News, Dati, Eventi finanziari ELEZIONI POLITICHE 2006 (3 lettori)

willi

Forumer attivo
Joda ha scritto:
Oops, non avevo capito che un senatore eletto dall'estero è stato considerato da Fo64 un indipendente.
Da quel che avevo capito io è un indipendente orientato dalla parte berlusconiana, ed è quello dell'Associazione italiana del Sudamerica (sempre della serie: siamo messi bene :rolleyes:).

è finità 158 a 155 :V
l'indipendente si schiererà con la maggioranza quindi
159 a 155
la maggiorANZA ASSOLUTA AL SENATO è DI 162
I SENATORI A VITA SONO COSSIGA, ANDREOTTI, SCALFARO, COLOMBO, PININFARINA, LEVI MONTALCINI, NAPOLITANO E A BREVE CIAMPI.
 

willi

Forumer attivo
Joda ha scritto:
Oops, non avevo capito che un senatore eletto dall'estero è stato considerato da Fo64 un indipendente.
Da quel che avevo capito io è un indipendente orientato dalla parte berlusconiana, ed è quello dell'Associazione italiana del Sudamerica (sempre della serie: siamo messi bene :rolleyes:).

è finità 158 a 155 :V
l'indipendente si schiererà con la maggioranza quindi
159 a 155
la maggiorANZA ASSOLUTA AL SENATO è DI 162
I SENATORI A VITA SONO COSSIGA, ANDREOTTI, SCALFARO, COLOMBO, PININFARINA, LEVI MONTALCINI, NAPOLITANO E A BREVE CIAMPI.
 

Fleursdumal

फूल की बुराई
13:52 Fassino: "Soddisfatti del risultato dei Ds"

"Siamo soddisfatti". Il leader dei Ds Piero Fassino ribadisce il sentimento della Quercia rispetto ai risultato uscito dalle urne. Per il segretario diessino si tratta di "un buon risultato generale, abbiamo centrato l'obiettivo per cui lavoravamo per cinque anni e cioè riportare al governo il centrosinistra; un buon risultato dell'Ulivo che si conferma una lista capace di raccogliere un terzo dei voti elettorali; ed infine un buon risultato dei Ds che rispetto al 2001 non avanzano solo in percentuale ma avanzano anche pre centinaia di migliaia di voti più".

13:44 Cesa: "Vogliamo verificare le 500 mila schede nulle"

"Mi sembra che ieri le dichiarazioni di Prodi, Fassino e Rutelli, siano state inopportune. C'è da valutare cosa accadrà alla Camera. Noi, con molta serenità, vogliamo verificare le 500 mila schede nulle". Così il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa in una dichiarazione al Tg2.

13:37 Fini e Cesa a colloquio con Berlusconi a palazzo Grazioli

Il vicepremier e presidente di An, Gianfranco Fini, e il segretario dell'Udc Lorenaz Cesa sono arrivati da pochi minuti nella residenza privata del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi a palazzo Grazioli per fare il punto sull'esito del voto.

13:02 Prodi: "No a una camera a guida Cdl"

"Non era nel nostro programma e non vedo perché i risultati elettorali dovrebbero cambiare parti del nostro programma". Così Romano Prodi, durante la conferenza stampa, risponde a chi gli chiede dell'ipotesi di dare la presidenza di una delle due Camere alla Cdl.

12:59 Prodi: "Aspetto telefonata da Berlusconi"

"Certo, mi attendo una telefonata di congratulazioni da Berlusconi, questo è l'uso delle democrazie moderne". Lo ha affermato Romano Prodi commentando il successo dell'Unione.

12:52 Prodi: "Nessuna intenzione di fare maggioranze diverse"

"Non c'è nessuna intenzione di fare maggioranze diverse". Lo ha detto Romano Prodi nel corso di una conferenza stampa.

12:42 Ciampi si congratula per voto "ordinato e regolare"

"Desidero esprimere il mio compiacimento per lo svolgimento, ordinato e regolare, secondo la tradizione della democrazia italiana, delle operazioni di voto che si sono svolte in Italia e, per la prima volta, anche tra le comunità italiane nel mondo". Questo il commento del Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi, sullo svolgimento delle elezioni.

