FINCHE' CI SARA' L'AUTUNNO, NON AVRO' ABBASTANZA MANI, TELE E COLORI PER DIPINGERE LA BELLEZZA CHE VEDO

Ma sì dai, undici, cosa volete che siano.......

Undici accademici, tutti scienziati, scrivono una lettera con cui lanciano un vero e proprio allarme.

Il testo, pubblicato su La Verità, è firmato da
Marco Cosentino (Università Insubria),
Stefano Dumontet (Università Parthenope),
David Conversal (Università La Sapienza),
Maria Luisa Chiusano (Università Federico II),
Nicola Schiavone (Università di Firenze),
Leonardo Vignoli (Università Rema Tre),
Salvatore Valiante (Università Federico II),
Marco Milanesi (Università del Piemonte orientale),
Carlo Gambacorti-Passerini (Università Milano Bicocca),
Monica Facco (Università di Padova),
Daniele Porretta (Università La Sapienza).


E cosa scrivono gli accademici?


“Un vaccino è un preparato biologico
prodotto allo scopo di procurare un’immunità acquisita attiva
contro un particolare tipo di infezione.


Un farmaco, invece, è un prodotto realizzato con principi attivi (naturali o sintetici)
imprescindibilmente conformi alle norme di buona fabbricazione,
definite da specifiche regole, procedure e linee guida,
in grado di indurre modificazioni funzionali in un organismo vivente.



I vaccini vengono somministrati a persone sane
con l’obbiettivo di conseguire un beneficio futuro (azione di profilassi o prevenzione).

I farmaci vengono dati a persone malate
con l’obbiettivo di conseguire un risultato immediato”.




Si legge ancora nella lettera degli accademici:

“Ne consegue che la sicurezza (inclusi gli effetti a lungo termine) dei primi,

in quanto somministrati a persone sane,

è assai più rilevante rispetto ai secondi

che vengono utilizzati in Individui più o meno gravemente malati.



Nel primo caso non si deve comunque compromettere una condizione

che – in partenza – si ritiene essere “di buona salute”.


Nel secondo ci si propone di modificare la condizione attuale di malattia.


Mentre nel secondo caso l’eventuale comparsa di eventi avversi

potrebbe anche essere astratta all’evoluzione della malattia e/o alla sua risposta al trattamento,

gli effetti secondari dopo somministrazione del vaccino

non potrebbero non essere ascritti al vaccino stesso,

dato che la condizione dl partenza è per definizione quella di “buona salute”.




Queste sostanziali differenze fanno sì che le autorizzazioni all’immissione in commercio di vaccini e farmaci

siano soggette a differenti regolamentazioni e controlli demandati ad organi diversi”.




Spiegano gli accademici:

“Negli Usa i farmaci sono supervisionati dal Center for drug evaluatation and research (Cder),

mentre i vaccini sono supervisionali dal Center for biologic evaluatation and research (Cber),

entrambi regolati dalla Food and drug administration (Fda).


Anche la vigilanza circa gli eventi avversi è demandala a istituti distinti:

per i i vaccini al Center for disease control di Atlanta;

per i farmaci alla stessa Fda.


Per un farmaco, come la terapia genica, è obbligatorio valutare
la mutagenicità e la cancerogenicità, due caposaldi della farmacovigilanza.


Per i vaccini questo step valutativo non è invece – paradossalmente – richiesto.



Di fatto, molte domande pertinenti la sicurezza ed efficacia dei vaccini a mRna restano a tutt’oggi inevase,

come denunciato con forza dal British medicaI journal”.




“I vaccini Pfizer e Moderna (per non parlare di quelli a Dna)

non sono in realtà vaccini, ma esempi di “terapia genica”,

come descritto in numerosi articoli scientifici

e sottolineato da recenti dichiarazioni ufficiali del presidente della Bayer.



Questi prodotti contengono acidi nucleici (Dna o Rna)

che stimolano la produzione della proteina virale

e hanno la capacità di interferire significativamente con le funzioni cellulari.



