E DEL RESTO L'OROSCOPO L'AVEVA DETTO, I PRIMI 83 ANNI SARANNO UN PO' COSI'

Questa mattina alle 7.30 Fabio Lugano aveva scritto questo articolo
che metteva in guardia sulle valute virtuali anche nell’ottica degli spostamenti di token sugli exchange.


Bene, tanto tuonò che piovve , anzi è venuta una bella grandinata.

Un falshcrash dell’ordine del 20%-25% non si vedeva da un po’, e parliamo di “Flash”
con ragione perchè tutto è successo nell’rco di pochissimo tempo, praticamente il -24% in un’ora.


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Ora il calo sulle 24% si aggira sul 17% 18%, e sembrerebbe il classico “Rimbalzo del gatto morto”.

I motivi posso essere tanti, ma se vi era stato già rilevato da ieri uno spostamento da Cold Storage ad Exchange vuol dire che qualcosa era già nell’aria.


I motivi possono essere tanti: la Cina, la fine della bolla di Tesla, gli investitori che, banalmente , vogliono portare a casa gli utili e limitare i rischi.

I motivi possono essere 100 e nessuno nello stesso tempo , se non lo sgonfiarsi di una bolla.


Torneremo all'”Inverno del mio scontento” (cit) delle valute virtuali?

Chi lo sa.

Di sicuro ora sarebbe meglio, nel suo interesse, che Elon Musk iniziasse a ritwittare qualcosa a favore di Bitcopin
altrimenti Tesla, che pensava di arricchirsi con le criptovalute, rischia di esserne portata a fondo.
 
Non ci sono i generi

esistono gli individui




Propaganda Live” è un programma con alcuni tratti di genialità, che va in onda il venerdì sera su La7.

Certo, ha pure i suoi difetti.

E’ troppo lungo, è troppo romanesco, anzi è totalmente romanesco ed è molto, ma molto “de sinistra”.

E’ proprio per questo motivo che ha fatto davvero impressione l’evidente imbarazzo dell’autore e conduttore
Diego Bianchi, in arte “Zoro”, mentre si giustificava per la rovente polemica che ha infiammato i social
dopo la rinuncia della giornalista palestinese Rula Jebreal a partecipare come ospite alla puntata dell’altro ieri.

La pietra dello scandalo, lanciata ovviamente via Twitter, è di essere l’unica donna su sette invitati,
e lei non poteva assolutamente partecipare a un evento “che non implementa parità e inclusione”.

Non implementa.
 
Ahahahahahahah andate a lavorare, pezzenti.


Lo scandalo?

Li vogliono tutti in ufficio, come non avviene ormai da un anno.

E per l'ennesima volta i sindacati dei dipendenti della Banca d'Italia scendono sul piede di guerra contro Ignazio Visco e i suoi.


Questa volta a dare il via alla protesta è la Cgil Fisac, il sindacato di Maurizio Landini,
in un comunicato dal titolo “Indietro tutta” dai toni molto accesi.

“Uno spettro si aggira per la Banca”, è l'esordio della Cgil, che prosegue:
“è lo spettro del rientro in ufficio, a qualunque costo, senza alcuna logica e senza interpellare i Sindacati…”.

Notare le maiuscole usate per parlare delle proprie sigle.


La Cgil avvisa:

“È di ieri il messaggio della Banca in cui improvvisamente si comunica la fine degli split team.
Perché? Per consentirci di programmare e fruire delle ferie.
Forse allora la Banca si aspetta un grazie da parte nostra.
Noi invece chiediamo alla Banca il perché di questa decisione… forse il rischio contagio è sparito nel nulla,
forse il sistema degli split team non ha funzionato, forse si vuole tornare ad un'epoca ormai passata, quella del puro presenzialismo?”.


Lo split-team è il sistema usato dalla banca all'inizio della pandemia
per tenere a rotazione qualcuno in presenza e il resto della squadra in smart working.

Però la Cgil solleva un altro tema molto più delicato: c'è il sospetto che la banca
oltre a fare tornare tutti in presenza e proprio a questo scopo pretenda un obbligo vaccinale,
che invece verrebbe escluso dalla normativa vigente e anche dalle pronunce delle autorità di garanzia.


