ESISTONO DUE TIPI Di DONNE: QUELLE CHE CREDONO ANCORA NELL'AMORE E QUELLE CHE (2 lettori)

Val

Torniamo alla LIRA
Alle prossime amministrative voglio proprio vedere come andrà a finire.
E' chiaro che i voti dei tesserati e paravculati li prende, ma il ceto medio, specialment ele donne, se lo votano ancora......se lo meritano proprio.

Il presidente del Consiglio ha teorizzato che «la tassa sulla casa è la più odiata di tutte», dunque da dieci anni almeno doveva essere eliminata. Sui manieri esentasse ha ammesso l’errore dovuto a un equivoco, ma «quando ho capito mi si è illuminata la lampadina» e il bonus ai castelli è stato subito cancellato.
Chiaro che Renzi tiene d’occhio i sondaggi, specie in vista delle amministrative di primavera.
Solo un ingenuo può negare che questa legge di stabilità (o meglio: quello che se ne conosce in attesa della sua presentazione, rimandata di giorno in giorno) sia pensata pure come volano di consensi elettorali, specie sul versante di centrodestra.
 

Val

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Se poi aggiungiamo questi voltagabbana .......vorrei capire chi li voterà.

Da certi accenni nel corso della trasmissione vien da pensare che Renzi guardi con favore all’intesa in fieri tra Alfano e Verdini: un polo centrista di sostegno al governo, dove potranno confluire tutti i berlusconiani in fuga dal Cav, senza «inquinare» il Pd con la loro presenza.

«Stiamo mettendo gli italiani in condizione di spendere», ha sostenuto, dopo anni di recessione che Matteo imputa senza troppi giri di frase al rigorismo eccessivo degli anni scorsi, imposto dall’Europa e dallo stesso governo Monti. Che oltretutto – ecco la stoccata al Professore -« aveva fatto una manovra in deficit al 4,4 per cento mentre noi la facciamo al 2,2»: come dire che adesso l’Italia è addirittura più virtuosa di quando vestiva il saio francescano.
 

Val

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Saltano i tagli di stipendio per i dirigenti pubblici, che in questi giorni avevano agitato il clima nei ministeri a partire da quello dell’Economia, e si trasformano in un congelamento dei fondi per il «trattamento accessorio» a tutti i livelli, dirigenziali e non; una misura, quest’ultima, che pone nuovi interrogativi sulle modalità del rinnovo dei contratti nel pubblico impiego, la cui dote torna a 300 milioni (74 per la Polizia).
Nel nuovo testo scompare la riorganizzazione di Palazzo Chigi (demandata ai decreti attuativi della riforma della Pa) e soprattutto crolla al 25% il turn over, sia nello Stato sia negli enti territoriali, mentre si blocca il reclutamento di nuovi dirigenti in attesa dell’attuazione della legge Madia e la riorganizzazione delle Province, e scendono a 100 le «giovani eccellenze» chiamate a rinnovare la Pa.
 

Val

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A proposito dell'altra sponda :rolleyes::rolleyes::lol::lol:

Si può chiamare in tanti modi: paura di diventare grandi, paura di governare, paura di mettersi alla prova.
Una serie di timori che sono racchiusi in una frase dal sen fuggita ad Alessandro Di Battista, che capeggia la lista dei preferiti del popolo grillino per il Campidoglio, ma che di candidarsi proprio non ne vuoi sentire parlare:

«Ma vi pare che a noi interessi intestarci una città complicata come Roma? Noi puntiamo al governo nazionale».

Una prudenza più che naturale per l’esponente di un movimento che racchiude all’interno tutto e il contrario di tutto. Dalle fobie più disparate, come l’allergia ai vaccini o al terrore per le «scie chimiche», alle convinzioni più astruse: come quella del parlamentare Carlo Sibilla che considera lo sbarco sulla luna «una farsa»; o la certezza granitica di un’altra deputata, Tatiana Basilio, che qualcuno abbia distrutto le prove che esistano le sirene.
 

Val

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Senza contare che le esperienze di governo fornite finora dal movimento non sono state così esaltanti:

il sindaco 5 stelle di Parma, Federico Pizzarotti, è un esiliato in casa nel movimento;
quello di Livorno, Filippo Nogarin, sta facendo rimpiangere addirittura il Pci dei camalli.

Messa cosi è evidente che se nel 2016 a Roma fosse eletto un sindaco grillino, e poi non desse una prova convincente, fatalmente metterebbe a repentaglio le elezioni politiche successive, non fosse altro per il palcoscenico offerto dalla città eterna.

