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1. Provo a fare un post "di scenario" ed utilizzo l'ultimo Bollettino
EIR versione italiana.
Questi bollettini, che gentilmente mi sono inviati ogni settimana, hanno un duplice pregio:
a) anzitutto, sono
un punto di vista statunitense (e di lungo corso). Certo, sono solo "uno" dei possibili punti di vista di provenienza USA, ma il solo fatto che ancora esistano, è un valore indicativo in sè;
b) sono comunque volti a fornire una visione di
scenario mondiale e, a prescindere dalla condivisibilità delle spiegazioni causali prescelte e dalle priorità che appaiono suggerire, si fondano su una buona capacità di dare notizie su
fatti e dati che, altrimenti, il sistema mediatico mainstream priverebbe di ogni risalto (privando quindi le opinioni pubbliche occidentali di ogni chance di comprendere cosa
realmente stia accadendo nel mondo).
2. Fatta questa dovuta premessa, proviamo a mettere insieme alcune notizie e analisi contenute nei due ultimi bollettini (n.40 e 41), esponendoli
secondo la priorità che risulta oggettivamente attribuita dal sistema mediatico mainstream, in modo da realizzare un (ormai inconsueto) contraddittorio tra visioni diverse comunque legittimamente formulate. Le varie tematiche selezionate saranno integrate da alcuni links da me apportati secondo l'usanza di ricerca documentata che caratterizza questo blog.
La stretta connessione, ovvero "interdipendenza" tra le varie tematiche, inoltre, corrisponde ad
un'evidenza che dovrebbe essere chiara a chi frequenta questo blog (v. in particolare
qui p.4 per una sintesi sostanziale). Se non lo fosse, sarebbe...preoccupante.
3. Cominciamo dunque dalla questione Catalogna (più che mai agli "onori della cronaca"
in queste...ore)
. Facciamo precedere l'analisi da questi dati (i tagli della spesa sociale in Catalogna, operati proprio dai partiti al governo "autonomo",
ora indipendentisti, sono quasi il doppio della media spagnola):
Spagna: la secessione deve essere quella dall'euro
La crescita del movimento indipendentista catalano è in gran parte conseguenza della politica di austerità imposta dall'Unione Europea e dalla BCE a seguito del crac finanziario del 2008 e dei salvataggi bancari. La disoccupazione supera il 20% (per i giovani il 50%) e molti lasciano il Paese in cerca di un lavoro.
Secondo la banca centrale spagnola, lo stato ha speso 54,3 miliardi per salvare le banche fallite, di cui solo 3,8 sono stati rimborsati e altri dieci si prevede rientrino nel futuro. Questo significa che i contribuenti hanno versato 40 miliardi per salvare le banche.
La Catalogna sta meglio di altre regioni della Spagna, ma la mancanza di una prospettiva e altre considerazioni politiche hanno alimentato lo scontento (in tal senso si veda l'analisi compiuta, significativamente,
dall'Aspen Institute: "
Puntare sul tot o res (“tutto o niente”), e prolungare infinitamente il procés sobiranista, presentando l’indipendenza come la panacea di tutti i mali, serve poi al governo catalano per evitare di fare i conti con una società che è stata colpita duramente dalla crisi economica e che ha sofferto le politiche di austerità applicate con zelo non solo dal PP, ma anche dalla formazione di Puigdemont, che governa la regione dal 2010.). La soluzione non sta in uno staterello indipendente.
Il 2 ottobre, all'indomani del
referendum e della repressione brutale ordinata da Madrid, il Movimento di LaRouche in Spagna ha pubblicato una dichiarazione proponendo un paradigma diverso: "
La vera secessione di cui si dovrebbe discutere in Spagna non è quella della Catalogna, che bene farebbe per solo i giochi geopolitici della City di Londra e di Wall Street, ma quella della Spagna dal sistema fallito e genocida dell'Unione Europea e della Troika, che è l'espressione europea del fallito sistema monetario le cui misure di austerità hanno lasciato milioni di spagnoli senza futuro. Una Spagna unita deve dichiarare la propria indipendenza, riappropriarsi della sovranità nazionale e unirsi alla Nuova Via della Seta".
C'è un
altro aspetto, meno ovvio, del proliferare di istanze separatiste in Europa, di cui ha parlato Karel Vereycken, ex portavoce elettorale di Jacques Cheminade, in un'intervista per
Sputnik il 6 ottobre.
Per gli irriducibili euristi nella tradizione di Leopold Kohr, un sodale di Winston Churchill, "i grandi stati nazionali europei devono essere frantumati in piccole entità di 5-8 milioni di abitanti, per far sì che la popolazione europea accetti un superstato sovrannazionale UE", ha spiegato Vereycken.
"Questo vale sia per la Catalogna sia per molte altre regioni, tra cui le Fiandre, la Scozia e la Lombardia".
Questi piani esistono da decenni, ma ora
diventano più o meno attuali a seconda delle circostanze. Per quanto riguarda la Spagna, non trascuriamo il fatto che il governo ha recentemente espresso l'intenzione di partecipare alla Belt and Road Initiative cinese, il che potrebbe costituire un
casus belli per l'UE.
