Ho cercato Tabellini, ma è lo stesso Tabellini che intende Mattarella? Ma allora scusate, è una presa in giro...
I siti che citi non sono il New York Times.
Io sono arrivato a casa adesso e sto leggendo le notizie come te.
Pare che siano state estrapolate due righe da un convegno del 2014.
Tabellini è uno che l'economia la conosce e, comunque, essendo stato Rettore della Bocconi (che è la voce dell'economia anglosassone in Italia), proprio in quanto tale è in grado di tranquillizzare i mercati.
In ogni caso l'ipotesi del governo tecnico pare archiviata.
Io credo che Mattarella NON abbia commesso una violazione della Costituzione opponendosi alla nomina di Savona.
Anche Ciampi aveva rivendicato per sé il potere di grazia, che in precedenza era ritenuto potere solo formalmente presidenziale e sostanzialmente governativo.
Era stato sollevato un
conflitto di attribuzioni tra il Presidente della Repubblica Ciampi e il Ministro di Grazia e Giustizia Castelli: la Corte costituzionale si era pronunciata con una sentenza creativa del diritto e aveva tracciato le linee-guida di una nuova procedura per la concessione della grazia.
I rapporti tra gli organi dello Stato devono essere improntati al principio di
leale collaborazione.
L'idea che mi sono fatto è che Salvini stia giocando una partita politica e non solo costituzionale: Salvini vuole fare il pieno, prendersi la premiership nel governo e la leadership del centrodestra in Parlamento.
Ha giocato (ottimamente) le sue carte e Mattarella (insieme a Di Maio, che si è mostrato terribilmente ingenuo) è caduto nella rete.
Credo che però Mattarella non possa assolutamente nominare un "suo" governo
contro il Parlamento: questo secondo atto sarebbe davvero inconsueto e con rilevanti profili di incostituzionalità.
Infatti è lo stesso Mattarella ad aver fatto un passo indietro: io penso che domenica sera Mattarella fosse davvero adirato (era scuro in volto) e che abbia agito d'impulso convocando Cottarelli.
Mattarella poteva opporre le sue obiezioni alla lista dei ministri presentatagli (la prassi, come si è già ricordato quando è stata postata la foto del manuale di Costantino Mortati del 1975, fu mutata da Pertini che si oppose a Darida ministro), ma non può nominare un governo contro la maggioranza parlamentare: e, infatti, a mente fredda è rientrato nei ranghi.
Vi è da dire che noi siamo in presenza di un passaggio fondamentale della nostra storia repubblicana e costituzionale.
La Prima Repubblica è sorta da una guerra civile; la Seconda Repubblica è nata con uno scontro violentissimo (e sanguinoso, perché vi sono stati i morti, i suicidi) tra potere legislativo e potere giudiziario.
Anche la Terza Repubblica nascerà in seguito a uno
scontro istituzionale: il parto è sempre doloroso.
Nel Novecento vi è stata una narrazione collettiva fondata sulle classi sociali: borghesia e proletariato erano i due poli opposti della vita sociale; destra e sinistra erano la cristallizzazione politica dei blocchi socio-economici.
Adesso la narrazione è mutata, lo storytelling è diverso: da un lato il popolo, dall'altro le élites; da un lato i populisti, dall'altro l'establishment.
Tale narrazione s'impone a livello mondiale: i populisti hanno vinto con Trump, l'establishment ha imposto Macron.
Le dicotomie marxiste incentrate sulle classi sociali hanno lasciato spazio a qualcosa di diverso, che verrà partorito anche in Italia così come è successo in altre parti del mondo.
Lo scontro tra il "nuovo" e l'"apparato" a cui noi stiamo assistendo non può essere ricondotto all'interno dello stretto alveo delle norme giuridico-costituzionali (norme che già di per sé sono fattispecie aperte a interpretazioni plurali e divergenti se non addirittura contrapposte): la Costituzione, in ogni modo, tiene, regge.
Oggi mi pare che tutti i soggetti in campo siano tornati a ragionare: oggi tutti si sono di nuovo "
costituzionalizzati".
Io credo che Mattarella abbia un compito in ogni caso ingrato.
Ricordo che Mattarella è un grande costituzionalista ed è stato giudice costituzionale: però una cosa è la teoria, un'altra è la pratica. E la pratica è molto più scivolosa, infida e pericolosa delle semplici dispute accademiche.