Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1 (4 lettori)

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

tommy271

Forumer storico
Greek, Portuguese Banks Raised Borrowings From ECB In July




FRANKFURT -(Dow Jones)- Banks in Greece and Portugal increased their borrowings from the European Central Bank in July, bucking the wider trend across the euro zone, according to data from national central banks.
Analysts said the figures suggest the publication of the results of stress tests on Europe's banks--intended to restore confidence in the region's financial sector-- may not have succeeded, or at least, not immediately.
The Central Bank of Greece said that the amount of credit outstanding to Greek banks end July rose to EUR96.21 billion, up 2.5% from EUR93.82 billion end June.
Portuguese banks increased their borrowings by over 20% to EUR50.09 billion, from EUR41.51 billion.
By comparison, the overall amount of ECB credit outstanding fell by nearly EUR240 billion, as EUR442 billion in 12-month funds was repaid to the ECB at the start of the month, only part of which rolled over into shorter-term credits.
Banks from the perceived weaker periphery of the euro zone had struggled to finance themselves in the market in the weeks leading up to the publication of the stress test results. Market participants from outside the euro zone, in particular, had been unwilling to risk money in countries with well-documented public debt problems.
Anecdotal reports have suggested that such fears have receded, but only gradually and not immediately after the publication of the results on July 23.
"The evidence this week seems to indicate that the stress tests might have failed to ring-fence the periphery," RBS analyst Nick Matthews said in a research note. "The next few weeks will be very important for us to assess whether further policy support will be needed, should confidence fail to be restored for good."



Website: http://bankofgreece.gr
http://www.bportugal.pt

 

tommy271

Forumer storico
Germany Says Slovakia’s Greek Aid Rejection Lacks ‘Solidarity’

August 12, 2010, 12:37 PM EDT


By Patrick Donahue

Aug. 12 (Bloomberg) -- Chancellor Angela Merkel’s spokesman upbraided Slovakia over its decision to reject participation in a bailout loan to Greece, saying that European Union solidarity is “no one-way street.

Merkel and Slovak Prime Minister Iveta Radicova will discuss the matter along with other euro-area issues when the Slovak leader visits Germany on Aug. 25, chief German government spokesman Steffen Seibert said in an e-mailed statement, in his first public comments since taking over from Ulrich Wilhelm yesterday.

We regret that Slovakia isn’t participating in the aid to Greece,” Seibert said. “All member states committed themselves politically to assistance for Greece. Every member relies on solidarity; solidarity is no one-way street.

Slovakia’s parliament broke with a decision by the previous government by rejecting Greek aid yesterday, while approving funds for the larger euro-area bailout fund. Radicova’s month- old government opposed the aid to Greece, saying poor countries shouldn’t pay for the profligacy of richer peers.

“We consider this to be a breach of the commitments taken by Slovakia in the Ecofin and a breach of the solidarity that should prevail of the euro group,” European Commission spokesman Amadeu Altafaj told reporters today.

Euro-area governments agreed in May to provide 80 billion euros ($103 billion) in loans, with an additional 30 billion euros from the International Monetary Fund, in return for a Greek deficit-cutting package. Slovakia’s decision won’t prevent Greece from drawing on the loan, the EU said.


--With assistance from Radoslav Tomek in Bratislava. Editors: Alan Crawford, Eddie Buckle