L’utilizzo di questi “vaccini genetici”,

il cui uso è stato finora limitato a campi limitati e in presenza di malattie

(immunoterapia del cancro, terapia genica di malattie genetiche),

è stato ampliato enormemente a tutta la popolazione sana

senza i necessari controlli di sicurezza soprattutto a lungo termine”.




“L’approvazione dei vaccini a mRna in regime di urgenza

ha permesso di “risolvere” i dubbi e la doverosa necessità di studi

sulla sicurezza a breve e medio-lungo termine

che nel corso degli ultimi vent’anni hanno impedito alla terapia genica

di imporsi come metodo generalizzato di cura (senza peraltro evidenza di efficacia).



L’obbiettivo è chiaro: soppiantare l’apparato farmacologico tradizionale

in cui la cura o la profilassi sono basate sull’evidenza,

con una miriade di farmaci/vaccini basati sulla sequenza dell’Rna (o Dna),

poco controllati, gestiti da poche multinazionali del farmaco e utilizzati su ampia scala”.




“Questo spiega bene perché i media si industrino a negare il fatto

che i due nuovi vaccini siano forme di terapia genica

e perché lo stravolgimento delle regole normalmente seguite per l’immissione in commercio dei vaccini

sia stato avallato tanto avventatamente.



Queste preoccupazioni meritano di essere affrontate con laica razionalità in ambito scientifico e legislativo,

senza nascondersi dietro il paravento degli slogan e della propaganda,

ma propugnando il ritorno ad una scienza indipendente che non si pieghi ad essere serva di interessi economici o altro”.
 
E' bene leggere, per capire che genere di incapaci ci stanno dando ordini.



Il governo prova ad arginare i possibili effetti della quinta ondata
(non quarta, come erroneamente tutti dicono, perché in Italia la pandemia è arrivata prima)
fissando regole più severe.

Oggi martedì 23 i ministri Speranza e Gelmini discuteranno le nuove norme con i presidenti delle Regioni.

Poi il premier Draghi riunirà la Cabina di regia e dopo il Consiglio dei ministri.



In un primo incontro interlocutorio con il governo, le Regioni hanno chiesto di “premiare chi si vaccina”,
spingendo per dare il via libera a un nuovo decreto Covid che preveda restrizioni non per tutti,
ma solo per chi ha deciso di non sottoporsi al ciclo di immunizzazione.


L’ipotesi più accreditata sembrava essere, almeno fino a poco fa,
quella di introdurre più restrizioni solo in zona arancione e rossa per chi non è vaccinato,
e non abbia contratto il Covid negli ultimi 6 mesi
.

Ma a questo punto il governo potrebbe sposare l’approccio più duro dei governatori, portando le stesse regole anche in zona bianca.


“Sembra prevalere l’ipotesi di mettere in atto il piano se una regione passa in arancione, che prevede l’obbligo di chiusure e limitazioni”
ha detto il sottosegretario alla Salute Andrea Costa.

In quel caso ci sarebbero corsie preferenziali per i vaccinati, che potrebbero continuare a frequentare i luoghi di socializzazione,
come teatri, cinema o ristoranti, contrariamente ai no vax.

“Per chi decide di non vaccinarsi è giusto garantire il diritto al lavoro e i diritti primari,
ma se una persona non si vaccina è giusto che abbia qualche restrizione in più”.


Le ipotesi sul tavolo sono diverse.


Si attendeva da giorni ed è arrivata la decisione.
Dopo l’ok del Cts e dell’Aifa, il ministro della Salute Roberto Speranza ha annunciato che
la terza dose andrà fatta dopo 5 mesi dalla seconda inoculazione,
senza attendere i 6 mesi previsti sinora.

Ormai praticamente certo che la validità del green pass verrà ridotta di 3 mesi: il certificato verde non durerà più 12 mesi, ma 9.


Prosegue il pressing di alcune Regioni per differenziare le misure restrittive:
l’ipotesi, che il governo sembra intenzionato ad abbracciare, è quella di rilasciare il green pass solo ai vaccinati e ai guariti.

Stop, dunque, al green pass con i tamponi: questo sarebbe il “super” green pass, o green pass rafforzato.

In questo caso, i non vaccinati non potrebbero più partecipare alle attività culturali, sociali e ricreative perché non basterebbe più il tampone.

