Eni (ENI) ENI il cane a sei zampe

è arrivata sul supporto statico e testerà l'area da difendere...
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GUERRA DELL’AUTO/ L’Italia (con la Germania) manda ko il mercato dell’elettrico coi biocarburanti
Pubblicazione: 08.03.2023 - Marco Pugliese
La votazione europea sul bando ai motori benzina e diesel dal 2035 è slittata per l’opposizione (tra gli altri) di Italia e Germania, che hanno un asso nella manica

Lo slittamento della votazione che avrebbe messo al bando i motori termici nel 2035, fortemente voluta in seno all’Ue, ha fatto tirare un sospiro di sollievo a non poche imprese italiane.

L’Italia si è messa di traverso (con al seguito Polonia e altri Paesi dell’Est) e la Germania ha fatto altrettanto: i due Paesi, infatti, stanno puntando sui biocarburanti che potrebbero mettere ko il mercato dell’elettrico. Un colpo che porterebbe aziende produttrici come Eni all’apice della piramide economica europea e soprattutto tale scelta darebbe all’Italia l’opportunità di diventare un vero e proprio hub energetico.

Cosa sono efuel e biocarburanti?
I carburanti sintetici (efuel) usano energia per scomporre l’acqua in ossigeno e idrogeno, ricombinandolo con CO2 per ottenere e-metanolo. I biocarburanti invece utilizzano le biomasse ricavate dagli scarti vegetali e alimentari. La CO2 necessaria a generarli arriva dall’atmosfera e terminato il ciclo tornerà da dove viene, di fatto proponendo una notevole sostenibilità ed emissioni fortemente ridotte.

La convenienza
Per l’utilizzo non serve modificare le auto, non sono necessarie colonnine ad hoc, il trasporto costa poco e permette lunghi tragitti. L’emissione d’ossidi d’azoto e particolato è ridotta rispetto alla normale benzina o diesel. Questa soluzione non è una panacea ecologia, ma ci eviterà la distruzione industriale, in attesa di poter utilizzare delle batterie migliori, smaltibili senza i processi odierni e soprattutto in grado d’interessare il traffico pesante commerciale (cosa oggi praticamente impossibile).

In Italia l’Eni ha lanciato (già presente in pompa) un biodisel che si chiama HVOlution ed è composto al 100% da olio vegetale e idrogenato. Rappresenta un gasolio rinnovabile prodotto da materie prime di scarto, residui vegetali e da oli generati da colture (non in competizione con la filiera alimentare), oltre a olio esausto (altro brevetto italiano che l’Ue ha sempre snobbato, datato anni ’80, che di fatto ricicla l’olio esausto, eliminato tramite inquinante combustione da Germania e Francia…).
Per ottenere questa miscela speciale, Eni ha siglato accordi e partnership mondiali in diversi Paesi dell’Africa, come Kenya, Mozambico e Congo. In queste aree, la società sta sviluppando alcuni agri-hub che serviranno per produrre parte del carburante che verrà successivamente trattato nelle raffinerie italiane, com quella di Gela. HVOlution non è un carburante a zero impronta carbonica, ma la stima di riduzione dell’emissione di CO2 è tra il 65% e il 94% con i motori di nuova generazione che verranno prodotti (se l’Ue non blocca il tutto…).
Attualmente il prezzo alla pompa equivale al diesel, ma è “retto” dagli attuali euro 5 e 6 diesel. Le stime che davano gli efuel tra i 3 e i 4 euro al litro sono state disattese, anzi il prezzo potrebbe scendere già nei prossimi mesi.

L’asse Italia-Germania
Eni ha messo l’Italia in una posizione di vantaggio tecnologico e visto che anche la Germania produce biocarburanti la partita potrebbe essere giocata da Berlino e Roma, in vantaggio su Parigi (il resto d’Europa sarebbe solo mercato di vendita, produzioni e brevetti sono saldamente in mano italiana e tedesca).

Per fare questo salto serve un passaggio legislativo in seno all’Ue, la nostra governance politica deve impegnarsi mettendo al centro dell’agenda l’interesse nazionale.

Non è solo una questione di biocarburanti, Eni e Leonardo in partnership stanno lavorando a un propellente per i razzi spaziali, altro aspetto d’interesse nazionale che proietta il nostro Paese tra i leader della space economy, che ormai è la vera sfida del prossimo decennio. Serve riportare l’Italia al centro dell’Europa, serve visione e applicazione della nostra genialità.
 