***
Meno male che ogni tanto la Merkel si sveglia ...
 

IlPorcospino

Forumer storico
" L'Ungheria sfida il Fondo Monetario Internazionale" Di Jerome Duval
L'Ungheria, che dal 1 ° gennaio 2011 assumerà per sei mesi la presidenza dell'UE , subisce pesantemente le conseguenze di una crisi finanziaria che sembra non finire. Pur non essendo così distante dai parametri di Maastricht in materia di deficit pubblico (3,8% nel 2008), l'Ungheria è il primo paese dell'Unione europea ad aver ottenuto il sostegno finanziario della Troika costituita da: Fondo Monetario Internazionale, Unione Monetaria e Bce (Banca Mondiale)
Nel mese di ottobre 2008 è stato concordato un piano di finanziamento di 20 miliardi di euro: 12,3 miliardi messi a disposizione dal FMI, 6,5 dall’Unione europea e uno dalla Banca Mondiale. Lo stock del debito è cresciuto in maniera automatica: oltre alla perdita secca dovuta al pagamento degli interessi, che aggrava il deficit, alla popolazione sono state imposte pesanti condizioni, l'aumento di 5 punti percentuali di IVA, attualmente al 25%, l’innalzamento dell’età pensionabile a 65 anni, il congelamento per due anni dello stipendio dei funzionari, la soppressione della tredicesima per i pensionati, la riduzione degli aiuti pubblici all'agricoltura e al trasporto ...
L'estrema destra entra in Parlamento
In passato l’Ungheria, governata dai socialdemocratici, era riuscita a tenere in piedi un sistema di relative garanzie sociali, ma l'attuazione delle misure di austerità imposte dal FMI, ha scontentato la popolazione e giovato alla destra conservatrice, che nell’aprile 2010 ha vinto le elezioni legislative. La vittoria del nuovo primo ministro conservatore, Viktor Orban, è stata accolta con favore dall’agenzia Fitch Ratings secondo la quale il partito di Orban, Fidesz, che ha ottenuto la maggioranza necessaria per modificare la Costituzione "rappresenta un'opportunità per introdurre riforme strutturali”. (1) I socialdemocratici hanno riportato una sconfitta storica aprendo la strada all’estrema destra (Jobbik) che per la prima volta è entrata in parlamento con la percentuale del 16,6% .
Non appena insediatosi, il governo ha diffuso dichiarazioni allarmistiche sulla situazione finanziaria del paese, chiamando in causa una sottostima dei conti da parte del precedente esecutivo che, in realtà, avrebbe portato al 7,5 % il rapporto tra il deficit e il PIL, ben al di sopra quindi del 3,8% previsto dal Fondo monetario internazionale. Bluff o falsificazione dei conti? In seguito a queste dichiarazioni, il 5 giugno 2010, il panico fa crollare le Borse di Londra, Parigi, Budapest ... e l'euro si deprezza nel timore di una crisi simile a quella della Grecia. Il governo sotto pressione, nel tentativo di recuperare, diffonde comunicati per tentare di calmare gli speculatori.
Tassazione del capitale o del lavoro ?
Per contenere il deficit al 3,8% del PIL nel 2010, come concordato con il Fondo monetario internazionale e l'UE, il governo sta lavorando all’approvazione di una tassa straordinaria sull’intero settore finanziario, che permetterebbe di prelevare lo 0,45% dell’attivo dichiarato dalle banche (calcolato non sul profitto, ma sul fatturato), di tassare fino al 5,2% le entrate delle compagnie assicurative e fino al 5,6% quelle degli altri istituti finanziari (borse, agenti finanziari, gestori di fondi d’investimento ...). L’Ungheria supera così Obama che ha annunciato una tassa sulle banche dello 0,15% solamente. Ma questo provvedimento, che dovrebbe garantire un gettito di 650 milioni di euro l'anno per due anni (2010 e 2011), circa lo 0,8% del PIL secondo le stime del governo, non piace alle banche che fanno pressione minacciando di ritirare gli investimenti in Ungheria. Il Fondo monetario ha dal canto suo sospeso i negoziati avvertendo che chiuderà il rubinetto del credito concesso nel 2008, e questo nonostante che il piano di finanziamento, con scadenza inizialmente prevista a marzo 2010, fosse stato prorogato a ottobre dello stesso anno.
E’ evidente che il piano di tassazione delle banche, vero pomo della discordia tra l'Ungheria e Fmi, costituisce l’ostacolo al proseguimento del prestito. Il Fondo ritiene che il paese dovrebbe adottare misure in linea con il dogma corrente neoliberista: col che s’intende tassare i poveri prima delle banche. Certamente i poveri hanno pochi soldi…ma ce ne sono tanti!... A qualcuno sfugge il cinismo?
Inoltre, la previsione di un tetto agli stipendi dei dipendenti pubblici, compreso il governatore della banca centrale, è in netto contrasto con le raccomandazioni del Fondo che preferisce un livellamento “dal basso” attraverso la riduzione o il congelamento dei salari, com’è avvenuto in Grecia o in Romania. Attenzione a non farsi illusioni su un partito di governo che già nel 1990 aveva favorito l’ingresso del neoliberismo...
« O la tassa sulle banche, o l’austerità»
