Sempre dal Corriere
ROMA - Io c’ero alla festa lunedì sera
al ristorante del Bar del Fico, come redattrice della cronaca di Roma del Corriere della Sera ho seguito il Movimento 5 Stelle in queste giornate elettorali. Non ero stata invitata ai festeggiamenti, ma essendo anche quelli parte del lavoro sono entrata nel locale, con altre colleghe di due quotidiani nazionali. Nessuna di noi ha bevuto, nessuna di noi ha mangiato e neanche i fotografi che ci accompagnavano si sono mai staccati dalle macchine fotografiche e dal pc.
LA FESTA – Scriveva Fedor Dostoevskij ne’ «I demoni» «Per rendere la verità più verosimile, bisogna assolutamente mescolarvi un po' di menzogna». Questa citazione sintetizza cosa è accaduto lunedì sera. Dalle 14 fino a sera inoltrata ho lavorato nell’ hotel scelto dai Grillini romani come quartier generale, visto che nel Lazio si sceglieva anche il presidente della Regione. In serata era chiaro il grande successo elettorale del Movimento. «Festeggiate questa sera?», ho chiesto più volte ai responsabili dell’ufficio stampa. «No, siamo troppo stanchi». In serata torno in redazione, scrivo il pezzo per la prima edizione, richiamo il Movimento per gli ultimi aggiornamenti. «Avete stravinto. Non brindate? Non festeggiate?». La risposta? «No, forse solo una pizza». Un’informazione vaga, diluita, ma sufficiente per muoversi . I nostri fotografi ci avvertono che si stanno indirizzando tutt’insieme verso un noto ristorante del centro, così anche se non invitata, raggiungo il locale.
TELECAMERE – Quando arrivo ci sono già molte telecamere, nessuno della carta stampata, dopo poco arrivano altri colleghi dei quotidiani, mi aggiro i tra i tavoli, cerco i candidati eletti, gli attivisti, c ’è molta allegria, provo a chiacchierare con qualcuno, con qualcuno ha voglia di parlare. La sicurezza del Movimento controlla, ma soprattutto controlla l’ufficio stampa che sembra molto infastidito dalla presenza dei cronisti che fanno domande, ascoltano, intuiscono, meno dai tele cameramen che riprendono solo. «Puoi andare via?» mi invita uno dei portavoce. «Sto lavorando e sto cercando di non dare fastidio», rispondo. L’invito ad uscire viene ripetuto con toni sempre meno gentili a cui si accompagnano gli stessi i modi, uguale trattamento ai colleghi degli altri quotidiani. Decido di andare via, non ho bevuto neanche un bicchiere d’acqua, ma ho capito qualcosa in più del Movimento Cinque Stelle.
Maria Rosaria Spadaccino