Non sono un economista, e anzi di economia ne so meno di tanti qui, ma vorrei esprimere un pensiero diverso.
Da tanti anni sento sempre la stessa storia: più efficienza, meno lavoratori statali, etc etc.
Balle.
Non c'è lavoro per tutti. Questa è una verità.
Almeno non c'è lavoro "efficiente" per tutti.
E' un discorso un pò complesso. Se è vero che l'automazione industriale e agricola prima, e quella informatica poi hanno limitato l'impiego di personale in certi settori è anche vero che complessivamente rispetto a 30 anni fa la percentuale di persone che lavora dovrebbe essere aumentata, se non altro per il maggior impiego di donne.
L'informatica è il settore che ha permesso un grande numero di occupati.
Ma anche qui passeremo, se non siamo già passati, dalla fase di espanzione ad una di recessione.
Infatti in questo settore, per quanto riguarda l'hardware si assiste ad una concentrazione, come era ovvio, della produzione in pochi impianti.
Per il software sta avvenendo la stessa cosa: e l'avvento di softwares che genereranno altri softwares toglierà un altro pò di persone.
Per l'informatica avverrà dunque lo stesso processo avvenuto per industria e agricoltura.
Non ci sono possibilità di altri settori che sopraggiungano, se non considerando il settore del sociale. Questo forse è il vero settore che darà qualche contributo nuovo nel prossimo futuro.
I servizi sono al loro massimo, non credo possano crescere ancora.
Se dovessimo dunque tagliare posti di lavoro dall'ambito statale ci ritroveremmo con una massa di disoccupati.
Se si dovesse ancora tagliare da scuole e sanità ci sarebbe il tracollo. Conosco bene l'ambito degli infermieri (e non chiedetemi perchè
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) e so che lavorano al limite .. il personale è pochissimo e se manca una persona a qualcuno tocca fare 2 turni di seguito .. 16 ore.
La mò .. tu dici "costo del lavoro, accise fiscale sulle compravendite, ici e tutte quelle tasse che ostacolano la movimentazione dell'economia".
Io ho dei dubbi, legati fortemente allo spirito italiano di fregare il prossimo ed arricchirsi.
Il mio timore è che quel che tu dici si tramuterebbe subito in un maggior guadagno da parte degli imprenditori o manager, e condizioni ai lavoratori tali e quali a prima.
Su questo potrei scommettere i gioielli di famiglia.
L'operaio mi costa meno? Bene .. lo pago lo stesso e guadagno di +.
L'accise sulle compravendite è minore? Bene .. faccio compravendite, non produco e guadagno da parassita più di quanto farei da produttore.
Ho detto parassita perchè in Italia se il produttore vende le zucchine a 30 centesimi al Kg ed io invece le pago 3 € al dettaglia c'è qualche parassita in mezzo che mi mangia il portafoglio .. non so se mi spiego.
La mia amara conclusione è che l'Italia sia un paese mentalmente di serie B.
Non credo che il libero mercato, in un paese come il nostro, sia in grado di autoregolarsi senza strangolare i ceti più deboli.
La nostra intera società, a livello mondiale, sta andando verso l'ostentazione della ricchezza, facendone un obiettivo ed inducendo quasi una sottomissione ad essa.
La ricchezza è diventata "giusta" .. non so come spiegarmi.
Con una etica come questa, invece di impiegare le proprie energie per combattere per i propri diritti le si impiega per cercare di arraffare scampoli di ricchezza. Si vive nell'alienazione del sogno della ricchezza, dando per scontata una realtà non modificabile.