ESSERE GENTILI NON VUOL DIRE ESSERE SCEMI, ESSERE ALLEGRI NON VUOL DIRE NON AVERE PROBLEMI, ESSERE

Dopo....sempre dopo .....

"Ancora rimpallo di responsabilità tra il Comune di Livorno e la Regione Toscana dopo gli allagamenti nella città labronica, sabato scorso, che hanno causato sei morti e due dispersi"

Però diciamo la verità e guardiamo anche a casa nostra.
Casi del genere potrebbero capitare a chiunque, in qualunque città o paese.

1 I Comuni non spendono più soldi per pulire le caditoie
2 I torrenti non vengono più puliti. E - chi non vive in città - sa che un "torrente" è bello e buono quando non piove, ma diventa un toro infuriato quando scende, peggio se a rovesci e continua.

E questo vale per tutta Italia. Poi.

3 Baldi ingegneri con esperienza zero e tanta fuffa nel cervello coprono i "torrenti di città" con calcoli astrusi, la portata d'acqua dell'alveo, senza calcolare che "il torrente" quando è carico - del suo alveo - se ne fa un baffo.
4 Proprietari, tecnici, uffici comunali, costruiscono ed accettano costruzioni in prossimita e sotto il livello di questi "torrenti incanalati" che quando scoppiano, non c'è verso, scoppiano. E dove scoppiano ? Verso l'alto
ed escono dalle caditoie e non hanno via di sfogo. Sfogano dove gli capita.

Per ultimo si è messa di mezzo la sfiga. Luna piena. Alta marea.
Al mare, il torrente in piena, gli fa un baffo (ancora). Lo respinge indietro.
E dove lo spinge ? Nel canale intubato. E lui cosa può fare ?
Scoppiare verso l 'alto. Non può fare altrimenti.......
 
Foto di una parte del lago in questi giorni.
Da dove pensate arrivi questo legname ? Dai torrenti
E pensate a questo legname - quando scende da un torrente impetuoso - se devia verso abitazioni.

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Non voglio sembrare polemico, però mi piace mettere i puntini dove vanno messi.
Quando sento qualcuno che parla delle "risorse" che ci sostengono, quel qualcuno dimentica
però di dare qualche altro dato.

Dati che nessuno si sogna di rendere noti.
Ecco, guardiamo questo dato nella nostra provincia.

Questa è "ricchezza" che se ne va all'estero. Che non viene spesa in Italia per creare PIL
( e manca il dato cinese che è tutto sommerso. Ma la finanza o la banca d'italia ? Controlli a tappeto no, vero ?)


Con circa 24 milioni di euro inviati nel 2016, Lecco è una delle tre province con la maggior crescita delle rimesse estere da parte dei lavoratori immigrati.

A fronte di un aumento medio dell’1% registrato in Lombardia nel 2016 rispetto al 2015, Lecco segna un +14,2%, il dato più alto insieme a Lodi (+18,5%) e a Monza e Brianza (+18,9%).

Secondo i dati elaborati dalla Camera di Commercio di Milano su base Banca d’Italia,
il Senegal è la prima nazione di destinazione con l’invio di 5,3 milioni di euro (il 22,4% del totale delle rimesse locali),
seguita dal Marocco e dalla Romania, ciascuno con 1,9 milioni (8,1%),
dal Perù con 1,3 milioni (5,4%),
da Costa d’Avorio con 1,27 milioni (5,3%)
ed Ecuador con 1 milione (4%).

Sotto il milione di euro gli altri invii riguardano la Repubblica Dominicana, il Bangladesh, l’India e il Burkina Faso.

Sono rimesse frutto di lavoro dipendente ma anche autonomo, visto che secondo dati elaborati per la Provincia
dall’ufficio studi della Camera di Commercio di Milano nel Lecchese sono oltre 1.241 (quasi il 10% del totale) i titolari extracomunitari d’impresa.
 
Oh, nessuno che dai una risposta. Un cenno a chi lavora e vede il lavoro andare in frantumi.
Ma fateli fuori velocemente 'sti cinghiali.