“L’Amministrazione”, scrive la Cgil Fisac,
“chiede che i rientri avvengano nel pieno rispetto dei protocolli sanitari in vigore (…)
Come conseguenza di questa impostazione lungimirante della Banca, oltretutto,
arrivano notizie di richieste rivolte ai colleghi - da parte di alcuni Capi Divisione -
sull’adesione o meno alla campagna vaccinale nazionale: perché questa stravagante richiesta?
Forse per rendere più facile la chiamata alle armi, ossia il rientro in ufficio massivo?
Probabilmente si dimentica che principio generale della Repubblica (art. 32 Cost.)
e del diritto internazionale (cfr. Convenzione di Oviedo del 1997 per la protezione dei Diritti dell’Uomo
e della dignità dell’essere umano nei confronti dell’applicazioni della biologia e della medicina)
è il diritto all’autodeterminazione sanitaria, con l’esclusione di trattamenti sanitari obbligatori
se non e nei limiti previsti dal legislatore (chiamato a compiere un delicato bilanciamento
tra l'eventuale interesse collettivo al trattamento sanitario e il rispetto del diritto individuale alla salute)
prevedendo, in ogni caso, il consenso libero e informato della persona interessata”.
 
Sorpresa dal rapporto Aifa sulla sorveglianza dei vaccini Covid:

dal 27 dicembre 2020 al 26 marzo 2021 sono morti 100 italiani dopo avere fatto il vaccino.



La maggiore parte di loro (76) aveva avuto una o due dosi di Pfizer/BioNTech,
mentre 12 hanno avuto un evento avverso letale dopo avere ricevuto Moderna
e altri 12 dopo avere ricevuto AstraZeneca.

Il tasso di segnalazione di letalità è stato quindi

1,1 ogni 100 mila dosi inoculate per Pfizer,

di 2,8 ogni 100 mila dosi per Moderna (che è stato usato assai meno)

e di 0,7 ogni 100 mila dosi per AstraZeneca.


Proprio il vaccino più nel mirino delle autorità sanitarie di mezzo mondo
ha la minore letalità fra tutti quelli usati secondo i dati Aifa
.


Secondo il rapporto “Il tempo intercorrente tra la somministrazione del vaccino e il decesso
varia da due ore fino ad un massimo di 28 giorni, con una media di 4 giorni (mediana un giorno).

In 74 casi il decesso è avvenuto dopo la prima dose,
in 25 casi dopo la seconda (in 1 caso l’informazione sul numero di dose è mancante).

Non sono segnalati decessi a seguito di shock anafilattico o reazioni allergiche importanti,
mentre sono riportati spesso eventi cardiovascolari in pazienti con storia clinica di patologie pregresse o fattori di rischio cardiovascolari.
Sono stati, inoltre, segnalati casi fatali collegati alla problematica trombo embolica.


Sono state molto di più le segnalazioni di eventi avversi non gravi
(dal male di testa alla febbre al dolore nel punto di iniezione), e spiega Aifa:

“Al 26/03/2021 sono state complessivamente inserite 46.237 segnalazioni su un totale di 9.068.349 dosi somministrate per tutti i vaccini,
con un tasso di segnalazione di 510 ogni 100.000 dosi.
La maggior parte delle segnalazioni (81%) sono relative al vaccino Comirnaty (Pfizer, ndr),
in accordo con l’uso predominante dello stesso nella campagna vaccinale (77% delle dosi somministrate),
con un aumento delle segnalazioni per il vaccino AstraZeneca-Vaxzevria (17%)
a seguito dell’incremento dell’uso di questo vaccino (18% delle dosi somministrate).
Le segnalazioni relative al vaccino Moderna rappresentano il 2% del totale e sono proporzionali al numero limitato di dosi somministrate (5%)”.


Aifa getta anche molta acqua sul fuoco sulle trombosi da AstraZeneca,
sostenendo che i casi sono stati effettivamente riscontrati in genere in donne sotto i 55 anni,
ma che questo non è significativo, perché quel vaccino è stato usato con insegnanti e infermiere
dove dominano le donne sotto i 55 anni, quindi è logico che un evento avverso riguardi proprio loro.

