Monte Paschi SI (BMPS) effetto GNUTTI

tontolina

Forumer storico
lo hanno riammesso nel CDA ...

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Mps storna, Gnutti è di nuovo vicepresidente

15-12-2005 13:40



Monte dei Paschi di Siena in calo a piazza Affari. Il titolo dell'istituto di Rocca Salimbeni cede l'1,55%, posizionandosi a quota 3,89 euro a fronte di un minimo intraday a 3,8725 euro e a un comparto europeo piuttosto debole (Stoxx -0,4%). Nessuno spunto positivo giunge, quindi, da Siena dove oggi si è riunita l'assemblea ordinaria che ha deliberato il reintegro di Emilio Gnutti nella carica di vice presidente, nonostante la Fondazione si sia astenuta dal voto.

Il finanziere bresciano era stato sospeso dall'incarico nel Cda a seguito dell'ordinanza con la quale, il primo agosto scorso, il Gip di Milano, Clementina Forleo, lo aveva interdetto dall'esercizio di tutte le attività imprenditoriali e dalle cariche sociali in seguito alla vicenda della scalata ad Antonveneta. Il provvedimento del giudice ha avuto effetti fino al primo ottobre scorso.

Quanto all'altro istituto oggetto di opa, Bnl, il presidente della Fondazione Mps, Giuseppe Mussari, ha ribadito per l'ennesima volta che un intervento di Rocca Salimbeni nella vicenda della banca di via Veneto è da considerarsi chiuso: "non si riaprirà mai più", incalzando ancora "se qualcuno continuerà a dire che l'istituto potrebbe intervenire nella vicenda Bnl ci costringerà a rivolgerci alla Magistratura. Sono voci che influenzano il mercato in modo non corretto".

L'assemblea odierna è stata chiamata anche per dare il via libera all'aumento di capitale gratuito mediante aumento del valore nominale unitario delle azioni con l'utilizzo delle riserve da valutazione e della riserva straordinaria. Il capitale della Banca senese passa quindi da 1.935.272.832 a 2.025.988.746 euro, con un valore nominale delle azioni ordinarie a 0,67 euro (da 0,64).

Ma se oggi il titolo sta facendo male, non si può dire lo stesso in un'ottica di medio periodo: da gennaio ha guadagnato il 51,98%. A spiegare questa impennata è, oggi, il direttore generale di Mps, Emilio Tonini, secondo cui il livello attuale dipende dai "positivi" risultati raggiunti, ma anche dalle "aspettative del mercato". I risultati del "conto economico", ha aggiunto il manager, rappresentano "i più elevati nella storia dell'istituto".

Analisi questa che trova riscontro con quanto riferito a MF Online da un analista di una banca d'affari milanese che, confermando il rating di hold (conservare) con un target price a 3,8 euro su Mps, ritiene peraltro che le notizie giunte oggi da Siena non abbiano alcun effetto in Borsa. "I fondamentali della banca sono molto più solidi di quanto si pensava", commenta l'esperta prevedendo un utile netto per la fine dell'esercizio, aggiornato alla normativa Ias/compliant, a 700 milioni di euro che si raffronta ai 514 milioni di euro dello scorso anno (+36%). In crescita anche i ricavi, visti a 4,7 miliardi di euro, contro i 4,47 miliardi di fine 2004 (+4,4%).

Nicola Capodanno

preo da MF
 
senza la presenza di Gnutti era salita di 1€ secco in pochi mesi
pari al 31% ed ora se li rimagna tutti

Gnutti effect
 
ormai Gnutti è Kaput
è in pensione
lo hanno spogliato di tutto


ma MPS si è forse ripresa?
NO è peggiorata
anzi direi che tra le banche italiane è l'unica che potrebbe avere la necessità di un aiuto statale

come ha promesswi TREMORTI
 
significativo è l'articolo che analizza le risorse per la ricapitalizzazione bancaria all'italiota


Dove troveranno i soldi per salvare le banche

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Pubblicato da Pietro Cambi alle 00:11 in Finanza