3.1. Appare utile capire meglio la figura e il pensiero di Kohr, il cui libro più noto è intitolato "
La rottura (id est: "scomposizione") delle Nazioni". Propongo una estrema sintesi del
suo pensiero, che si muove tutto all'interno della
ventoteniana concezione per cui gli Stati, a prescindere dalla distinzione delle loro dimensioni nazionali e territoriali nonché dalle vicende storiche che li caratterizzano, siano guerrafondai e imperialisti (anche se, almeno, lo presupponeva sulla base della
eccessiva grandezza di tali organizzazioni statali, introducendo un elemento imprecisato e che, muovendo dagli Stati Uniti e dall'Impero britannico, nei quali si era formato e insediato, e dalla considerazione dell'Impero asburgico, in cui era nato, risulta fuorviare "in apice" la sua intera visione):
"La causa di tutte le forme di miseria sociale è una sola: la grandezza … La grandezza, ovvero sia il raggiungimento di dimensioni eccessive, non rappresenta uno dei tanti problemi sociali, ma costituisce il solo ed unico problema dell'universo …
Il pensiero di Kohr è stato una fonte importante di ispirazione per il
movimento verde, il
bioregionalismo e i movimenti anarchici. Ha inoltre influito sul pensiero di
Ernst Friedrich Schumacher, che si è ispirato a Kohr per il suo libro
"Small Is Beautiful".
4. Il "taglio" della notizia relativa alla Catalogna, rinvia direttamente al
tema della sostenibilità del paragidma euro-federalista e, in particolare, date le sue indubbie origini, a quella dell'eurozona (
v. qui "premessa-addendum), (sarebbe peraltro praticamente impossibile riferirsi solo ad alcuni post su questo tema, dato che tutto il blog lo affronta da anni).
La riserva che non ci si può esimere dall'esprimere, su quanto detto nella seconda parte, è che qualunque siano l'origine e le supposte finalità di una banca,
l'elargizione del credito "interstatale" non elimina l'obbligo di restituzione e si fonda sulla concessione di una fiducia, da parte del creditore, sempre sottoposta alla "conformazione" del debitore a determinate "condizionalità" (qui, pp. 4-5) che ne limiteranno la libertà di agire futura (cioè la sovranità e l'autodeterminazione democratica:
non ci sono mai pasti gratis):
Quo vadis Europa?
I recenti sviluppi sottolineano le due dinamiche fondamentalmente opposte, che stanno evolvendo nel mondo in questo momento.
L'approccio geopolitico degli ultimi decenni negli Stati Uniti e in Europa si sta rivelando fallimentare e sempre più manifestamente contrario al bene comune (
ahia!).
La rivolta contro questo paradigma è risultata evidente nel voto sulla Brexit, nella sconfitta di Hillary Clinton alle elezioni presidenziali americane e nella vittoria del candidato anti-
establishment Donald Trump, seguita dal
referendum in Italia, nel quale
vinse il "No" ai cambiamenti della Costituzione che avrebbero dato più poteri all'Unione Europea. Questa tendenza è stata confermato dalle elezioni politiche
in Germania lo scorso 24 settembre, con la
sconfitta storica dei due partiti principali (CDU-CSU ed SPD) e l'ascesa allarmante del partito Alternative fuer Detuschland (AfD). Non sorprende che l'AfD sia particolarmente forte negli stati orientali della Germania, colpiti da profonde ingiustizie sociali dopo la riunificazione, nel nome del liberismo.
Il referendum sull'indipendenza della Catalogna in Spagna è un'altra espressione del fallimento della politica dell'UE e della BCE (vedi sotto).
In tutti questi casi, cresce il divario tra ricchi e poveri e la popolazione non si sente più rappresentata e difesa dalla propria classe politica.
L'imminente crac del sistema finanziario transatlantico e le rinnovate proposte di schemi di bail-out (salvataggio) e bail-in (prelievo forzoso), con cui saranno i risparmiatori a pagare il conto della speculazione finanziaria, aumenta la rabbia popolare.
L'altra dinamica, quella benefica, è determinata dalla proeizione esterna del miracolo economico realizzato dalla Cina negli ultimi decenni, forse il più grande nella storia. Pechino ha invitato tutti i Paesi ad aderire alla sua Iniziativa Belt and Road, che ha già consentito un'esplosione di sviluppo economico.
Per i cosiddetti Paesi del terzo mondo,
la differenza fondamentale dal modello monetaristico transatlantico è che oggi, per la prima volta, essi hanno accesso al credito per sviluppare la propria economia. La Cina ha creato la Banca Asiatica per gli Investimenti nelle Infrastrutture (che annovera ora ottanta membri), il Fondo per la Nuova Via della Seta e il Fondo per la Nuova Via della Seta Marittima, mentre i BRICS hanno creato la Nuova Banca per lo Sviluppo. In questo contesto, il credito verrà elargito per progetti concreti di sviluppo in Asia, Africa, America Latina e via dicendo. Ciò ha generato uno spirito completamente nuovo, come ha sottolineato Helga Zepp-LaRouche. Questi Paesi cominciano a nutrire la speranza, per la prima volta da decenni, di superare il sottosviluppo e la povertà.
