete tutti i contenuti che volevate, assieme a tutta la sorveglianza che non volevate. E ne siete completamente ignari. Una volta che i virus sono sul vostro computer, l’NSA può accedere non soltanto ai vostri metadati ma anche i vostri dati. Adesso la vostra intera vita digitale appartiene all’agenzia.
Snowden, Edward. Errore di sistema (Italian Edition) (pp.215-216). Longanesi. Edizione del Kindle