Mattinata convulsa sui mercati come ormai stanno diventando tutti questi giorni di crisi da coronavirus. L'apertura delle borse vedeva i principali indici europei del vecchio continente
cercare il recupero, dopo le perdite dei giorni scorsi.
A spargere un po' di ottimismo era stata la riunione del Consiglio dell'Unione europea, pronto a “Whatever it takes” contro il coronavirus, dalla celeberrima frase pronunciata da Mario Draghi nel 2016.
L'Eurogruppo, infatti, affermava di essere ponto a “qualsiasi ulteriore azione, coordinata e decisiva, sia necessaria, incluse misure di bilancio, per sostenere la crescita e l'occupazione”, quali “primi passi di una temporanea, ma lunga battaglia”, secondo le parole del suo presidente, Mario Centeno, il quale spiegava che “il contenimento forzato sta portando le nostre economie ai tempi di guerra”.
"Assicureremo che le regole fiscali europee e le norme sugli aiuti di Stato non ostacolino il supporto delle nostre economie: la flessibilità c'è e sarà pienamente utilizzata. Gli sforzi dei paesi devono andare insieme alle iniziative portate avanti dalla Ue. Insieme daremo una risposta forte", aggiungeva Centeno.
Inoltre, l'Eurogruppo dava mandato alla Commissione europea e all'Esm di “esplorare tutte le possibilità e gli strumenti che potranno essere attivati per far fronte alle conseguenze economiche provocate nell’Eurozona dalla pandemia da coronavirus”.
Tra le opzioni sul tavolo, oltre all’intervento dell’European Stability Mechanism (ESM) che dispone di una capacità di intervento di 410 miliardi di euro, dovrebbe essere presa in seria considerazione l’accelerazione del confronto sul cosiddetto “safe asset”, che alcuni preferiscono definire “eurobond”, uno strumento comune di finanziamento per gli Stati membri in grado di assicurare anche liquidità ai mercati. Ma il tempo a disposizione non è tantissimo.
La contrarietà di Scholz e il crollo delle borse
Sull'ipotesi di un intervento dell'Esm, però, si abbattevano le dichiarazioni del Ministro tedesco delle Finanze, Olaf Scholz, rilasciate al quotidiano Handelsblatt.
Secondo Scholz, “è troppo presto per pensare all'utilizzo del meccanismo europeo di stabilità (Esm)”, per fornire aiuti ulteriori a paesi dell'eurozona per combattere la crisi economica a causa del coronavirus.
“Il dibattito è prematuro”, aggiungeva Scholz, spiegando che l’esistenza stessa dell’Esm, creato durante la crisi del debito della zona euro nel 2011, ha contribuito alla stabilità in quanto può essere usato in qualsiasi momento e ha un’enorme potenza di fuoco.
Il 'provvidenziale' intervento spargevano benzina sui mercati, già provati da un nervosismo che neanche gli interventi delle banche centrali, Federal Reserve in testa, non era riuscito a calmare.
Il
Ftse Mib virava in negativo improvvisamente, seguito dagli altri indici europei, per poi frenare le perdite e restando il migliore tra quelli del vecchio continente.
Restava in forte negativo il
Dax, con un calo di circa il 2%, dopo che a Scholz si aggiungevano i dati relativi alla fiducia sull'economia tedesca. Secondo l'indice curato dall'Istituto di ricerca tedesco Zew, la
fiducia degli investitori è crolla nel mese di marzo a -49,5, rispetto a +8,7 di febbario.
"L'economia è a un livello di allerta rosso", spiegava il presidente dello Zew Achim Wambach in un comunicato, aggiungendo che gli esperti finanziari prevedono una contrazione dell'economia nel primo trimestre e ritengono che una contrazione sia molto probabile anche nel secondo.