Titoli di Stato paesi-emergenti Dubai, le entità "government-related" ed il supporto che potrebbe non arrivare...

La Dubai finisce in lieve calo sui massimi marcati attorno a 60, attorno a 56,5/57,2 - 58/58,8 denaro lettera... la Abu Dhabi la vedrò OTC in tarda serata... ;)

ieri sera la Abu Dhabi 96,63 - 98,38 last 98

Dubai sempre lì, a cavallo fra i 59 ed i 60 ... spariti gli scambi sul retail, almeno per ora, allineati i prezzi sui market professionali...
 
Il Golfo avrà la sua moneta unica

Giovedì 17 Dicembre 2009 12:38 Quando nacque l’euro, il grande economista Milton Friedman, notoriamente scettico sull’iniziativa, ricordò che «non esiste nella storia nessun caso di moneta unica costruita attraverso una collezione di monete nazionali». Indubbiamente questo era vero per la moneta europea, nata nel 1999 ed entrata in circolazione nel 2002. Ma non sarà più così, evidentemente, per il «khaleeji» o «karam» - il nome non è ancora stabilito -, la moneta unica dei Paesi arabi del Golfo.
La decisione definitiva è stata presa l’altro ieri dagli sceicchi dell’Arabia Saudita, Kuwait, Qatar e Bahrain, quattro dei sei paesi membri del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg). Il patto siglato in Kuwait è definitivo, ma per conoscerne i contenuti bisognerà attendere. «È incoraggiante vedere i quattro stati membri concordare sulla ratifica dell’unione monetaria - hanno commentato a caldo gli analisti della Goldman Sachs - ma tendiamo a interpretarlo come un passo simbolico verso l’area valutaria comune». Al khaleeji (parola araba che significa “del Golfo”) non aderiranno, per adesso, gli Emirati Arabi Uniti - la federazione di cui fa parte l’indebitata Dubai - e l’Oman. Perché non ancora pronto per entrare nell’unione monetaria quest’ultimo. Per questione di puntiglio gli altri. Lo scorso maggio, infatti, gli Emirati erano usciti dal progetto in risposta alla scelta di Riad, la capitale saudita, quale sede del quartier generale del costituendo «Consiglio monetario del Golfo», l’organismo che preparerà la nascita della Banca centrale del Golfo.
Un recupero della federazione presieduta dallo sceicco Khalifa al Nahayan non viene escluso, soprattutto se i sauditi faranno qualche concessione. «Vogliono lasciare le porte aperte», osserva David Butter, responsabile per il Medio Oriente e il Nordafrica dell’Economist Intelligence Unit.
Il primo scoglio da superare è la costruzione, all’interno del Consiglio monetario del Golfo, di un sistema di pesi e contrappesi che dia sufficienti garanzie di equilibrio ai paesi più piccoli. Che puoi vuol dire imbrigliare le ambizioni del paese più potente dell’area, l’Arabia saudita. Per certi versi, sembra di rivedere la diffidenza verso la Germania e la sua Bundesbank ai tempi della costruzione dell’Unione monetaria europea. «Sulle maggiori questioni si decide all’unanimità», ha annunciato Nasser al-Kaud, un alto funzionario del Ccg. Per tranquillizzare i vicini, Riad ha anche accettato che i governatori delle banche centrali dei paesi aderenti abbiano pari diritti di voto in senso al Consiglio monetario. A parte questi capisaldi, tutto resta avvolto nel mistero. Non è chiaro se la nuova banca centrale avrà pieni poteri sul modello della Bce e della Fed o se sarà titolare dei poteri di vigilanza bancaria. Non è nemmeno nota la tabella di marcia verso l’unione valutaria, né se il khaleeji avrà un cambio fisso con il dollaro (come la maggior parte dei paesi del Golfo) o con un paniere di valute (sul modello del Kuwait). Probabilmente si sta trattando ancora in vista della prima riunione del Consiglio monetario, in calendario fra due mesi. Magari per evitare che l’unione monetaria araba si riveli quel «grande errore» che Friedman aveva profetizzato, sbagliandosi, per l’euro.
Nel frattempo, per quel che può contare di questi tempi, la notizia dell’approvazione definitiva del progetto “khaleeji” è stata presa bene dalle Borse del Golfo. Ieri i listini dell’area hanno chiuso in rialzo, con l’eccezione di Abu Dhabi e Mosqat (Oman). Persino la Borsa di Dubai ha recuperato in chiusura, con un balzo del 2,53 per cento.
fonte: libero-news
 
