E DEL RESTO L'OROSCOPO L'AVEVA DETTO, I PRIMI 83 ANNI SARANNO UN PO' COSI'

Sul Corriere, giornale di corte della Sinistra chic (finché non arriverà Blackstone..)
Enrico Letta ci regala l’ultima perla del Piddin Pensiero:

un assegno da 10 mila euro per ogni diciottenne da pagarsi
con i soldi che il diciottenne stesso avrebbe naturalmente, l’eredità, quando la natura lo desidererebbe.


La mente più lucida del PD era ieri a prendere ordini a Bruxelles dove gli avranno fatto notare
che il patrimonio degli italiani è ancor molto grande, quindi bisogna azzerarlo.

Come fare ?

Ci si inventa un’idea farlocca ed inutile e la si fa finanziare da una imposta sul patrimonio, come quella di successione.



Perché farlocca ed inutile?

  • con 10 mila euro non ci fai niente, dai solo un regalo a un ragazzo
  • che, se ne avesse bisogno, riceverebbe ben di più dai genitori italiani, pronti a togliersi il pane di bocca per i propri figli;

  • essendo un trasferimento finanziato con una tassa avremmo un effetto economico negativo;

  • se aumenti la tassazione patrimoniale includendo gli immobili, puoi facilmente ottenere il risultato
  • che chi non ha liquidità, dovrebbe gettare gli immobili subito sul mercato immobiliare, con quel che ne consegue;

  • 10 mila euro in un botto da un lato sono nulla, perché non ci inizi nessuna seria attività imprenditoriale
  • e non ti mantieni da nessuna parte, dall’altro sembrano una brutta copia, aumentata per 20, del “Bonus 18enni”,
  • quello che doveva pagare libri e musei e che spesso si traduce in un mezza truffa.

  • Anche qui dovrebbero andare in “Imprenditori, istruzione e casa” e finiranno,
  • tramite abili intermediari, a pagare, nella migliore delle ipotesi, vacanze e bisbocce.

Le parole di Letta rivelano quanto lui sia migliaia di chilometri di anni luce dalla vita reale,
come lui, dalla sua torre d’avorio, non abbia nessuna idea del valore del denaro, degli immobili.

Si segue il principio vetero-comunista del “Rubiamo a tutti per dare ai pochi”.

Quindi sarebbe devastante dal punto di vista educativo: quale etica del lavoro e del risparmio
possiamo insegnare quando i soldi ti piovono dal cielo perché compi 18 anni.

Se si vuol fare qualcosa per i giovani bisogna dare delle prospettive di crescita economica,
di lavoro, non fare dei “Regalini” per comprarli.


Se le idee sono queste il miglior contributo che l’ideologia del PD potrebbe dare è quella di togliersi di mezzo.


Letta vuole fare di questa proposta un cavallo di battaglia del PD,
confermando la sua natura di tassator non cortese.

Me lo auguro, perché almeno ne accelereremo la disfatta per la quale lui, da segretario, sta già facendo molto.


PS. Fatevi una domanda e datevi una risposta:

come mai il PD non parla mai di tassare patrimonialmente le enormi ricchezze

delle multinazionali che lavorano in Italia e di certe famiglie italiane

che hanno spostato la sede delle proprie attività nei paradisi fiscali della UE
.


Fatevi questa domanda….
 
Si torna a parlare di Rula Jebreal.

O meglio, a parlare è lei, ospite di Corrado Formigli a PiazzaPulita in onda su La7 giovedì 20 maggio.

Si torna a parlare del "pacco" rifilato a Propaganda Live,
il programma disertato poiché era l'unica donna invitata.

Una protesta ridicola, ma tant'è.


Il punto è che la Jebreal, da Formigli, rilancia ricette ancor più peculiari, iniziando dalle "quote rosa in televisione".

Già, pure in televisione.

Quelle quote rosa per cui ha disertato Propaganda Live:
"Ho voluto lanciare un segnale per sensibilizzare la nostra società.
Quando ci sarà finalmente la parità non vorrò una rigida applicazione,
fino ad allora dobbiamo imporla per legge", taglia corto.


