FACEBOOK e La subdola dittatura della Rete che censura i NON politicamente corretti

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Facebook sostiene di essere discriminata..... ma guarda un po' e lei che censura tutto ciò che non le piace che fa? discrimina la persona non allineata ... fa scelte da editore ma dice che la rete è neutra aserendo il falso.... oggi non si può dire su FB che l'OMS fa schifo ed è al soldo delle case farmaceutiche ... tra l'altro anche Fb ha acquistato una casa farmaceutica e sta cercando di portare alla vaccinazione di massa e censura ogni terapia efficace contro il coronavirus 2019

Facebook: se non potremo portare i dati negli Usa, lasceremo l’Europa
Dopo il divieto dell’Authority irlandese per la privacy, il social network reagisce paventando l’interruzione dei servizi nella UE: “Siamo discriminati”. Ma, come in Australia, la minaccia potrebbe non avere seguito

"Nel caso in cui il ricorrente fosse soggetto al divieto completo del trasferimento dei dati degli utenti negli Stati Uniti, come sembra essere proposto dal DPC, non è chiaro come, in tali circostanze, potrebbe continuare a fornire i servizi di Facebook e Instagram nell'UE". Così ha scritto Yvonne Cunnane, responsabile della protezione dei dati di Facebook Ireland e consulente legale associato, lasciando scivolare la cifra degli utenti del social network in Europa: 410 milioni quelli attivi ogni mese.

Le obiezioni
La decisione cui si fa riferimento è un’ordinanza preliminare emessa il mese scorso per interrompere il trasferimento dei dati relativi agli utenti europei verso i server negli Stati Uniti, in ottemperanza alle norme del GDPR. Facebook ha presentato ricorso contro il divieto della Commissione per la Protezione dei Dati (DPC) irlandese e, in una dichiarazione giurata depositata questa settimana, ha mosso rilievi molto pesanti contro il commissario Helen Dixon, accusandola di trattare l’azienda in maniera iniqua, come riferisce BusinessPost.ie.

Cunnane sottolinea che a Facebook sono state concesse solo tre settimane per rispondere alla decisione, un periodo "manifestamente inadeguato", aggiungendo che l’azienda non è stata contattata in merito all'inchiesta prima della sentenza. La Cunnane solleva anche la preoccupazione che la decisione sia stata presa "esclusivamente" da Helen Dixon. "Il fatto che una sola persona sia responsabile dell'intero processo è rilevante per le nostre preoccupazioni sull'inadeguatezza del processo investigativo e sull'indipendenza della decisione finale", ha scritto. L’unica azienda sotto accusa, contesta ancora Cunnane, è Facebook: nessun altro grande nome dell’hi tech che utilizza metodi simili per il trasferimento di dati dall'UE agli Stati Uniti risulta attualmente sotto indagine. "Se si indaga solo su Facebook e viene impedito il trasferimento dei dati verso gli Stati Uniti, questo potrebbe creare una grave turbativa alla concorrenza", scrive.

A Menlo Park negano che la minaccia punti a far cambiare idea all'autorità di Dublino: "Facebook non sta minacciando di ritirarsi dall'Europa", ha detto un portavoce, aggiungendo che il fascicolo del tribunale stabilisce semplicemente come "Facebook, e molte altre imprese, organizzazioni e servizi, si affidano al trasferimento di dati tra l'UE e gli Stati Uniti per gestire i loro servizi". D’altra parte, anche in Australia il social network ha avanzato una minaccia simile, in risposta alla proposta del governo di implementare nuove normative che lo costringerebbero (insieme a Google) a pagare gli editori australiani per l'uso dei loro contenuti. “Dovremo smettere a malincuore di consentire a editori e semplici utenti in Australia la condivisione di notizie locali e internazionali su Facebook e Instagram".

Oltre a paventare la sospensione di Facebook e Instagram (e perché non anche Whatsapp?), Cunnane sottolinea che Facebook è uno strumento importante per la libertà di espressione [libertà di espressione??????? direi che ultimamente censura molte opinioni.... limitando appunto la libertà sancita dalla nostra costituzione] e ha generato un fatturato di 208 miliardi di euro per le aziende che utilizzano le piattaforme. Certo, dimentica che il social network è stato usato anche per diffondere disinformazione e teorie cospirative, e adoperato per influenzare i risultati delle votazioni in tutto il continente, a partire dal caso più eclatante, quello del referendum sulla Brexit.

