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Forumer storico
Sudan: donna cristiana incinta condannata a morte per apostasia
Articolo pubblicato il: 15/05/2014
Khartum, 15 mag. - (Adnkronos/Aki) - Un tribunale di Khartum ha condannato a morte per impiccagione una donna cristiana di 27 anni, madre di un bambino e incinta di otto mesi, con l'accusa di apostasia. I giudici hanno inoltre stabilito che la donna, Meriam Yahia Ibrahim, dovrà subire cento frustate per aver commesso adulterio, visto che il suo matrimonio con un uomo cristiano non è riconosciuto valido in base alla sharia (diritto islamico).
I giudici avevano dato tre giorni alla donna per rinunciare alla sua fede cristiana, ma oggi in aula, dopo un lungo colloquio con un religioso musulmano, la donna ha affermato: "Sono cristiana e non ho mai commesso apostasia". Meriam, laureata in fisica, è sposata con Daniel Wani, un sud-sudanese cristiano. Lei e' invece sudanese e nel suo paese è considerata musulmana, perché nata da un padre musulmano. In base alla sharia, una donna musulmana non può sposare un uomo di un'altra fede e i figli nati dalla loro unione sono quindi considerati illegittimi e frutto di adulterio.
Meriam è stata arrestata a febbraio scorso e rinchiusa in carcere insieme a suo figlio di 20 mesi. Il bambino non può essere affidato al padre, perché il matrimonio non è riconosciuto in Sudan. Sarà lo stato quindi a decidere a chi affidare il bambino, oltre a quello che la donna porta in grembo, la cui nascita è prevista a giugno. Per salvare la giovane è stata lanciata una campagna internazionale e anche molte ambasciate in Sudan hanno rivolto appelli alle autorità locali. "Questo caso mostra come sia evidente l'interferenza del regime nella vita dei cittadini sudanesi", ha commentato il gruppo di attivisti Sudan Change Now Movement.
Articolo pubblicato il: 15/05/2014
Khartum, 15 mag. - (Adnkronos/Aki) - Un tribunale di Khartum ha condannato a morte per impiccagione una donna cristiana di 27 anni, madre di un bambino e incinta di otto mesi, con l'accusa di apostasia. I giudici hanno inoltre stabilito che la donna, Meriam Yahia Ibrahim, dovrà subire cento frustate per aver commesso adulterio, visto che il suo matrimonio con un uomo cristiano non è riconosciuto valido in base alla sharia (diritto islamico).
I giudici avevano dato tre giorni alla donna per rinunciare alla sua fede cristiana, ma oggi in aula, dopo un lungo colloquio con un religioso musulmano, la donna ha affermato: "Sono cristiana e non ho mai commesso apostasia". Meriam, laureata in fisica, è sposata con Daniel Wani, un sud-sudanese cristiano. Lei e' invece sudanese e nel suo paese è considerata musulmana, perché nata da un padre musulmano. In base alla sharia, una donna musulmana non può sposare un uomo di un'altra fede e i figli nati dalla loro unione sono quindi considerati illegittimi e frutto di adulterio.
Meriam è stata arrestata a febbraio scorso e rinchiusa in carcere insieme a suo figlio di 20 mesi. Il bambino non può essere affidato al padre, perché il matrimonio non è riconosciuto in Sudan. Sarà lo stato quindi a decidere a chi affidare il bambino, oltre a quello che la donna porta in grembo, la cui nascita è prevista a giugno. Per salvare la giovane è stata lanciata una campagna internazionale e anche molte ambasciate in Sudan hanno rivolto appelli alle autorità locali. "Questo caso mostra come sia evidente l'interferenza del regime nella vita dei cittadini sudanesi", ha commentato il gruppo di attivisti Sudan Change Now Movement.