E ancora, sulla parità di genere in televisione, aggiunge:
"Ho sollevato per anni il problema privatamente con i colleghi ma non sono mai stata ascoltata.
Nel caso di Propaganda Live ho voluto lanciare un segnale per sensibilizzare tutti", rimarca.

E ci si interroga su che cosa debba sensibilizzare, dato che Propaganda Live può essere accusato di tutto, ma non di maschilismo.


Infine, la Jebreal aggiunge:

"Spero che tutti gli uomini che mi hanno scritto privatamente
per esprimere il loro sostegno partecipino nel correggere la discriminazione nei confronti delle donne".


Ossessionata.
 
Ahahahahahahahah i soliti 2 pesi 2 misure



Il giudice che aveva tirato un pugno in faccia alla moglie può restare al suo posto.

Nonostante il "vistoso ematoma con rigonfiamento dell'arcata sopraccigliare" r
iscontrato al pronto soccorso dell'Umberto I di Roma il plenum del Csm ha "graziato" Mario Fresa,
sostituto procuratore generale della Cassazione, e ha bocciato il suo trasferimento per incompatibilità ambientale.

A salvarlo sono stati 9 voti, con 8 astenuti e 8 contrari.

Durissimo il commento di Stefano Cavanna, avvocato:

"A questo punto è inutile che noi mandiamo un magistrato nella commissione del Senato che studierà il femminicidio.
Questa vicenda ha avuto grande clamore, è finita sui giornali, appanna l'immagine della magistratura, ma noi facciamo finta di niente".

Pure Nino Di Matteo attacca:

"Questa storia è stata archiviata sul lato penale ma i pm di Roma non dicono che i fatti non siano avvenuti".


Dunque ecco i fatti: la donna raggiunge il commissariato di San Vescovio il 10 marzo 2020
e denuncia il consorte per maltrattamenti e lesioni.

I medici certificano l'aggressione con "il vistoso ematoma con rigonfiamento".

La prognosi è di sette giorni.

Sui quotidiani vengono poi tirati fuori i precedenti: le umiliazioni subìte dalla signora cui il consorte rinfacciava di non essere più bella.

Durante l'indagine però non vengono dimostrati i maltrattamenti che presuppongono un comportamento abituale e alla fine lei ritira anche la denuncia.


Da parte sua lui si difende, minimizzando: "Solo una scenata di gelosia", colluttazione degenerata per sbaglio.


Eppure Fresa era considerato addirittura il "pm femminista" per aver difeso le donne da offese sessiste, come nel caso di Laura Boldrini.


La Procura archivia e, come sostiene Di Matteo, se la cava con un "tecnicismo":

"La procura generale è un organo importantissimo e fra l'altro esercita l'azione disciplinare,
ma la reputazione dell'ufficio è stata macchiata e per questo dobbiamo mandare un segnale, spostando Fresa".


Un appello quello di Di Matteo che però al momento è caduto nel vuoto.


Altra brutta figura per la magistratura italiana.
 
E qui Iva Zanicchi svela un dietro le quinte:

“Amore ti devo dire una cosa, prima della vostra relazione,
ero in Europa con Matteo (eletti in Parlamento, nda) e lui era un uomo estremamente serio.
Ne dicono tante su di lui, ma non sono cose vere, sai ce ne sono tante di queste ragazzotte,
ti giuro io ho visto cose… puoi immaginare, non parlamentari italiane, ma francesi, finlandesi…
va beh meglio se sto zitta”

e la Isoardi ha annuito consapevole: “Lo so, eh se lo so…”.
 
Per comprendere meglio la realtà del mondo in cui viviamo,
forse può esser utile soffermarsi brevemente su alcuni tipi umani
che oggi potrebbero esser considerati al modo di paradigmi di riferimento,
capaci di fornire, in senso antropologico, una sorta di chiave utile per intendere il modello sociale in cui ci troviamo a vivere.

Così, per esempio, per meglio comprendere la situazione della Roma del primo secolo,
qualche scandaglio sulla personalità di Nerone si palesa assai utile,
perché fu proprio nel contesto umano e sociale di quel momento storico che essa fiorì, venendone propiziata e permessa.