Si attiverebbe così una vera e propria lista di luoghi chiusi ai no vax:
bar e ristoranti, palestre e piscine, cinema e teatri, discoteche, stadi e feste dopo le cerimonie.


Draghi e la sua squadra stanno valutando se rendere obbligatorio il vaccino per alcune categorie.
L’obbligo di effettuare la terza dose scatterà sicuramente per il personale sanitario e per i lavoratori che entrano nelle Rsa per anziani.

Poi, potrebbe toccare a insegnanti, forze dell’ordine e dipendenti pubblici, ma tutto è ancora da definire .



Per il momento non sembra essere nelle corde del governo l’idea di imporre l’obbligo di vaccino a tutti i lavoratori.

I lavoratori non vaccinati potrebbero continuare ad ottenere il green pass sottoponendosi a tampone.




Sembra decisa la riduzione della validità del tampone molecolare a 48 ore e dell’antigenico a 24 ore, ma si attende il parere del Cts.



Secondo alcune indiscrezioni, potrebbe anche arrivare l’obbligo di indossare la mascherina all’aperto anche in zona bianca.
Oggi la mascherina all’aperto è obbligatoria solo dalla zona gialla in poi.



Tutto tace rispetto all’ipotesi di imporre l’obbligo di green pass anche per il trasporto pubblico.

Su autobus, tram e metro ad oggi non c’è, e il governo non sembra intenzionato a cambiare le cose, nonostante se ne stia parlando.


Chi non è vaccinato potrà invece continuare a prendere treni ad alta velocità e aerei anche solo con il tampone.



Lo stato di emergenza, in scadenza il 31 dicembre, sarà prorogato fino al 31 gennaio 2022,

quando scadranno i 2 anni dall’inizio della pandemia dichiarata
 
Lo scrivo e lo ripeto a tutti quelli che conosco e che incontro.

Il "vaccino" che è un "siero genico" non ti impedisce di prendere il virus.
Il virus lo prendi lo stesso, come un non-sierato, solo che potresti prenderlo in forma
più lieve perchè hai già creato gli anticorpi.

Fa naturalmente eccezione la categoria da 60 anni in sù, perchè qui lo prendi di brutto
- avendo loro altre patologie in corso - e muori in percentuale maggiore dei non-sierati.

Anche se sei stato sierato, poichè il virus lo hai preso, lo puoi ritrasmettere a tutte le persone
con le quali entri in contatto. Esattamente come un non-sierato.

Ora - amici miei - essere sierato o non-sierato - non fa alcuna differenza quando ti trovi
in bar - ristoranti - palestre - piscine - cinema - teatri - discoteche - stadi - feste -
IL VIRUS LO TRASMETTI UGUALMENTE.

Capite cosa sta scritto ? SI TRASMETTE UGUALMENTE.


Andiamo avanti.

La terza dose dopo 5 mesi. Sei mesi non vanno più bene.......

Ma come mai se il passaporto verde aveva all'inizio validità 9 mesi,
poi perchè ne avevi bisogno dato che non avevi in casa le dosi di vaccino,
l'hai esteso a 12 mesi. Ora lo riduci nuovamente a 9 mesi.
PERO' LA TERZA DOSE DOPO 5 MESI ???


Stop ai tamponi. Questa è veramente la fesseria, forse la più grossa, che mettono sul piatto.

Riporto :
Il test antigenico rapido costa meno e non ha bisogno di personale specializzato
producendo più rapidamente il risultato (30-60 minuti) rispetto al test molecolare.
E’ uno strumento utile soprattutto per le indagini di screening
e laddove servano in poco tempo indicazioni per le azioni di controllo.
A differenza dei test molecolari, però, i test antigenici rilevano la presenza del virus
non tramite il suo acido nucleico (RNA) ma tramite le sue proteine (antigeni).
Per questo comunemente viene anche chiamato test antigenico.
L’affidabilità non è ancora paragonabile a quella dei test molecolari
e la positività in alcuni contesti può richiedere la conferma del test molecolare.