Christoph Rosenberg, capo della delegazione del Fmi in Ungheria, riporta la richiesta di maggiori dettagli sul bilancio del prossimo anno da parte dell'organizzazione internazionale: "Quando torneremo, sempre che non sia la settimana prossima, il governo avrà proseguito nella definizione del bilancio 2011 e sarà un bilancio molto importante". (2).
Ancora una volta il Fondo monetario internazionale si appresta a riesaminare la copia del governo e interviene direttamente nella definizione del bilancio ungherese a dispetto dalla sua sovranità. Nell’attesa, il FMI stima che il paese dovrà prendere "misure supplementari" di austerità per raggiungere gli obiettivi di disavanzo che si è dato. Dal canto suo il ministro dell'Economia, Gyorgy Matolcsy ha dichiarato in un’intervista che: "Abbiamo detto (ai nostri partner N.d.T.) che non c’è modo di aggiungere ulteriori misure di rigore a quelle già prese [...].: da cinque anni stiamo applicando un piano di austerità , e quindi è fuori questione”.
"Applicheremo la tassa sulle banche, sappiamo che si tratta di un fardello pesante, ma sappiamo anche che possiamo raggiungere (l'obiettivo), del 3,8% di disavanzo ". “O la tassa sulle banche, o l'austerità" Ha anche aggiunto (3). Per contenere un’estrema destra in continua ascesa, la destra conservatrice al potere vuole evitare misure impopolari in vista delle prossime elezioni comunali previste per ottobre e respinge qualsiasi ulteriore negoziato con il Fondo.
Rottura delle trattative tra Ungheria e FMI ?
Il 17 luglio il FMI ha sospeso le trattative e, di conseguenza, l’utilizzo della parte residua del credito. La reazione dei mercati non si è fatta attendere, e il fiorino, la moneta nazionale, ha perso circa il circa il 2,4% in apertura, mentre la Borsa ha subito una perdita di oltre il 4%. Il primo ministro, Viktor Orban, ringraziando il FMI per il suo "aiuto durante i tre anni" ha indicato che "l’accordo sul prestito è scaduto nel mese di ottobre, e quindi non c'era niente da sospendere.”
"Le banche sono all’origine della crisi mondiale, è normale che contribuiscano a ripristinare la stabilità", ha sottolineato (4).
Il 22 luglio la nuova legge della tassa sulle banche, che prevede inoltre la riduzione del prelievo fiscale sulle piccole e medie imprese (PMI) dal 16 al 10 %, è stata approvata con una larga maggioranza (301 voti a favore e 12 contrari) dal Parlamento guidato dal Fidesz di Orban . Non sorprende che il giorno dopo, le agenzie di rating Moody's e Standard and Poor's abbiano messo sotto osservazione l’Ungheria per un possibile declassamento del rating. Il ruolo di queste agenzie, giudici e parti di un sistema speculativo strangolatore, è presto detto: si alza il rating del governo conservatore salito al potere che aderisce al programma di austerità capitalista, si abbassa quando ci si rende conto che le misure non sono in linea con il dogma neoliberista.
Il quotidiano “Le Monde” sostiene i creditori
Diversamente da quanto sostiene il quotidiano francese Le Monde (5) nella sua edizione del 20 luglio, occorre appoggiare l’insubordinazione manifesta del governo ungherese al FMI,e sostenere l'idea che anzi deve fare lo stesso con l’altro suo creditore, l'Unione europea. Prendere le distanze da tali creditori non è un torto al popolo ungherese, per il quale pagare un debito alle condizioni imposte dal FMI e dalla UE è già un pesante fardello.
Naturalmente occorre andare oltre una semplice rottura diplomatica, proponendo, ad esempio, un fronte dei paesi a favore della cancellazione del debito, perché, come ha detto giustamente San Kara , ex presidente del Burkina Faso, pochi mesi prima di essere assassinato: "Il debito non può essere rimborsato innanzitutto perché ,se non paghiamo , i nostri creditori non moriranno, stiamone pur certi. Mentre, se paghiamo, siamo noi che moriremo .E anche di questo possiamo essere certi…(... ) Se solo il Burkina Faso si rifiuta di pagare il debito, non sarò qui alla prossima conferenza. Ma, con il sostegno di tutti, di cui ho bisogno (applausi), con il sostegno di tutti possiamo evitare di pagare. Ed evitando di pagare potremo impiegare le nostre scarse risorse per il nostro sviluppo." (6)
Solo una mobilitazione popolare che pretenda la verità sulla destinazione del denaro preso in prestito così come anche la soddisfazione delle richieste in termini di salari, occupazione o garanzie sociali, potrà ottenere che i veri responsabili della crisi ne paghino il costo.
Perciò è di vitale importanza per i popoli d'Europa e altrove, contestare questi debiti macchiati d’illegalità e rifiutarne il pagamento. E’ un primo passo verso la sovranità che permetterebbe di dirottare gli enormi fondi dedicati al rimborso del debito verso i bisogni reali della popolazione, la salute, l'istruzione, le pensioni, e (permetterebbe) di tutelare il servizio pubblico e non delegarlo ad aziende private.