Allo stesso modo, propongo, per meglio intendere la temperie della nostra epoca,
qualche considerazione sulla personalità di due uomini pubblici che,
quasi ogni sera affacciandosi dal teleschermo in qualità di ospiti
di vari programmi di approfondimento politico, commentano, ammoniscono, criticano:

alludo a Piercamillo Davigo

e ad Andrea Scanzi.

Vediamo dunque brevemente, senza pretesa di completezza e soprattutto senza intenti biografici e neppure psicologici,
ma di semplice rilevazione fenomenologica dei loro comportamenti, di ciò che appare all’esterno.


Davigo appare anche ad uno sguardo superficiale come un uomo di potere,
che lo ha esercitato per anni e che al potere è perciò abituato.


Lo si vede dalla determinazione con cui parla, dal tono che sembra non ammettere mai repliche,
dal fatto che dice anche delle cose sbagliate, sbagliatissime, ma con una sicurezza che le fa apparire invece corrette.

Non solo.

Egli parla e si muove con la certezza di non essere smentito in nessun caso,
anche perché il potere di cui ha usato per decenni, prima quale pubblico ministero
poi come giudice di Cassazione e infine quale componente del Consiglio superiore della magistratura,
è stato sempre esercitato al di fuori di ogni controllo esterno, non nel merito delle deliberazioni assunte,
ma con riferimento alle modalità del suo esercizio.


Ecco perché, tempo fa, egli sbalordì tutti esibendosi in una sorta di sketch televisivo,
nel corso del quale, fra il serio e il faceto, sosteneva che invece di divorziare,
nel sistema italiano, a suo dire troppo garantista, sia invece conveniente ammazzare la moglie.

Inscenò insomma un monologo di alcuni minuti, infarcito di paradossi e di evidenti ed irreali forzature (ma tali solo per i giuristi),
attraverso il quale ironizzò pesantemente sulle eccessive garanzie concesse all’imputato
a discapito dell’accusa e della rapidità della decisione, sollecitando in tal modo il sorriso degli spettatori.

Ma perché meravigliarsi?

Davigo ha sempre visto gli imputati non come presunti innocenti fino alla sentenza definitiva di eventuale condanna,
bensì come sicuri colpevoli per i quali bisogna solo prendersi la noia, peraltro necessaria, di cercare le prove di una responsabilità già scontata.

Con questo bagaglio insieme culturale e spirituale Davigo ha dunque esercitato la funzione giudiziaria per vari decenni,
spesso ospitato in televisione per elargire la sua visione del mondo agli attoniti spettatori.

E a tal segno ha poi sacralizzato la sua superiorità da uomo di potere,
da finire col commettere anche un errore grossolano che probabilmente potrà procurargli qualche noia,
perché neppure Davigo, checché lui ne pensi, è al di sopra della legge (per fortuna).

Infatti, come riportano le cronache, quando Davigo riceve i famosi verbali secretati dal pubblico ministero di Milano, Paolo Storari,
invece di invitarlo ad indirizzarli in forma ufficiale al Consiglio superiore o dal farlo lui stesso, si limita a metterseli in tasca,
cominciando a bisbigliare all’orecchio di questo e di quell’altro il nome del giudice Sebastiano Ardita,
quale appartenente ad una associazione segreta di nome Ungheria, il che è palesemente una sesquipedale falsità.

Comportamento moralmente discutibile questo, quanto giuridicamente spregiudicato, tipico di chi ha dichiarato
– come ha fatto appunto Davigo – che la situazione era così delicata che le regole ordinarie non si potevano seguire,
essendo invece necessaria una eccezione che facesse a meno delle vie ufficiali.

Insomma, Davigo – e soltanto Davigo – si arroga il diritto insindacabile,
tipico della sovranità, di stabilire se e quando sia possibile derogare alle regole vigenti,
comportandosi di conseguenza.


