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TOKYO (reuters) - Si rinnovano le pressioni sul dollaro, dopo il recupero delle ultime ore dettato da qualche aggiustamento visto sul mercato in attesa del dato occupazionale odierno dagli Usa e degli incontri del fine settimana di Fmi e G7.
Lo yen torna dunque sui massimi da 15 anni nei confronti del biglietto verde, anche perché molti operatori cominciano a ritenere che il Giappone potrebbe evitare per ora di intervenire sul mercato valutario o che per lo meno non lo farà in maniera così decisa come il mese scorso.
"Si specula che, se il G7 richiede una posizione comune per mettere pressione sulla Cina per la rivalutazione dello yuan, allora diventi più difficile per il Giappone intervenire" spiega un operatore giapponese.
Dall'altra parte l'aspettativa di una nuova tornata di misure di quantitative easing negli Usa continua a tenere schiacciato il dollaro, anche se alcuni sottolineano come una sorpresa positiva sul fronte dei dati occupazionali di oggi potrebbe diminuire l'urgenza di tale intervento.
"Se i posti di lavoro dovessero migliorare e il tasso di disoccupazione scendere, allora il dollaro potrebbe recuperare per diversi giorni" spiega Masafumi Yamamoto di Barclays. "Anche se questo non cambierebbe il contesto generale di bassa inflazione, una ripresa del dollaro potrebbe essere molto importante in vista del meeting Fed del 3 novembre".
Lo yen torna dunque sui massimi da 15 anni nei confronti del biglietto verde, anche perché molti operatori cominciano a ritenere che il Giappone potrebbe evitare per ora di intervenire sul mercato valutario o che per lo meno non lo farà in maniera così decisa come il mese scorso.
"Si specula che, se il G7 richiede una posizione comune per mettere pressione sulla Cina per la rivalutazione dello yuan, allora diventi più difficile per il Giappone intervenire" spiega un operatore giapponese.
Dall'altra parte l'aspettativa di una nuova tornata di misure di quantitative easing negli Usa continua a tenere schiacciato il dollaro, anche se alcuni sottolineano come una sorpresa positiva sul fronte dei dati occupazionali di oggi potrebbe diminuire l'urgenza di tale intervento.
"Se i posti di lavoro dovessero migliorare e il tasso di disoccupazione scendere, allora il dollaro potrebbe recuperare per diversi giorni" spiega Masafumi Yamamoto di Barclays. "Anche se questo non cambierebbe il contesto generale di bassa inflazione, una ripresa del dollaro potrebbe essere molto importante in vista del meeting Fed del 3 novembre".