Ecco la
radiografia di un trade fallato (e certamente fallito nell' entrata e molto probabilmente nel risultato finale).
E' un ottimo esempio per dimostrare quanto sia
sopravvalutata l' entrata e, per converso, ampiamente
sottovalutate altre componenti di un trade,
specie
il dimensionamento della posizione e, soprattutto, la sua gestione.
Le falangi di utenti che seguono i miei post
![Sono un dritto :d: :d:](/images/smilies/073.gif)
![Sono un dritto :d: :d:](/images/smilies/073.gif)
si ricorderanno
![Lol :lol: :lol:](/images/smilies/lol.gif)
dello short che ho aperto sopra i 15 sui segnali di DeMark e poco dopo coperto dopo
i 3 piccoli soldatini rossi delle sedute seguenti ad un costo di circa 35 cent per azione.
Guardare dove stanno i prezzi adesso e domandarsi quali sarebbero i livelli di cortisolo da gestire nel vedere 90 cent per azione di loss sulla posizione aperta
suggerisce quanto sia opportuno e utile alla salute del proprio fisico e del proprio portafogli preparare prima di qualunque iniziativa una strategia di riparo per
tutte le situazioni avverse ipoteticamente predeterminabili, stimando già in anticipo la max perdita che si è disposti a sopportare (e magari calibrandone in
funzione anche l' utile minimo).
Questo, per inciso, è un trade sbagliato. In teoria entro il 19 di questo mese tutto può accadere, anche che Azimut quel giorno stia a 3 euro. Ma ciò non cambia
la sostanza dei fatti, che dice chiaramente che questo rimane comunque un trade sbagliato. Se si chiuderà in utile, sarà solo per merito della strategia di copertura,
che sterilizza il loss e serve appunto a mettere per tempo una pezza ai possibili errori.
Senza, l'
epilogo sarebbe ostaggio della speranza e lo scenario mostrerebbe una
ferita sanguinante a rischio di allargamento
vissuta da giorni in uno stato
di stress e di scarsa lucidità, le migliori amiche delle decisioni sbagliate (tipo martingale della disperazione, mediate ad qazzum, chiusure in loss pesante per poi vedere
lo storno e inacidirsi ancora di più, etc, qui il repertorio del trader depresso è infinito).
Per inciso: da parte mia nutro una vera idiosincrasia per i maestrini saccenti e quindi
lungi da me il mettermi a impartire lezioncine non richieste e che non ho
la statura per poter dare ad alcuno. E' solo che una situazione avversa mi è sembrata utile per condividere l' analisi di alcuni aspetti del trading che vengono spesso
sottovalutati o addirittura trascurati e che invece, a mio parere, meritano attenzione e considerazione, come appunto il dimensionamento e la gestione della posizione,
le quali, sempre mia opinione, sono di importanza vitale per la buona salute di nervi, autostima e portafoglio nel lungo periodo e che rappresentano il
lavoro da farsi a
monte di qualsiasi decisione operativa.
In risposta ad un post di Kuelo di una decina di gg fa che non riesco a ripescare in cui invitava a fare qualche riflessione, mi è parso un buono spunto. Tutto qui.