FTSE Mib Futures Gli amici di Fibonacci - Cap. 1

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S&P 500: che anno è stato
by RICCARDO FRACASSO on 01/01/2019 · LEAVE A COMMENT · in ALTRO




Andiamo ad esaminare l’annata dello S&P 500.

La borsa americana chiude:

  • dicembre: -9,18%
  • IV trimestre: -13,97%
  • 2018: -6,24%
Chiusura a 2.506 punti, massimo annuale a 2.940 punti (Settembre) e minimo a 2.346 (Dicembre), comunque superiore a quello del 2017 (2.245).

Considerata la reazione, da area 2.346 punti diventa particolarmente rilevante da monitorare con attenzione.

L’eventuale cedimento aprirebbe le porte per una nuova accelerazione ribassista.

Fa notizia il violento calo del IV trimestre (-13,97%), se si considera che è il periodo statisticamente di gran lunga migliore.

Nell’ultimo ventennio, infatti, solo in altre 4 occasioni il IV trimestre si è concluso in passivo, 3 delle quali hanno caratterizzato i crolli avviatisi nel 2000 e nel 2007.

VALUTAZIONI-1-1.jpg


S&P 500 – Performance negative IV trimestre ultimo ventennio
Aspetto che, quindi, suggerisce prudenza.

Gli eventi grafici di maggior rilievo del 2018 sono:

  • l’incrocio della morte avvenuto (Dicembre);
  • riconoscimento della parallela superiore della forchetta rialzista (durante tutto l’anno).
SP500-Trimestrale.png

S&P 500
Si ritiene, pur non escludendo la possibilità di rimbalzi anche importanti, che nel corso del 2019 saranno segnati minimi significativamente più bassi di quelli visti nel 2018.

Riccardo Fracasso
 
Borse: valutazioni a fine 2018
by RICCARDO FRACASSO on 01/01/2019 · LEAVE A COMMENT · in ANALISI INDICI BORSE, CAPITALIZZAZIONE BORSE / PIL
Giunti a fine anno andiamo a valutare le borse attraverso l’ormai noto criterio che considera il rapporto che intercorre tra la capitalizzazione della borsa ed il PIL e lo pone a confronto con la rispettiva media storica.

Nel 2018 il calo generalizzato dei mercati azionari ha acuito la sottovalutazione di alcuni mercati (tra cui il nostro) e, al tempo stesso, ha ridimensionato la sopravvalutazione di quelli più tirati.

VALUTAZIONI.jpg

La tabella classifica le borse in ordine decrescente di sottovalutazione.

Semplificando, le borse con sfondo verde sono quelle sottovalutate/convenienti (tra le quali spicca al quarto posto la nostra Italia), mentre le altre sono quelle sopravvalutate/sconvenienti.

In altre parole, si può anche affermare che nella prima categoria si trova valore, mentre nella seconda no.

Ciò potrebbe indurre l’investitore a posizionarsi sin d’ora sulle prime ed evitare le seconde, ma le cose sono meno semplici di quanto sembra.

Infatti, le tempistiche dei riallineamenti delle quotazioni non rispettano tempistiche precise, e vi sono aspetti quali il trend e la forza relativa che devono sempre essere considerati.

Inoltre, durante la fase di pulizia degli eccessi da parte dei mercati leader come la borsa americana, difficilmente gli altri indici hanno la forza per muoversi in controtendenza, seppur sottovalutati.

Reputo credibile l’ipotesi che il calo in corso proseguirà fino a fornire valutazioni più eque anche alle borse attualmente più tirate (in primis Stati Uniti), senza però che ciò escluda dalla discesa i listini che risultano convenienti.

Riportare la borsa americana dagli attuali 122% all’80% (se non sotto) implica un ribasso notevole per la piazza USA, a meno che non si speri in un improbabile enorme rialzo del PIL.

Ritengo che, alla conclusione del calo in corso, i flussi si dirigeranno in misura significativa sull’equity, favoriti dai bassi rendimenti del mercato obbligazionario, che presumibilmente non saliranno alle stelle.

In altre parole, se per chi è long un crollo può rappresentare una forte perdita, per chi non lo subisce rappresenterà un’ottima opportunità d’ingresso, probabilmente la più ghiotta del prossimo decennio.

E’ sempre mia opinione che il mercato premierà le piazze più sottovalutate (alcune con margini enormi), la cui lista non credo si discosterà un granchè da quella attuale.

Pertanto, probabilmente sarà utile scommettere su alcuni Paesi asiatici, la Russia, l’Italia, ecc.

Tra queste, maggior considerazione meritano i listini dei Paesi con le maggiori potenzialità economiche (si pensa in particolare alla Cina e a qualche altro Paese asiatico).