È appena il caso di aggiungere che se questo diritto se lo fosse arrogato qualcun altro, chiunque altro,
Davigo ne avrebbe subito chiesto l’arresto: soltanto lui può far eccezione alle regole.

Perciò non è errato affermare che Davigo si sente e si comporta come un Sovrano che si pone al di sopra delle leggi.


E Andrea Scanzi?

Scanzi rappresenta invece un tipo umano che, benché simile a Davigo
per sicumera e capacità di autorappresentazione, se ne discosta per alcuni tratti tipici.

Egli – ospite a giorni alterni con Marco Travaglio presso Lilli Gruber – occhieggia dagli schermi televisivi,
ostentando, mentre parlano i suoi interlocutori, un sorriso sottile e livoroso,
tale da far intendere che chi osi contraddirlo nella migliore delle ipotesi è uno stupido, nella peggiore un corrotto.

Mentre si intende subito che lui, e soltanto lui, è davvero intelligente
,
cioè capace di capire le cose che accadono, e soprattutto puro,
proprio perché gli altri sono tutti tendenzialmente impuri, in quanto corrotti.

Forse proprio per questo, Scanzi non si preoccupa, quando lo ritiene opportuno
e a seconda della piega che prenda il discorso, di sviare il dialogo in corso,
spostando l’attenzione sul suo interlocutore e attaccandolo più o meno direttamente sul piano personale.

In questi casi, frequenti e disseminati in ogni dove,
Scanzi tralascia dunque gli argomenti oggettivi a favore o contro una certa posizione,
preferendo cercare di delegittimare l’interlocutore col privarlo della necessaria credibilità personale.


Nel caso vi riesca, allora trionfalmente cerca lo sguardo di approvazione della Gruber, che subito ottiene, e passa oltre.

Se invece non riesca a ridicolizzare colui che egli considera un avversario,
mostra visibile stizza, cercando di piegare il discorso verso altri oggetti, altre e diverse questioni.


Insomma, anche in questo caso un paradigma antropologico significativo del nostro tempo,
un tempo in cui queste tipologie umane vengono propiziate, trovando il loro humus naturale per affermarsi e divenire paradigmatiche.


Un tempo difficile e che forse gli storici del futuro, ravvisandovi l’assenza di ogni rispetto umano,
potranno stigmatizzare come un tempo di decadenza: un tempo da basso impero.
 
Anche l’ultimo decreto del Governo ribadisce l’obbligo della mascherina all’aperto,
mantenendo persino il distanziamento sociale di un metro pure se la si indossa.


Rispetto alle riaperture dello scorso anno,
malgrado la situazione sanitaria risulti assolutamente più tranquillizzante,
il Paese continua a vivere imbavagliato.


Dato che l’uso massivo delle stessa mascherina non garantisce alcuna particolare immunità,

tutto ciò induce un falso senso di sicurezza,

così come sottolineato da tempo dall’Organizzazione mondiale della sanità.



Inoltre questa sorta di trattamento sanitario obbligatorio, perché di questo si tratta,
genera nella mente dei più l’idea di un virus simile ad una raggio della morte
che circola liberamente e impunemente nell’aria, pronto a colpire a casaccio a seconda della direzione del vento.
 
I funzionari elettorali della contea di Luzerne, in Pennsylvania,
hanno riferito martedì di problemi con le apparecchiature per il voto nei seggi elettorali,
con un problema nell’intestazione della scheda elettorale.

Dopo i problemi in Arizona la Dominion si è sentita colpita nel vivo e obbligata a rispondere.

Nelle votazioni per le primarie del partito repubblicano
l’intestazione sullo schermo delle macchine per votare riportava invece “Candidato ufficiale Democratico”.

Praticamente i votanti sono stai indotti a credere che, invece che il candidato ufficiale repubblicano ,
stessero votando quello dei democratici.

Potete immaginare la confusione che si è generata.


