giuseppe.d'orta ha scritto:
Benvenuto.
Che io sappia, si possono tenere. Mi informo meglio e ti faccio sapere.
Grazie per il gentile interessamento.
Nel frattempo ho trovato un articolo interessante sull'inserto Tuttosoldi de La Stampa del 25 luglio 2005, che qui riporto
IL NOTAIO: GLI STRUMENTI GIURIDICI PER VENIRNE A CAPO CI SONO, MA OCCORRE MOLTA PAZIENZA
I ricchi Buoni fruttiferi delle Poste
sono un’eredità difficile da incassare
UN’EREDITA’ di titoli postali ha giocato un brutto scherzo a un nostro lettore. «Negli Anni 90 - ci scrive - una mia zia ha regalato ame e ad altri
nipoti dei Buoni postali fruttiferi trentennali cointestati “con pari facoltà” di rimborso. Qualche mese fa la zia è passata a miglior vita senza lasciare testamento: ottenere ora il rimborso sembra un’impresa complicatissima, gli uffici postali interpellati danno indicazioni diverse. Sintetizzo in tre domande: 1) ogni nipote cointestatario con la zia defunta è proprietario almeno del 50% del buono? 2) Quale documentazione possono chiedere le Poste per il pagamento? E’ vero che l’altro 50% (secondo alcuni l’intero importo) deve essere oggetto di denuncia di successione e diviso fra tutti gli altri eredi? Come è possibile, visto che l’obbligo di denuncia, con relative imposte, è stato abolito? Chi dovrebbe farsene carico, in assenza di un esecutore testamentario e con decine di altri nipoti sparsi chissà dove per il mondo, e come si fa a sapere quali e quanti altri hanno buoni cointestati con la zia defunta? 3) E’ vero che trascorsi dieci anni dalla morte, il rimborso può essere ottenuto senza problemi essendo scaduti i termini per eventuali ricorsi di altri eredi?» Secondo Giulia Clarizio, del
Consiglio Nazionale del Notariato, il problema è risolvibile da un punto di vista giuridico «ma, nella pratica, le cose sono più complicate». «Innanzitutto - spiega - bisogna chiarire che, mentre
la zia, ancora in vita, avrebbe
potuto disporre liberamente dell'
intera somma, il nipote cointestatario
per disporne avrebbe avuto
bisogno del consenso della zia.
Nel nostro ordinamento, infatti,
elemento essenziale di un negozio
giuridico è la volontà delle
parti: non è sufficiente il disbrigo
di un formalità, per esempio
l'atto di cointestazione di un
conto, per avere effetti giuridici
che modifichino i diritti dei soggetti.
Ma, pur ammettendo che
metà della somma sia del nipote,
per l'altra metà si apre la successione
legittima a favore di tutti i
chiamati, ossia potenziali eredi,
che in questo caso mi sembra
siano tanti e di difficile reperibilità
».
L'asse ereditario è costituito
da tutti i beni e i diritti e di tutte
le attività e le passività che
facevano capo alla zia. Se i Buoni
erano della zia per intero vanno
in successione per intero, se erano
della zia in quota vanno in
successione per quella quota.
«Purtroppo, essendoci in questo
caso molti eredi siamo di fronte a
una comunione ereditaria che
comporta l'accordo di tutti per
effettuare qualsiasi operazione;
è chiaro anche qui che il problema
è di ordine pratico, risolvibile
con delle procure, ma presuppone
il raggiungimento di una volontà
comune (oltre che il raggiungimento
fisico degli eredi).
Un ulteriore chiarimento: la denuncia
di successione non è stata
abolita, a differenza dell'imposta
di successione per i parenti. Ma,
riducendo la questione al solo
aspetto fiscale si dimentica quello
sostanziale, ossia la titolarità
dei diritti. Confermo poi che,
trascorsi 10 anni, se non si è
accettata espressamente o tacitamente
un'eredità, si perde il diritto
di accettarla».
Ancora il notaio: «Direi che il
caso non è irrisolvibile da un
punto di vista giuridico, ma nella
pratica necessita di tanta pazienza
e buona volontà: ci possono
essere infatti anche altri problemi
a causa della presenza, ad
esempio, di minori, incapaci o
anziani in difficoltà. Gli strumenti
giuridici ci permettono comunque
di far fronte ad ogni circostanza
». In conclusione, l’erede
dovrà presentarsi alle Poste con
unatto notorio che dichiari quanti
sono e chi sono gli eredi e con
altrettante procure che autorizzino
la consegna del denaro.
Conclude il notaio Giulia Clarizio:
«Certo, da tutto questo si
comprende la necessità, in particolar
modo quando si è in assenza
di figli, di ricorrere al testamento
con maggior disinvoltura.
Tra l'altro, il testamento è visto
dal legislatore con un particolare
favore e il notaio sarà sempre
disponibile a rispondere, a risolvere
i dubbi. Sono convinta che
elementi base sul diritto successorio
sarebbero preziosi per molti,
ma il tabù ancora è forte. Un
testamento può servire a far
vivere meglio, sapendo che si
può cambiare in qualsiasi momento