Note
[1] « Hongrie : Fitch salue le résultat électoral », Le Figaro, 26 avril 2010
[2] « L’UE et le FMI suspendent les consultations avec la Hongrie », par Krisztina Than et Marton Dunai, Reuters, 18 juillet 2010.
[3] « La Hongrie exclut de nouvelles mesures d’austérité », par Gergely Szakacs et Krisztina Than, Reuters, 19 juillet 2010.
[4] « Hongrie : la taxe sur les banques est "juste et nécessaire" selon le Premier ministre », AFP, 22 juillet 2010.
[5] « En Hongrie, les curieuses manières de M. Orban », éditorial du Monde, 19 juillet 2010.
[6] Discours de Thomas Sankara à Addis-Abeba, le 29 Juillet 1987, quelques mois avant sa mort.
 

IlPorcospino

Forumer storico
Il vero malato d’Europa: l’Irlanda sta peggio della Grecia

Oggi ha bussato al mercato del debito pubblico riuscendo a collocare titoli di stato, con scadenza a 6 mesi e 8 mesi, per un totale di 1 miliardo di euro. Ma a caro prezzo.
IRLANDA MON AMOUR – L’ex tigre celtica è sotto tiro, il rapporto deficit/pil viaggia nel 2010 verso 19% e lo spread di rendimento tra i titoli di stato decennali di Dublino e quelli tedeschi (i più sicuri dell’Eurozona) è risalito, ieri fino a 306 punti base, mentre oggi viaggia a quota 295-297. Livelli che non si vedevano da circa tre mesi, tempi in cui imperversava la crisi del debito sovrano della grecia. L’odierna asta dei titoli a 6 mesi ha registrato una forte domanda pari a 3,6 volte l’importo offerto (500 milioni), ma il rendimento, cioè l’interesse che Dublino dovrà corrispondere agli investitori, è salito al 2,45%. Gli stessi titoli erano stati collocati nell’asta del 22 luglio con un rendimento dell’ 1,36%. Stessa musica per i titoli con scadenza a 8 mesi, domanda sostenuta pari 3,1 volte l’importo offerto (500 milioni), ma rendimento in volo al 2,81% dal 1,80% della precedente asta del 22 di luglio.
IL PERICOLO NON E’ UN MESTIERE – E in un articolo sul Wall Street Journal di oggi si fanno notare tutti i pericoli insiti nell’economia irlandese. I risultati dell’asta di oggi sono dovuti al sospetto, da parte degli investitori, che il paese stia chiedendo altri soldi al mercato perché sta tentando di nascondere un buco addizionale nei conti pubblici. Fra le azioni più sospette per i mercati ci sono le mosse del governo sul sistema bancario, e in particolare le garanzie che scadranno il prossimo mese sull’Anglo Irish Bank che potrebbe avere problemi nel rifinanziare il proprio debito. L’Irlanda ha tagliato il deficit, aumentato le tasse, istituito una specie di bad bank come la National Asset Management Agency dove gli istituti di credito hanno portato in garanzia i loro crediti decotti, in puro stile americano. Ma nonostante questo l’industria bancaria irlandese continua ad aver bisogno d’aiuto.
E LE BANCHE TRABALLANO – Il piano di aiuti all’Anglo Irish Bank peggiorerà ulteriormente il deficit del paese, che è già al 20% secondo i calcoli degli economisti indipendenti. Cosa altrettanto importante, gli analisti si chiedono che cosa l’Irlanda sta per fare di una garanzia dello Stato sul debito dei suoi sei maggiori istituzioni finanziarie che scade il 28 settembre. Oggi il paese potenzialmente sta messo peggio di quella Grecia tanto vituperata che a sua volta a ottobre dovrà passare severissimi test finanziari per evitare il default. La ripresa debole in Europa rischia di mettere in pericolo la resistenza di alcuni paesi, e, nell’ipotesi peggiore, addirittura concludersi con un ritorno al ciclo economico negativo. Facendo ripiombare il Vecchio Continente nella recessione. E a quel punto, per salvarci, ci vorrà davvero un miracolo.
 

tommy271

Forumer storico
La chiusura di ieri degli spread/bund: sempre alta la banda di oscillazione della Grecia, si arresta l'allargamento dell'Irlanda mentre Spagna e Portogallo cedono significative posizioni. L'Italia allarga ma tiene ...

