pabletto ha scritto:
troppi pensano ora di approfittare shot e provano...
se ne riparla settimana prossima
niente..sui giornali niente... non si muove foglia che padova non voglia...
solo dagospia tira fuori la solita schifezza...
che la corte dei conti mai indagherà!
ALI-PACCHIA - SPONSORIZZAZIONI ESOSE DI GRANDI DAME DEL TEATRO (MARINA MALFATTI), CIOCCOLATINI A BORDO, LIBRI-STRENNA, UNO STIPENDIO D’ORO ALLA DIRETTRICE DI “ULISSE”: GLI ULTIMI FUOCHI DI GIANCARLO CIMOLI ALLA PRESIDENZA DI ALITALIA…
Daniele Martini per Panorama
In un clima surreale tra il funerale e la Belle époque, Giancarlo Cimoli, fino a pochi giorni fa presidente e amministratore delegato dell’Alitalia, ha pilotato la compagnia verso lo schianto senza badare a spese. Mentre gli aerei più volavano e più perdevano, Cimoli si confondeva dietro alle sponsorizzazioni di grandi dame del teatro, sebbene le sponsorizzazioni fossero state da lui stesso proibite, si concentrava sui nuovi profili del giornale aziendale, curava la sua immagine, firmava contratti per la fornitura dei cioccolatini di bordo, le trousse e le strenne di Natale.
(Giancarlone Cimoli - U.Pizzi)
Solo le sponsorizzazioni dell’attrice Marina Malfatti sono costate all’Alitalia circa 160 mila euro, 70 mila nel 2004 per lo spettacolo La vita che ti diedi di Luigi Pirandello e 90 mila l’anno successivo per Le sorelle Materassi di Aldo Palazzeschi. Mentre per il libro strenna di Natale curato dal fotografo tedesco Bob Krieger, assunto per migliorare l’immagine dell’amministratore e supervisionare addirittura le campagne ideate dalla Saatchi & Saatchi, sono state spese diverse decine di migliaia di euro.
La ristrutturazione della rivista di bordo Ulisse, invece, sta tuttora costando all’azienda dei voli 10 mila euro netti di stipendio al mese per il nuovo direttore Stella Locci. Senza contare la perdita d’immagine per la compagnia prodotta dalla fuga degli inserzionisti, ai quali il nuovo prodotto editoriale è piaciuto assai poco. Nonostante che all’interno dell’azienda ci fossero un ufficio stampa rodato e giornalisti di livello, Cimoli ha voluto a tutti i costi riservare la direzione a Locci. La quale ha fatto il suo ingresso in azienda con una società, la Ithaca, in compagnia del fratello Massimo, architetto.
Da allora la rivista ha cambiato faccia: da pubblicazione patinata con una vocazione turistica a magazine del design. Vista l’antifona, i vecchi inserzionisti sono fuggiti lasciando il posto a clienti che con i viaggi e il turismo sembrano aver poco da spartire, tipo i produttori di profumi per cani dai nomi pittoreschi, Yves Saint Bastard e Canel n.5.
Battendo la strada aperta dalla sorella, nel giro di pochi mesi l’architetto Locci è diventato un personaggio assai importante all’Alitalia. Al punto che Cimoli gli ha affidato un incarico delicato: la consulenza per la vendita dei terreni di proprietà Alitalia intorno all’aeroporto di Fiumicino, un’area che nel frattempo stava cambiando destinazione d’uso, da agricola a edificabile. Operazione da centinaia di milioni di euro, mai andata in porto, ma che sarebbe servita ad abbellire il bilancio.
Negli stessi mesi compariva all’Alitalia un’altra signora, Tiziana Dall’Oglio Ansuini, vecchia conoscenza di Cimoli fin dai tempi in cui egli era amministratore delle Ferrovie. Grazie ai buoni uffici di Dall’Oglio da un giorno all’altro l’azienda si riempie di telecamere piazzate ovunque, dai locali dell’aeroporto ai garage del palazzo della Magliana, sede della compagnia, fino al sesto piano, dentro e intorno agli uffici di Cimoli.
Si deve all’insistenza della signora Dall’Oglio anche la fornitura delle nuove trousse e dei cioccolatini di bordo della ditta Peccati di Capri. Ricercatezze comprate nonostante la resistenza del responsabile acquisti, Francesco Festa, ex manager Pirelli, dubbioso sull’opportunità di quelle spese proprio nel momento in cui sembrava che la compagnia dovesse fallire.
Dagospia 09 Marzo 2007