Anche per questo motivo gli eventi avversi segnalati ogni 100 mila dosi sono stati 645 per le donne e 299 per gli uomini (che hanno ricevuto meno il vaccino).

L'età media delle segnalazioni è stata 46 anni e al di sopra dei 60 anni sono state piuttosto rare.

Però ci sono 6 segnalazioni di reazioni avverse relativi a bambini fra 20 giorni e 18 mesi allattati al seno da una mamma vaccinata.


Quanto alle morti, il nesso di causalità con il vaccino viene esaminato applicando un algoritmo dell'Oms.

Aifa spiega che “Al momento della stesura di questo documento, il 64% delle segnalazioni con esito fatale (n. 64)
è stato valutato con algoritmo del WHO e il 36% non è stato ancora valutato.
Rispetto al totale delle segnalazioni con esito fatale, il nesso di causalità è risultato non correlabile nel 38% dei casi,
indeterminato nel 22% e inclassificabile per mancanza di informazioni necessarie all’applicazione dell’algoritmo nel 3%”.


Sempre Aifa sostiene che il nesso di causalità fra vaccino e decesso è stato stabilito in un solo caso fra i 100 morti:

“relativo ad un uomo di 79 anni, con storia clinica di ipertensione arteriosa,
pregresso intervento per triplice by-pass aortocoronarico e impianto di pacemaker,
insufficienza cardiaca moderato-grave (classe III NYHA), gammopatia monoclonale di significato indeterminato(MGUS), ipertrofia prostatica e retinopatia.
Dalla descrizione della reazione avversa si evince che il medicinale ha provocato una iperpiressia resistente agli antipiretici che ha scompensato il paziente,
causandone il decesso a distanza di tre giorni dalla prima dose di vaccino a mRNA.
L’evento febbre alta risulta correlabile alla vaccinazione e ha innescato altri eventi che hanno provocato l’esito infausto, in un paziente già estremamente compromesso”.
 
Con un qualche insistito accanimento nella interpretazione,
decifrazione del momento che stiamo ricevendo e sopportando,
dal marzo del 2020 alla data odierna, pressoché quotidianamente, ho ripreso a scrivere.


Perché questo accanimento?

Perché ritengo, sento, percepisco che siamo in una fase decisiva, per il futuro e per il presente,
in uno scuotimento modificativo, quindi occorre decifrare quello che sta accadendo.

Ripeterò qualcosa già detto ma lo credo opportuno, anzi necessario, per capire.


Si sta minando, estirpando la mente critica personale e collettiva: la possibilità di opporsi svanisce.


La pandemia, indipendentemente dalla sua problematica origine come virus,

ci ha fatto cogliere che interi popoli vengono ammassati in un comportamento identico,

un riflesso condizionato generalizzato.


Suscitata la paura e stabilite le soluzioni contro il morbo:

stare al chiuso,

mascherarsi,

distanziarsi,

sanificare gli ambienti.

Si è pervenuti al rimedio conclusivo, detonante, il vaccino (i vaccini).

È stato un percorso strategicamente impeccabile, la Terra Promessa.



Sia chiaro: intendo solo affermare che masse umane possono venire dirette.

Non discuto, ora, se sia stato inevitabile.


Masse umane divengono ammaestrate con maggiore facilità di quanto supponiamo.


È una lezione di Scienza politica su come governare, e credo sia servita a chi non studia per conoscere ma per comandare.


Attenzione alla differenza:

conoscere per conoscere,

conoscere per comandare.


Forse qualcuno ha ben compreso che basta un virus per guidare un popolo e fondare una casta sacerdotale da cui dipendere: i medici.

A loro volta legati alle case farmaceutiche.

A loro volta legate al ceto politico.

Gruppi politici, case farmaceutiche, medici hanno soggiogato il mondo.



Ribadisco, non sono giudizi di valore, dico come può sorgere un dominio.

Il “mezzo” di questo dominio è la comunicazione.

Abbiamo sotto lo sguardo come le società sono state eterodirette.