I Volontari Valmadreresi che si occupano della pulizia dei sentieri e della valorizzazione dei manufatti come le antiche “casote” contadine
devono fare i conti con le conseguenze del passaggio dei cinghiali sul territorio che sovrasta la cittadina lecchese.
A denunciare la fastidiosa “presenza” sono proprio coloro che in queste settimane, in più occasioni, hanno dovuto fare i conti con i danni provocati lungo i tracciati sterrati.

“Fanno dei veri e propri disastri, scavano il terreno e spostano le rocce.
L’area del faggio secolare al confine con Canzo è stata danneggiata,
così come alcune delle casote che abbiamo sistemato recentemente.
Per non parlare dei sentieri sopra San Martino, è un bel problema”.

La presenza degli animali è stata segnalata in diverse zone del territorio, fin sopra l’abitato di Lecco
e diversi centri della Val San Martino e dell’alto lago, anche in aree non lontane dalle case.
Opportune verifiche sulla diffusione di questi animali sono in capo agli agenti del nucleo faunistico attivo nella nostra Provincia.

“Si riproducono in gran numero e non è facile fermarli, rovinano il lavoro che facciamo”
ha concluso uno dei valmadreresi, auspicando che la loro diffusione possa essere efficacemente contenuta.
 
Il professore di Harward, sostenitore della Clinton e noto per aver difeso imputati eccellenti, smonta le tesi dei detrattori del presidente:
«Trump ha semplicemente esercitato la sua autorità costituzionale»

Negli ultimi giorni lo scenario intorno alla Casa Bianca è leggermente cambiato.
Chi in questi mesi, non riuscendo a digerire la sconfitta di Hillary Clinton alle elezioni presidenziali,
ha sperato che la presidenza di Donald Trump finisse rapidamente con un processo per impeachment, si è dovuto ricredere.

La stessa speranza è stata accarezzata anche dalla quasi totalità della stampa americana.
Utilizzando i leaks – ossia il flusso costante di rivelazioni di notizie riservate alimentato da «fonti che preferiscono mantenere l’anonimato»,
e cioè da funzionari dell’intelligence che tradiscono il proprio mandato – i giornali più letti negli Stati Uniti –
New York Times e Washington Post in testa – hanno condotto una campagna martellante contro Trump.

Ma il loro tentativo di trovare prove di un «comportamento criminale» da parte del nuovo inquilino della Casa Bianca,
determinando così il suo sfratto anticipato da Pennsylvania Avenue, sta fallendo
.

La confessione di Comey

Il climax della campagna anti-Trump si sarebbe dovuto raggiungere lo scorso 8 giugno con la testimonianza,
di fronte ai componenti del Senate Intelligence Committee, di James Comey, l’ex direttore dell’FBI licenziato da Trump il 9 maggio.

Come ammette il Washington Post in un articolo pubblicato il 10 giugno, «per i democratici […]
la testimonianza al Senato del direttore licenziato dell’FBI avrebbe dovuto essere devastante per il presidente Trump,
dipinto come un bugiardo che ha tentato di bloccare un’investigazione federale su un suo consigliere e lo avrebbe dovuto porre in una condizione di tremendo pericolo legale».

Oggi, in realtà, l’unica persona che corre un certo «pericolo legale» è proprio James Comey.
Dopo aver confermato i contenuti del suo memoriale preparato in vista dell’audizione, e aver sottolineato che Trump
non è oggetto di investigazione nell’ambito del cosiddetto Russiagate – le presunte interferenze russe nelle elezioni americane –
l’ex direttore dell’FBI ha candidamente e imprudentemente ammesso di aver trasmesso alla stampa il contenuto dei suoi colloqui riservati con il presidente.

«Ero francamente preoccupato – ha detto Comey sotto giuramento – che lui (il presidente, ndr) potesse mentire sulla natura dei nostri incontri.
Ho pensato: questa cosa mi disturba […] è meglio dirlo al mio vecchio amico professore universitario e lui lo dirà ai giornali».

Nel corso dell’audizione Comey ha ripetuto quanto già era stato comunicato alla stampa da settimane,
e cioè che Trump durante il loro colloquio del 14 febbraio scorso aveva manifestato la «speranza»
che il suo ex consigliere per la sicurezza nazionale Michael Flynn – costretto alle dimissioni per aver taciuto al vicepresidente Mike Pence
la natura dei suoi incontri con diplomatici russi – venisse «lasciato stare» perché era «un brav’uomo».