12:40 Bertinotti contrario a cedere una camera alla Cdl

"Deciderà l'Unione, la mia è una opinione, ma io sono contario all'ipotesi che la guida di una delle due camere sia assegnata all'opposizione". Lo ha detto Fausto Bertinotti, precisando che Rifondazione avrà una sua visibilità nel governo.

12:33 Bertinotti: "L'Unione governerà con Prodi premier"

"L'Unione governerà con Prodi premier": lo ha dichiarato il segretario di Rifondazione Fausto Bertinotti.

12:27 Berlusconi rinvia conferenza stampa

Silvio Berlusconi ha deciso di far slittare la conferenza stampa di analisi del voto annunciata per le 12 di oggi a palazzo Chigi. Al momento il premier è riunito con i suoi collaboratori a palazzo Grazioli per fare il punto dopo che il voto degli italiani all'estero ha consegnato la maggioranza all'Unione anche al Senato.

12:24 Commissione Ue: "Pronti a lavorare con prossimo governo"

La Commissione europea "è pronta a lavorare insieme con il prossimo governo italiano, nello spirito di collaborazione reciproca che ha sempre caratterizzato i rapporti tra queste due istituzioni". E' il primo commento fatto dall'esecutivo Ue alle elezioni in Italia attraverso una sua portavoce. La portavoce ha specificato che il presidente Josè Manuel Barroso, in viaggio, "segue attentamente gli sviluppi in Italia", ma, prima di qualsiasi commento "attende che le autorità italiane comunichino i dati ufficiali".

www.repubblica.it
 

Fleursdumal

फूल की बुराई
Il voto, le reazioni del centrodestra

«Contestiamo la vittoria dell'Unione»
La Cdl: «Ora una verifica scrupolosa dei conteggi elettorali, mezzo milioni i voti annullati». Fassino: «Si consolano così...»


ROMA - L'Unione canta vittoria. La Cdl unita contesta il risultato e chiede che ci sia una «scrupolosa verifica del conteggio e dei verbali». Per Paolo Bonaiuti, portavoce del premier Berlusconi, si parla di «mezzo milioni di voti annullati». «Quindi mi pare - sostiene Bonaiuti - che la questione sia ancora complessa: e questo riapre il discorso anche per l'attribuzione della vittoria del centrosinistra alla Camera».
«La Cdl - sostiene una nota della Casa delle libertà - ha vinto al Senato con oltre il 50% dei voti e oltre 350 mila voti di scarto. Alla Camera invece nessuna delle coalizioni ha superato il 50% e lo scarto è inferiore ai 25mila voti». Insomma, conclude il comunicato del centrodestra, «una differenza così ridotta richiede una scrupolosa verifica di conteggi e verbali».
L'ULIVO: «NON AMMETTONO IL VOTO» - Immediata la replica dei leader dell'Ulivo. Per Fassino «quando uno perde deve trovare una buona ragione per consolarsi». Mentre per Francesco Rutelli se la Cdl proprio vuole contestare l'esito delle urne, si deve «rivolgere al ministro dell'Interno».
Succesivamente, in una nota del coordinamento dell'Ulivo, si scrive che «perdere fa male e rende ancora più inutile chiedere per l'ennesima volta il rispetto delle regole anche nel conteggio dei voti. La CdL, dopo aver svolto una campagna elettorale al limite della decenza e nella piena violazione della par condicio, questa volta non vuole nemmeno ammettere l'esito elettorale e il voto democratico di milioni di italiani».

www.corriere.it
 

Fleursdumal

फूल की बुराई
Napolitano: «È l'ora della distensione tra i due poli»
di Sara Bianchi