Grecia 813 pb. (812)
Irlanda 298 pb. (298)
Portogallo 295 pb. (273)
Spagna 180 pb. (170)
Italia 141 pb. (138)
 

tommy271

Forumer storico
Euro: nuovo attacco degli hedge fund (MF)


MILANO (MF-DJ)--"E' venuto il momento di tornare a scommettere contro l'euro". Lo ha dichiarato al Wall Street Journal William Allen, manager di hedge fund, che recentemente aveva ridotto le proprie posizioni ribassiste nei confronti della moneta unica per limitare le perdite. La rapida e improvvisa risalita dell'euro avevano colto di sorpresa molti hedge, che avevano scommesso pesantemente su un suo crollo, soffiando sul fuoco di una possibile disintegrazione di Eurolandia a causa della crisi greca.



Motivo del rialzo, si legge in un articolo di MF, e' stato il pessimismo della Federal Reserve sulla solidita' della ripresa Usa unito ai dati, sorprendentemente positivi, sulla forza dell'economia tedesca. Cosi' la settimana scorsa l'euro e' tornato sopra quota 1,32 dollari. Ma da lunedi' scorso la musica e' cambiata. Le prospettive per l'America si sono fatte ancora piu' cupe a causa dei deludenti dati sull'occupazione, facendo diminuire la propensione al rischio e quindi l'appetibilita' dell'euro. E ieri si sono tornati a sentire sinistri scricchiolii sulla tenuta di Eurolandia. Tanto che la moneta unica e' scesa a un minimo di giornata di 1,2782 dollari. Questo perche' si sono rinfocolati i timori di una crisi del debito sovrano.



A destare preoccupazione sono soprattutto la Grecia e l'Irlanda. La prima, che solo pochi giorni fa aveva ricevuto il plauso di Ue, Bce e Fmi per la puntuale attuazione del piano di austerita', ha registrato nel secondo trimestre una contrazione del pil dell'1,5% rispetto al primo, superiore all'1,1% atteso dagli economisti, mentre su base annua il calo e' stato del 3,5%.
 

tommy271

Forumer storico
Niente prestito alla Grecia

Il Parlamento slovacco ha ieri approvato, quasi unanimemente, la partecipazione del paese ai Fondi Europei di Stabilità Finanziaria (EFSF) per i quali saranno impiegati circa 4,4 miliardi di euro in potenziali garanzie.
Dei 142 deputati presenti 140 hanno votato a favore degli EFSF. L’unico ad opporsi è stato Ondrej Dostal (del partito Most-Hid) mentre la vice presidentessa del Partito Nazionale slovacco, la passionaria Anna Belousovova, si è astenuta dal voto.
Ciò nonostante la Slovacchia non ha automaticamente sottoscritto l’accordo visto che, come ha chiarito, in corso di dibattito, il ministro delle Finanze Ivan Miklos (Sdku-Ds) “noi diverremo parte di esso dopo aver cambiato la legislazione, in modo da consentirci di accettare una simile garanzia che l’attuale legislazione non consente. A settembre proporremo una norma che consenta questo tipo di pratica finanziaria.
L’approvazione degli Efsf non ha placato le polemiche visto che l’opposizione ha attaccato l’attuale governo per aver strumentalizzato la questione in fase di campagna elettorale e per aver poi attuato una “ginnastica delle opinioni”. Nel mirino dell’opposizione sopratutto il partito Libertà e Solidarietà (Sas) di Richard Sulik, che, secondo Jozef Burian (del partito Smer-Sd) dovrebbe adesso chiedere scusa agli elettori.
Gli ha risposto per i colleghi Ivan Miklos (Kdh) sostenendo che la posizione dell’ex opposizione (ed attuale governo) non è cambiata, visto che il parlamento ha accettato l’accordo con riserve mentre il precedente governo ha spuntato condizioni sfavorevoli per il paese.
Nel corso della stessa sessione parlamentare si è anche votato sul prestito di 818 milioni di euro alla Grecia (firmato subito prima delle elezioni dall’ex ministro delle Finanze Jan Pociatek) e comunque soggetto all’approvazione della maggioranza del parlamentare. Che, per l’appunto, non si è verificata.
 

