Vediamo se lo fanno fuori.
Angelo Tofalo
29 maggio alle ore 09:02 ·
Dopo aver dato il mio contributo al Sistema Paese in Spagna volo verso Roma per il bene del
MoVimento 5 Stelle e per partecipare all’assemblea di stasera.
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Tutti gli squali del Caimano sono pronti a dimostrare che
Luigi Di Maio è ormai un leader politico finito mentre Berlusconi, astro nascente della politica nazionale, è pronto a ricostruire la nuova alleanza con i voti di Matteo Salvini. Per dimostrarlo interpretano ogni sussurro, ogni sguardo, ogni gesto dei parlamentari del MoVimento 5 Stelle come la spasmodica voglia di defenestrare il capo politico.
Questa sera non offrirò un caffè a Luigi per evitare che un Minzolini sopra le righe scriva che in realtà si possa trattare di un tentativo di avvelenamento col polonio. Come non soddisferò Sallusti che in TV si lancia in letture inverosimili profetizzando che solo con i voti di Forza Italia il capitano avrà lunga vita, che continuare a progettare l'Italia con un trentenne sacrificando l'inesauribile energia di un ottantenne é, secondo il fine giornalista, un errore strategico.
Dall'altro lato della sponda gli storyteller "democratici", dopo aver paventato per un mese l'imminente ritorno del fascismo gonfiando le vele del centrodestra, oggi parlano di un nuovo bipolarismo chiedendo la testa dell'unico vero nemico di sempre. Nei salotti bene della sinistra educanda era già un po' di tempo che, tra uno spritz e l'altro, si domandavano: "Come si è permesso questo giovane sprovveduto di dimostrare che noi, i sindacati e le cooperative in questi anni non abbiamo mai pensato agli ultimi?".
Facile prendersela con i giornalisti ma noi, mentre accadeva questo, quali strategie comunicative abbiamo messo in atto? “Attacchiamo Siri fino alla morte, di più, funziona, ho fatto 100.000 visualizzazioni video, stampiamo un cartello, stiamo risalendo, lo dicono i sondaggi, ci viene dietro anche Travaglio!".
Così una legittima battaglia che doveva durare 4, o al massimo 5 giorni, si è trasformata, agli occhi degli italiani, nell'alibi per non parlare d'Europa, di visione e di prospettiva politica. Invece di stimolare una discussione sul programma, basata su esperienze europee e nazionali, da affidare ai candidati ci siamo accontentati di scegliere il tipo di font da utilizzare su flyer e brochure scaricabili dal sito.
Quando si governa bisogna prendersi la responsabilità di fare delle scelte chiare, essere comprensibili, anche se qualcuno dovesse storcere il naso.
Se dopo un anno di governo questa è stata la strategia complessiva credo sia arrivato il momento di evitare altri danni virando dalle strategie mediatiche estemporanee e, con strumenti concreti e adeguati, direzionarci sulla diffusione dei nostri contenuti e delle nostre battaglie evidenziandone i risultati. Ma questo lo sappiamo in tanti, è una vecchia storia mai risolta. Purtroppo è capitato tante volte in passato, e succede ancora oggi, che responsabili della comunicazione abbiano troppi margini di manovra rispetto a un eletto.
Ancora peggio però è il comportamento di chi oggi, all'interno del MoVimento e a mezzo stampa, usa questo momento di difficoltà per dimostrare che Luigi va allontanato ponendo come motivazione il contratto di governo con la Lega. L'analisi sarebbe già demenziale da sola ma la soluzione che si paventa potrebbe offrire una prospettiva anche peggiore. A destra fanno il pieno di voti su alcuni temi specifici e noi, invece di offrire a quelle persone le risposte con una visione non ideologica, proponiamo di "aprire al PD". Offriamo l'assist per subire ulteriori accuse da chi ci dice di essere incapaci di mostrare contenuti e di agire solo per propaganda. Stiamo mettendo in atto politiche innovative e immaginiamo di andare ad occupare il campo di quelli che hanno fatto la stessa politica di Salvini in tema di immigrati ma con l'aggravante dell'ipocrisia pre-elettorale.
Da Trattamento Sanitario Obbligatorio.
La verità è che nella velocità del susseguirsi degli eventi degli ultimi anni tanti di noi, chi impegnato a prendere dimestichezza con il ruolo di governo e chi a trovare il proprio posizionamento in ambito parlamentare, hanno usato Luigi Di Maio come scudo senza affrontare in maniera definitiva l'ormai improrogabile esigenza di riorganizzazione del MoVimento con proposte concrete. Finché la barca va... lasciala andare, con qualche piccolo mal di pancia, ma, tutto sommato, meglio mandare lui in TV che guadagnarsi l'autorevolezza studiando, macinando chilometri sul territorio e facendo valere la forza del proprio lavoro.
Sono stato spesso critico con Luigi, soprattutto sul fatto che a volte si è fidato di persone sbagliate che, invece di offrire una visione critica, hanno giocato con la sua autostima. Oggi però, in questo difficile momento di crisi, gli do ancora una volta la mia più totale fiducia perché so che è lui l'unica persona in grado di gestire una transizione del MoVimento verso un nuovo modello più aperto.