Giorgio Napolitano è stato nominato Senatore a vita nel 2005 dal Presidente della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi.
Più volte capogruppo alla Camera dei deputati del Pci, esponente della corrente moderata e socialdemocratica (capo cioè dei cosiddetti miglioristi) nel luglio del 1989 è Ministro. Nel 1992 viene eletto Presidente della Camera, successore di Oscar Luigi Scalfaro che diventa Presidente della Repubblica. Romano Prodi lo nomina Ministro dell'Interno del suo Governo nel 1996.
Quali sono a questo punto le priorità istituzionali?
Priorità istituzionali sono chiaramente la scelta del Presidente della Camera e del Presidente del Senato. L’elezione dei Presidenti dei due rami del Parlamento sarà già una scadenza delicata perché con il risultato del voto degli italiani all’estero l’Unione disporrà della maggioranza dei seggi al Senato, ma si tratta pur sempre di una maggioranza risicatissima, perciò ritengo che sarebbe auspicabile un accordo per l’elezione del Presidente del Senato e quindi un accordo per l’elezione dell’uno e dell’altro Presidente. Questo darebbe una base di stabilità maggiore al Parlamento e porrebbe i necessari presupposti per un clima di minima distensione dei rapporti tra i due blocchi che si sono esattamente divisi il voto degli italiani.
C’è anche l’elezione del Presidente della Repubblica….
È un adempimento istituzionale importantissimo che viene subito dopo. In questo caso a maggior ragione diventa indispensabile, anche per la delicatezza della funzione di alto garante della Costituzione e dell’unità nazionale che il Presidente della Repubblica ricopre, un accordo tra i due schieramenti.
Dunque, potrà essere un governo vicino a un governo di grande coalizione?
Un governo o è di grande coalizione o non è. Se sarà un governo di maggioranza e di maggioranza ristretta, potrà poi cercare un rapporto costruttivo con l’opposizione. Credo che anche se l’Unione avesse vinto con un margine più ampio, sarebbe comunque stata questa la strada da percorrere, perché bisogna ristabilire un clima di confronto effettivo nei due rami del Parlamento, occorre fare in modo che siano rispettate le prerogative del Parlamento, sacrificate in questi anni alle esigenze del Governo e della sua maggioranza. I diritti dell’opposizione vanno garantiti, non ha importanza chi sia di volta in volta in maggioranza. Perciò anche un governo di maggioranza e di stretta maggioranza potrebbe e dovrebbe ricercare questo rapporto con l’opposizione in maniera da ristabilire un clima di confronto più pacato, più fecondo.
Quello che avremo sarà un governo per il quale sarà senza dubbio difficile governare nei prossimi anni…
Sarà sicuramente difficile governare, dipenderà dalla coesione dello schieramento che ha avuto la maggioranza alla Camera e, sia pure molto ristretta, anche al Senato; ma dipenderà anche da altri fattori, dipenderà dal senso di responsabilità dell’opposizione e naturalmente dallo sforzo cha sarà fatto da parte della maggioranza per ristabilire un clima di dialogo con l’opposizione.
Quali dovrebbero essere a suo modo di vedere i primi atti che dovrà compiere questo governo?
Un governo che si formi contando di poter procedere senza troppi intoppi grazie al premio di maggioranza ottenuto alla Camera per l’Unione e grazie a un sia pur risicato margine di maggioranza al Senato, non può non affrontare in primo luogo questioni scottanti come quella della presentazione del documento di programmazione economico-finanziaria, con lo stato dei conti pubblici e i primi indirizzi di politica economica. C’è una scadenza ravvicinata, c’è un’intesa con la Commissione Europea per dare garanzie attraverso questo documento nella osservanza dei criteri di contenimento del debito pubblico e di rientro nella norma per il rapporto tra il deficit e il prodotto lordo. Questa è sicuramente la prima scelta importante che questo governo dovrà affrontare: il documento di programmazione economico-finanziaria.
Il risultato elettorale conferma oltre ogni previsione il dato di spaccatura del paese, appesantito dal balletto di cifre cui abbiamo assistito ieri con exit poll che poi sono stati smentiti.
Quello che è accaduto nella percezione dell’opinione pubblica è stato terribilmente deviato dagli exit poll. Dobbiamo riflettere sulla opportunità di valorizzare questa prassi che si è instaurata in Italia per cui si danno commenti politici, assumendo più o meno attendibili o più o meno certi i dati degli exit poll. I risultati effettivi si sono discostati in modo tale dagli exit poll da creare situazioni politiche e reazioni di opinione che avrebbero anche potuto risultare ingovernabili, perché quando si presenta una previsione fondata su due “forchette” e alla fine si verifica che per uno schieramento si raggiunge il massimo di quella forchetta mentre l’altro schieramento rimane al minimo, allora si esce del tutto fuori strada. Occorre invece stare molto attenti e aspettare con la dovuta pazienza e calma gli scrutini. I rappresentanti di tutte le forze politiche dovranno tenere a futura memoria che precipitarsi a fare dichiarazioni, a discutere, a imbastire dibattiti puramente ipotetici, non contribuisce ad una reazione composta e controllata dell’opinione pubblica di fronte all’attesa dei risultati elettorali.
Questo risultato elettorale impone una riflessione sulla necessità di ristrutturazione della classe politica?
Ristrutturazione della classe politica è un’espressione abbastanza vaga. La verità è che bisognerà che i partiti, anche i partiti dell’Unione, esaminino con molta serietà il loro modo di essere presenti nel Paese, il loro impegno per comprendere le tendenze che prendono piede nella società, seguirne l’evoluzione, corrispondervi. Emerge sicuramente un elemento di distacco, di non sufficiente vicinanza e compenetrazione tra classe dirigente e larghi strati della società.
Nel centrosinistra questo esito imprime, a suo giudizio, un’ accelerazione al partito democratico o il contrario?
Mi pare del tutto prematuro dirlo. Non credo che adesso ci si debba precipitare in un senso o nell’altro. C’è ben altro a cui pensare in questa fase successiva al risultato elettorale.

