Centinaia di soldati iraliani sono arrivati in Siria per unirsi all'offensiva guidata dalle truppe governative di Bashar al-Assad, secondo quanto riportato da fonti libanesi. E' un chiaro segnale che la guerra civile si sta trasformando in una guerra per procura, nella quale le grandi potenze del mondo fanno le loro mosse in una sempre piu' confusa scacchiera mediorientale.
Gli aerei dell'esercito russo hanno bombardato il paese per il secondo giorno di fila, colpendo civili e ribelli anti governativi, ma non solo obiettivi sensibili dello Stato Islamico, il violento gruppo terroristico islamista che vuole creare un nuovo califfato nella regione e a cui si oppongono un po' tutte le nazioni della regione e dell'Occidente.
La lotta allo Stato Islamico sembra pero' ormai rimasto l'unico obiettivo comune di Mosca e Washington, che per la prima volta dai tempi della Guerra Fredda sono avversari in un vero conflitto. E mentre i suoi aerei bombardano la Siria, il Cremlino sta armando i curdi con l'aiuto del governo in Iraq. I curdi sono nemici dichiarati dell'ISIS, ma anche della Turchia.
Turchia e Arabia Saudita, come gli Stati Uniti e l'Unione Europea, vogliono vedere cadere Assad, accusato di aver provocato migliaia e migliaia di morti sotto il suo regime che non ha mai accettato l'esistenza di oppositori. Un governo che ha fatto decisamente piu' morti dello stesso Stato Islamico.
Finora il sostegno diretto degli iraniani ad Assad è arrivato nella forma di consulenti militari. Teheran aveva tuttavia in passato mobilitato le milizie sciite da Iraq e Afghanistan per convincerle a unire le forze con le truppe governative siriane.
Mosca ha detto di aver colpito postazioni e basi dello Stato Islamico, ma anche aree vicino alle città di Hama e Homs dove si trovano alcuni gruppi di ribelli che, al contrario dell'ISIS, sono appoggiati dagli alleati di matrice sunnita degli Usa, come sauditi e turchi.
Fonte: Reuters