tontolina
Forumer storico
Mafia Capitale: 'Coop rosse lucravano su traffico immigrati incentivato
Mafia Capitale. "La droga rende di meno degli immigrati", e a dirlo non era uno qualunque, ma Salvatore Buzzi, il capo delle cooperative rosse che guadagnavano sulle emergenze grazie a una rete costituita da politici e criminali.
Ora spunta una lettera di Odevaine, l'uomo del clan che all'interno del Viminale avrebbe curato gli interessi della Cupola, il quale chiedeva a Renzi più corridoi umanitari e presidi sulle coste del Mediterraneo. "La sinistra predicava l'accoglienza, le cooperative di Buzzi incassavano", scrive Andrea Indini su Il Giornale, e spiega che "le coop rosse lucravano sul traffico di immigrati incentivato dalle leggi della sinistra.
E non ne avevano mai abbastanza.
Tanto che, poco prima di finire in manette, Luca Odevaine, ex vice capo di gabinetto di Walter Veltroni e ora componente del Tavolo per i rifugiati, aveva scritto al premier Matteo Renzi per chiedere nuove regole e maggiori risorse per l'accoglienza".
Lo stesso Buzzi diceva che gli utili della cooperativa arrivavano da zingari, emergenza alloggiativa e immigrati:
Nella lettera di Odevaine a Renzi pubblicata sul quotidiano Il Messaggero si legge:
"Oggi la situazione non è tale da poter pianificare accoglienza ed integrazione in modo razionale. I numeri di questa emergenza stravolgono qualsiasi possibilità di pianificazione", e per questo richiedeva "operazioni umanitarie che contemplino corridoi umanitari e presidi sulle coste del Mediterraneo".
Mafia Capitale. "La droga rende di meno degli immigrati", e a dirlo non era uno qualunque, ma Salvatore Buzzi, il capo delle cooperative rosse che guadagnavano sulle emergenze grazie a una rete costituita da politici e criminali.
Ora spunta una lettera di Odevaine, l'uomo del clan che all'interno del Viminale avrebbe curato gli interessi della Cupola, il quale chiedeva a Renzi più corridoi umanitari e presidi sulle coste del Mediterraneo. "La sinistra predicava l'accoglienza, le cooperative di Buzzi incassavano", scrive Andrea Indini su Il Giornale, e spiega che "le coop rosse lucravano sul traffico di immigrati incentivato dalle leggi della sinistra.
E non ne avevano mai abbastanza.
Tanto che, poco prima di finire in manette, Luca Odevaine, ex vice capo di gabinetto di Walter Veltroni e ora componente del Tavolo per i rifugiati, aveva scritto al premier Matteo Renzi per chiedere nuove regole e maggiori risorse per l'accoglienza".
Lo stesso Buzzi diceva che gli utili della cooperativa arrivavano da zingari, emergenza alloggiativa e immigrati:
"La sinistra predicava l'accoglienza, le cooperative di Buzzi incassavano. Paccate di soldi. "Speriamo che il 2013 sia in anno pieno di monnezza, profughi, immigrati, sfollati, minori, piovoso così cresce l'erba da tagliare e magari con qualche bufera di neve - scriveva Buzzi ai suoi amici nei messaggi di Natale - evviva la cooperazione sociale". È un sistema ben oliato. Appalti milionari per l'accoglienza dei profughi. Tutto grazie al buonismo del Pd a cui Buzzi era iscritto e alle cui cene partecipava per fare affari. "Noi quest'anno abbiamo chiuso... Con quaranta milioni di fatturato ma tutti i soldi... - spiegava il ras delle coop - gli utili li abbiamo fatti sugli zingari, sull'emergenza alloggiativa e sugli immigrati. Tutti gli altri settori finiscono a zero". Buzzi era, infatti, riuscito a entrare nel progetto Emergenza Nord Africa attraverso il consorzio Eriches di cui fa parte la coop "29 giugno". Un fiume di denaro pubblico messo a disposizione per accogliere i profughi delle Primavere arabe. L'equazione è semplice: più profughi, più soldi alle coop di Buzzi. Tanto che nel 2013 la Eriches ha chiuso il proprio bilancio con attivo di 3 milioni netti. "Abbiamo vinto il bando promosso da Roma Capitale per 491 immigrati facenti parte dello Sprar - diceva lo stesso Buzzi - una commessa significativa che ci consentirà di stabilizzarci nel settore"."
Nella lettera di Odevaine a Renzi pubblicata sul quotidiano Il Messaggero si legge:
"Oggi la situazione non è tale da poter pianificare accoglienza ed integrazione in modo razionale. I numeri di questa emergenza stravolgono qualsiasi possibilità di pianificazione", e per questo richiedeva "operazioni umanitarie che contemplino corridoi umanitari e presidi sulle coste del Mediterraneo".