Eni...Dogs and Horses, for pussy's lovers only - Cap. 3

chiusura weekly senza una direzione precisa

la dma200 cyan è piatta sembra 17 piaccia
 

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oggi era...

la festa di liberazione dal nazi-fascismo...

una domanda
quando ci liberiamo da questo manipolo di traditori?
o vogliamo pensare di aver avuto i peggiori e sfigati banchieri centrali(dei politici manco ne parlo...nn ne vale la pena...liquame putrido sottomesso) che han firmato swap sul rischio aumento tasso quando questo aveva toccato il suo massimo(il primo fu ciampi...:wall::wall::wall:)?

'ste cose le sappiamo da molto tempo...le sanno in tanti...

gli altri bovi che festeggiano per le facezie renziane le potranno ascoltare domani dalla gabbanelli...

Andrea Greco per “la Repubblica

MINISTERO via XX Settembre
Più del tesoretto di Matteo Renzi. Più della minore spesa 2014 sul debito pubblico. Il tesoretto vero lo vanno incassando 19 banche d’affari controparti della Repubblica e degli enti locali sui derivati: 17 miliardi dal 2011, tra esborsi reali e aggravi del fabbisogno. Nel solo 2014 l’impatto negativo per il Paese è 5,46 miliardi, più dei 4,14 risparmiati per il minor costo del debito che quei contratti dovrebbero coprire da rischi su tassi e cambi, come sostiene il Tesoro.

L’Italia è la nazione europea che paga di più alto per i derivati: da sola supera il totale delle 19 dell’eurozona, fermo a 16 miliardi grazie agli incassi di Francia (+2,7 miliardi), Grecia (un miliardo), Belgio (un miliardo), Finlandia e Portogallo sulle scommesse finanziarie. Dietro l’Italia a pagare di più sono Olanda e Austria, ma con soli 2 miliardi a testa.

piercarlo padoan con la moglie
La nuova serie di dati l’ha pubblicata Eurostat, che conteggia le finanze pubbliche dell’eurozona. Il dato è duplice: ci sono i flussi di cassa negativi, per Roma 12,41 miliardi dal 2011 (3,63 l’anno scorso) e gli aggiustamenti operati per rispettare le regole Ue su ristrutturazioni e novazioni di derivati, che come chiarito da via XX settembre «non corrispondono a esborsi anche se aumentano il debito». Quest’altra voce dal 2011 ha pesato per 4,54 miliardi.

Limitandosi al governo centrale, l’impatto cala a 11,91 miliardi di flussi negativi, mentre il fabbisogno per ristrutturare certi contratti (l’effettiva riuscita si vedrà in futuro) resta a 4,54. Sono numeri capaci di cancellare l’austerity dei governi Monti e Letta, la voglia di ripresa del governo Renzi, e soprattutto l’inondazione monetaria della Bce di Mario Draghi che ha piallato il tasso del Btp decennale all’1,43%. Infatti, confrontando le stime del dicastero (Def), i risparmi complessivi per minori oneri sul debito (pari a 2.130 miliardi, costo stimato 79,15 miliardi) ammontano a 14,38 miliardi in tre anni.
franco bassanini pier carlo padoan

Tra l’altro i tassi bassi sul lato derivati non sono d’aiuto. «È molto probabile che anche nei prossimi anni perdite e maggiori fabbisogni collegati ai derivati superino i cosiddetti risparmi portati dal calo dei costi di finanziamento », ha detto a Bloomberg Nicola Benini, vice presidente di Assofinance.

Negli ultimi dati forniti dal Tesoro, che ha aumentato negli ultimi mesi l’informazione in materia, c’erano a dicembre 163 miliardi in derivati, con un mark to market (valutazione di mercato) negativo per 42,65 miliardi. L’80% di queste perdite potenziali riguardano quelli che sono stati definiti “Irs di duration”, ovvero contratti che scambiano tassi fissi con variabili per allungare le scadenze. Come ha detto Marcello Minenna, docente di Finanza matematica della Bocconi, sentito alla Camera durante l’indagine conoscitiva sul tema, «non c’è una definizione in letteratura di Irs di duration, ma andando per esclusione si può ipotizzare che siano swap collegati a Btp, cioè a tasso fisso».

VAROUFAKIS E PADOAN
Con il crollo dell’Euribor però tale operazione raddoppia gli impegni finanziari statali: «Dal momento che il mercato dal 2011 è radicalmente cambiato, se gli Irs sono legati ai Btp che rappresentano il 67% dei titoli in circolazione, forse c’è una prima spiegazione dei 33 miliardi di mark to market negativo », ha aggiunto.