Da quando queste dichiarazioni sono diventate di dominio pubblico, per tutti gli oppositori di Trump
– i democratici e il vecchio establishment repubblicano – hanno rappresentato il colpo finale che avrebbe dovuto inchiodare
definitivamente Trump in quanto dimostravano un «criminale» tentativo di «ostacolare la giustizia».
 
Il professor Dershowitz difende Trump

La festa per il “funerale politico” anticipato di Trump è stata però rovinata da uno dei più prestigiosi e famosi intellettuali democratici d’America,
il professore di diritto costituzionale alla Scuola di Legge dell’Università di Harvard Alan Dershowitz.

Settantotto anni, ardente sostenitore di Hillary Clinton, Dershowitz è un prolifico autore di testi di giurisprudenza e di legal thriller di successo,
noto in tutto il mondo per aver assunto la difesa di imputati “eccellenti” dati per condannati e poi assolti grazie alla sua professionalità.

In un commento a caldo pubblicato da Fox News poche ore dopo la fine della testimonianza di Comey,
Dershowitz ha gettato nello sconcerto tutti quelli che ha definito «sapientoni» («pundit») del suo partito,
raffreddando le speranze di chi sosteneva che la richiesta di «lasciar stare» Flynn rivolta da Trump al capo dell’FBI
fosse sufficiente ad aprire un procedimento di impeachment nei confronti del presidente.

«Sotto la nostra Costituzione – ha scritto Dershowitz – il presidente ha l’autorità per ordinare all’FBI di interrompere le indagini contro chiunque.
Il presidente può decidere chi investigare e chi non investigare, chi perseguire e chi non perseguire.
Il presidente è il capo dell’Esecutivo e il Dipartimento della Giustizia e l’FBI lavorano alle sue dirette dipendenze
ed egli può ordinare loro di fare tutto quello che egli desidera […]
Ogni sapientone democratico che nella sua frenesia di bloccare Trump ha volontariamente ignorato queste realtà
ha messo in pericolo le nostre libertà civili e i nostri diritti costituzionali […]
Andiamo avanti con le indagini sugli sforzi russi per interferire nelle nostre elezioni senza che l’inchiesta venga danneggiata
da frivoli tentativi di accusare il presidente Trump di aver commesso un crimine quando ha semplicemente esercitato la sua autorità costituzionale».

In un’altra intervista televisiva, Dershovitz ha criticato severamente anche il comportamento di Comey
sostenendo che la decisione dell’ex direttore dell’FBI di far filtrare alla stampa le sue note attraverso un amico compiacente «mostra una buona dose di codardia».
Comey, ha sostenuto Dershovitz, avrebbe dovuto avere il coraggio di andare in tv a raccontare tutto. Oppure doveva tacere».

Dershowitz può essere considerato a tutti gli effetti un campione delle libertà civili, un democratico storico,
un costituzionalista di fama internazionale che non esita a suonare la sirena di allarme quando la foga politica rischia,
come sta succedendo negli Stati Uniti dall’8 novembre ad oggi, di mettere in crisi l’assetto costituzionale del Paese

.(Articolo pubblicato il 12 giugno 2017)
 
Mentre vado a caccia di curiosità tra le pagine di un giornale, quasi per magia, appare un titolo “calamita”:

“cercasi degustatore di…(non posso dire il nome del famoso marchio, perché sarebbe pubblicità), quindi diciamo “cioccolata”… disponibile a viaggiare.

Possiamo affermare che il 99,9% dei bambini e degli adulti ha sognato e ancora sogna di fare questo lavoro, se ne conoscesse l’esistenza.
Vi sfido a trovare qualcuno che non lo ha mai desiderato, perché in tal caso dobbiamo “riprogrammarlo”.
Leggo attentamente e penso: “Forse mi posso candidare fin da ora, anche se sono a corto di anni”.
Allora chiedo a un “grande” di verificare (perché se lo facevo io stessa non mi prendevano sul serio) e… incredibile ma VERO!
Un’agenzia di offerte di lavoro internazionale cerca assaggiatori, seri e preparati per visitare le produzioni e i punti vendita in tutto il mondo.
Già il primo ostacolo: bisogna conoscere almeno due o tre lingue estere, fra le preferite il cinese e l’arabo.
Però l’esperienza nel settore è parte della qualifica.
Allora lo dico a mia sorella, la quale è già pronta ad abbandonare gli studi (elementari) per dedicarsi anima e corpo all’attività, con tutta la dedizione possibile.
Dopo la diffusione dell’annuncio in classe, per proporre una candidatura di gruppo, emerge il secondo ostacolo, nato da una coscienza collettiva:

