Fiscal cliff e' dentro di voi

Cosa ci vuole per fare politica
Ricordava Platone che chi non sa fare un paio di scarpe non si metterà mai a fare il calzolaio, così come chi non sa di medicina non curerà mai gli ammalati. Tutti, però, si ritengono all’altezza di guidare lo Stato e il paese. Nessuna scuola, professionale o classica che sia, potrà mai dare quel profilo culturale e di sensibilità che la politica richiede. È nella vita delle associazioni ma innanzitutto in quella dei partiti che si apprendono e dialetticamente si accettano strategie e programmi. È negli enti locali che si matura la prima esperienza, ci si confronta con il potere amministrativo e con la capacità di applicare le proprie idee nella realtà quotidiana. E infine è nell’attività legislativa parlamentare che si assume una visione d’insieme dei bisogni e delle risposte che essi sollecitano, allenandosi a mantenere sempre viva l’attenzione sugli effetti che una norma legislativa produrrà sul corpo vivo della società e dei suoi legittimi interessi.
Associazioni, partiti, enti locali, parlamento: solo con questo percorso un gruppo dirigente potrà essere pronto ad assumere un ruolo di governo. Non basta “sapere”. Non basta “conoscere”. La politica è qualcosa di diverso dalle singole professionalità. Anzi, più volte ho insistito che per essere un buon ministro non bisognava essere tecnici di quel settore. Tanto per intenderci, un medico non dovrebbe fare il ministro della Sanità così come un avvocato o un magistrato non dovrebbero diventare ministri della Giustizia. Né si può lasciare la politica economica agli economisti. I cosiddetti tecnici possono essere buoni consulenti o autorevoli burocrati, ma difficilmente buoni ministri perché introducono nell’azione di governo quelle rigidità accademiche e professionali che sono l’esatto contrario della flessibilità chiesta dalla politica. Dirò di più: per fare politica non basta avere buone idee, perché intorno ad essa va costruito il consenso. Senza il consenso le idee diventano puro esercizio intellettuale.
Elemento necessario per esercitare l’arte della politica è poi il coraggio. Nei momenti delle scelte si è quasi sempre soli. E spesso le scelte migliori per il paese sono le più impopolari. C’è una regola di fondo nelle grandi democrazie che sembra smarrita da quindici anni a questa parte: la società deve essere guidata lasciando ad essa, poi, il naturale ruolo di giudice dell’operato delle classi dirigenti nelle elezioni successive. Il contrario di ciò che abbiamo visto fare negli ultimi tempi, quando la bussola dei governi è stata l’umore del popolo e i continui sondaggi su tutto e su tutti si sono trasformati nel viatico virtuale per decidere se continuare o fermarsi nell’azione di governo.
Questa sorta di democrazia diretta attraverso i sondaggi manda in corto circuito una classe dirigente che, certo, deve tener conto dell’opinione pubblica, ma non può farsi guidare da essa. Quando, per esempio, nel dopoguerra fu realizzata la Comunità del Carbone e dell’Acciaio e poi, con i patti di Roma, partì l’Unione Europea a sei, le forze sociali, parte rilevante della grande stampa e l’intera sinistra politica italiana erano contrarie. I dirigenti democristiani, forti di un pensiero politico lungimirante, ebbero il coraggio di non seguire gli umori e le mode del tempo e costruirono quell’Europa comunitaria che con tutti i difetti è un modello anche per l’altra area del pianeta ed è diventata protagonista nel governo del mondo. Pensiero politico e coraggio sono, nell’ordine, i due ancoraggi per chi voglia davvero governare senza perdersi nella mera cura di grandi e piccoli interessi spesso inconfessabili. È inutile aggiungere che una politica degna di questo nome deve anche avere un dialogo serrato con il cosiddetto establishment del paese. Genuflettersi a esso, però, è il più alto tradimento che si possa fare alla democrazia e allo Stato.
 
al telefono ora irene mi ha chiesto che facciamo lo faccio passare o la faccio come ineseguito. :D:

irene scusi se l'ho disturbata ho detto i sistemi stanno ancora imbriachi e auguri storni l'operazione :d:
 
in merito ai progetti 2013 boh cico' domani andiamo e iniziamo a chiudere il 2012 . poi si vedra' non so' vedremo strada facendo . ormai e' tutto come il mercato ci sono opportunita' e inculte :d:
 

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