già pronti per il colpo di spugna in piemonte
Inchiesta rimborsi in Regione
spunta la linea morbida
In Procura si sta pensando a una posizione più "garantista" che non colpirebbe le spese meno clamorose. Ma un consigliere dovrà rispondere anche di truffa
di FEDERICA CRAVERO
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Ci sarà anche un consigliere regionale che dovrà rispondere di truffa, tra i politici indagati dalla procura di Torino per le spese folli rimborsate con i fondi dei gruppi consiliari. Tra le sue ricevute, infatti, gli investigatori hanno trovato una fattura contraffatta: i dati riportati, come ha accertato la guardia di finanza, non corrispondevano a quelli segnati sulla copia che il fornitore conservava nel suo archivio. In sostanza il consigliere aveva fatto figurare come spesa necessaria al funzionamento del suo gruppo un acquisto invece del tutto personale.
Così come personali erano le spese di rappresentanza di alcuni consiglieri (specialmente quelli che continuano a coltivare la loro precedente attività di imprenditori o di professionisti) che per Natale acquistavano regali e panettoni. Ma anziché omaggiare di doni i referenti della loro attività politica, ne approfittavano per darli ai loro clienti o fornitori. A spese della Regione, però.
Sta arrivando alla conclusione il lavoro dei pm Andrea Beconi, Enrica Gabetta e Giancarlo Avenati Bassi sulle 400 pagine di relazione del nucleo di polizia tributaria della Guardia di finanza. Manca ancora il fascicolo sui due consiglieri dell'Italia dei Valori, che sarà consegnato in questi giorni, poi potranno partire gli avvisi di garanzia per i consiglieri, su cui grava l'accusa di peculato e su alcuni di finanziamento illecito ai partiti. Tra di loro gli investigatori hanno trovato posizioni molto diverse.
Alla fine è stata necessaria una
http://oas.repubblica.it/5c/local.r...00x250.html/41756e566e46466345533041432f6678?
scrematura, a beneficio di una linea più "garantista". A quanto pare non sono state per esempio contestate le spese relative ai convegni, che pure nei corridoi di Palazzo Lascaris si racconta fossero un ottimo escamotage per mettere a rimborso costi: anche se l'iniziativa politica era assolutamente privata, infatti, bastava mettere il patrocinio del gruppo per poi scalarne le spese. E nemmeno dovrebbero finire nei capi di imputazione le spese firmate collettivamente dall'intero gruppo, ma solo quelle presentate dai singoli consiglieri e convalidate dai capogruppo (che per questo ruolo devono rispondere anche di concorso nel peculato dei colleghi di partito).
Anche i casi in cui non sarà ravvisata una responsabilità penale, tuttavia, finiranno poi sotto la lente dei magistrati della Corte dei conti, che hanno già aperto un fascicolo e hanno iniziato ad analizzare i quattro monogruppi indagati nella prima tranche dell'inchiesta.