La Dominion Voting Systems ha dichiarato a The Epoch Times che
“il direttore elettorale della contea di Luzerne ha confermato che c’è un errore di schermata di voto
limitato all’intestazione sullo schermo di visualizzazione della macchina,
e che tutte le schede vengono stampate correttamente con l’intestazione repubblicana e il candidato repubblicano corretto alle primarie. ”


L’azienda ha poi osservato che i funzionari della contea di Luzerne hanno assicurato al pubblico che
“tutte le schede verranno conteggiate correttamente”, aggiungendo: “Ci dispiace per la confusione che ciò ha causato”.


“Vogliamo assicurare a tutti che quello che succede è quando sei un repubblicano registrato, abbiamo un codice specifico per quel voto.
E una volta inserito quel codice, anche se l’intestazione dice qualcosa come “Voto democratico”,
in realtà è per le gare che sono nel partito repubblicano “, ha detto Morgan, aggiungendo che i voti verranno conteggiati correttamente.


Il problema è che alcuni votanti, dopo aver visto l’intestazione della scheda con scritto “Candidato ufficiale democratico”
si aspettavano di vedere i nomi dei candidati di quel partito, invece non c’erano, per cui anche i democratici si sono lamentati del pasticcio.


Ora, con quanto è successo, potete capire come sia facile, anche banalmente per un errore, falsare un voto con le macchine per votare.

Appare incredibile che un democrazia compiuta si affidi a un sistema così rischioso invece che far semplicemente votare a mano una scheda
 
Sembrava che le valute virtuali fossero uscite dalla tempesta, quando arriva un altro fronte temporalesco.

Il Ministero del Tesoro USA ha appena annunciato una nuova serie di regole sulla segnalazione dei trasferimenti di criptovalute che affermano quanto segue:

La criptovaluta pone già un problema di rilevamento significativo facilitando l’attività illegale in generale, inclusa l’evasione fiscale“.


Il tutto detto dopo la caduta di ieri.
Un invito a tornare in liquidazione fatto nel momento sbagliato.
Continuiamo a leggere il testo:


Come per le transazioni in contanti, dovrebbero effettuare segnalazioni anche le aziende che ricevono criptovalute con un valore di mercato equo di oltre $ 10.000“,


Il Tesoro ha affermato che è necessaria una rendicontazione completa
per ridurre al minimo gli incentivi e l’opportunità di spostare il reddito fuori dal nuovo regime di rendicontazione delle informazioni
il tutto comunque notando come le valute virtuali siano una quantità minima delle transazioni finanziarie.

Negli USA comunque pochissime piccole aziende comunicano le transazioni in contanti.

Questa è una vox clamans in deserto.

Molti comunque saranno contenti di vedere BTC paragonato al contante…


Tutto questo fa parte del piano di bonifica fiscale di Yellen c
he cerca probabilmente di compensare le mancate entrate dalla tassazione globale degli utili aziendali
che sembra per ora essersi arenata in Europa.

In realtà i pagamenti illeciti attraverso le valute virtuali sono pochi e potrebbero essere accomunati ai pagamenti illeciti fatti con altri strumenti:



0x0-1_0.jpg



Intanto però Bitcoin, che aveva superato i 40 mila dollari con un certo slancio, è tornato a cadere al di sotto della cifra soglia:


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Nello stesso tempo questo è un segnale che, se fossero superate queste cattive notizie,
avremmo una stabilizzazione della valuta virtuale su livelli più che decenti.
 
Si potrebbe quasi pensare che il concetto di democrazia,
così come è stato argomentato dalla senatrice Monica Cirinnà,
sia «leggermente» autoritario.

Ospite di una trasmissione mattutina sulle reti Mediaset,
pare quasi infastidita nel dover commentare le lunghe file alla mensa Caritas.


Gli aiuti alle famiglie italiane da parte del governo, sono stati tempestivi ed adeguati, taglia corto la senatrice.

Milioni di italiani, temiamo invece non siano del medesimo avviso.

Sulla povertà in crescita, non ha quasi certamente avuto modo di consultare i dati forniti dalla Caritas stessa,
che parla invece di un aumento di poveri del 24% in soli 7 mesi.


Il meglio del dibattito però è successivo.

Quando redarguisce il conduttore.

Il motivo?

Mediaset è una azienda di Berlusconi,
Forza Italia è al governo e dunque certe cose non dovrebbero forse esser mostrare.