In novembre, Donald Trump visiterà la Cina e incontrerà altri
leader asiatici durante i vertici che si terranno in Asia. La questione centrale sarà la scelta della dinamica da parte degli Stati Uniti. Trump ha indicato spesso l'intenzione di rompere con "la palude" di Washington e con gli interessi finanziari che la alimentano, noti anche come "Deep State". Resta da vedere se avrà la competenza e il sostegno popolare per farlo, ma il movimento di LaRouche è impegnato a mobilitarsi per raggiungere questo obiettivo.
5. E, traendo dal bollettino precedente (n.40) la sostenibilità appare escludibile, in modo drammatico, dalla
effettiva sostanza delle euro-riforme proposte nonché dalla direzione invariabile delle politiche incentrate sul monetarismo (ormai acriticamente inerziale) e sulle banche centrali indipendenti:
Il QE è vivo e vegeto e pompa la bolla
Benché
la Federal Reserve abbia annunciato il 20 settembre che in futuro non sostituirà i titoli acquistati dalle banche che giungono a scadenza, il volume degli acquisti da parte di tutte le banche centrali continuerà ad aumentare almeno fino al 2020, secondo un rapporto stilato da
Capital Economics. "Quindi, siamo ben lontani da una sterzata globale. A prescindere dalla Fed, nel prossimo futuro gli operatori di mercato non dovranno rinunciare al carburante a basso costo per far salire i corsi azionari", hanno scritto gli analisti svizzeri in un rapporto del 2 ottobre.
Quel carburante sta infiammando non solo le azioni, ma ogni sorta di titoli tossici, esattamente come il processo che portò al crac del 2008. Un nuovo rapporto di Allianz lancia l'allarme sul debito globale, mentre
Bloomberg scosta il velo sul riemergere della bolla dei CDO, i titoli derivati più tossici.
"La propensione all'indebitamento è nettamente aumentata di nuovo", afferma Michael Heise, economista capo di Allianz, nel "Global Wealth Report 2017" (
vedi).
Il debito delle famiglie è aumentato del 5,5% lo scorso anno, superando la crescita del PIL globale (4,5%) per la prima volta dal 2007. Se si considera che nel PIL c'è tanta finanza, il rapporto tra i due è ancora più marcato.
Ma questo è niente.
La bolla del debito obbligazionario negli Stati Uniti d'America, espolsa dai 7 mila ai 14 mila miliardi di dollari nel periodo 2010-2016, si sta gonfiando ulteriormente grazie ai titoli spazzatura, cresciuti di 800 miliardi solo nel 2017. Questo debito viene impacchettato da Citigroup e altre banche di Wall Street assieme a titoli meno tossici, nella forma dei famigerati
CDO (Collateralized Debt Obligation), che
hanno fatto la loro ricomparsa quest'anno. Di fronte a un numero crescente di insolvenze e all'accenno di rialzo dei tassi, questa bolla è matura per un crac in stile 2008.
Il debito-spazzatura comprende sia titoli denominati tali sia prestiti a leva (
prestiti a imprese già sovraindebitate, spesso usati per acquisizioni). Come ha rilevato un articolo di
Bloomberg il 26 settembre a firma Llisa Abramovitz,
questi due tipi di debito ad "alto rendimento" sono diventati praticamente indistinguibili. I nuovi debiti-spazzatura vengono ora contratti senza
covenant, cioè senza clausole vincolanti che in qualche modo tutelano il finanziatore, per cui niente impedisce alle imprese di passare la spazzatura a uno, due o molti altri finanziatori allo stesso tempo, ficcandosi in una spirale di debito impagabile. I grafici pubblicati dalla Abramovitz mostrano che il "debito-spazzatura" creato nel 2017 è di un terzo maggiore di quello degli anni precedenti.
La lista delle imprese sovraindebitate include nomi illustri come
ExxonMobil, il cui debito è quadruplicato nel periodo 2006-2016, a fronte di entrate scese quasi del 40% (
a causa del declino del prezzo del petrolio) e utili e
cash-flow crollati di oltre l'80%. Chiedendosi che cosa abbia fatto ExxonMobil con tutti quei soldi presi a prestito,
Zero Hedge nota che n
el periodo preso in esame le azioni di Exxon Mobil sono salite del 20%! Exxon non è un caso raro, e
Zero Hedge fa
altri esempi di imprese, tra cui
General Electric, che si trovano nella stessa, bizzarra situazione (
vedi).
Questo vuol dire che il sistema finanziario globale è nuovamente lanciato verso uno schianto. Non c'è modo di impedirlo, ma si può impedire che distrugga la produzione, i posti di lavoro e i risparmi delle famiglie, separando il settore bancario commerciale da quello speculativo, erigendo una muraglia invalicabile tra la bolla e l'economia reale.