EURO: UE, POLITICHE MONETARIE GLOBALI NON IN SINTONIA AVRANNO EFFETTI SU CAMBIO
Il commissario Moscovici, ritmo aumenti Fed piu' rapido - Le condizioni monetarie e finanziarie nella zona euro "restano di sostegno alla crescita", ma e' certo che d'ora in poi "la politica monetaria a livello globale sara' meno sincronizzata e questo avra' un effetto sui tassi di cambio". Lo ha detto il commissario Ue agli affari economici Pierre Moscovici alla conferenza stampa di presentazione delle nuove stime dell'esecutivo Ue. "Dall'autunno la divergenza tra le politiche monetarie delle economie avanzate si e' ampliata", la Bce "ha deciso di mantenere l'attuale orientamento sui tassi di interesse chiave" confermando che e' necessario ancora un alto grado di stimolo monetario all'economia, e' scritto nel documento di previsione economica di Bruxelles. Il Giappone, nello stesso momento, ha confermato l'impegno a una politica monetaria "altamente accomodante". In "contrasto" con queste decisioni, "la Federal Reserve ha aumentato il target per il federal fund rate a 1,25-1,50%" e ritiene che nel 2018 sarebbero giustificati tre aumenti dei tassi nel 2018. "Cio' segnala un ritmo piu' rapido di normalizzazione rispetto a quanto atteso dai mercati".
Nel rapporto della Commissione europea si segnala come l'euro si sia apprezzato in termini nominali effettivi del 2% da novembre 2017 trainato dalla crescita piu' forte di quanto atteso, dal calo dell'incertezza politica e dalle attese di una normalizzazione piu' rapida delle politiche monetarie. Verso il dollaro, pero', si e' apprezzato di circa il 7%. La Commissione non entra nel merito della diatriba sul livello del dollaro, scoppiata con la difesa del dollaro debole da parte del segretario al Tesoro Usa Mnuchin a Davos. Pero' che ci sia una preoccupazione anche a Bruxelles per la piega che stanno prendendo le relazioni transatlantiche sui cambi e' evidente
Quanto alle Borse, Bruxelles sottolinea come i prezzi delle azioni nel mercato americano "appaiano cari" (rapporto prezzi correnti dei titoli e utili attesi) mentre i mercati borsistici europei "al contrario appaiano moderatamente valutati". Relativamente alla situazione della Borsa americana, il rapporto comunitario indica che "mentre un contesto di bassi tassi di interesse dovrebbe di per se favorire valutazioni azionarie piu' alte, le valutazioni devono pero' essere viste in un contesto di prospettive di bassa crescita economica nel medio termine nel momento in cui il ciclo raggiunto il suo punto di maturita' e l'impatto dell'invecchiamento della popolazione diventa piu' forte". Nello stesso tempo, i margini di profitto non resteranno elevati per un tempo indefinito, cioe' al livello al quale sono adesso. L'analisi degli economisti di Bruxelles si ferma qui, ma ci sono tutti gli elementi per concludere che i ribassi a Wall Street di questi ultimi giorni non possono (o non dovrebbero) costituire una sorpresa.
Quanto ai rischi che la situazione dell'economia europea sia diversa da quanto indicato dalle ultime stime, rischi nel senso di un peggioramento ma anche di miglioramento, gli esperti della Dg Ecfin dicono che i fattori in gioco nel breve termine e nel medio termine sono molto diversi. Per quanto concerna i rischi di rialzo delle previsioni economiche, i fattori di spinta potrebbero provenire dalla fiducia degli attori economici, dal ritmo degli investimenti e dalle dinamiche salariali. La fiducia potrebbe essere rafforzata ulteriormente da progressi nel completamento dell'unione monetaria che renderebbe l'Eurozona piu' resiliente alle crisi. Questo e' un elemento non persuasivo dal momento che non sono attese decisioni di fondo prima di un anno- un anno e mezzo. I rischi al ribasso, cioe' al peggioramento della situazione rispecchiata nelle nuove stime economiche europee, "sono diventate piu' pronunciate" anche se complessivamente i rischi restano "sostanzialmente equilibrati". I rischi di peggioramento principali provengono dall'esterno della Ue: possibilita' di condizioni finanziarie piu' strette a livello globale, "brusca correzione nei mercati finanziari". Un evento del genere "potrebbe essere scatenato da una restrizione monetaria piu' rapida di quanto atteso da parte degli Usa, provocata per esempio da sorprese inflazionistiche dovute agli stimoli all'economia". Valutazioni eccessive di certi asset finanziari tra cui le azioni, combinate a basa volatilita' e premi di rischio compressi "indicano che i mercati finanziari globali possono essere vulnerabili a rivalutazioni dei fondamentali e a rischi". Una situazione del genere "potrebbe far emergere fragilita' relativamente ai livelli di debito in un certo numero di Stati membri"
Poi ci sono i rischi classici di questo periodo: Brexit, innanzitutto, seguita da politiche protezionistiche e centrate sugli interessi nazionali a scapito dell'equilibrio globale. In aumento, per finire, anche i rischi di peggioramento collegati alle tensioni geopolitiche nel Medio Oriente e in Corea del Nord.