ENI è sempre più GREEN da quando l'EU ha stabilito che l'energia nucleare è VERDE


Giovedì, 9 marzo 2023
Energia da fusione, Eni sigla accordo di cooperazione con CFS
Descalzi (Eni): "Vedremo realizzata la prima centrale elettrica di CFS basata sulla fusione a confinamento magnetico all’inizio del prossimo decennio"
di Redazione Corporate
Energia da fusione, Eni sigla accordo di cooperazione con CFS


Eni, firmato accordo di cooperazione con CFS: l'obiettivo è accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione
Eni ha siglato oggi un accordo di cooperazione con Commonwealth Fusion Systems (CFS), spin-out del Massachusetts Institute of Technology: l'obiettivo della collaborazione è quello di accelerare l’industrializzazione dell’energia da fusione. Eni è stata tra le prime aziende energetiche a investire nella ricerca sulla fusione a confinamento magnetico, ed è il primo e il maggiore azionista del progetto CFS.
Consapevole del grande valore strategico della fusione e della solidità del progetto di ricerca del CFS, nel 2018 Eni ha infatti investito 50 milioni di dollari nella società. A fine 2021 ha inoltre partecipato al nuovo round di finanziamento di CFS. Oltre a fornire il proprio sostegno finanziario, Eni fa parte del Consiglio di Amministrazione e assicura il proprio contributo anche in termini di risorse e know how industriale.

Per Eni, la fusione a confinamento magnetico occupa un ruolo centrale tra le tecnologie per la decarbonizzazione in quanto potrà, in prospettiva, consentire all’umanità di disporre di grandi quantità di energia a zero emissioni e con un processo sicuro e virtualmente illimitato.
 
FINANZA, STRATEGIA E REPORT

Eni: risultati del secondo trimestre e del semestre 2023​

28 LUGLIO 2023 - 7:45 AM CEST

Il Consiglio di Amministrazione di Eni, riunitosi sotto la presidenza di Giuseppe Zafarana, ha approvato i risultati consolidati del secondo trimestre e del primo semestre 2023 (non oggetto di audit). Esaminando i risultati, Claudio Descalzi, AD di Eni, ha commentato:
“Nel secondo trimestre 2023 Eni ha ottenuto eccellenti risultati operativi e finanziari in un contesto di mercato meno favorevole. Sottolineiamo questa resilienza dopo che Eni, nel precedente e ben più positivo scenario, era stata in grado di coglierne al meglio le opportunità. Oltre ad aver raggiunto traguardi finanziari positivi, Eni ha realizzato importanti progressi nella attuazione della propria strategia in tutti i settori di attività. L’utile operativo adjusted del secondo trimestre, pari a €3,4 mld e che sale a €4,2 mld includendo il contributo delle JV/collegate, è stato trainato dai solidi risultati di una E&P in crescita e da un’altra eccellente performance di GGP. Mentre lo scenario di mercato ha condizionato la raffinazione e la chimica, Sustainable Mobility e Plenitude continuano a registrare crescita di utili e di capacità in linea con il piano e nonostante le volatili condizioni esterne. Il flusso di cassa adjusted è stato rilevante, pari a €4,2 mld, ben superiore alle esigenze di finanziamento degli investimenti di €2,6 mld.
Nel primo semestre 2023, anche scontando il fabbisogno del capitale circolante, abbiamo ottenuto circa €3 mld di flusso di cassa discrezionale, in grado di coprire quasi per intero l’esborso per il dividendo 2023. Le iniziative di trasformazione strategica che stiamo implementando stanno portando benefici ai nostri risultati, e il 2023 ha registrato ulteriori significativi avanzamenti. Oltre a espandere la nostra capacità di bioraffinazione con la JV di Chalmette negli Stati Uniti e all’acquisizione di Novamont nella chimica verde, a giugno abbiamo annunciato l’acquisizione di Neptune Energy. Il portafoglio di Neptune, focalizzato sul gas, complementare a livello geografico/operativo a quello Eni e a ridotto profilo di emissioni operative, rappresenta una eccezionale combinazione rispetto ai nostri obiettivi di medio/lungo termine, e comporterà significativi benefici operativi e finanziari. Ciascuna delle nostre iniziative strategiche contribuirà al conseguimento di quella forte progressione verso i risultati di cui ci siamo dati obiettivo nel piano. Considerando l’andamento del primo semestre e il chiaro progresso dei nostri settori di attività, che porta a un miglioramento nella previsione dei risultati ad anno intero, si confermano i solidi fondamentali sulla cui base corrispondere a settembre la prima rata trimestrale del dividendo annuo di €0,94 per azione, aumentato rispetto all’esercizio precedente, nonché proseguire il programma di riacquisto di azioni da €2,2 mld avviato a maggio.”
 

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