Una fiducia completa per accompagnarci nella rapida strutturazione di luoghi in cui le decisioni si prendono sì tempestivamente ma a livello collegiale, dove la classe dirigente venga valorizzata sulla base di competenza e merito, dove le voci dei parlamentari siano ascoltate con maggiore attenzione ed i gruppi territoriali (Meetup) tornino ad essere un cuore pulsante.
Per farlo ci vuole tempo, lavoro, determinazione ma soprattutto volontà politica.
Io stesso negli anni ho fatto delle valutazioni affrettate che hanno permesso a persone della società civile, senza un importante percorso di attivismo, di ricoprire ruoli importanti e, col senno di poi, me ne sono pentito amaramente. Solo chi non lavora non sbaglia ma non possiamo permetterci più di dover prendere decisioni strategiche per il MoVimento in 48 ore altrimenti succederà altre volte. Ci dobbiamo evolvere rammentando le grandi responsabilità che abbiamo assunto. Siamo ancora in tempo.
Se vogliamo quindi imparare la lezione e costruire rapidamente nuove soluzioni serve maggiore dialogo e tanto coraggio. Se continueremo a camminare in punta di piedi pensando di riuscire a non rompere i fragilissimi bicchieri di cristallo su cui ci stiamo muovendo saremo travolti a breve da una valanga annunciata e ne rimarranno soltanto i cocci.
Liberiamoci da questo politicamente corretto, dai freni e dalle pressioni che il sistema vuole cucirci addosso perchè nulla cambi. Abbiamo fatto un contratto di governo (grande intuizione di Luigi) con la Lega per fare rapidamente quello che avevamo promesso. Ora finiamola di farci intimorire e cacciamo fuori i denti perchè mi sono stufato di vedere un progetto bellissimo schiacciato da questo senso di sudditanza verso indici economici, sondaggi e ingerenze esterne. Dobbiamo ritrovare lo smalto iniziale, combattere chi vorrebbe convincerci dell'inadeguatezza delle nostre idee con l'unico scopo di depotenziare la nostra azione e conservare o accrescere il proprio potere.
Ho cercato per un anno di stare accanto al Ministro Trenta e di spiegarle che il nemico non è Salvini, o chissà chi altro, ma chi, all'interno dell'apparato, vuole continuare ad agire senza l'indirizzo ed il controllo politico. Purtroppo, consigliata male, ha deciso di fare valutazioni diverse.
Ad oggi, dopo un anno da Sottosegretario, gran parte delle informazioni che ricevo per svolgere il mio lavoro non vengono dagli uffici preposti a coordinare le figure di vertice ma da tutte le persone, e vi assicuro che sono tante, che mi hanno riconosciuto come un ragazzo dai valori ben saldi, una persona seria e appassionata che lavora per il bene del Paese. Così però è troppo faticoso. Stiamo correndo questa "maratona" con le mani legate dietro la schiena, masochisti come solo noi sappiamo essere. E dove si discute di queste cose? Dove sono i luoghi adibiti alla costruzione di pensieri più complessi?
Per avere la fiducia degli uomini che oggi mi aiutano a ricevere in tempo zero le informazioni utili a svolgere il mio incessante lavoro ho fatto di tutto! Lanci con il paracadute, voli in aereo, vestizioni e prove degli equipaggiamenti, perlustrazioni nei boschi con i nostri uomini, viaggi in sottomarino, convegni e riunioni su riunioni, anche notturne.
E approfitto per ringraziare chi ha capito che sono solo uno strumento per riorganizzare e migliorare settori delicati.
Ma il mio è solo un esempio. Parlando con altri colleghi, sono venuto a conoscenza che anche in altri ministeri ci sono problematiche affini. Se noi Sottosegretari, persone con una lunga storia nelle fila del MoVimento (anche da prima che esistesse), dovevamo essere i "cani da guardia" dei valori, del programma e del metodo, oggi dobbiamo prendere atto che questo compito non può essere portato a termine con successo se non vengono cambiate le modalità di azione.
Sono entrato nelle Istituzioni per spezzare le catene dei vecchi poteri che ostacolano l'ammodernamento dello Stato e mi sono ritrovato nel mio dicastero ad assistere a incomprensibili scelte, quasi mai coordinate politicamente, che hanno solo rafforzato, a causa di errori grossolani, l'influenza di capi e capetti del passato. Il tutto, purtroppo, a discapito del Paese. Ho tenuto duro per un anno.
Oggi però, dal momento che in tanti cercano di capitalizzare la fragilità di Luigi per avallare tesi inverosimili e per riposizionarsi sullo scacchiere del "te l'avevo detto", credo sia il momento giusto di parlare delle vere ragioni che non ci permettono di velocizzare questo processo di cambiamento. La nostra umiltà ci ha fatto pensare di non essere ancora all'altezza di fare scelte impegnative per il Paese e abbiamo annacquato alcune battaglie.