Il test tampone molecolare naso orofaringeo
consiste in un’indagine capace di rilevare il genoma (RNA) del virus SARS-Cov -2
nel campione biologico attraverso il metodo RT-PCR.
Questo test ha un altissimo grado di sensibilità e specificità,
ossia ha un’elevata capacità di identificare gli individui positivi al virus

in modo che ci sia il minor numero possibile di falsi positivi
ed una altrettanto elevata capacità di identificare correttamente coloro che non hanno la malattia.
L’esito di questo tampone si ottiene mediamente in tre/sei ore.

CON IL TAMPONE MOLECOLARE HAI LA QUASI CERTEZZA DI NON AVERE IL VIRUS.
Con il siero/vaccino puoi essere positivo e non lo sai.
Qui lo sai. Lo sai di non essere positivo.



Poi la più grande di tutte le cazzate.
Niente obbligo di passaporto verde sui mezzi pubblici.

AHAHAHAH Ma come ? Sì nei luoghi dove devi stare distanziato
e no sulle metropolitane dove quello vicino ti alita in faccia ?

AHAHAHAH Ma lo capite che abbiamo a che fare con delle "persone"
che ci stanno prendendo per i fondelli ?

Lo capite che è tutta una montatura - non so bene da chi orchestrata -
per imporre un "qualcosa", per abituarci ad un "qualcosa", che sarà a divenire.
 
C'è da piangere a seguire quel che sta accadendo nella più completa assuefazione del popolo bue
che "non capisce", ma che non cerca neppure di capire, ormai accetta tutto, purchè si continui.



Negli anni Settanta l’Italia del fumetto satirico – e non solo – vantava alcune eccellenze
del tutto affiancabili a quelle americane come BC, Wizard of Id, o anglosassoni come Andy Capp.

Una di queste, oltre alla buonanima di Bonvi era ed ancora è il grandissimo Silver.

Quest’ultimo fu l’ideatore geniale di uno dei personaggi più demenziali delle strisce:
Cattivik, disegnato come una pera antropomorfa nera in ricordo forse di Diabolik,
dovrebbe essere l’apoteosi del Male e del Crimine, invece è soltanto un imbecille
incapace di portare a termine qualsiasi tentativo di delinquere, finendo vittima delle sue stesse fallimentari trame.

Ma Cattivik passerà alla storia del fumetto di genere, non tanto per l’essere l’ennesimo “villain” sfortunato,
cosa che lo porrebbe alla pari di Silvestro o di Willy il Coyote, ma per la sua caratteristica parlata,
che fa terminare ogni parola in maniera tronca, privandole cioè della vocale finale.


Oggi, apprendiamo che Cattivik ha fatto scuola, ma non fa più ridere,

e dunque al Liceo Cavour di Torino si adotterà una simile terminologia,

non per essere più scattante né più “malvag” come avrebbe egli voluto,

quanto per essere in tendenza sintonica con il politically correct che non vuole la desinenza di genere nelle parole.


Ecco, dunque, che nei comunicati ufficial* si sostituirà alla vocale finale l’asterisc*
perché diversamente qualcun* potrebbe offendersi e sentirsi non inclus* o peggio ancora,
“binario” e come tale “triste e solitario” anzi no, scusate “trist* e solitari*.

Insomma, non leggerete più “studenti” né “studentesse” – ohhh orrore! – bensì student*,

che magari dovranno essere accompagnati dal “genitore 1” o dal “genitore 2”,

immaginiamo in caso di richiamo scolastico.


Se tutto ciò non fosse di una tristezza infinita,

che di certo sta provocando sommovimenti tellurici nei sacelli di molti dei nostri avi
che hanno contribuito a creare la lingua italiana,
ci sarebbe da sganasciarsi dalle risa più sguaiate,
ma purtroppo questa è la realtà della scuola odierna e non una striscia a fumetti.


Qua abbiamo perduto non solo il buon senso,

ma anche il senso dell’umorismo e quello dell’ironia,

che altrimenti avrebbe evitato il ridicolo
.


Stiamo parlando di un ridicolo ancora peggiore di quel patetico tentativo, che avvenne durante il Ventennio,
di ricondurre a una perfetta lingua italica termini adottati dall’estero.