“Contiene l’olio di palma, pericoloso per la salute!”. Mi dico: “I grandi non sono coerenti, non è passato molto tempo da quando sui giornali
c’erano pagine intere di pubblicità a favore dell’olio di palma e adesso si vantano di non usarlo!”. Allora prima ci prendevano in giro!
Sarà per l’olio di palma che la famosa cioccolata è costretta a mettere annunci per trovare assaggiatori? No, non ci credo.

Per un lavoro simile molti farebbero pazzie. Continuo a indagare su internet, così scrivo qualche mail per chiedere informazioni su questo lavoro
e due mi rispondono che, ironia a parte, è un lavoro di grande professionalità con sbocchi internazionali, promosso ultimamente solo da alcune trasmissioni in TV.
E POI CI DICONO CHE LA TV FA MALE E NON SUPPORTA IL FUTURO DEI GIOVANI!!!

Purtroppo però sembra quasi certo che il cacao non sarà sufficiente per le richieste del futuro.
La Cina e l’India lo stanno acquistando ovunque e le coltivazioni del Brasile sono decimate da un fungo dell’Amazzonia, introdotto illegalmente. Si chiama “bioterrorismo”.

Allora perché cercano gli assaggiatori di cioccolata quando mancherà il cacao? Quindi è un lavoro a termine!”.
 
Oh, fateci caso, ormai i problemi arrivano tutti da lì.......

L’Italia detiene il primato mondiale per le varietà di mieli monofloreali, dai tanti profumi e colori e soprattutto benefici per la salute.
Il nostro miele è raccolto dagli apicoltori dai primi mesi primaverili, fino alla fine di agosto.
In alcune isole si può prolungare la raccolta fino a gennaio.

Il miele è una miniera di elementi nutritivi (circa 200 dicono gli scienziati), che non basta tutto il giornale per elencarli tutti.
Oggi, le api, laboriosi insetti che compiono tragitti di chilometri per donarci piacere e benessere, sono in pericolo serio: devono affrontare
i veleni sparsi nelle campagne,
i funghi parassiti,
i cambiamenti climatici e da qualche tempo anche
il “killer degli alveari”: l’Aethina tumida, un coleottero originale dell’Africa del Sud
che, grazie agli inverni non più rigidi, è giunto in Sicilia e Calabria e sta risalendo la penisola.

Dal notiziario AK Informa, della Onlus Accademia Kronos, leggo che per annientare il coleottero
molti produttori sono stati costretti a bruciare gli alveari, ovviamente sterminando le api
(circa 250 milioni di insetti morti e 3600 alveari bruciati in 3 mesi!).
Il Ministero della Salute, decidendo questa azione, cerca di bloccare la diffusione del coleottero,
per non incorrere nel blocco delle esportazioni degli sciami, come previsto dalla Comunità Europea.

Che danni procura questo insetto alle nostre amate api?
Questo coleottero fa parte degli “scavatori”, è bruttino, nero e circa di mezzo centimetro di lunghezza,
depone le uova nell’alveare e le larve si nutrono di miele e polline, scavano gallerie nei favi e costringono le api a sciamare, danneggiando il miele immagazzinato.

Il FAI (Federazione Apicoltori Italiani) sta analizzando le possibili risorse: uso di trappole (come in Canada)
ma pare che con le trappole non si riesca a catturare tutti i coleotteri;
ostacolare le larve prima che s’interrino quando sono mature, con diversi metodi ma non semplici da gestire;
distruggere le api e i favi dove si è insediato il coleottero
(bisogna stare attenti perché il coleottero se disturbato vola via a insediarsi in altri favi, creando nuovi focolai di epidemia).

Insomma, pare che oggi con tutte le tecnologie a disposizione non siamo in grado di ucciderlo in modo definitivo!
 

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