Ho letto anche accuse a Luigi da parte di chi ha sempre avuto un rapporto privilegiato con lui ed oggi vorrebbe spiegarci le ragioni per cui deve dimettersi subito. Ma fatemi il piacere, siate maturi e pensiamo a soluzioni serie invece di sfruttare questa situazione per un briciolo di visibilità.
Faccio un appello al mio capo politico: sgravati di qualcuno dei complessi ruoli che hai portato avanti fino ad oggi e traghetta il MoVimento verso una nuova consapevolezza. Incontrarsi per parlare dei lavori nei singoli ministeri e condividere tutto con i parlamentari, e quindi con i territori, è l'unico modo per ricostruire il consenso perso.
Il tuo talento è un'arma a doppio taglio, da un lato ci ha protetto mentre imparavamo a incidere nei meccanismi di gestione della macchina dello Stato, dall'altro ha creato un esercito di presuntuosi robottini giacca e cravatta che hanno perso il senso della missione, non capendo che di Luigi di Maio ce ne è soltanto uno.
Basta file alla comunicazione centrale per elemosinare un video di 30 secondi invece di studiare e battere il territorio, basta persone che raccontano la propria giornata dalla colazione alla cena invece di spiegare nel merito il proprio lavoro.
In 6 anni credo di aver chiesto il supporto dello staff camera in meno di 5 occasioni. Anche quando sono stato attaccato pesantemente da leader politici sulla cresta dell'onda, in prima serata e con accuse assurde, ho risposto colpo su colpo, con la forza di chi ha sempre seguito come stella polare la Costituzione, le Leggi dello Stato e le regole interne di un progetto chiamato M5S. Il progetto che mi ha fatto diventare uomo.
Tutto questo per dire che io sono pronto ad aiutarti ma non accetterò altre decisioni che non siano mosse dalla reale volontà di cambiare questo Paese nel rispetto delle Istituzioni democratiche, delle persone che hanno creduto e che continuano a credere in questo progetto e in nome di un percorso unico che ci ha visti scrivere con mille sacrifici una pagina di Storia politica del nostro Paese.
Il mio nemico non è Salvini, non è Renzi e nemmeno Berlusconi. Il mio nemico sono io quando decido di adattarmi, omologarmi e non combattere per ciò che ritengo giusto.
Se questo messaggio non porterà ad azioni concrete tra i miei colleghi me ne farò una ragione, il mio obiettivo rimane costruire un Paese maturo e consapevole.
Chi ci ha dato fiducia non merita di vedere questa opportunità di rinnovamento sprecata in nome di una incomprensione, di una timidezza, di qualche cattivo consigliere o delle manie di protagonismo di chi pensa di bastare a se stesso.
Basta corti dei miracoli, calmieratori, finti statisti e registi televisivi. Ora vogliamo un Luigi Di Maio a briglie sciolte che dedichi il giusto tempo all'ascolto per tornare ad essere il megafono di un'intelligenza collettiva.
E vogliamo anche che il fratello di mille battaglie
Alessandro Di Battista si prenda le sue responsabilità nel MoVimento, con un ruolo riconosciuto da tutti, per capire cosa stiamo facendo nelle istituzioni e come utilizzare il suo messaggio rivoluzionario, la sua capacità di accendere gli animi e far battere i cuori, per correggere il tiro, quando serve, ma acquisendo la concretezza di chi si scontra ogni giorno con la Realpolitik.
Se si mettono sempre pezze a colori per coprire piccole sacche di inadeguatezze e incompetenza va a finire che ci si ritrova vestiti da arlecchino senza sapere neanche come sia potuto succedere. Non reagire ai nostri errori vuol dire ritrovarsi in breve tempo a parlare del passato e questo non possiamo permetterlo.
Il potere va gestito, muoversi come delle ballerine per non cadere non risolve i problemi della Nazione. Non abbiamo nulla da perdere, se qualcuno pensa che una poltrona possa essere più importante della nostra dignità ha fatto male i conti. Sono pronto sin da subito a rimettere il mio incarico nelle mani del Presidente, del mio capo politico, di questa assemblea e dei cittadini italiani se le mie idee sono in contrasto con i nostri valori condivisi.
O si porta avanti con maggiore forza e decisione il cambiamento cacciando tutti gli attributi oppure preferisco non fare più parte, in questa fase di autocastrazione, della squadra di Governo.
Ritengo assolutamente esagerata la decisione di far votare domattina, ora è semplicemente tempo di parlare in modo chiaro per migliorare tutto.
Ribadisco che ho deciso di votare con convinzione per la conferma del mandato di Luigi Di Maio perché ad oggi rappresenta l’unico collante e la sola prospettiva credibile per il futuro ma mi aspetto, sin da subito, azioni libere e coraggiose per riportare il MoVimento 5 Stelle a lottare con maggiore vigore ed in linea con i propri valori fondanti.
Rubo in fine una intuizione del collega Vito Crimi che può diventare a pieno titolo il mood di questa nuova fase politica:
#CambiareXContinuare.
Forza! Andiamo avanti cacciando gli attributi!