Insomma, come sempre la strada verso gli Inferi è lastricata dalle migliori intenzioni

ed in questo caso, però, anche da una supponente e arrogante ignoranza che,

dopo aver devastato altri campi del sapere umanistico, adesso ha preso di mira la lingua del Belpaese.



Non paghi di aver introdotto termini orrendi come “femminicidio”, “resilienza” e tanti altri,

non contenti di scrivere ormai in una sorta di lingua franca simile a un gramelot, e non certo a un argot,

che spesso conta più parole inglesi che italiane, del tutto inutili in quanto esistente appunto il loro corrispettivo italico,

alle quali poi vanno sommati i neologismi ibridi che non sono né italiano né inglese,

come “blastare” tanto per dire il primo che mi viene in mente,

oggi diamo il colpo ferale con l’introduzione dell’asterisco.


Segno di interpunzione, anche simpatico forse proprio perché poco usato,

l’asterisco sino a ieri significava il rimando a una nota del testo oppure in qualche elenco,

ma soprattutto richiamava alla mente del lettore un altro straordinario personaggio del mondo dei fumetti: Asterix.


Il piccolo gallo accompagnato dal fedele e gargantuesco Obelix.


E all’Accademia della Crusca cosa dicono?


Diranno che la lingua italiana è in continua evoluzione, per tirarsi fuori dall’impaccio

e dunque non voler apparire troppo arcaicamente rétro e conservatori?


Così, dunque, dovremmo rassegnarci a vedere l’asterisco

sui cartelli stradali, s

ulle indicazioni della toponomastica,

sulle targhe all’interno degli ascensori,

in un tripudio di politicamente corretto

ed in una totale assenza di intelligenza.



Benvenuti nel XXI secolo, ahhhh… scusate ancora… secol*!
 
Nello scontro a distanza con Roberto Burioni, l’uomo dei vaccini per antonomasia, Borghi credo che abbia ragione da vendere.


Contestando l’apodittica affermazione che il virologo pesarese va propagandando da tempo,

ossia che l’immunità dei guariti dal Covid-19 sarebbe inferiore a quella che si ottiene con i vaccini,

Borghi ha citato alcuni studi che dimostrerebbero il contrario.



Ma il virologo superstar non ammette di essere contraddetto e così risponde in un tweet:

“Lei non ha capito. Non so quale sia il suo lavoro, il mio – da professore universitario –

è quello di decidere se una persona sa o non sa la virologia, e se non la sa, bocciarla.

Lei non la sa (non l’ha studiata) ed è bocciato. La scienza non è democratica. Studi e torni a settembre”.


Dunque, per Burioni la virologia è come una religione: o si sa o non si sa,

e chiunque non accetti di bersi senza fiatare le sue pozioni virali è un eretico ignorante.



A tale proposito vorrei segnalare al nostro genio incompreso che anche il professor Paolo Gasparini,
membro esperto del Consiglio superiore di sanità, sostiene la stessa eresia di Borghi.

Secondo quest’ultimo esperto, infatti,

“i guariti sono immuni contro tutte le porzioni del virus a differenza dei vaccinati
che sono stati immunizzati solamente contro la proteina Spike (una parte del virus)”.

E come Gasparini tanti altri scienziati italiani ed esteri stanno da tempo ripetendo la medesima teoria.



Ma per Burioni non ci sono teorie nel suo campo.

Egli ha da tempo scoperto il dogma assoluto: basta ripetere all’infinito la stessa cosa tutte le domeniche,

nel salotto televisivo di Fabio Fazio, per renderla una verità rivelata da stampare a caratteri d’oro nel libro dei gonzi,

che lo considerano un mito vivente della scienza.
 
Oh mio popolo bue. Non andare a votare.
No, stai in casina tua, magari mettiti anche la mascherina in casa o in auto,
non si sa mai che il tuo parente sia positivo con il passaporto verde in tasca.
Così al potere rimangono sempre gli stessi "ignoranti".
Ogni tot, cerchiamo di cambiare gli "ignoranti". E' per il nostro bene.



