Prima Palù, che probabilmente non ha letto l'ultimo rapporto dell'ISS
poi ecco il ragionamento di una persona che ha più di 80 anni.
Difende il suo interesse. Nulla di più.
Giusto perchè si sappia, sapete perchè il Dott. Flick è stato
Presidente della Corte Costituzionale per un periodo di soli 3 mesi ?
.......perchè doveva andare in pensione. E' la verità.
Andando in pensione da Presidente ha maturato una bella cifra.
Giovanni Maria Flick è un giurista, politico e accademico italiano,
Ministro di grazia e giustizia del governo Prodi I
e presidente della Corte costituzionale dal 14 novembre 2008 al 18 febbraio 2009.
«L’obbligo esiste già per alcune categorie professionali e lo decide la politica non il Cts, organo di consulenza.
È già in atto per gli operatori sanitari ed è stato introdotto, ai tempi della ministra Lorenzin, per alcune vaccinazioni pediatriche.
Ora, per decidere, andrebbe valutato l’impatto biologico, clinico ed epidemiologico del virus.
Le categorie più colpite dall’infezione, per esempio, risultano 5-11enni e 40-50enni.
Sarebbe auspicabile che almeno i dipendenti della pubblica amministrazione
e le forze dell’ordine fossero obbligati a vaccinarsi essendo a stretto contatto con la popolazione».
Giorgio Palù, professore emerito di Virologia all’Università di Padova,
presidente dell’Agenzia italiana del farmaco e membro del Comitato tecnico scientifico,
in un’intervista alla
Stampa dice senza mezze misure che l’obbligo del vaccino anti-Covid non è un tabù.
Certo, l’obbligatorietà per tutti «resta la soluzione estrema da valutare in base all’andamento della pandemia».
Ma in Italia «non siamo ancora alla situazione austriaca», visto che l’Italia ha più vaccinati.
Secondo Giovanni Maria Flick, ex ministro della Giustizia e presidente emerito della Corte Costituzionale,
il vaccino obbligatorio non sarebbe incostituzionale.
«Non esiste alcun limite costituzionale a una legge sull’obbligatorietà del vaccino.
Anzi, la Costituzione permette di coniugare, come sancito dall’articolo 2,
i diritti inviolabili di ciascuno con i doveri di solidarietà.
E non esistono diritti senza doveri, non esiste una vera libertà che non tenga conto della libertà altrui
e degli interessi sociali quali la salute collettiva e la sicurezza», spiega alla
Stampa.
In più, «l’articolo 32 stabilisce che la salute è un diritto fondamentale dell’individuo e un interesse della collettività.
Il diritto di ognuno va esercitato senza ledere quello degli altri.
Questa considerazione, quindi, si lega all’articolo 2 sul legame tra i diritti inviolabili e i doveri di solidarietà politica, economica e sociale».
Ma c’è da considerare anche l’articolo 16 sulla libertà di soggiorno e di circolazione,
«che può essere limitata con legge per ragioni di sanità e sicurezza, come nel caso del Green Pass», spiega Flick.
«Mi preme sottolineare la differenza tra quella libertà e la libertà personale (tutelata dall’articolo 13 della Costituzione).
La libertà personale può essere anch’essa limitata con legge, ma richiede anche un controllo del giudice sul caso specifico,
come ad esempio nel caso della custodia cautelare.
Quando sono in gioco questioni di sanità e sicurezza, come la pandemia del Covid, si può invece intervenire in termini generali,
come già fatto, con una legge ad hoc che limita la libertà di circolazione per coloro che non hanno il Green Pass.
Ma si deve anche intervenire con una legge che prevede l’obbligatorietà di vaccini,
da cui derivi una limitazione della libertà di circolazione, sorretta dalla possibilità data allo Stato dall’articolo 32.
In nessuno dei casi indicati si lede in alcuna misura la libertà personale».
Flick spiega che il governo finora ha scelto «la scorciatoia del Green Pass come strumento di persuasione.
Invece di affrontare il problema in modo più diretto si è preferito aggirare l’ostacolo con un escamotage
per nascondere la necessità di un vaccino obbligatorio.
Si è preferito rendere la vita difficile alle persone sui treni, al lavoro, al ristornate, in palestra, per convincerli a farsi vaccinare.
Tutto questo nel tentativo di evitare la strumentalizzazione politica e l’opposizione della gente in piazza,
che invece c’è stata lo stesso e anche in forma violenta contro il Green Pass».
E, aggiunge, «credo non sia sufficiente, neppure, rafforzare il Green Pass con misure più stringenti,
eliminando ad esempio la possibilità di un suo rilascio grazie al tampone e non al vaccino.
La nostra classe politica dovrebbe rendersene conto».
Purtroppo, dice, «non possiamo cambiare la testa dei tanti No Vax, come non possiamo cambiarla ai terrapiattisti
o a coloro che non credono allo sbarco dell’uomo sulla luna.
L’opera di persuasione non basta, occorre una legge che imponga il vaccino.
Il diritto è l’equilibrio tra interessi contrapposti in cui trovare un valore mediano».