Altro salasso in arrivo riguarda la vendita di swaption, opzioni che danno diritto a entrare in uno swap (ma molto più rischiose), e in essere per 19,5 miliardi con minusvalenze di quasi la metà. «La swaption incorpora un elemento di discrezionalità in capo alla controparte acquirente che gioca chiaramente a sfavore del venditore», ha detto in commissione Finanze Minenna.

carlo fuortes e pier carlo padoan
Meno tecnicamente, le opposizioni in Parlamento hanno chiesto le dimissioni del ministro. «Di fronte a questi dati e al silenzio colpevole del Tesoro chiediamo le dimissioni di Padoan - ha detto Renato Brunetta di Forza Italia - e un azzeramento dei vertici della direzione che in questi anni ha gestito con opacità e incompetenza uno dei settori più delicati per la vita del Paese». Mentre M5s ha presentato un’interpellanza urgente: «Il governo non può più nascondere le macerie sotto il tappeto, serve trasparenza piena». Il sottosegretario Pier Paolo Baretta ha risposto che «è allo studio una nuova e più efficiente metodologia di informativa periodica», ma il governo continua a negare quei contratti «per il rischio speculativo che la pubblicazione comporterebbe».
matteo renzi pier carlo padoan RENZI E PADOAN




fanno due gettiti complessivi di imu...

coglioni!!!

O CI RIBELLIAMO ALLA DITTATURA...ALLO STROZZINAGGIO DEL SISTEMA MONDIALE BANCO CENTRICO...

O PER I NOSTRI FIGLI...I NOSTRI NIPOTI CI SARA' SOLTANTO LA SCHIAVITU'!!!

notte

p.s. chiedete a padoan se caso mai ha firmato qlc di simile con spread a 100...e tasso a 1 poco +...:lol::lol::lol::clap::clap::clap:
naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa...si aspetta che risalga e tanto...ahahaha
 
parito democratico?

:lol::lol::lol::lol::lol::clap::clap::clap::bow::clap::clap::clap::lol::lol::lol::lol::lol:

naaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa...

prove tecniche di nazionalsocialismo...:cool:

Chiamarlo partito non si può, figurarsi democratico. Quello che è accaduto durante l’Assemblea Provinciale del Partito Democratico, riunita all’ex Asilo Patria e Lavoro per la definizione delle candidature per le regionali, è qualcosa di semplicemente indegno.

Una pagina di vergogna da manuale che trae la sua origine in un certo modo di gestire la vita di un organismo intermedio di rappresentanza, qual è un partito appunto, che dovrebbe vivere del contributo di tutte le sue anime interne e dovrebbe alimentarsi di un laico pluralismo capace di dare spazio all’espressione di tutte le differenze che lo attraversano, tanto più in una realtà plurale come quella del Pd.
RISSA ALL ASSEMBLEA DEL PD DI AVELLINO

Un organismo, insomma, che dovrebbe vivere di un confronto civile di idee, posizioni e punti di vista, senza soffocare la voce di alcuno ma tentando, piuttosto, di armonizzare ed amalgamare le differenze perché è da queste che nasce una capacità di far fronte alle sfide molteplici della rappresentanza.

Un confronto che non dovrebbe mai tramutarsi in barbaro scontro, soprattutto in quella che dovrebbe essere una democrazia più o meno compiuta. Tutto questo è smentito nelle scene che immortalano la bagarre scatenatasi nel corso dell’assise e che denunciano, senza bisogno di troppi commenti, l’immaturità e l’inadeguatezza di una realtà come il Pd irpino.
RISSA ALL ASSEMBLEA DEL PD DI AVELLINO

Scene che denunciano la pochezza di una politica non vocata al servizio ma fondata su tatticismi che difendono interessi di parte. Questo l’atteggiamento che ha preparato e accompagnato lo svolgimento dell’assemblea: era dunque inevitabile che qualcosa andasse storto, che il tappo saltasse e che la polveriera esplodesse.

Il segretario del Partito non ha mai governato questo come altri processi che ne hanno attraversato la vita dalla sua assunzione di incarico. Era inevitabile che i nodi venissero al pettine ma non così. Non in maniera così vergognosa: questa è la mortificazione della politica, un’immagine sconfortante che non può far altro che allontanare ancora di più l’elettorato da un mondo percepito già come corrotto e parassitario.

RISSA ALL ASSEMBLEA DEL PD DI AVELLINO
Quello del Patria e Lavoro è il peggior spot elettorale per il Pd che si condanna agli occhi di una cittadinanza già stanca di un copione inconcludente. Una violenza verbale che mal celava una foga fisica scatenata da un arrogante atteggiamento di prevaricazione di chi, non avendo, evidentemente, argomenti validi, sperava di vincere con la forza mettendo a tacere le minoranze che, legittimamente, chiedevano che le loro istanze fossero ascoltate e riconosciute. È un diritto fondamentale, l’ABC della democrazia, paradossalmente e vergognosamente negato alla vigilia del Settantesimo Anniversario dalla Liberazione.

