baleng
Per i tuoi meriti dovrai sempre chiedere scusa
Sono d'accordo, ma è giusto anche sottolineare qualche limite. A differenza della pittura francese dello stesso periodo, che tratta i soggetti con leggerezza pittorica e progressiva smaterializzazione, Sartorio risulta più ancorato alla visione tridimensionale, le sue figure sono ancora molto scultoree - caratteristica che lo accomuna a quasi tutta la pittura italiana di inizio 900, e che sfocerà nella marcia indietro del neoclassicismo e di Novecento, dove i volumi sono quasi tutto.Per i milanesi è possibile ammirare un paio di sue grandi opere alle gallerie d'italia, nella parte di esposizione permanente dedicata all'ottocento, secondo me tra i migliori esposti.
Quelli delle suore e della madre con i due bambini sulla battigia sono stupendi.
In fin dei conti, anche i buchi e i tagli di Fontana non riescono a "dimenticare" il realismo della tridimensionalità (lui, poi, era prima di tutto uno scultore), con il risultato che, con l'esclusione relativa di pointillisti e divisionisti, l'Italia ha sostanzialmente saltato una tappa nell'evoluzione storica della pittura. La tappa in cui l'affermarsi della bidimensionalità in pittura (in parte indotta dalla conoscenza delle stampe giapponesi) porta a visioni impostate in maniera del tutto originale, come nelle Ninfee di Monet. Potremmo chiamarla la tappa della leggerezza.