Appunto, la sindrome – si legge su “Panorama” – che sta contagiando i 5 stelle è il terrore di vincere a Roma dove, dopo l’abbandono dì Ignazio Marino, il Pd è ridotto ad uno straccio e loro veleggiano attorno al 30 per cento.

Una malattia insidiosa che, però, è nel Dna del movimento.

Basta pensare a quello che Beppe Grillo indica come il segreto del successo grillino:

«Noi cresciamo sui vizi, i difetti, gli errori degli altri e le conseguenti delusioni che provocano nella gente. Non ancora per i nostri meriti».
 

Val

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Oh, no. Su Maria Elena Boschi non si può. Due gambe sinuose e accavallate. Un tratto di matita pudìco e pulito. E la dicitura che le accompagna: “Boschi: unioni civili con chi ci sta”. Insomma, una vignetta. Apriti cielo. Cateratte del cielo di indignazione. Finte, come può essere finta una moneta da tre euro. E, perciò, pigliamola a ridere l’ennesima polemica stampata sull’acqua e sulle pagine dei giornali. Come quel vecchio barattolo di pelati aggredito da gatto Silvestro. Si tratta di una vignetta. Una vignetta innocua, quasi per educande. D’altri tempi si direbbe. Ed ecco, invece, il diluvio. Che per l’occasione si tramutò in profluvio. Dichiarazioni indignate. J’accuse. E, perciò, pigliamola a ridere: “sessismo”, “attacco sessista” e via via blaterando. Per una vignetta. Chi più ne ha più ne metta. A cominciare dai bellimbusti dell’Ncd, o da quello che di loro rimane. Pronti a correre in soccorso della Maria Elena nostra. Della signora Boschi dei pensieri più audaci. Che mica è la Mara (Carfagna). E nemmeno quella scontrosa della Gelmini.
La politica si adombra, si adonta e si interroga. Insomma, finge. Perciò vai col tango: eccolo il sessismo alle porte. Eccola la dignità femminile calpestata. Per una vignetta. E se lei, la Boschi dei desideri, non s’indigna? Fa niente. Si indigneranno loro anche per lei. Per mostrare di essere leali scudieri. Per far capire di essere loro e loro soltanto i paladini più degni e fedeli. Fino a lavare l’insulto della vignetta. Fino a ripulire l’onta. Oltre le scuse. Che, inopinatamente, arrivano pure loro. Segno che, per molti di quelli che stanno chiusi nel Palazzo, anche la speranza è appassita. Insieme alla capacità di sorridere.
 

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Val

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Cari compagni ed amici. Ecco, mancava l'articolo del radical chic per eccellenza.
Colui che sa e pontifica.
Da come è impostato l'articolo, sembra proprio che un povero ragazzo di 22 anni - per sua sfortuna albanese - , non importa se con precedenti penali, non importa se espulso dall'Italia ma senza mezzi per andarsene, sia stato ucciso da un vile fascista maniaco guerrafondaio, magari leghista, mentre lui poverino era entrato in una proprietà privata, di notte, per chiedere aiuto, forse una camomilla .....

Aveva 22 anni ed era albanese il ladro ucciso per le scale di un villino di Vaprio d’Adda da un pensionato che -per colmo di sua disgrazia, non lo invidiamo- è divenuto un beniamino della destra fascioleghista.
Il giovane ucciso non avrebbe dovuto trovarsi in Italia perché già espulso.
Chi urla “vergogna” per questo è invitato anche a dirci se ha soluzioni efficaci da proporre per impedire il rientro degli espulsi. Illegalità numero uno, dunque.

(se ci fosse uno Stato garante della legalità, non ci sarebbero clandestini espulsi in circolazione. Se invece che acquistare un aereo da 300 milioni si rimpatriassero i clandestini espulsi, forse ne arriverebbero di meno)

Poi c’è l’indagine per omicidio volontario della Procura di Milano, che tanta indignazione ha sollevato nella destra fascioleghista. Per quella gente è un dettaglio irrilevante che la versione fornita dal pensionato-pistolero non coincida con le circostanze riscontrate dagli inquirenti: il proiettile che ha colpito dall’alto in basso e il corpo riverso in una pozza di sangue fuori dall’appartamento, mentre nella cucina non vi sono tracce di passaggio del ladro. Fanfaluche, vero? Nel Far-West di Lombardia si vuole modificare anche la legge: se vedi un ladro, spara a vista!

(forse, magari, il povero albanese che era lì con altri 2 complici, anche loro desiderosi di bersi una camomilla, magari stava risalendo le scale per aggredire il malcapitato che aveva interrotto il loro sollazzo notturno)

Domanda: è questa la tesi che il governatore Maroni vorrebbe far sostenere al l’avvocato subito fornito con patrocinio gratuito dalla Regione? Auguri!