Ovvio che il tutto andrà rivalutato in futuro, al momento opportuno.

Riccardo Fracasso
 
Oro: prospettive per il 2019
by RICCARDO FRACASSO on 01/01/2019 · LEAVE A COMMENT · in ANALISI INDICI BORSE, ANALISI MATERIE PRIME, ORO, S&P500
L’oro conclude l’anno con un -1,78%.

Performance dignitosa se si considerano quelle degli altri asset.

Il 10 Settembre, esaminando il grafico del rapporto S&P 500 / Oro, si propose si puntare su un’inversione di forza a favore del metallo prezioso:

“Si osservi che il rapporto ha raggiunto l’area di Fibonacci del 38,2%.

Giusto sottolineare che ad oggi non sono presenti segnali di inversione e che non sempre il raggiungimento dell’area di Fibonacci del 38,2% coincide al target finale di un movimento.

D’altro canto, però, bene precisare che il più delle volte al raggiungimento di tale area il movimento si inverte.

Se ciò dovesse effettivamente accadere, siamo vicini ad un cambio di scenario piuttosto importante.

Si ricorda come quanto più è ampio il time frame utilizzato e quanto più lo sviluppo richiede tempo.

Una sola candela dei grafici utilizzati rappresenta un trimestre.

In altre parole, ammesso e non concesso che si concretizzi realmente un’inversione dell’oro presso tali aree, la stessa potrebbe richiedere tempo ed essere ben visibile solo col tempo.

Una strategia market neutral composta da un long oro ed uno short sulla borsa americana potrebbe rivelarsi nel tempo profittevole.”.

SP-ORO.png

Rapporto S&P / ORO
Da allora il rapporto è sceso da un 2,4 ad un 1,95, per effetto del tonfo della borsa americana (-12,62%) e del contestuale rialzo dell’oro (+7,01%).

Pertanto, dopo la strategia market neutral long S&P 500 e short FTSE MIB, anche quella long oro short S&P 500 si sta dimostrando estremamente profittevole.

Inoltre, tale andamento ha segnalato sia l’inizio di una fase complicata per la borsa americana che, probabilmente, l’avvio di un deciso allungo dell’oro.

Tutto ciò dimostra l’attendibilità e l’utilità dei segnali proposti dai grafici di forza relativa.

Si tratta di informazioni che, per quanto a disposizione di tutti, possono essere ritenute privilegiate perchè analizzate e tenute in considerazione da pochi, e che ci indicano la direzione dei flussi.

Sempre esaminando il grafico, si evidenzia la comparsa dell’Engulfing Bearish su base trimestrale, la cui attivazione avverrebbe nel caso di una (a mio avviso probabile) violazione del minimo registrato nel trimestre appena concluso.

L’attivazione di tale figura implicherebbe, al di là di possibili ma temporanei rimbalzi, la conferma dell’inversione di forza relativa e la prosecuzione di tale nuova tendenza.

Tuttavia, considerati i risultati, non è reato una parziale e lieve presa di profitto.

Si ritiene che nel 2019 l’oro possa essere protagonista in positivo, superando finalmente l’area di resistenza 1.375.

ORO.png

Gli acquisti nella parte finale del 2018, suggeriscono nuovi allunghi nel corso del nuovo anno.

Riccardo Fracasso
 
2019: contesto finanziario
by RICCARDO FRACASSO on 02/01/2019 · LEAVE A COMMENT · in ANALISI INDICI BORSE, ANALISI MATERIE PRIME, ANALISI TITOLI OBBLIGAZIONARI, ANALISI VALUTE,BTP, BUND, DAX, EURO STOXX 50, EURO-DOLLARO, FTSE MIB, ORO, S&P500, TBOND
Con l’inizio dell’anno, e sulla base anche delle analisi pubblicate ieri, andiamo a sintetizzare il contesto finanziario.

Euro/Dollaro

Si suol dire: ‘se Sparta piange Atene non ride’.

Se in Europa la crescita è molto debole, negli Stati Uniti stanno emergendo difficoltà notevoli ed è sempre più probabile la conclusione del rialzo dei tassi (che fin qui ha favorito la valuta americana).

Inoltre, con l’accordo sulla manovra tra il governo italiano e la Commissione Europea, si affievolisce un aspetto che nel 2018 ha penalizzato l’Euro.

Salvo nuove crisi che mettano in dubbio la stessa unione dell’Area Euro, attualmente ritengo che nel 2019 sia più probabile un apprezzamento dell’Euro rispetto al Dollaro che non il contrario.

