firmiamo contro la pena di morte (1 Viewer)

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Nwessuno tocchi Caino

NESSUNO TOCCHI CAINO NEWS
La newsletter a cura di Nessuno Tocchi Caino
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Anno 4 - n. 120 - sabato 04 dicembre 2004

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Contenuti del numero:

1. LA STORIA DELLA SETTIMANA : ONU. PRESENTATO RAPPORTO 2004 DI NESSUNO TOCCHI CAINO
2. NEWS FLASH: CUBA. SCARCERATO GRUPPO DI DISSIDENTI TRA CUI IL DIRIGENTE DI NESSUNO TOCCHI CAINO MARCELO LOPEZ BANOBRE
3. I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA :


ONU. PRESENTATO RAPPORTO 2004 DI NESSUNO TOCCHI CAINO
3 dicembre 2004: Nessuno tocchi Caino ed il Partito Radicale Transnazionale hanno presentato al Palazzo di Vetro il Rapporto 2004 sulla pena di morte nel mondo, rilanciando la campagna volta ad ottenere un pronunciamento dell'Assemblea Generale dell'ONU a favore di una moratoria universale delle esecuzioni capitali.

I tempi del voto potrebbero essere maturi nell'autunno 2005, una data simbolica, in coincidenza con il sessantesimo anniversario dell'organizzazione.
Il mondo - si afferma infatti nel Rapporto - sta prendendo sempre più le distanze dalla pena di morte. La tendenza verso l'abolizione registrata nel 2003 si è confermata nei primi otto mesi del 2004 e ad oggi 134 paesi o territori in tutto il mondo hanno deciso di lasciare i boia disoccupati.
Di questi paesi, 81 hanno deciso di abbandonare completamente la pena capitale, mentre 14 l'hanno abolita per i delitti ordinari. Uno, la Russia, si è impegnato ad abolirla e nel frattempo applica la moratoria come membro del Consiglio d'Europa, sei osservano la moratoria e 32 sono abolizionisti di fatto non avendo effettuato esecuzioni negli ultimi 10 anni.
Nel periodo preso in esame, NtC ha registrato quattro abolizioni legali, quattro abolizioni di fatto e due moratorie. Questi sviluppi lasciano intravedere un clima favorevole per un forte pronunciamento dell'Onu contro la pena di morte.
''La moratoria all'Onu è il nostro principale obiettivo'', ha detto il segretario di NtC, Sergio D'Elia. Per D'Elia ''l'abolizione della pena di morte non può essere imposta per decreto né può essere una lezione di civiltà che gli abolizionisti 'civili' impartiscono ai 'boia che devono essere civilizzati'. Può essere però il terreno di incontro tra paesi mantenitori e paesi abolizionisti: gli uni potrebbero fare un passo verso l'abolizione, gli altri contribuire a salvare migliaia di vite umane''.
D'Elia ha osservato che ''dopo alcuni anni di moratoria è difficile per uno stato riprendere le esecuzioni.
Questo è accaduto nella ex Unione Sovietica, nella ex Jugoslavia e in Sudafrica che ha abolito la pena di morte dopo cinque anni di sospensione''.
La campagna per la moratoria Onu è partita dall'Italia su spinta di NtC. Nel 1994 una risoluzione per la moratoria fu presentata in Assemblea generale ma perse per 8 voti. Erano tempi diversi: 10 anni fa gli stati membri con la pena di morte erano 97, oggi sono 60, 37 di meno.
Se si andasse al voto nel prossimo autunno - ha osservato D'Elia - almeno metà degli stati voterebbe per la moratoria, l'altra metà si dividerebbe tra voti contro e astensioni. Una risoluzione per la moratoria potrebbe ricevere, secondo le stime dell'associazione, ben 88 paesi sponsor.
Ciononostante il quadro del Rapporto è desolante e sottolinea l'urgenza dell'azione:
''Rispetto al 2002 il numero totale di esecuzioni nel mondo è aumentato nel 2003 ad almeno 5.606, contro le 4.101 del 2002. L'aumento è dovuto al fatto che per la prima volta la Cina ha diffuso le statistiche semiufficiali sulla pena di morte, con almeno 5000 esecuzioni.
La pena di morte non appartiene alla sfera delle convinzioni religiose: ''Il problema non è la Bibbia, né il Corano'', ha detto D'Elia. ''Spesso per i media esiste solo la pena di morte negli Usa, ma il 99% delle esecuzioni capitali sono praticate da paesi illiberali e autoritari come Cina, Iran, Arabia Saudita''.
L'Europa sarebbe il regno degli abolizionisti se non fosse per la Bielorussia che nel 2003 ha giustiziato un condannato.
Nord e Sud America sarebbero nella stessa condizione se non fosse per le 65 persone messe a morte negli Usa contro le 71 del 2002 e le tre uccise a Cuba dopo pochi anni di sospensione della pena di morte.
Il caso cinese fa invece dell'Asia il continente dove la pena capitale è più applicata con almeno 5.481 esecuzioni.
L'Africa ha effettuato 56 esecuzioni nel 2003, sette in meno che nel 2002.
Il Rapporto 2004 di NtC è dedicato proprio ad un leader africano, Levy Mwanawasa, presidente dello Zambia. Eletto nel 2001, Mwanawasa si è impegnato a non firmare nessun decreto di esecuzione nel corso del suo mandato.
All'Africa è dedicata l'iniziativa di quest'anno di NtC, con un progetto volto a sostenere il processo abolizionista nel continente in coincidenza con ''l'approdo dell'Africa alla democrazia''.
Per saperne di piu' :