www.ilsole24ore.com
 

Fleursdumal

फूल की बुराई
Un Paese unito
Maurizio Blondet
10/04/2006
Romano prodi festeggia in piazza Santi Apostoli con in mano il tricolore e la bandiera dell'Unione Europea

Dopo ore ed ore di chiacchiere TV, autorizzate e conformiste, sul «Paese spaccato», anche gli ingenui lo capiscono: dal voto è uscito un popolo unito.
Unito dal rigetto e dal disprezzo di una classe politica obliqua, falsa, che risponde solo ai suoi referenti lobbistici e ai suoi interessi, ed è incapace di indicare un orizzonte.
Il risultato è quello che ci siamo augurati su queste pagine.
Berlusconi meritava di perdere; ma il popolo che lo ha votato non lo meritava.
Ed ha mostrato di esistere, di essere forte, un saldo blocco sociale: capace, nel Nord ma anche in Campania e in Puglia, di rovinare la festa che già si erano preparati gli auto-definitisi vincitori.
Questi avevano già con sé tutti i poteri cosiddetti «forti», i grandi parassiti di Stato, confindustriali, bancari, persecutori in toga, e i loro trombettieri e maggiordomi nei media di proprietà: tutti coalizzati.
Gli mancava il «popolo»: e non l’hanno avuto.
Il popolo non gli ha dato la cambiale in bianco che, con infondata sicumera, si aspettavano. Berlusconi ha meritato la sconfitta.
Ma ancor più meritata è la sconfitta dei Paolo Mieli, Gad Lerner e De Bortoli: e l’hanno avuta.
Non hanno trascinato il voto dove volevano loro.

La gente continua a diffidare dei tassatori al riparo delle finanziarie lussemburghesi, di coloro che ci fanno lezioni di «competività» sotto l’ombrello dell’impiego garantito e delle regalie pubbliche, dei dipendenti Goldman Sachs tutti protesi a fare gli interessi
dei loro padroni internazionali.
Il popolo, unito, li disprezza.
Anche a sinistra.
Perché se quello che si raccoglie attorno a Berlusconi (non per lui, ma ormai per sé) è definito «populismo», non sfugga che anche l’antiberlusconismo di sinistra è - anzi di più - un populismo: quello moralistico di chi detesta che sia al governo un miliardario, quello dei girotondini che credono alla santità infallibile del «popolo» (loro stessi: registi, puttane della repubblica e direttori TV).
Il voto massiccio alle sinistre estreme è stato un voto contro i parassiti confindustriali, bancari e Goldman Sachs di cui sono alleate: e un «no» preventivo ai progetti di «flessibilità», tagli e tasse che i potenti sperano Prodi faccia per loro.
Qualcuno dovrà notare, poi, il comportamento di Prodi nelle ore del «testa a testa».
Prima il prematuro chicchiricchì di vittoria, poi la scomparsa per tutto il pomeriggio e la notte.
Ha lasciato sola la folla pronta a festeggiare coi cantanti pop davanti ai tabelloni; non è andato a soffrire con la sua gente, l’ha abbandonata.
Una replica, in piccolo e ridicolo, dell’8 settembre.
Prodi ha messo su il disco di Badoglio: la guerra continua, fatela voi.