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Ve lo siete chiesto anche voi, no?
Con un governo che arriva a eliminare il doposcuola alle Elementari, pur di recuperare qualche spicciolo per le grande opere, sembra strano che si possano trovare fondi da "bruciare" per tenere su le banche in crisi.
Quindi la domanda viene spontanea.
Con quali risorse costruiranno il cosidetto "scudo" in grado di non far fallire "neanche una banca"di cui da qualche giorno stanno cianciando?
Ormai dovreste sapere che in questi casi è bene pensare subito al peggio: in questo modo si può sbagliare senza per questo rimanere delusi.
Non in questo caso però.
In questo caso pensare al peggio è più che corretto.
ANZI: una scelta peggiore di cosi è davvero difficile da immaginare.
Basta leggere il D.L. 9 Ottobre 2008 n.155.
Le risorse per salvare il C**O ( scusate il francesismo) alle nostre banche più audaci e sbarazzine proverranno:
- dai fondi per la ricerca
- dai fondi ORDINARI dell'Università ( bravi, bravi, ottima scelta dei tempi; ne abbiamo già qualcuna in fallimento, da comprarsi per un tozzo di pane...)
- dai trasferimenti agli enti locali e territoriali.
- dalle risorse destinate al pagamento del 5 per mille (si vede che hanno preso alla lettera quello che ha recentemente affermato Benedetto XVI)
- dai fondi per missioni dei singoli ministeri.
- dagli eventuali avanzi e residui di cassa per spese previste e non effettuate.
- INFINE con emissione di nuovi titoli di stato.
Insomma: SIAMO ALLE SOLITE. In un bilancio statale di centinaia di miliardi di euro si vanno a tagliare i pochi miliardi ancora assegnati alla ricerca ed all'Università, oltre a cercare di gettare definitivamente in fallimento gli enti locali già spesso inguaiatissimi con improvvide operazioni speculative.
OVVIAMENTE nel Dossier UFFICIALE , tutto questo non viene segnalato, nemmeno di sfuggita.
OVVIAMENTE potete verificare da soli (articolo 1, comma 7) che non me lo sono sognato.
OVVIAMENTE, come al solito per tappare una falla nel bilancio si taglia sull'unica voce che non andrebbe tagliata in nessuna circostanza, ovvero sull'istruzione.
OVVIAMENTE, ancora una volta, sono i giovani a pagare in un modo o nell'altro il prezzo più alto.
OVVIAMENTE, ANCORA UNA VOLTA, giocano, barando, con il NOSTRO FUTURO e quello dei nostri figli.
Non avevamo molti dubbi ma la certezza fa sempre male.
Insomma, in tutta questa storia, non chiedetevi per chi suona la campana: in un modo o nell'altro, come al solito, suona PER NOI.

http://crisis.blogosfere.it/2008/10/dove-troveranno-i-soldi-per-salvare-le-banche-1.html
 
Dalle pensioni miglionarie no ?
Dai privilegi miglionari no ?
Dai stipendi miglionari no?
Solo dal lavoratore , la massa. Una gran messa
 
se in Italia i prestiti obbligazionari subordinati sono sottoscritti dalle fondazioni e dai risparmiatori

in Francia è tutta un'altra musica

martedì 21 ottobre 2008

I banchieri europei naufraghi nella tempesta perfetta! (2)


E’ stato ben presto svelato l’arcano del tonfo di ieri mattina delle principali banche francesi, con Socgen arrivata a perdere anche il 12 per cento sul rincorrersi affannoso di voci relative ad un’imminente ricapitalizzazione, ma con cali vistosi anche per BNP Paribas e Credit Agricole, il tutto mentre il CAC 40, l’indice dei principali titoli quotati alla borsa parigina, segnalava rialzi alquanto consistenti.

Solo in serata è giunto il comunicato ufficiale di Christine Lagarde, ministro francese delle finanze, che a poche ore dalla notizia della mega perdita su derivati della Caisse de Eparine, rendeva noto che il Governo aveva deciso la ricapitalizzazione delle principali banche francesi, mediante la sottoscrizione di prestiti subordinati per importi che vanno dai 3 miliardi di euro per il sofferente Credit Agricole, ai 2,55 miliardi per BNP Paribas, agli 1,7 riservati a Socgen e 1,1 miliardi alla già citata Caisse, il cui vertice è stato prontamente decapitato, mentre per questa come per le altre banche destinatarie dei finanziamenti è previsto un impegno maggiore nel finanziamento dell’economia, nonché il rispetto di una sorta di codice deontologico aggiuntivo rispetto a quelli già adottati e, come più volte ribadito dal molto decisionista Nicolas Sarkozy, l’annullamento dei bonus previsti per i vertici aziendali (mentre nulla si sa di quello che capiterà in merito ai dipendenti delle banche stesse) ed una maggiore morigeratezza nella fissazione delle remunerazioni.

La mossa della Lagarde è stata immediatamente gradita dal mercato che ha spinto al rialzo le quotazioni delle azioni delle banche francesi destinatarie dell’aiuto pubblico, anche se la modalità, quella del prestito subordinato in luogo dell’aumento di capitale riservato, non andrà ad incidere sul Core Tier 1, che, peraltro, almeno stando ai comunicati immediatamente diffuso dai quartier generali delle stesse banche, non desterebbe alcuna preoccupazione, mentre qualche preoccupazione, almeno stando alla mossa del governo, la desterebbe il credit crunch in corso, fenomeno comune all’intera area europea ed a quella statunitense, mentre non si hanno notizie al riguardo rispetto all’area asiatica, dove si segnalano i vistosi rallentamenti della crescita sia per la Repubblica Popolare Cinese che per l’India, rallentamenti che, tuttavia, continuano a fare correre queste due mega aree a ritmi di tutto rispetto, soprattutto ove confrontate con il clima recessivo che si respira abbondantemente al di qua ed al di là dell’Oceano Atlantico.