Dubai 62-63, oggi, con volumi... Abu Dhabi 97,25 -99 last 98,25 sempre ieri sera

Dubai consolida attorno a 63,5, per paradosso risulta molto più liquida sul retail tedesco che sui market professionali (ieri sera 60,52 - 63,59 last 62,13)

Abu Dhabi (Taqa) 96,85 - 98,41 last 97,62 in calo...
 
Intanto Fith avverte che il supporto di Abu Dhabi a Dubai è solo tattico, mirato a consentire un'ordinata ristrutturazione del debito: insomma, ci mettono una pezza, per ora e fino al 30 aprile 2010, data dopo la quale il cash fornito non basterà per far fronte alle esigenze di Dubai World.

In questo lasso di tempo, Dubai si è impegnata a dotarsi di una normativa sulla ristrutturazione societaria... :D

Soprattutto, nota l'agenzia, il finanziamento fornito da Abu Dhabi non dà risposta alla domanda di partenza, ossia se le autorità di Dubai intendano dare supporto alle GRE oppure se queste vadano valutate su base "stand alone", in quanto il supporto non c'è...

Fitch: Abu Dhabi Support for Dubai World Tactical; Dubai Corporate Ratings Remain On Watch

14 Dec 2009 9:21 AM (EST) Fitch Ratings-London/Dubai-14 December 2009: Fitch Ratings says today's direct support of Dubai by emirate Abu Dhabi, while constructive in avoiding a near-term default by a high-profile entity with state linkage, is nonetheless tactical in nature as opposed to a reversal of recent rhetoric regarding state support. While this move will help to avoid a default at the Dubai World subsidiary Nakheel, Fitch interprets the move as a tactical step to permit an orderly restructuring of obligations within Dubai to continue.

A USD10bn injection by the government of Abu Dhabi into the Dubai Financial Support Fund (DFSF), an existing mechanism which facilitates funding to state-owned entities, will be used to repay a Nakheel sukuk obligation which Dubai World had previously indicated would be restructured rather than repaid.

The balance of the remainder will be utilised by the DFSF to "provide for interest expense and company working capital through April 30, 2010" specifically for Dubai World. In addition, the unspecified remainder of the funds will be used to support "obligations to existing trade creditors and contractors" of Dubai World within the Emirate of Dubai.

Additionally, and importantly in Fitch's view, the Government of Dubai has announced the introduction of a "comprehensive reorganisation law", which is expected to be based on the code currently employed by the Dubai International Finance Centre (DIFC). While questions remain on how this change will practically affect creditors, this action is clearly aimed at facilitating easier corporate restructuring.

In turn, this has the obvious ancillary benefit of making it simpler for future corporate debt obligations to be addressed through court-based restructurings, rather than through a sovereign bail-out, reducing the pressure on Dubai to continue offering financial support to corporate entities, and on Abu Dhabi to accede to further financial pressures in the neighbouring emirate.

Fitch's ratings of state-owned Dubai entities Dubai Holdings Commercial operations Group (DHCOG - 'BB') and Dubai Electricity and Water Authority (DEWA - 'BBB-') were placed on Rating Watch Negative in response to the policy turmoil in late November 2009.

Today's announcement does not provide sufficient clarity to resolve the watches, but Fitch expects that a near-term resolution of the watch status will determine either a level of state support consistent with the recent policy response, or the ratings reverting to a stand-alone level.
 

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