Engineering, con profilo per il super fondo

Lo scorso 24 maggio il Parlamento italiano ha approvato il decreto Omnibus. Tra le varie misure governative comprese nel decreto, per il quale il Cdm ha chiesto la fiducia alle camere, c’era il conferimento alla Cassa deposito e prestiti, tramite modifica di statuto, della possibilità di partecipare all’azionariato di imprese italiane. Si ultimava così l’iter per la formazione di un super-fondo gestito dal Ministero del Tesoro e fortemente voluto dal ministro Tremonti. Con la partecipazione della Cdp, che apporterà 3-4 miliardi di euro, il fondo raccoglie risorse finanziarie per circa 20 miliardi di euro, alle quali contribuiranno anche fondi sovrani stranieri, come quelli cinesi. Il super-fondo potrà investire in aziende italiane, la cui strategicità è fondamentale per il sistema Italia e pertanto vanno difese da tentativi di scalata stranieri. Secondo le parole di Tremonti “non c'è una logica politica né un tentativo di distorcere il mercato. Il fondo è un'idea per accompagnare la crescita dimensionale delle imprese nel mondo globale”.

Tra i requisiti del fondo vi sono: aziende non indebitate eccessivamente, passibili di scalata straniera, proiezione internazionale e globale che il fondo intende accompagnare.

Al momento non si conoscono i settori in cui interverrà il fondo né le prime società interessate. Gli investitori sembrano indicare in Parmalat, Edison, Enel, Eni, Finmeccanica le sicure beneficiate dal fondo. Il Tesoro già partecipa in alcune di esse e secondo gli analisti finanziari potrebbe, tramite il nuovo fondo, aumentare in forma indiretta le sue partecipazioni. Tuttavia, l’economia italiana presenta anche altre risorse strategiche e non note come le big dell’industria italiana. Tra le aziende che risultano essere perfette candidate all’interesse del fondo del Ministero del Tesoro, c’è Engineering. L’azienda romana è tra i leader del settore della Tecnologia dell’Informatica e della Comunicazione: nonostante la sua bassa capitalizzazione (290 milioni di euro), le sue attività ricoprono un’importanza strategica. La realizzazione e gestione di software per enti pubblici come, tra gli altri, il Ministero della Difesa, del Tesoro, la Corte dei Conti, fa di Engineering il custode di una banca dati che va “protetta”.

Engineering ha chiuso l’ultimo esercizio con un passivo di 21 milioni per via di varie acquisizioni a fini espansivi. Ha diversi clienti nel portfolio internazionale, in particolare si è rafforzata di recente nel mercato brasiliano con l’acquisto di Dynpro Sistemas S.A da parte di Engineering do Brasil, appartenente alla holding italiana.

La proiezione internazionale verso la quale si sta spingendo Engineering, fa sì che la società possa entrare nell’interesse di gruppi stranieri.

Tra i principali azionisti di Engineering vi è lo spagnolo Bestinver, il gestore di fondi controllato dalla holding iberica, Acciona, assai presente anche questa in Brasile (Acciona, tra l’altro, è stato il socio di Enel nell’acquisto di Endesa).

Bestinver ha recentemente aumentato la sua partecipazione, con l’acquisto di circa 300.000 euro in ulteriori azioni di Eng, fino ad arrivare oltre il 10%. Il 67% dell’azionariato di Engineering è diviso tra i soci fondatori. Tuttavia le partecipazioni dei fondatori sono possedute da vari soggetti all’interno delle stesse famiglie e il flottante è molto ridotto. Questo significa che eventuali interessi stranieri potrebbero avere a che fare con pochissimi soggetti: basterebbe l’accordo con uno solo dei maggiori azionisti per poter entrare nell’azionariato di riferimento. Se con i fondatori il discorso può essere legato anche a discorsi di percorso imprenditoriale, il discorso cambia con Bestinver. Il fondo, nonostante segua i principi di value investing, apprezzate le azioni non avrebbe remore a cederle. La strategia della gestione di Bestinver fu spiegata dallo stesso gestore del fondo, Pedrosa, con riferimento alle partecipazioni in Cir e Cofide: “Non siamo come Acciona che vuole comandare. Non abbiamo interessi industriali, ci interessa valorizzare l’investimento”.

L’importanza di Engineering non è legata semplicemente ai risultati raggiunti e ai margini di crescita aziendali e finanziari del gruppo (i ricavi sono previsti in aumento e il prezzo obiettivo medio degli analisti è di 29 euro, oltre il 30% in più della quotazione attuale): piuttosto al know-how sviluppato e alla gestione di software del sistema Italia (industrie, pubblica amministrazione, difesa, sanità, economia, banche). Engineering dispone di dati molto sensibili che ha raccolto durante le sue attività aziendali e la collaborazione con gruppi come Finmeccanica ne è la prova.

Dati, conoscenze, procedimenti, brevetti, know-how, software, che possono essere accessibili con poche decine di milioni di euro.

In questo senso, una partecipazione del fondo gestito dal Tesoro potrebbe fare da guardia agli interessi italiani, e ai segreti, custoditi da Engineering. Inoltre, l’accoppiata Tesoro-Engineering nell’espansione all’estero del made in Italia di software potrebbe risultare beneficiosa per entrambi: per il Ministero significherebbe conoscenza diretta di dinamiche straniere nel settore dell’ITC, per Engineering un partner indiscutibilmente autorevole per la conquista di nuovi mercati.
 
La paura e' che si torni ai tempi dell'IRI che tante aziende italiane ha decotto e distrutto e tante tangenti ha favorito; se questi sono gli intenti di un governo di destra liberista...perche' non reinvestono nei telefoni, nell'Energia elettrica, se le ricomprano e cosi' siamo a posto
Se non sono questi i settori ad alta tecnologia e sviluppo, quali sono? Le piccole aziende che saranno sempre preda delle grandi non le potra' certo aiutare un po di cash governativo...
Andra' a finire come al solito che i soldi vanno su aziende inventate dal nulla per dividere la pagnotta...(Investire Italia l'hanno chiusa da quando?)
Good Night
 

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