I rapporti fra Maroni e la magistratura milanese non sono fra i più sereni, attualmente. C’è di mezzo un processo che potrebbe anche costringerlo alle dimissioni. L’idea di pagare l’avvocato al pensionato di Vaprio d’Adda conferma una vocazione all’illegalità connaturata al fascioleghista di marca nordista.

:)lol::lol::lol: E va sul personale, che attinenza esiste fra quanto accaduto ed il rapporto fra Maroni e la magistrutura milanese, mah, lo vede solo lui. La difesa di un cittadino che paga le tasse, che ha diritto di vivere in pace, in casa sua, del nord, adesso diventa tutto "fascioleghista" ed oltretutto di "marca nordista". Basta, non dobbiamo più essere del Nord, vergognamoci, perchè siamo fascisti, leghisti, nordisti)

VERGOGNATI TU PIRLA :D
 

Val

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Il presidente della Conferenza delle Regioni, Sergio Chiamparino, avrebbe annunciato le dimissioni dall’incarico sulla scia della sentenza della Corte dei Conti sul disavanzo di bilancio della regione.

Il presidente della regione Calabria Mario Oliverio ha detto ai cronisti che i presidenti stanno cercando di convincerlo a tornare indietro. "Una decisione definitiva non è ancora stata presa, nessuna polemica con il governo, Chiamparino ritiene di dover fare questo gesto per sgomberare il campo nell’ambito della discussione sulla legge di stabilità. C’è una larghissima richiesta di ripensarci".
 

Val

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Eccone un'altra che sa tutto lei ......:up:

Quello che emerge nell’inchiesta che sta ricostruendo la dinamica della notte di sangue nella villetta di Francesco Sicignano a Vaprio d'Adda richiama alla mente per analogia la morte del protagonista di Non essere cattivo.
Lì, nell’Ostia abbruttita che abbiamo imparato a conoscere il protagonista, un delinquente abituale, balordo, tossicomane e sprovveduto viene freddato mentre fugge con le poche decine di euro rapinate; due notti fa alle porte di Milano un albanese con precedenti penali e con una espulsione bellamente aggirata è stato freddato frontalmente con un colpo al cuore sulle scale della villetta, quando si era presumibilmente arreso.

(Si, perchè lei era lì a vedere il povero albanese che si arrendeva, come no. Ci credo. Ma va in mona.)

Come l’emarginato irrecuperabile del film postumo di Caligari era, infatti, disarmato e l’oggetto che impugnava era una torcia.

(Già perchè lei , di notte, al buio, riconosce una torcia da una pistola e poi chi dice che era disarmato ? E se i complici avessero raccolto qualche arma di offesa. Adesso invento anch'io)

All’interno dell’abitazione non si sono trovate tracce di sangue, circostanza che smentirebbe in modo categorico la versione di Francesco Sicignano e che ha indotto i magistrati in quella che per ora è solo un’ipotesi investigativa ad escludere l’eccesso di legittima difesa.

(Colpo frontale. Non stava scendendo dalle scale. Non stava scappando. Aveva 2 complici insieme. E se lo stavano assalendo ? Forse questa pirla preferiva che l'albanese prima desse una bella scazzolata al pensionato, poi un paio di calci in pancia ed infine una bella botta in testa, allora sì - forse - poteva difendersi)

Questa è sommariamente la ricostruzione dei fatti che va inquadrata in un contesto dove i tentativi di furto sono diventati ricorrenti e la diffusione delle armi per “difesa personale” sempre più diffusa.


(Parlare dopo è sempre facile. Parlare degli e sugli altri lo è ancora di più. Stare zitti è invece utopia. Farneticare, inventare, giudicare è ricorrente.)
 

Val

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Così, giusto per capire quanto potesse essere "arrendevole" il povero albanese .....

Gjergi Gjonj, pluripregiudicato albanese, aveva al suo attivo numerose condanne per furti, rapine, violenza privata e lesioni, associazione a delinquere finalizzata allo sfruttamento alla tratta delle schiave e della prostituzione minorile di ragazze provenienti dall'Albania, e fatte prostituire nella zona fra Treviglio e Bergamo. Quest'ultimo reato, racket smantellato nel 2013, gli è valso l'ordinanza di espulsione. Era il capo della soprannominata "la banda delle collanine", che prendeva di mira donne anziane aggredendole violentemente per strada e negli androni dei palazzi, per strappargli le collanine e i preziosi che indossavano.
 

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