Val
Torniamo alla LIRA
I virus non sono yogurt, non scadono: eppure li stiamo spalmando su più anni, come stracchino.
I lockdown sono inutili, dal punto di vista della salute pubblica, perché quando riapri il virus riparte.
Siamo circa 60 milioni e, a forza di lockdown e riaperture, al ritmo di 3 milioni di positivi l’anno, serviranno 15-20 anni per ottenere immunità di gregge.
E’ un meccanismo che rallenta la diffusione del Covid senza però fermarla.
E purtroppo, già adesso, la vera emergenza di cui nessuno ovviamente parla è quella economica.
Questo lasso di tempo non possiamo permettercelo: senza economia, non esiste neanche sanità.
Va detto che ogni anno, nei mesi invernali, i virus influenzali intasano le terapie intensive.
E il lockdown, da questo punto di vista, può servire a contenere questa problematica.
Tuttavia otterremmo il medesimo risultato se Conte e il Cts (Comitato Tecnico-Scientifico) territorializzassero la risposta.
Purtroppo questi “eletti da nessuno”, si rifiutano assurdamente di farlo, sin dall’estate scorsa.
In estate hanno preferito mascherarsi dietro la retorica dei monopattini,
con il ministro Speranza che, nel suo libro, millantava di avere sconfitto il Covid-19: in autunno ha scelto di non farlo uscire nelle librerie…
A volte si sente parlare dei lockdown come di uno stratagemma per arrivare al vaccino,
ma credo poco ad una immunità contro questo virus (mutante per sua natura) ottenuta in questo modo.
Spero di sbagliarmi: il Sars-Cov2 muta, ma in un campo limitato (almeno in questo abbiamo avuto fortuna) e quindi un minimo di aspettativa è lecito nutrirla.
Intanto un altro anno di scuola e di università è compromesso, le liste di attesa si allungano, gli infarti aumentano e le depressioni dilagano.
Un obolo di competenze che perderanno i nostri giovani, coloro che adoriamo,
quelli che si troveranno di fronte a un futuro drammatico
(basti pensare anche alle Intelligenze Artificiali dietro l’angolo a complicare la situazione togliendo posti di lavoro).
Ma cosa significa “territorializzare la risposta”?
Cosa è questa strada che il nostro premier scansa con tutto se stesso,
manco che il suo permanere al potere, e davanti alle amate telecamere, fosse legato alla presenza del Covid-19?
Significa aprire tutte le attività e consentire alle persone di muoversi normalmente.
Chi ha sintomi riceve la visita del medico di base con una telefonata
(o di altri medici provenienti da strutture specializzate collegate a numeri verdi):
il medico visita e poi, nel caso, fornisce quelle terapie anti-Covid che hanno ottenuto successi senza eguali in tutto il mondo,
quelle che in Italia a lungo non sono state permesse (immotivatamente!).
Nel Belpaese sono sconosciute ai più, a causa delle resistenze delle corporazioni mediche e della bolla mediatica,
votata alla miope strategia dei lockdown:
idrossiclorochina con vitamina D
e zinco
ed ozonoterapia (ambedue terapie possibili a casa),
plasma iperimmune
e anticorpi monoclonali (quando potremo disporne) per i casi più gravi, da ospedalizzare.
Inoltre, per proteggere gli anziani, soggetti vulnerabili, è l’ora di puntare sullo spray israeliano Taffix
che annienta il virus nel 95% dei casi non appena mette piede nelle cavità nasali.
Si pensi che perfino l’Iran ne ha consigliato l’utilizzo!
In questo modo l’immunità di gregge sarebbe garantita, gli anziani tutelati e l'economia ripartirebbe.
A cosa serve quindi la prospettiva sanitariamente inutile degli infiniti lockdown,
se non come primo sostanziale passo verso il "Grande Reset" chiesto dal Wef, il World Economic Forum delle élites?
I lockdown sono inutili, dal punto di vista della salute pubblica, perché quando riapri il virus riparte.
Siamo circa 60 milioni e, a forza di lockdown e riaperture, al ritmo di 3 milioni di positivi l’anno, serviranno 15-20 anni per ottenere immunità di gregge.
E’ un meccanismo che rallenta la diffusione del Covid senza però fermarla.
E purtroppo, già adesso, la vera emergenza di cui nessuno ovviamente parla è quella economica.
Questo lasso di tempo non possiamo permettercelo: senza economia, non esiste neanche sanità.
Va detto che ogni anno, nei mesi invernali, i virus influenzali intasano le terapie intensive.
E il lockdown, da questo punto di vista, può servire a contenere questa problematica.
Tuttavia otterremmo il medesimo risultato se Conte e il Cts (Comitato Tecnico-Scientifico) territorializzassero la risposta.
Purtroppo questi “eletti da nessuno”, si rifiutano assurdamente di farlo, sin dall’estate scorsa.
In estate hanno preferito mascherarsi dietro la retorica dei monopattini,
con il ministro Speranza che, nel suo libro, millantava di avere sconfitto il Covid-19: in autunno ha scelto di non farlo uscire nelle librerie…
A volte si sente parlare dei lockdown come di uno stratagemma per arrivare al vaccino,
ma credo poco ad una immunità contro questo virus (mutante per sua natura) ottenuta in questo modo.
Spero di sbagliarmi: il Sars-Cov2 muta, ma in un campo limitato (almeno in questo abbiamo avuto fortuna) e quindi un minimo di aspettativa è lecito nutrirla.
Intanto un altro anno di scuola e di università è compromesso, le liste di attesa si allungano, gli infarti aumentano e le depressioni dilagano.
Un obolo di competenze che perderanno i nostri giovani, coloro che adoriamo,
quelli che si troveranno di fronte a un futuro drammatico
(basti pensare anche alle Intelligenze Artificiali dietro l’angolo a complicare la situazione togliendo posti di lavoro).
Ma cosa significa “territorializzare la risposta”?
Cosa è questa strada che il nostro premier scansa con tutto se stesso,
manco che il suo permanere al potere, e davanti alle amate telecamere, fosse legato alla presenza del Covid-19?
Significa aprire tutte le attività e consentire alle persone di muoversi normalmente.
Chi ha sintomi riceve la visita del medico di base con una telefonata
(o di altri medici provenienti da strutture specializzate collegate a numeri verdi):
il medico visita e poi, nel caso, fornisce quelle terapie anti-Covid che hanno ottenuto successi senza eguali in tutto il mondo,
quelle che in Italia a lungo non sono state permesse (immotivatamente!).
Nel Belpaese sono sconosciute ai più, a causa delle resistenze delle corporazioni mediche e della bolla mediatica,
votata alla miope strategia dei lockdown:
idrossiclorochina con vitamina D
e zinco
ed ozonoterapia (ambedue terapie possibili a casa),
plasma iperimmune
e anticorpi monoclonali (quando potremo disporne) per i casi più gravi, da ospedalizzare.
Inoltre, per proteggere gli anziani, soggetti vulnerabili, è l’ora di puntare sullo spray israeliano Taffix
che annienta il virus nel 95% dei casi non appena mette piede nelle cavità nasali.
Si pensi che perfino l’Iran ne ha consigliato l’utilizzo!
In questo modo l’immunità di gregge sarebbe garantita, gli anziani tutelati e l'economia ripartirebbe.
A cosa serve quindi la prospettiva sanitariamente inutile degli infiniti lockdown,
se non come primo sostanziale passo verso il "Grande Reset" chiesto dal Wef, il World Economic Forum delle élites?