Dall’epicentro europeo della tempesta perfetta, la Gran Bretagna, non giungono notizie di nuove misure nei confronti delle banche maggiori, dopo la fulminea nazionalizzazione del colosso Royal Bank of Scotland, con relativa ed altrettanto fulminea decapitazione al vertice, e l’acquisizione di una quota azionaria rilevante di entrambe le entità che si apprestano a fondersi per dare vita al maggior erogatore di mutui del Regno Unito, la HBOS e la Lloyds TSB, anche perché la maggiore rivale di RBS ha orgogliosamente annunciato il ricorso per 6,5 miliardi di sterline ai propri azionisti, mossa ammirevole ma che non si sa per quanto sarà in grado di rinviare l’arrivo in forze degli uomini mandati da Gordon Brown per mettere in sicurezza questa come le altre maggiori banche, assicurandosi così preventivamente il successo del piano che lo ha rimesso in corsa nella prossima competizione elettorale, che potrebbe anche venire anticipata visto il clamoroso e quasi miracoloso recupero nei sondaggi registrato dal suo partito.

Restano avvolte, invece, dal mistero le vicende riguardanti il piano da centinaia di miliardi di euro stanziati dal governo di Frau Merkel, anche perché non è ancora ben chiara la platea ei destinatari in un paese che vede ancora il 70 per cento del mercato creditizio fare capo all’area pubblica, alla luce della presenza delle landesbanken e delle sparkassen, mentre, con riferimento alle banche private, un ulteriore processo di concentrazione porterebbe alla creazione di un’unica banca, in quanto già oggi, dopo la fulminea acquisizione di Dresdner da parte della Commerzbank ed il controllo di Postbank assunto dalla Deutsche, si è in realtà in presenza di un duopolio.



Non paga delle proprie disavventure, la Merrill Lynch appena salvata dalla bank of America, si è messa a dare le pagelle a tutte le banche competitrici, in particolare per quanto riguarda la delicatissima questione della adeguata o meno patrimonializzazione, che, ovviamente, viene dagli uomini e dalle donne alle dipendenze di John Thain ritenuta insufficiente nella maggior parte dei casi ed, altrettanto ovviamente, si parla di deficit miliardari da colmare a spron battuto, il che apre, ancor prima del giudizio che il piano adottato dal vertice dei capi di Stato e di governo attribuisce alle banche centrali dei singoli paesi partecipanti all’euro, la strada all’intervento della mano pubblica in pressoché tutte le maggiori banche europee basate al di qua ed al di là della Manica. Ovviamente, la necessità di ricapitalizzazione delle principali banche è all’ordine del giorno anche in Italia, necessità confermata dagli analisti di Merrill Lynch e, fra breve, anche da quelli che lavorano in Banca d’Italia, con particolare riferimento ai tre principali gruppi bancari basati nel nostro paese.

Mentre ferve l’attivismo di governi e banche centrali in Europa, bernspan e Paulson non ci stanno assolutamente a fare la parte dei pigri ed è di ieri la notizia che anche le principali banche a stelle e strisce devono iniziare a mettere nel conto l’arrivo in forze dei capitali di origine pubblica, con relativo corollario di regole e prescrizioni che i banchieri statunitensi valutano al pari di una malattia esantematica, ma che non è assolutamente possibile rifiutare a pochi giorni dalle elezioni presidenziali forse più importanti dal secondo dopoguerra e quando già si discute animatamente nei due quartier generali dei principali candidati alla Casa Bianca sul nome del candidato a detenere un enorme potere di vita e di morte sul mercato finanziario statunitense, vera costola di quel mercato finanziario globale a cui tutti, almeno a parole, vogliono mettere le briglie.

Tanto per indorare un po’ la pillola, sempre ieri Bernspan ed un nugolo di membri, più o meno votanti, del Federal Open Market Committee, nonché l’ormai onnipresente George W Bush, hanno fatto intendere che sarebbe pronto un nuovo e generoso pacchetto di stimoli fiscali a pioggia, evitando per l’ennesima volta di concentrare la loro attenzione su quella necessaria rinegoziazione dei mutui di recente ben descritta, in un suo intervento pubblicato dal settimanale L’Espresso, da Luigi Zingales!

Ricordo che il video del mio intervento al convegno della UIL sulla crisi finanziaria è presente nella sezione video del sito dell’associazione Free Lance International Press all’indirizzo http://www.flipnews.org/ mentre gli atti del convegno sono esportabili dal sito http://www.uil.it/ nella sezione del dipartimento di politica economica.

Pubblicato da marco sarli a 10.41
 

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