Gloria ai Bastardi - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
Altre mie elucubrazioni sui mercati:

Punto primo: riuscire a capire e a contestualizzare se quanto accaduto da ottobre a fine dicembre è una violenta correzione o qualcosa di molto vicino ad un bear market e/o inversione, che è stata evitata solo grazie ad un tweet di Trump, almeno in primis.

Ipotizziamo che l'inversione delle curve, unita ad una guerra commerciale Usa/China, porti i mercati nel baratro e l’economie americana ed europea in recessione.

Se questo scenario è possibile, mi chiedo d’altro canto come possa verificarsi con tassi al 2,5% in USA e sotto zero in Europa, cioè con un livello tassi mai visto e sperimentato prima. Ed è proprio questo aspetto che mi frena un po’ questa ipotesi.

Chiaro che con quanto fatto dalle BC dal 2009 ad oggi, ci può stare tutto, come per altro stiamo vedendo, mi chiedo se qualcuno dei big, che oggi paiono essere fuori dai mercati, abbia fiutato qualcosa che non era riuscito a vedere nel 2007-08.

L’enorme massa di liquidità immessa sui mercati ha creato sfasamento e diseallineamento dei mercati, falsato e gonfiato prezzi ed asset, portando a non distinguere più differenze di rischio/rendimento tra le varie asset class...inevitabilmente arriverà al dunque, ma quando?...perché questa è con ogni probabilità l’unica cosa che conta, forse.

Quanto all’economia di mercato pura, fatta di consumo di beni e servizi, io vedo i principali mercati, americano in primis, molto maturi e per questo fisiologicamente pronti ad una pausa e/o recessione...ma questo lo vedo da almeno 12-18 mesi e ancora non sta accadendo nulla di particolarmente grave.

Perché se è vero che oggi viviamo "tempi nuovi" con scenari mai esplorati prima, allora dobbiamo anche darci il beneficio del dubbio sul fatto che forse i mercati ci stanno dicendo che crolli da -50% sarà più difficile da vedersi (forse)...e che il new normal siano forti, fortissime correzioni da -15-25%, spesso molto veloci, come per altro avvenuto nel 2011-2015-2016 e 2018...correzioni che hanno come primo scopo quello di richiamare all’ordine le BC, rimodellandone la loro view e azione.

Praticamente le BC sono sia attore/fautore dei mercati post 2008, nonché schiave dei mercati stessi.

Ribadisco, sono solo pensieri a voce alta, su cui mi piacerebbe avere il vostro parere, ospiti che leggono compresi.

:ciao:
Dal basso della mia pochezza rispetto alla materia...
un paio di pensieri che non hanno la pretesa di portare da nessuna parte:D

quanto ho evidenziato nel tuo post mi sembra un circolo vizioso che si è innestato con il massiccio intervento sui mercati delle BC. i mercati ci paiono anestetizzati, pressoché immuni ai soliti eventi macroeconomici a cui erano un tempo sensibili. La liquidità immessa dalle BC funge da anestetico desensibilizzandoli. Ovviamente diventa la variazione di dosaggio dell'anestetico stesso l'unico evento cui il mercato rimane sensibile. Cosa che spiega la grande cautela con cui le BC hanno avviato i QT.
Allo stesso tempo potrebbe essere per questo che la liquidità immessa dalla BCE non ha avuto ricadute sull'economia UE, non è stata capace di schiodare l'inflazione manco per sbaglio. E' tutta roba che finisce per non avere ricaduta sull'economia reale perché l'effetto di un anestetico/droga dopo un pò diventa il mantenimento dello stato che garantisce...
E' così che da fautori, se l'intervento è sistematico e permanente, si diventa schiavi.
L'unica cosa che ha modificato l'inflazione UE e che quindi mantiene secondo me un impatto sull'economia reale è il petrolio...in questi ultimi tempi gli indici si sono addirittura sintonizzati con l'olio anche nei movimenti più brevi. Non so quanto si manterrà questa correlazione, ma quando finirà potrebbe essere l'indice di una nuova fase economica.
 