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NESSUNO TOCCHI CAINO - NEWS FLASH

CUBA. SCARCERATO GRUPPO DI DISSIDENTI TRA CUI IL DIRIGENTE DI NESSUNO TOCCHI CAINO MARCELO LOPEZ BANOBRE
30 novembre 2004: il regime di Fidel Castro ha scarcerato sette dissidenti cubani facenti parte del gruppo di 75 condannati l'anno scorso a lunghe pene detentive. La notizia è stata diffusa dal Presidente della Commissione Cubana dei Diritti Umani e la Riconciliazione Nazionale, Elizardo Sanchez.
I primi sei sono stati scarcerati il 29 novembre; si tratta di Marcelo Lopez Banobre, membro del Consiglio Direttivo di NtC, Oscar Espinosa Chepe, Margarito Broche Espinosa, Pedro Arguelles Moran, Jesus Mustafà Felipe e Pablo Pacheco Avila. Il settimo uomo, il poeta e giornalista Raul Rivero, è stato rilasciato la mattina del 30.
"E' una buona notizia," ha dichiarato il Segretario di NtC Sergio D'Elia, il quale ha però messo in guardia: "Occorre precisare che la loro uscita dal carcere non è avvenuta in base a indulto o amnistia, ma è stata determinata dalle loro precarie condizioni di salute." "Il loro status è a tutti gli effetti quello di persone in libertà provvisoria, che potrebbe essere revocata da un momento all'altro a seconda degli umori del Lider Maximo."
Marcelo Lopez, 41 anni, era finito nel carcere di Combinado del Este a L'Avana nel 2003, dopo una condanna a 15 anni di prigione per 'atti contro la sicurezza dello Stato'.
"Aveva reso pubblici i dati sulla pena di morte a Cuba," spiega Sergio D'Elia. "Per questo lo abbiamo eletto nel consiglio direttivo della nostra associazione."
I 75 dissidenti, molti dei quali sostenitori del "Progetto Varela", una campagna per la democratizzazione di Cuba che ha promosso una raccolta di firme per un referendum istituzionale teso a introdurre il multipartitismo, furono arrestati il 18 marzo 2003. Pochi giorni dopo, i Tribunali hanno comminato loro pene dai 6 ai 28 anni di reclusione, con capi di imputazione quali tradimento della patria o cospirazione politica.
Per sollecitare l'attenzione dell'opinione pubblica sulle gravi condizioni di detenzione in cui versano gli attivisti per i diritti civili a Cuba, Oliviero Toscani ha di recente realizzato una mostra che raffigura i 75 dissidenti in foto giganti poste in una enorme gabbia. La mostra dal titolo "Proibito pensare. Le facce della repressione a Cuba", è stata di recente presentata a Firenze, Roma e Torino e verrà portata in altri Paesi, come Repubblica Ceca, Spagna, Francia, Svezia, Paesi Bassi, Stati Uniti.
Per saperne di piu' : http://www.cubanet.org/CNews/y04/dec04/01e1.htm

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I SUGGERIMENTI DELLA SETTIMANA


In occasione della Giornata Mondiale dei Diritti Umani, che cade il 10 dicembre, si terranno a Parigi per tre giorni mostre e dibattiti sul tema: "Iran: i diritti umani lapidati".
Sono in programma mostre di documenti relativi alle diverse violazioni dei diritti umani in Iran, con foto e video; tavole rotonde e dibattiti; esposizioni di dipinti e sculture di artisti iraniani in esilio.
Gli eventi si terranno il 10 e l'11 dicembre dalle 17:00 alle 20:00 e il 12 dicembre dalle 10:00 alle 17:00, presso l'Espace TAPIS ROUGE - 67, rue du Fbg. Saint-Martin - 75010 Parigi


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capitali nel mondo.
Per maggiori informazioni: http://www.nessunotocchicaino.it
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