«Mediaset è al governo» dice con tono perentorio la Cirinnà.
Viene da pensare che la senatrice non consideri granché i giornalisti,
riducendoli ad uno strumento utilizzabile a convenienza.


Il pensiero che la povertà non vada mostrata, per non danneggiare l’immagine del governo, non pare un bel segnale democratico.

Ora appurato che Silvio Berlusconi non è più l’editore di Mediaset e da parecchi anni,
ci sfugge come un programma d’informazione, possa «essere al governo».

Non sarebbe forse più opportuno per i piddini, che vantano di essere forza guida di governo,
redimere, questa volta si il termine è azzeccato, un vero «programma di governo»?
 
I migliori amici degli uomini, e dei medici!

I cani – che sono usati per fiutare di tutto, dalle droghe alle bombe –
sono anche efficaci nell’annusare la positività al COVID-19, secondo un nuovo studio francese pubblicato da Bloomberg.

Se questo verrà confermato da altre istituzioni ci sarebbe la possibilità di rendere i test invasivi ed i certificati piuttosto inutili.

La capacità dei cani di rilevare il virus ha raggiunto una sensibilità del 97%,
un livello che mette questo metodo alla pari con i test antigenici rapidi più affidabili.

Anche il metodo di “Sniffing” è risultato essere specifico al 91%,
una misura tecnica della capacità dei cani d’identificare correttamente i campioni negativi.

Questo “indice di sensibilità” è superiore a quello di molti test antigeni di 15 minuti,
che tendono a essere più efficaci nell’escludere l’infezione che nel trovarla.


E con l’Europa che mercoledì ha riaperto la sua economia ai turisti vaccinati,
i risultati di questi studi non avrebbero potuto arrivare in un momento migliore.

Come sottolinea Bloomberg, i cani che annusano i virus potrebbero essere ampiamente utilizzati negli aeroporti,
nelle stazioni ferroviarie o ovunque le folle si accumulino per schermare le persone, proprio come vengono usati per rilevare droghe o bombe.


Usare i cani significa anche che COVID potrebbe essere identificato in una frazione di secondo
in modo non invasivo e in modo estremamente economico
(in teoria, non costerebbe così tanto addestrare i cani, e i metodi sarebbero semplice a quelli abituati ad addestrare cani che annusano droga e bombe).


Lo studio è stato condotto presso la scuola veterinaria nazionale francese, secondo Bloomberg, che ha condiviso alcuni dettagli in più sullo studio.


Il processo, condotto presso la scuola veterinaria nazionale francese di Maisons Alfort vicino a Parigi,
ha raccolto campioni di sudore dalle ascelle dei partecipanti con dischetti di cotone chiusi in barattoli
e li ha dati ad almeno due cani diversi per l’annusamento.

Nessuno dei cani ha avuto contatti precedenti con i volontari.

Sono state testate 335 persone, di cui 109 positive in un test PCR che fungeva da controllo.
Nove cani hanno partecipato e i ricercatori non sapevano quali campioni fossero positivi.


A luglio, i ricercatori tedeschi hanno dimostrato che i cani addestrati
erano in grado di distinguere tra la saliva campionata da persone infettate dal virus
e quelle che non erano più del 90% delle volte.


Finlandia, Dubai e Svizzera hanno iniziato ad addestrare i cani a fiutare le infezioni.


L’ultimo studio è stato condotto tra il 16 marzo e il 9 aprile e la regione dell’Ile-de-France
ha contribuito a finanziare la sperimentazione, contribuendo con 25.000 euro ($ 30.500).


Gli sforzi per addestrare i cani a fiutare COVID sono in corso in tutta Europa e nel mondo.

Nel Regno Unito, un team della London School of Hygiene and Tropical Medicine
sta addestrando sei cani nella speranza che siano in grado di rilevare le persone positive al COVID, anche se non presentano sintomi.


In Finlandia, i cani da fiuto hanno lavorato per rilevare i viaggiatori infetti all’aeroporto di Helsinki da settembre.
 

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