Dog oramai è più che assodato che i mkt tutti i mkt siano in mano alle banche centrali...il mondo dipende da loro dalla loro voglia di dare o meno liquidità...il vero problema è che continuare a fornire liquidità non ha risolto i problemi...anzi...Il mondo ha un eccesso di capacità produttiva che trova mercato grazie al debito alimentato dal sistema finanziario..che dipende sempre dalle banche centrali... il problema è capire quanto può durare questo andazzo...dal 2008 sono passati 11 anni...ma i problemi sono tutti sul tavolo... se non si permette alla classe media di poter aumentare i consumi il destino è segnato...e non esiste banca centrale che possa modificare la fine della storia...personalmente non sono ottimista...troppa la differenza..troppi gli egoismi nazionali... troppe le interconnessioni che possano tenere qualcuno al riparo della prossima tempesta...il 2008 non ha insegnato nulla a chi ha le leve del comando... il problema è capire quando si arrenderanno all'evidenza...più tardi sarà più troveranno gente molto inkazzata con le relative conseguenze


:up:
 
:ciao:
Dal basso della mia pochezza rispetto alla materia...
un paio di pensieri che non hanno la pretesa di portare da nessuna parte:D

quanto ho evidenziato nel tuo post mi sembra un circolo vizioso che si è innestato con il massiccio intervento sui mercati delle BC. i mercati ci paiono anestetizzati, pressoché immuni ai soliti eventi macroeconomici a cui erano un tempo sensibili. La liquidità immessa dalle BC funge da anestetico desensibilizzandoli. Ovviamente diventa la variazione di dosaggio dell'anestetico stesso l'unico evento cui il mercato rimane sensibile. Cosa che spiega la grande cautela con cui le BC hanno avviato i QT.
Allo stesso tempo potrebbe essere per questo che la liquidità immessa dalla BCE non ha avuto ricadute sull'economia UE, non è stata capace di schiodare l'inflazione manco per sbaglio. E' tutta roba che finisce per non avere ricaduta sull'economia reale perché l'effetto di un anestetico/droga dopo un pò diventa il mantenimento dello stato che garantisce...
E' così che da fautori, se l'intervento è sistematico e permanente, si diventa schiavi.
L'unica cosa che ha modificato l'inflazione UE e che quindi mantiene secondo me un impatto sull'economia reale è il petrolio...in questi ultimi tempi gli indici si sono addirittura sintonizzati con l'olio anche nei movimenti più brevi. Non so quanto si manterrà questa correlazione, ma quando finirà potrebbe essere l'indice di una nuova fase economica.

I mercati prima hanno goduti, in quanto desensibilizzati come hai scritto tu, poi come in ogni processo tossico, si sono assuefatti e la dose dovrebbe essere aumentata costantemente per poter "godere dei benefici"...
 
Quello che ho citato in grassetto è esattamente quello che penso.

Forse c'è da aggiungere che in America la banca centrale è subordinata agli imputs della politica mentre in Europa è l'esatto contrario.
Penso che la Cina e l'India stiano gongolando di questa situazione se si considera che in quei paesi funzionano ancora i meccanismi basilari dell'economia trainata dalla reale crescita dei redditi e dei consumi.

Purtroppo, a causa della permanente primazia del dollaro negli scambi e nella finanza questo genera della contraddizioni dirompenti che, a mio funesto parere, condurranno a uno scontro di ordine geopolitico che facilmente potrebbe degenerare in un confronto militare planetario.

La FED ha come mandato il sostegno e lo sviluppo economico e dei mercati USA, la BCE ha la stabilità dei prezzi e l'inflazione, che dal 2008 sono dei fantasmi...quindi delle due l'una, o l'inflazione è un indicatore desueto o la BCE ha un mandato sbagliato.
 
Ieri sera in TV, ovviamente in concomitanza con la Champions e Barbara d'Urso...:clap::clap::clap:

Più volte lo rivedo, più ritengo che andrebbe fatto vedere come documentario nelle scuole, nei centri sociali per anziani etc...periodicamente, ma tant'è...:d:

 
Ho dato un'occhiata ai delinquency rate dei mutui e della carte di credito e ad oggi è tutto nella norma, anestetizzato.

Non ci sono più gli americani di una volta :d:
 
Ho dato un'occhiata ai delinquency rate dei mutui e della carte di credito e ad oggi è tutto nella norma, anestetizzato.

