La Pboc intende immettere in 11 istituzioni finanziarie 105,5 miliardi di yuan (16,6 miliardi di dollari) sotto forma di prestiti a medio termine.
Secondo alcuni analisti interpellati da Marketwatch (gruppo Wsj) ieri Shanghai è stata colta da un nuovo attacco di panico da parte degli investitori, fatto che non si vedeva da almeno un mese. A dire il vero, il governo ha tenuto sotto controllo a tal punto le contrattazioni dall’estate scorsa che i movimenti dell’indice, quando iniziano a flettere, vengono riportati in positivo dagli acquisti forzati e da lì in poi l’indice non si muove, rimane piatto per ore. Ieri, evidentemente, il sell off è stato così forte che è sfuggito di mano anche al governo.
Jacky Zhang, analista di BOC International, sentito da Marketwatch, ha spiegato che “difficilmente il benchmark toccherà quota 3.500 in questa situazione”. Stamani era attorno a 3.300.
All’inizio della settimana,il trader di acciaio Sinosteel Co. ha rinviato il pagamento degli interessi in scadenza ora pari a 2 miliardi di yuan (315 milioni di dollari) sui bond emessi in Cina. Un altro segnale del forte livello di indebitamento delle grandi società nel Paese.
Il pil del terzo trimestre, pubblicato pochi giorni fa, ha messo in evidenza una crescita della seconda economia al mondo ai minimi dal 2009, anche se pur ad un tasso del +6,9% e non del 7% come preventivato dal partito popolare. Molti osservatori americani ritengono che tuttavia il pil stia avanzando molto più lentamente, non oltre il 3%.
Fatto sta che ora gli investitori hanno grandi aspettative sui movimenti della banca centrale cinese, perché si attendono un ulteriore QE, visto che da sola l’economia non corre.