Poi, naturalmente, è riapparso a gridare chicchiricchì, gonfio, ambiguo, losco e vendicativo, e tronfio.
Ma la gente di sinistra farebbe bene a non dimenticare questa prova di carattere vile, questo impulso allo squaglio, alla diserzione e alla paura.
Prodi, dopo 40 anni di presenza nell’ambigua penombra tra politica, tangenti e tecnicismi, dietro le quinte, merita di comandare?
Dopo non essere riuscito a convincere tanti indecisi che di Berlusca hanno le scatole piene?
Dopo aver traccheggiato sulle tasse, aver biascicato cifre sulla ricchezza patrimoniale da colpire, prima 250 mila euro, poi i «molti milioni»?
Vi fidate?
Fate voi.
Ora, avverrà l’inevitabile.
I benintenzionati che hanno creduto di votare Giovanardi, hanno votato Follini e Tabacci.
E Tabacci era già raggiante: l’UDC ora ha la forza - nella mezza sconfitta della Sinistra – per il governo «di larghe intese» che da sempre i democristiani come lui avidamente sognano.
Passare dall’altra parte, dare la maggioranza a chi l’ha avuta negata dall’elettorato; in cambio di alti prezzi corruttori e di sottogoverno.

Prendere voti al Centro per portarli a Sinistra, con accordi sottobanco: è questo l’eterno gioco DC.
E nella larga intesa le due anime della DC si incontreranno.
I dati elettorali rendono inevitabile questo esito, col taglio delle «ali estreme» delle due parti e l’ammucchiata collusiva al Centro, per «fare le riforme», per «l’emergenza nazionale».
Tutto sta a vedere quali «riforme», si capisce.
Se saranno quelle dettate da Goldman Sachs, avremo perso noi: il popolo italiano unito nel disprezzo.
Ora, questo popolo unito dovrebbe trovare l’unità per ricordare a lorsignori, ogni giorno, che questa non sarà la grande coalizione tedesca, col suo destino manifesto segnato dalla storia e dalla geografia (Berlino, appena tornata capitale, già allaccia a Mosca la sua potente industria e corre verso l’Est).
La «larga intesa» italiota è un'altra cosa: è la coalizione di perdenti, di minoritari senza progetto. Sarà bene lo ricordino: i democristiani soprattutto, non hanno avuto la cambiale in bianco.

Maurizio Blondet

www.effedieffe.com
 

Fleursdumal

फूल की बुराई
I commenti della stampa estera:
l'Italia «sul filo del rasoio»




L'Italia spaccata in due, uscita dalle urne del 9-10 aprile, campeggia sulle prime pagine dei giornali di tutto il mondo: i quotidiani internazionali, costretti a fare ribattute fino a tarda notte, hanno fotografato l'incredibile balletto di cifre, il verdetto sospeso a metà e la difficile legislatura che aspetta gli italiani.


STATI UNITI

NEW YORK TIMES: «Il risultato delle elezioni italiane rimane incerto». Berlusconi è «un personaggio che desta sentimenti contrastanti, il che è emerso anche in queste elezioni, in cui un numero quasi uguale di italiani hanno votato contro o a favore del presidente del Consiglio. Un equilibrio che minaccia di condurre a un punto morto e che potrebbe gettare l'Italia in un limbo politico senza precedenti e instabile... Il futuro esito oscilla, secondo gli esperti, dalla possibilità di formare un governo di compromesso fatto da tecnocrati fino all'ipotesi estrema del ritorno alle elezioni».