Azionario

Problema comune per tutti i Paesi è il debito, particolarmente quello privato, cresciuto enormemente dalla crisi del 2008 in poi.

Inoltre, la guerra sui dazi dovrebbe penalizzare chiunque, USA compresa.

Negli Stati Uniti sono altissimi gli eccessi (valutazione della borsa, margin debt, ecc.), e sono già in fase di rientro.

In Europa, invece, tra i principali problemi ricordiamo le difficoltà del comparto bancario, lo spazio di manovra molto ristretto della BCE (i tassi sono ancora a zero!) e la crescita economica molto contenuta.

Nella seconda parte del 2018 abbiamo assistito all’inversione ribassista del mercato azionario che, pur non escludendo rimbalzi anche di buona entità, probabilmente porterà a nuovi minimi significativamente più profondi rispetto a quelli registrati lo scorso anno.

La discesa in corso servirà per fare pulizia di molti eccessi (in primis gli Stati Uniti), ma difficilmente gli indici attualmente sottovalutati avranno la forza di muoversi in controtendenza, anzi.

Questo ribasso ha comunque buone probabilità di originare la più grande opportunità di ingresso per il prossimo decennio per quanti sono e stanno riuscendo ad evitarlo.

Obbligazionario Euro

Situazione piuttosto anomala in cui l’intero ciclo economico potrebbe saltare la fase di rialzo dei tassi (aspetto che illustra la fragilità della ripresa dell’Area Euro); una normalizzazione meno veloce della politica monetaria (o addirittura il ricorso ad un nuovo QE) potrebbe compensare almeno parzialmente la penalizzazione rappresentata da rendimenti tuttora poco appetibili.

Ad ogni modo, si evidenzia l’assenza di un valore che giustifichi l’esposizione da parte degli investitori (più interessante per i trader).

Obbligazionario USA

In linea generale il top dei tassi di interesse rappresenta un’occasione di ingresso importante.

A tal proposito, a dispetto delle recenti dichiarazioni della FED, il rialzo di dicembre potrebbe essere l’ultimo di una politica di normalizzazione che potrebbe poi lasciar spazio ad una politica di espansiva.

In buona sostanza, nonostante rendimenti comunque non così appetibili, i tbond potrebbero apprezzarsi nel nuovo anno (apprezzamento peraltro già iniziato da qualche settimana).

Ovvio che, considerato il livello dei tassi, il margine di rialzo non è ampio.

Oro

Nell’ultimo trimestre del 2019 abbiamo assistito ad un aumento della forza relativa dell’oro e ad un rialzo dello stesso.

I bassi rendimenti del mercato obbligazionario ed i flussi in uscita dall’equity dovrebbero favorirlo.

Vedo l’oro protagonista in positivo nel 2019.

Conclusioni

In buona sostanza, Il 2018 ci consegna una situazione piuttosto complicata per il nuovo anno, da affrontare con una gestione molto attiva e non con un portafoglio tradizionale.

Una corretta gestione consentirà di non subire i cali in corso e, in futuro, di sfruttarli come ottime occasioni di ingresso.

Tra gli asset, ha buone probabilità di spiccare l’oro, che già nel 2018, pur in lieve calo, ha esibito una maggior forza relativa.

In un simile contesto ben si adattano strategie market neutral, molto utilizzate anche dai cosiddetti fondi alternativi.

Riccardo Fracasso
 
bund, un'occhiata rapida senza pretese perchè non è di mio interesse........è facile notare un canale ribassista in atto con il prezzo sulla sua parte alta per cui o torna a scendere oppure rompe a rialzo. Sul settimanale vedo 2 segnali rvrs sell ottimali che non hanno avuto gloria il primo a 141.83 mentre l'inizio della divergenza tra i due livelli fibo di rilievo

Vedi l'allegato 480846
bund niente da fare per i segnali rvrs sell ottimali e l'inizio della divergenza, trend rialzista troppo forte nonostante la battuta d'arresto iniziata dal 2016

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bund evidenti gli eccessi rialzisti di dicembre, gli ultimi segnali sell da 163 circa dovranno trovare la loro giusta soddisfazione

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bund su mensile trend rialzista sempre forte dall'uscita up sulla compressione bb durata 3 anni tra 2006/2007/2008, se ci avete fatto caso ho preso a riferimento proprio l'uscita up del 2008 su quel canale illustrato a luglio di quest'anno, notiamo che il prezzo è sempre sostenuto dalla mediana bb e ogni tocco della bb superiore ha coinciso alla riattivazione rialzista, nel 2018 abbiamo assistito a ben 2 incursioni su questa parte alta e in entrambi i casi si è avuto lo spunto up

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Stato
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