Suppongo che taluni ne faranno tesoro di dominio sociale.


Ma c’è una o molte raffinate aggiunte da vagliare.

Si cerca di aizzare la gente contro l’irregolare,

il sospettoso,

il refrattario,

colui che non si vaccina,

non usa la mascherina.

Ancora una volta, sia chiaro, non valuto il merito

ma ritengo che in tal modo si stronca l’obiettore, il dubitante, insomma il pensiero critico.


Si dirà: mette a rischio la salute altrui.

Obiezione contraddittoria:

come faccio a comprendere e stabilire che mette a rischio l’altrui salute

se gli impedisco di esporre le argomentazioni critiche?


Se la comunicazione è uniforme, conforme

come posso stabilire che l’obiettore ha torto se gli impedisco di esprimersi?


Si è dato il medesimo campo informativo alle cure farmologiche non vaccinali rispetto alle vaccinali?

Sa qualcuno esattamente il periodo efficiente dei vaccini?

Occorre ripeterli periodicamente?



Stiamo facendo, stanno compiendo prove di direzione della società, di governo di masse umane orientate.


Forse è stato opportuno.

Ma sapere che milioni di persone vengono con tanta facilità direzionate è un incubo da svegli.

Per il singolo è la pena capitale.


E per la libertà.


Al dunque sia, deliberata o sorta per necessità, abbiamo vissuto e stiamo vivendo una forma di dominio di masse:

presenza del male, paura, rimedi imposti, negazione

o decurtazione di ogni critica suggestionando le masse verso una soluzione escludente le altre.



Chi vuole dominare ha appreso, o sapendo ha eseguito, ciò che voleva.


Ma vi sono ulteriori strumenti per orientare le società,

forgiare dei termini guida e situarli nella mente collettiva,

ad esempio i termini “pregiudizio” ed “empatia”.


Con il termine pregiudizio si condanna chi non la pensa a modo mio.

Con il termine empatia si danna chi non fa per me quel che io voglio mi sia fatto, tu devi renderti me.


La combinatoria di queste determinazioni possibili distrugge il singolo, e la collettività.

Poniamo che non accetto che due uomini tengano quali genitori un bambino
o che debba equiparare la parmigiana a grilli arrosto.

In tal caso, sarei tacciato di mantenere pregiudizi, di non essere aperto, includente.


Lo stesso per l’empatia: se non accolgo, ricevo,
se non accetto tutto e tutti e non lascio fare non sono empatico, non voglio quel che l’altro vuole.

Non mi rendo altro da me.

Perché non dovrei rifiutare, perché dovrei diventare altro da me è comprensibile,
se tiriamo la deduzione di quanto detto.


Vi sono dei gruppi che vogliono dominare masse e singoli

ridotti cani al guinzaglio che leccano la mano dei padroni,

abilissimi nel bastonarli, fingendo di salvarli

e di farli entrare nell’Era della nuova democrazia empatica senza pregiudizi.

Totalitaria.
 
Il sindaco di Chicago, Lori Lightfoot (DEM), noto per amministrare una città
i cui cittadini fuggono a frotte e dove ci sono decine di sparatorie al giorno ,
ora è accusata di concedere interviste solo a persone di colore, secondo Fox.

A sollevare lo scandalo è stata una giornalista NBC 5 di Chicago Mary Ann Ahern,
che ha cercato per mesi di ottenere un’intervista dal sindaco a metà mandato:

“Mentre @chicagosmayor raggiunge i suoi due anni a metà strada come sindaco,
la sua portavoce dice che Lightfoot concede interviste in persona solo ai giornalisti neri o di colore.”


As ⁦@chicagosmayor⁩ reaches her two year midway point as mayor, her spokeswoman says Lightfoot is granting 1 on 1 interviews – only to Black or Brown journalists pic.twitter.com/PAUsacD9Gj
— Mary Ann Ahern (@MaryAnnAhernNBC) May 18, 2021


Le accuse di Ahern sono state supportate da un altro giornalista,
l’ancorman e corrispondente di TTW Chicago Tonight Paris Schutz, che ha detto;
“Mi è stata detta la stessa cosa.”