Pubblicità a rischio
Il modello di business di Facebook si basa sulla capacità di trasferire dati in tutto il mondo in modo da mostrare agli utenti in ogni momento e ogni luogo gli annunci più adatti a loro. Interrompendo questo flusso, l'UE mette a rischio la pubblicità, che è il primo introito di Zuckerberg ed è un punto che l'azienda prende molto seriamente.

La scorsa settimana, poi, un giudice irlandese ha dichiarato ammissibile il ricorso e sospeso momentaneamente il divieto di trasferimento dati, anche se il DPC può ancora rovesciare questa decisione. La discussione è ancora aperta, insomma, e in Australia si parla di una limitazione delle funzioni ma non di una chiusura totale come in Europa.
Eppure sono in molti a credere che Facebook non darà seguito alle minacce, in un caso come nell’altro.

Come TikTok
Edward Snowden nel 2013 ha rivelato che la NSA raccoglieva informazioni sui cittadini statunitensi ma anche su utenti stranieri di aziende americane, sotto l’ampio concetto di sicurezza nazionale. Così, per una bizzarra ironia della sorte, le preoccupazioni dell'Irlanda (e per esteso della UE) sono le stesse addotte da Trump per TikTok: il principio è che i dati degli americani siano conservati in America, indipendentemente dal fatto che la piattaforma sia proprietà cinese.
 
Bloccato un articolo del New York Post su alcune mail di Hunter Biden, il figlio di Joe Biden




 
Ultima modifica:
Auguri a tutti voi, guerra a noi. Facebook ci demonetizza. Ban in arrivo, volete aiutarci?
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Tanti Auguri ai nostri lettori ed alle loro famiglie, che il questo Santo Natale possa portare un cambiamento che metta alle spalle questo periodo tribolato. Che il periodo natalizio sia il transito verso cambiamenti positivi, per tutti, che porti solidarietà, opportunità e benessere. A voi che ci leggete Auguriamo un futuro migliore del recente passato, e di giungervi nell’amore dei vostri cari.
Purtroppo a noi Babbo Natale ha portato un po’ di carbone: Facebook, con la scusa banale che “Non siamo aderiamo agli Standard della Community”, ci ha tolto la possibilità di monetizzare le inserzioni pubblicitarie. Come se il nostro obiettivo fosse quello di uniformarci agli standard informativi di chicchessia. Di per se una perdita non rilevante, ma il primo passo per un ban totale.
Se FB edd i social vogliono gente che creda, obbedisca e combatta possono prendere Fedez e la Ferragni, tutti personaggi pronti dire tutto, e l’esatto contrario di tutto, per compiacere il potere. Questo a noi non interessa,, anzi vogliamo pungolare, essere la puntina messa sulla sedia che fa saltare in piedi, farvi pensare sulle cose che non vi dicono, commentando le notizie che i media mainstrem non vi dicono o pubblicano nei trafiletti delle pagine interne. Oppure quei documenti europei che pochi iniziati hanno il coraggio di offrirvi per intero.

Naturalmente ci opporremo a questo ban strisciante dai social, ma cercheremo anche di trovare un’indipendenza di carattere diverso.
Come già fatto da Zerohedge, per esempio, stiamo valutando sia un restyling completo del sito, sia la creazione di un’area riservata con un piccolo abbonamento.
Comunque, se ora volete appoggiare la nostra battaglia sulla comunicazione, potete farlo con piccole donazioni tramite Paypal all’indirizzo [email protected]. Presto attiveremo anche indirizzi Bitcoin ed Ethereum . Non si può mai sapere.

 
a qualcuno NON piace la politica di FB ed è la POLONIA

Mentre mezzo mondo vuole “Censurare” , c’è un pese pronto multare Facebook se verrà a censurare il post di un utente in nome della libertà di parola.

Secondo PolandIn il ministro della giustizia polacco Zbigniew Ziobro ha deciso di presentare una legge contro le cancellazioni arbitrarie dei post da parte dei social media, Facebook in testa. La legge prevede che sia VIETATO cancellare il contenuto dei post se questi non vengono a violare la legge polacca. Nel caso di cancellazione considerata illegittima l’utente può inviare un reclamo dopo il quale la piattaforma avrà 24 ore di tempo per rimetterlo online. Se questo non succede allora, dopo 48 ore l’utente avrà la possibilità di presentare ricorso ad una speciale corte dello stato che deciderà del tema. Se la piattaforma non obbedirà alla corte allora scatterà una multa fari a 8 milioni di zloty, circa 1,8 milioni di euro che verrà imposto dall’authority locale per le telecomunicazioni.
 

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