Non esiste la revoca per giusta causa in diritto amministrativo.
Esiste la revoca:
1) per i motivi previsti dalla concessione stessa;
2) per motivi di interesse pubblico.
Nel primo caso è dovuto l'indennizzo previsto dalla concessione stessa; nel secondo caso deciderà un giudice (ma dubito che, anche in tale eventualità, si possa recedere senza indennizzo).
In ogni caso, la concessione è stata firmata da Di Pietro, che è stato un grillino "ante litteram".
Le autostrade sono un "monopolio naturale", cioè sono un'impresa che presenta costi decrescenti all'aumentare dei beni e dei servizi prodotti.
Le imprese normali presentano costi crescenti all'aumentare della scala: la concorrenza, in tal caso, fa sì che i prezzi si abbassino.
I prezzi, infatti, vanno fissati a livello dei costi marginali: la concorrenza produce una diminuzione dei costi e, quindi, dei prezzi.
Nel monopolio naturale, invece, i costi sono sempre decrescenti all'aumentare della quantità prodotta: quindi è più conveniente che i beni e i servizi siano prodotti da una sola impresa, la quale, all'aumentare della scala, può diminuire i prezzi.
Questo dice la teoria.
Il monopolio naturale, quindi, o va gestito dallo Stato oppure va gestito da una sola impresa in regime di gestione regolamentata.
Se tanto mi dà tanto, quel ponte sarebbe caduto anche se il servizio fosse stato gestito direttamente dallo Stato.
Una volta revocata la concessione ai Benetton, che si fa?
Si darà la concessione ad altri? Gestirà il servizio lo Stato?
Lo Stato farebbe bene a lasciare il servizio ad Atlantia: fa pagare i danni al concessionario, gli fa ricostruire il ponte e poi, magari, irrigidisce il sistema di gestione controllata e regolamentata.