Non ci sono più gli americani di una volta :d:


Discorso diverso inverso per gli studenti...la cultura si paga, forse ;)

1000x-1.png
 
Non abbiamo, ancora una volta, una classe politica lungimirante. Sempre in ritardo, sempre impreparati, sempre figli dei fiori.

I PRIMI “PASSETTI” DELLA GERMANIA VERSO IL RIARMO
090519%20de8.jpg

(di Andrea Gaspardo)
09/05/19
Il 5 febbraio del 2019, il ministro dell'economia tedesca, Peter Altmeier, ha presentato quella che, nel nome e nelle prospettive, dovrebbe diventare la “Strategia Industriale Tedesca per il 2030” e nella quale sono fissati tutti gli obiettivi e le strategie che la Germania si prefigge di portare avanti in campo industriale entro il suddetto anno. Sebbene tale scopo programmatico risulti ambizioso, a ben guardare il documento in dettaglio, esso non può non sollevare diversi interrogativi.

I settori che, secondo Altmeier, devono essere fatti oggetto di una politica di investimento e modernizzazione ad ampio raggio sono: l'industria dell'acciaio, del rame e dell'alluminio; l'industria chimica; i macchinari e gli impianti; l'industria automobilistica; l'industria ottica; l'industria dei dispositivi medici; il settore delle “tecnologie verdi”; l'industria della difesa; l'industria aerospaziale; la produzione additiva (stampe 3D).

090519%20de9.jpg
Si nota subito come, al di là di voler potenziare l'industria nel suo complesso, questo piano sia pesantemente sbilanciato verso l'industria pesante, il settore della difesa e tutti quelli ad essi collegati.

Secondo le parole di Altmeier, il piano strategico ha lo scopo dichiarato di far crescere il cosiddetto “valore aggiunto lordo” dell'industria in Germania al 25%, contro il 20% della media del resto dei paesi europei.

Allo stesso tempo, però, il piano segna un sostanziale abbandono da parte di Berlino del modello industriale delle “Mittelstand” che ha sostenuto la crescita industriale ed economica della Germania nel secondo dopoguerra. Infatti delle oltre 3.250.319 imprese censite in Germania, ben 3.249.818 (pari al 99,98%) ricadono nella categoria delle Mittelstand (piccole e medie imprese, in genere a conduzione famigliare) che producono il 68,31% dell'export della Germania, mentre le restanti 501 (pari allo 0,02%) sono grandi corporazioni (incluse quelle del “DAX 30”) che producono il restante 31,69%.

090519%20de6.jpg
Con la strategia promossa da Altmeier, lo stato tedesco si appresta ora a varare un nuovo corso a favore delle grandi corporazioni, le quali hanno il proprio “core-business” in massima parte proprio tra i settori sopra elencati. Di particolare interesse è poi questo particolare risalto dato al settore della difesa. Berlino è stata più volte redarguita in sede NATO di non rispettare i patti e contribuire troppo poco al bilancio alla difesa comune dell'alleanza, nonostante in passato ne sia stata una delle maggiori beneficiarie. Di recente è stato lo stesso presidente americano Donald Trump ad affermare che “la promessa da parte della Germania di innalzare la percentuale del proprio PIL alla difesa all'1,5% dall'attuale 1,23% non è sufficiente, considerando che i membri dell'alleanza hanno preso l'impegno comune di innalzare la propria percentuale al 2%”.

Ciò che sembra sfuggire al presidente degli Stati Uniti però è che, avendo la Germania il PIL di maggiori dimensioni nel continente europeo, essa può permettersi di spendere percentuali minori rispetto al Regno Unito (2,1%) ed alla Francia (1,81%) ed ottenere, in cifre assolute, una spesa comparabile.

Per inciso, l'aumento del bilancio alla difesa tedesca previsto dalla “Strategia Industriale Tedesca per il 2030” è il maggiore dagli anni '30 del secolo scorso. Ops!

Foto: Bundeswehr

...Ke skifo...quella bella Kroce nera bordata di bianco se la fikkassero direttamente nel....
 
Buongiorno direi che tutta l'industria tedesca è in forte sofferenza.. thyssenkrupp è ai minimi storici...del 2008.. e il bund è alle stelle... domanda semplice..preferite uno stato con debito pubblico alto e debito privato basso o viceversa?
Debito pubblico, magari con banca centrale propria.
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Back
Alto