WASHINGTON POST: «Uno stretto margine di vittoria può consegnare a Prodi la leadership di un governo diviso». «Non è affatto certo che Prodi diventi primo ministro, ma è quasi sicuro che Berlusconi non riceverà un altro mandato». Per gli Usa, un riflesso immediato: «Con Berlusconi apparentemente defenestrato, il presidente Bush perde un alleato deciso in Europa e in Medio Oriente».


RUSSIA

ROSSYSKAYA GAZETA: «Le posizioni di Prodi sono diametralmente oposte sulla Russia: Berlusconi ha apertamente mostrato la sua simpatia verso qualsiasi cosa russa. È venuto in Russia molte volte e la sua famiglia ha legami d'amicizia con quella di Putin». Il quotidiano, di proprietà pubblica, aggiunge che Prodi ha più volte sottolineato l'impreparazione di Mosca ad unirsi all'Unione Europea e si è anche opposto alla creazione di istituzioni russo-europee.

VREMYA NOVOSTEI: «il rapido cambiamento nelle democrazia occidentali determina che la Russia non ha più amici 'eternì in Europa», scrive il quotidiano, notando come l'ex cancelliere Gerhard Schroeder, un altro amico personale di Putin, è stato sostituito da Angela Merkel, «sostenitrice delle relazioni trans-atlantiche piuttosto che del flirt con Mosca». Mosca adesso sente «parole meno gradite» arrivare da Roma.

VEDOMOSTI: «Ciao, Silvio. Un burocrate europeo sostituirà un amico di Putin».


FRANCIA

LE FIGARO: «Qualunque sia il vincitore troverà una situazione confusa ed un Paese spaccato tra due schieramenti politici». Secondo il quotidiano di destra, le prime conclusioni che si possono trarre da queste elezioni sono che la Casa delle Libertà tiene fermamente il controllo sul nord del Paese, ha una flessione nel Mezzogiorno, tranne che in Sicilia e nelle Puglie, l'anno scorso nelle elezioni regionali conquistate dalla sinistra. «Forza Italia - conclude Le Figaro - conferma il suo posto di prima forza politica dell'Italia».

LE PARISIEN:«Suspence in Italia», dove saranno presto indette nuove elezioni con una forte probabilità di ottenere un risultato altrettanto incontrollabile.

LIBERATION: «Incomprensibile» è il titolo: «La performance di Berlusconi è incomprensibile. Anche i suoi alleati come Bush o la destra europea sarebbero stati soddisfatti di vederlo scomparire». Ad ogni modo - conclude il quotidiano di sinistra - «una certa idea di centro sinistra incarnata da Prodi è fallita, anche se Berlusconi non è in migliori condizioni».

FRANCE-SOIR: «il timore degli italiani è che si arrivi ad un macht nullo; una eventualità che fa paura a più di un italiano ma che dimostrerebbe come la penisola sia divisa». «Intanto - sostiene il quotidiano - Dominique Strauss-Kahn, uno dei leader del socialismo francese, arrivato a Roma per sostenere il suo amico Prodi, trattiene il fiato..».


GRAN BRETAGNA

TIME: «Europa in agitazione», sottolinea il quotidiano, che in prima pagina pubblica le bandiere di Italia e Francia affiancate, come a evidenziare che due importanti Paesi europei sono «entrambi politicamente incerti». Con il suo corrispondente da Roma, Richard Owen, il 'Timè ha dedicato una cronaca dettagliata delle convulse ore che hanno seguito l'apertura delle urne e che hanno regalato all'Italia «ancora più incertezza». «È stata una notte di straordinari capovolgimenti di fronti: alle 9 di sera, la televisione di Stato italiana ha aperto il principale programma dedicato alla notte elettorale con la domanda 'Chi ha vinto?' E tre ore più tardi la domanda era sempre la stessa».

www.lastampa.it
 

Argema

Administrator
Membro dello Staff
Non è vero che Putin sia scontento del risultato. :noo: Mi ha chiesto chi avessi votato e quando gli ho detto il cdx mi ha detto "Tovarish Argy, farò presto amicizia col mortadella per farti contento!"
Parole testuali eh! :lol:
 

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