Un terzo giornalista ha fatto eco alle accuse, quando la giornalista politica di Chicago Heather Cherone ha twittato: “Posso confermare”.


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Nonostante ciò, Lightfoot ha comunque fatto un’apparizione su MSNBC con Stephanie Ruhle lunedì.

Forse le sue convinzioni valgono solo a quando non le viene offerta la possibilità di andare in televisione nazionale.


Lightfoot ha dovuto affrontare un contraccolpo sui social media, affrontando ovvie accuse di razzismo
perchè sceglie le persone solo sulla base del colore della pelle.


Un atteggiamento evidentemente razzista.
 
Se Solomon Asch fosse vivo, probabilmente avrebbe apprezzato non poco
assistere a come nazioni intere legittimano i lockdown, benedicono le restrizioni
e invocano alle punizioni per chi trasgredisca a direttive su cui neanche la scienza ha dato il giudizio definitivo,
anche se l’approvazione magari è un aspetto soltanto superficiale.

Per chi volesse sapere che cos’è l’esperimento di Asch sul conformismo sociale può leggerlo a questo link.


Il famoso esperimento sul conformismo dello psicologo polacco potrebbe essere stato, sotto tale punto di vista,
una sorta di precursore della nostra situazione attuale.


Fabio Duranti e Francesco Vergovich chiedono a Siri quello che poi si chiedono molti elettori della Lega:
come può un partito come quello di Salvini convivere in un maggioranza con la sinistra rosso – gialla
che, per molti punti di vista, è agli antipodi con la Lega: mentre la prima è per le aperture ed il ritorno alla vita normale,
la sinistra pensa solo a chiudere. Dalle sue parole potete capire direttamente la posizione del partito.

 
Non ricordo se hanno il kulo a faccia o la faccia al kulo........


A volte ritornano. Renata Polverini torna in Forza Italia da cui era uscita il 21 gennaio scorso
per aderire al gruppo Centro democratico-italiani in Europa (poi abbandonato il 25 febbraio per andare al misto).

A dare l'annuncio su Twitter è Roberto Occhiuto, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati:

"Renata Polverini da oggi torna a far parte del gruppo di Forza Italia alla Camera e del nostro partito.
Riabbracciamo un'amica e una collega di grande valore ed esperienza.
Siamo pronti ad affrontare le nuove sfide con una freccia in più al nostro arco.
Bentornata Renata".
 
Però prima .......


"Lascio Forza Italia, per forza. Non ho votato sì a un provvedimento, ho votato sì alla fiducia" al governo Conte".

Da tempo l'ex presidente della Regione Lazio manifestava la sua insofferenza verso la linea del partito.

Dapprima indicata come trait d'union tra gli azzurri e Matteo Renzi e quindi vicina a un passaggio con Italia Viva,
poi è stata per settimane data come papabile 'responsabile', pronta a dare una mano all'attuale maggioranza:
oggi ha deciso di rompere gli indugi, votando a favore dell'esecutivo.

I vertici azzurri non la prendono bene, si dicono colti di sorpresa perché pensavano che fosse tutto 'rientrato'
e che lei Polverini, attuale vicepresidente della commissione Lavoro di Montecitorio, restasse al suo posto.

"Si è messa fuori da Fi, non ci aveva detto nulla", taglia corto Antonio Tajani.

Maria Stella Gelmini, capogruppo alla Camera di Fi, esprime all'Adnkronos tutta la sua amarezza:
''Quella di Polverini è una scelta totalmente inaspettata, inspiegabile e incomprensibile.
Non ci aveva anticipato nulla, non ha detto nulla né a me, né al presidente Berlusconi''.

Fatto sta che il timore di ulteriori defezioni attanaglia il partito. Ora gli occhi sono puntati sul Senato, dove domani riferirà in Aula il premier. Circolano varie voci, anche qualche 'polpetta avvelenata', legata a vecchie ruggini tra correnti interne. Anna Maria Bernini riunisce in serata, poco dopo le 20.30, il suo gruppo per serrare i ranghi e ribadire che questo è il momento dell'unità, anche perché Fi sta crescendo, ha superato la soglia psicologica delle due cifre.
 

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