In linea teorica hai perfettamente ragione, esponi un principio di sacrosanto buon senso. Ma in questo caso secondo me non ha altra scelta, il livello dello scontro è stato alzato come mai prima (almeno a mia memoria) nella politica americana: un' intera parte della società, quella più ricca, privilegiata e potente, semplicemente si rifiuta di accettare il risultato elettorale. Anche nei confronti dei presidenti più invisi, al di là delle solite schermaglie fino ad ora è stata sempre fatta di necessità virtù, accettando la situazione e cercando di mediare nel modo più conveniente; qui siamo al punto che un presidente eletto e nemmeno ancora entrato nella pienezza dei poteri viene silurato quotidianamente con metodi mai visti prima...
Pubblicano notizie in sostanza diffamatorie con la premessa che non sono verificate e nemmeno verificabili, non so se ci rendiamo conto!!
Pochi gg fa, pressioni pubbliche dai vertici di intelligence sulla base di rapporti fondati sul niente più assoluto!
Se non rispondesse, verrebbe seppellito di menzogne in un crescendo incontrollabile, assimilerebbero una non difesa ad un' ammissione di colpa.
Personalmente credo che Trump, avendo a sua volta lo stomaco coperto da una coltre di peli alta un metro e mezzo, sia un boccone estremamente indigesto per chiunque, e penso (e spero, soprattutto) che sappia neutralizzare gli attacchi e ricondurre la politica nell' alveo della... normalità del cinismo che le è proprio, ma anche di certe regole comportamentali che sono leggi non scritte che però nessuno dovrebbe mai permettersi di oltrepassare. Perchè oltre certi limiti si dovrebbe sapere che "la politica prosegue con altri mezzi", che però non sono più le parole. E non credo di essere catastrofista, dato che ieri udivo un personaggio composto, prudente, e per di più filo democratico, globalista, europeista ed eurista come Sergio Romano dire che a suo parere in USA il clima politico è così avvelenato che si possono cogliere i prodromi di una guerra civile (testuale).