In Rai esplode una nuova grana:

Nicola Rao, attuale vicedirettore della Tgr,

apprezzato giornalista con curriculum impeccabile,

indicato da più parti come possibile direttore di una testata,

sarebbe stato fatto fuori dal recente pacchetto di nomine dei Tg per motivi ideologici:

Troppo di destra” per poter fare il direttore in Rai, ha scritto Repubblica.



Ma è possibile che la più importante azienda culturale del Paese
escluda dalla promozione uno dei suoi migliori giornalisti, autore di importanti scoop
(come l’intervista esclusiva ad Alì Agca) perché non conforme al pensiero della sinistra?


Il Servizio pubblico non dovrebbe garantire il pluralismo culturale ed informativo?

Non è per questo che i cittadini pagano il canone?

Ma soprattutto cosa vuol dire “troppo di destra”?



Rao è uno storico del terrorismo degli anni Settanta,
la sua “Trilogia della celtica” (che raccoglie tre lavori scritti tra il 2006 e il 2009)
rappresenta ancora oggi uno di più importanti contributi per la ricostruzione della storia dell’eversione nera in Italia.


Insomma, sembra che la colpa di Rao non sia di essere uno “troppo di destra”, ma di aver studiato troppo la destra.

E così ieri un gruppo di intellettuali bipartisan hanno sottoscritto un comunicato
contro l’operato della Rai denunciando “il caso di grave discriminazione culturale e disinformazione aziendale”.


Aldo Cazzullo, Luca Telese, Vittorio Macioce, Antonella Beccaria, Gianni Scipione Rossi, Paride Leporace, Vittorio Lofoco
ed altri storici, magistrati, giornalisti e scrittori hanno ricordato che i libri di Rao sono frutto
di un enorme, serio e obiettivo lavoro di ricerca storica e indagine investigativa
e rappresentano “una pietra miliare per quanti di noi si sono sempre occupati della materia”.


Insomma, un giornalista apprezzatissimo per la sua attività di vicedirettore in Rai
e per i suoi libri non può fare carriera nella Rai di Carlo Fuortes perché “troppo di destra”.


SettimoPiano ci conferma che in effetti il curriculum di Rao è stato visionato dall’Ad Fuortes

ma che su di esso, ad un certo punto, è arrivato un veto non spiegabile da questioni aziendali.


Insomma, un vero e proprio stop ideologico.


Questo veto è stato poi comunicato a Palazzo Chigi.


Pare che Fuortes (che ovviamente non ha mai letto un libro di Rao ma dev’essere rimasto impressionato dai titoli)

si sia fidato di un suo stretto suggeritore in Rai: un giornalista storicamente di sinistra e vicino alla pensione.
 
Siamo in un Paese libero e ognuno può fare quello che ritiene.

Tuttavia, altrettanto lecito è manifestare perplessità, oppure contrarietà.

Mi chiedo come si sentissero le moltitudini di liceali che, fino a ieri, sono stati definiti come prevede la legge.


Sugli F24 non ci sono asterischi, ma una casella in cui si deve scegliere tra M ed F.

Sono discriminatori, gli F24?


O, forse, è discriminatorio proprio l’asterisco, il quale, stato civile a parte,

cancella le identità in nome di un egualitarismo che deve riguardare

i diritti delle persone, l’educazione alla tolleranza, il rispetto di tutti, non le desinenze.



Mi spiace doverlo ammettere,

ma la vera parità dei diritti è quella prevista dai moduli di pagamento delle imposte,

davanti ai quali, a prescindere dal genere, siamo tutti uguali.



E non ci sono sconti.
 
Ma tutti contenti. Pensate a cosa prenderà di pensione quel fatidico giorno
- 1° dicembre - quel membro della Cassazione di cui accennavo sopra.
Una vergogna. Prenderà in un giorno, lo stipendio di uno che ha lavorato veramente per un anno.



Il pagamento in contanti delle pensioni di dicembre 2021 + Tredicesima, presso gli uffici postali, avverrà dal 25 novembre al 1 dicembre .

Come di consueto dall'inizio della pandemia i pagamenti in contanti vengono scaglionati in piu giorni,
ad evitare assembramenti negli uffici postali .