RISSA ALL ASSEMBLEA DEL PD DI AVELLINO
Il problema, dunque, non è da ricercare nelle urla dei componenti di minoranza che reclamavano a gran voce il rispetto delle regole, urla che ci riconsegnano immagini penose, ma nella sorda supponenza di chi, con meschina arroganza, ha ritenuto di poter voltare le spalle alle più elementari norme della democrazia per garantire i propri interessi, ovvero il compimento di un piano già stabilito altrove. Chiamarlo democratico, il partito di De Blasio, davvero non si può.
 
buondì

in sintesi...
l'italia è una repubblica PARLAMENTARE
il governo ha una funzione esecutiva ma soggiace al controllo...
del parlamento che si esplica in due camere
del presidente della repubblica
della corte costituzionale

perchè tutti questi pesi e contrappesi?

perchè nel 1924 una minoranza grazie ad una legge identica a quella che si vorrebbe far approvare a colpi di fiducia(italicum) permise ad una minoranza di poco + del 20% di impossessarsi del potere assouto...
il fascismo(di cui ieri abbiamo festeggiato il 70° della caduta...)si appropriò della democrazia...della libertà...seguirono purghe e paura...e infine morte e distruzione...

dice ma adesso è un'altra cosa...
col cazz@ che lo è

un parlamento con un unica camera legislativa permette con l'italicum a una minoranza di governare...
ma nn solo
una minoranza si prende tutto
si prende il governo
si prende il presidente della repubblica(al 5° scrutinio basta il 50% +1)
si prende la corte costituzionale(1/3 di nomina del pdc...1/3 di nomina del parlamento)

è una roba che in forma + lieve tentò la dc nel 53 con la legge truffa...cui il pci e il psi si opposero riempiendo le piazze...

è una roba che il nano mai pensò...
avrebbe avuto sindacati...partiti...milioni in piazza

oggi dopo 70 anni dalla liberazione
di nuovo un uomo(facciamo mezzo dai) riprova ad essere solo al comando...
epurando i suoi che gli chiedono un fare DEMOCRATICO
mettendo le mani sulla COSTITUZIONE

la COSTITUZIONE E' DI TUTTI...CAZZ@!
sono morti a centinaia di migliaia per quella carta...CAZZ@!

nn si può cambiare a botte di maggioranza...nn è la carta del governo...è la carta di tutti gli italiani...

se quei dem di Speranza...se tutti gli altri che trovano il proprio fondamento politico negli ideali di LIBERTA'...DEMOCRAZIA...RAPPRESENTATIVITA'...nn si opporranno a questo scempio...
la DERIVA AUTORITARIA SARA' COSA FATTA!

io spero...sinceramente spero...che quegli italiani nel momento del voto ricordino l'accezione + demplice della parola...DEMOCRATICO!

ribadiva bersani...
«Non siamo un partito che ha un padrone. Su temi come questi non può esserci un meccanismo né di disciplina di partito né di corrente. Ogni parlamentare dovrà prendersi singolarmente la sua responsabilità »
«Per me, il 25 aprile è il coraggio di pagare il prezzo delle proprie idee»



Pierluigi Bersani avverte Matteo Renzi sull’Italicum: «Non siamo un partito che ha un padrone. Su temi come questi non può esserci un meccanismo né di disciplina di partito né di corrente. Ogni parlamentare dovrà prendersi singolarmente la sua responsabilità ».

L’ex segretario del Pd sceglie la sua Piacenza per replicare al premier, che ha minacciato la crisi di governo, se la nuova legge elettorale non verrà approvata. La città dove ieri ha concluso le manifestazioni per il 25 aprile. Precedute su twitter da un messaggio che la dice lunga sul suo stato d’animo.

«Per me, il 25 aprile è il coraggio di pagare il prezzo delle proprie idee». Prima del corteo, Bersani passeggia salutando la folla e stringendo molte mani. Poi si ferma a parlare. E bolla la minaccia di Renzi come «una pressione indebita sul Parlamento: in nessuna democrazia le costituzioni e le leggi elettorali le fanno i governi. Non vedo quindi nessun collegamento tra la discussione che si è aperta e la vita del governo»

«Nelle regole della nostra ditta c’è scritto che di fronte a temi costituzionali ogni parlamentare deve prendersi singolarmente la sua responsabilità»

e allora...
uno scatto di orgoglio...di dignità....di moralità...
ci si attende da quegli 80 "Speranziani"

I VOSTRI NONNI HANNO COMBATTUTO PERCHE' DOMANI VOI IMPEDIATE IL RITORNO ALLA DITTATURA...NN DIMENTICATELO MAI!

per quanto riguarda noi...che scriviamo di sciocchezze finanziarie...beh...
basta uscire da questo 3d e pochi altri.
si venderebbero madre e sorelle pur di raccattare due spicci...
figuriamoci la democrazia!

buona domenica
 
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