Manovra, Salvini e Di Maio: "Accordo raggiunto sul 2,4%". Via la Fornero. C'è il reddito di cittadinanza
Speriamo in bene per domani

Io dico la mia opinione al riguardo (cioè sul DEF).
Prima di tutto occorre ricordare alcuni dati.
Il Pil italiano ammonta a 1.700 mld. di euro annui, per cui lo 0,1% del Pil equivale a 1,7 mld.
L'Italia ha un debito pubblico di circa 2.300 mld. di euro, per cui il rapporto debito/Pil è del 135%.
In questi giorni sto leggendo il famoso (famigerato?) libro di Thomas Piketty,
Il capitale nel XXI sec.
Il capitale nel XXI secolo - Thomas Piketty - Libro - Bompiani - Vintage | IBS
Piketty riporta tabelle e dati macroeconomici dal 1750 d.C. (prima della Rivoluzione francese) fino ai giorni nostri.
I periodi storici in cui i debiti pubblici sono stati più elevati furono:
1)
periodo delle guerre napoleoniche: la Gran Bretagna ebbe un debito del 200% del Pil (si dovevano pagare gli eserciti che combattevano in Europa contro Napoleone), mentre la Francia in quell'epoca sfiorò il 100% (però nel 1797 aveva risolto bellamente il problema del proprio debito pubblico con la cd. "bancarotta dei 2/3", cioè aveva dichiarato default, l'unico della sua storia). La Gran Bretagna riuscì a ridurre il proprio debito durante l'Ottocento con la crescita dell'Impero coloniale; per tutto l'Ottocento l'inflazione fu un fenomeno sconosciuto;
2)
periodo dopo la Seconda Guerra Mondiale: la Gran Bretagna ebbe un debito astronomico volato al 230% del Pil, emesso per far fronte alla guerra contro Hitler (nel 1941 la Gran Bretagna combattè da sola in Europa contro il nazismo, visto che tutte le altre nazioni erano cadute). Quel debito venne "ripagato" grazie a un'inflazione del 15% l'anno (che dal punto di vista economico equivalse a un default, anche se le forme giuridiche furono salve).
L'Italia, adesso, ha un debito relativamente alto se paragonato ai livelli raggiunti nella storia.
Inoltre, non sarà possibile fare un default mascherato attraverso meccanismi inflattivi.
L'unica via percorribile è la strada degli avanzi primari, che il governo gialloverde (o rossobruno) ha deciso di abbandonare.
La Francia di Macron ha un debito pubblico al 97% del Pil e, per il servizio del debito, paga l'1,5% di interesse in meno di quanto paghiamo noi italiani.
L'anno scorso la Francia di Macron aveva stipulato un accordo con la Commissione europea per un deficit del 2,6%.
Adesso Macron ha deciso di sforare dello 0,2% e di fare un deficit del 2,8%.
Noi avevamo stipulato un accordo con la Commissione europea per fare un disavanzo allo 0,8%: nonostante il limite sia il 3%, noi dobbiamo perseguire un avanzo primario (dobbiamo farlo per il nostro bene e per le generazioni future, per i nostri figli e nipoti) e quindi, con uno spread al 2%, non dovremmo superare l'1%.
Tria aveva pattuito un deficit all'1,6%, di stasera è la notizia di un deficit al 2,4%.
Dall'1,6% al 2,4% si tratta di 0,8*1,7 mld. = 13,6 mld. di euro.
Rispetto a quanto pattuito con l'Europa (deficit allo 0,8%), si faranno 27,2 mld. di euro di debiti in più.
I numeri sono questi e sono difficilmente contestabili.
L'unico mio auspicio è che la flat tax leghista possa avere un impatto positivo sulla crescita e che possa avere un ritorno economico in termini di servizio del debito.
Per il resto, non ci resta che attendere ulteriori sviluppi.