Per omogeneità anche gli accrediti sui conti postali e per i titolari di Postepay
vengono anticipati alle stesse date, mentre gli accrediti negli istituti bancari seguono il calendario ordinario.


Per dicembre il primo giorno bancabile è il 1°dicembre quindi questa è la data
in cui riceveranno la pensione coloro che hanno la pensione domiciliata su conti correnti bancari.
 
Ho ascoltato le notizie di 3 TG.
La parola più ricorrente ? IMMUNIZZATI

Capite come il popolo bue viene preso per i fondelli ?
Ascolta questi che parlano di "immunizzazione" facendo il siero
e non riescono a metabolizzare che li stanno prendendo in giro.
Si fidano ciecamente.


Poi abbiamo questo signore...e qui mi fermo.


«Vacciniamoci tutti per essere più forti»

è l’appello del ministro Speranza che annuncia un anticipo del richiamo.

«Sono ore delicate»,
 
Aziende di casa nostra.



A Milano, si apre oggi per gli addetti ai lavori e ai giornalisti l’ edizione numero 78 di Eicma, la fiera delle due ruote.

La rassegna, che si svolge nei padiglioni di Rho Pero, apre il 25 al pubblico e resterà aperta fino a domenica 28.

Nel Lecchese abbiamo due aziende nel settore della motocicletta.

Nell’anno del centenario la Moto Guzzi dopo avere presentato a Mandello dentro la fabbrica la V-100 Mandello
la prima raffreddata a liquido della casa dellAquila, ma purtroppo vista solo dagli addetti
che ne hanno decantato le doti di questo “tributo” alla città dei motori.


Una bicilindrica che ha poco della tradizione Guzzi e tanto di novità.

Non per niente questa moto è una sorta di piattaforma di partenza
che servirà come base del motore dislocato su differenti segmenti di modelli che arriveranno nel corso degli anni.


Il nuovo motore sempre bicilindrico ha tra i 155/120 cavalli, la cilindrata di un litro (1000 cc) ed una nuova aerodinamica,
che non è passata inosservata a chi l’ha potuta vedere in anteprima.
Per quanto riguarda le colorazioni per ora se ne sono viste solo due il verde oliva e il rosso
il tradizionale colore della casa motociclistica di Mandello.


La seconda novità di casa Guzzi, che siamo riusciti a mostrare in anteprima,
è una naked da 850 cc di cui il nome è ancora top secret.

La nuova moto, vista nel primo test fuori dallo stabilimento di via Parodi,
è stata camuffata per renderla poco chiara a occhi indiscreti,
tanto che per molti era solo una V7, ma che invece, come mostriamo in questa foto esclusiva,
ha delle profonde differenze.
1637671326865.png





La nuova Moto Guzzi è una sorta di Ipermotard vista nello stabilimento di color arancio è piacevole
visto che adotta il motore della V7 da 850 cc da non confondere con quello della V785 Tt
che resta sempre in produzione a Mandello, proprio visto il successo.


Dalla dinamica ed effervescente casa valsassinese Vent a Eicma ci sono davvero tante novità
a sottolineare come in questi mesi a Introbio in via alla Fonte non se ne sono stati con le mani nelle mani.

La Vent porterà i nuovi 125/4T Moratd ed Enduro euro 5.

Nuovi al 100% sono i motori, le grafiche e nuova struttura
perché a Milano è una piazza troppo importante per fare solo passerella.

Ma la Vent ha in serbo il nuovo Derapage 50 Manga Edition
è rivolto ai teen-agers ed è un mezzo che saprà far breccia nei cuori dei giovanissimi.

Ma c’è di più perché in arrivo è la gamma 125/2T con tre versioni euro 5 Enduro, Cross e Motard che erano attesi.

In azienda si è lavorato sull’abbassamento dei gas di scarico per questi 2/T news generation.


E poi il comparto biciclette che portano il marchio Vent.
Una Superenduro per i patiti della pedalata off-road, la E-Gravel bi ammortizzata

Una vera chicca per i patiti ed infine una sorpresa per gli appassionati e l’utilizzo urbano della bicicletta.
 

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