tommy271

Forumer storico
Bratislava non paga il conto della Grecia

12 agosto 2010 Lidové noviny

"La rivolta slovacca", titola Lidové Noviny dopo che il parlamento di Bratislava ha bocciato la partecipazione della Slovacchia (816 milioni di euro) al prestito di 110 miliardi di euro erogato da Unione europea e Fondo monetario internazionale per aiutare la Grecia a uscire dalla crisi.
Definita "ribelle d'Europa" dal Financial Times Deutschland, la Slovacchia è l'unico paese dell'Unione ad aver fatto marcia indietro, dopo che il governo precedente aveva approvato l'accordo.
Secondo Lidové Noviny l'opinione pubblica slovacca sta con il parlamento: "le condizioni elementari per uno sfoggio di solidarietà non ci sono", prosegue il quotidiano di Praga, "soprattutto se si considera che un paese dove il salario medio è di 308 euro dovrebbe prestare denaro ad uno dove se ne guadagnano in media 863".
 

tommy271

Forumer storico
Papandreou's Summer Cuts Keep Cash-Strapped Greeks at Home as Bonuses End

By Maria Petrakis - Aug 13, 2010 1:01 AM GMT+0200

Thu Aug 12 23:01:00 GMT 2010
Eleni Alexiou says she can’t afford to take her two children to a Greek island on vacation this year after the government axed her summer bonus and reduced her pay.
“We’re not going anywhere, just any place that friends and family can put us up,” said Alexiou, 38, a state employee at a citizens’ advice bureau in Athens. “The crisis is the reason. The summer bonus has been cut. Everything’s gone up in price.”



Alexiou is at the sharp end of Prime Minister George Papandreou’s measures designed to meet the requirements for 110 billion euros ($141 billion) in rescue funding from the European Union and the International Monetary Fund. As well as squeezes on pensions and higher taxes, it’s the first time Greece’s 768,000 state workers haven’t received the traditional extra 15 days of salary paid in the summer as Greeks decamp to the beach.



Lower spending on hotel rooms, flights and ferry trips is translating into a drop in revenue for the tourism industry, which the London-based World Travel and Tourism Council estimates accounts for about 16 percent of Greece’s 237 billion- euro economy and more than one in five jobs.
The effects of more thrifty locals along with discounts to lure foreigners mean revenue may fall 9 percent this year even as the number of visitors from abroad is little changed, said Andreas Andreadis, president of the Hellenic Hotel Federation.



‘Very Scared’



“The Greek consumer is very scared at this point and very pessimistic,” said Andreadis. He reckons Greeks account for a fifth of the tourist industry and revenue from them might decline 20 percent in 2010. “There’s a significant fall in domestic tourism. More Greeks are staying home.”
Traffic and port authorities are reporting less movement than usual before the Aug. 15 exodus, when any Greek who hasn’t already gone on holiday leaves.



Airline companies are reporting a dip in demand on their domestic networks. Aegean Airlines spokeswoman Roula Saloutsi said the drop in recent months is by as much as 15 percent from a year ago, even with a decline in fares.
Visitors to Rhodes on charter flights, which primarily come from outside Greece, rose 11 percent in July, according to the island’s airport. The number of domestic tourists in the month, though, fell 17 percent.



Antonis Katsigouras, 40, who works in a shoe store in central Athens, said business is unusually brisk for an August. “People obviously aren’t going on holiday,” he said.



Bearing Gifts



Long deemed to be part of an ordinary income, bonus payments provided a spending lift for Greeks when most needed: one month’s wage at Christmas, and half each at Easter, which is the biggest holiday in Greece, and summer. The payments are “unsustainable,” the IMF said in May.



Eliminating the “doro,” or gift, as the payments are known, will help save 1.1 billion euros this year. Cutting payments to pensioners will save another 1.5 billion euros. The government’s aim is to whittle the budget deficit to 8.1 percent of GDP this year from 13.6 percent. The limit is 3 percent for euro members like Greece.



The economy contracted at an annual rate of 3.5 percent in the second quarter, the statistical office said yesterday.
INKA, the national consumer rights group, said 59 percent of Greeks this year won’t take a vacation, an increase from 48 percent last year. The Athens-based institute surveyed 980 households between July 9 and July 13.



Not Far



Seventy-two percent of those planning a holiday will cut back the number of days they spend away, 45 percent will stay at their own home and 27 percent would stay with a relative or friend. Only 28 percent of those taking holidays this year will stay at a hotel or in rented rooms, the poll found.



“Greeks don’t have the financial ability to take holidays,” said Georgios Lehouritis, president of INKA. “Two reasons: expense and wage cuts. A civil servant with a four- member family who is now getting a summer bonus of 188 euros -- that’s not going to get him very far.”



To entice Greeks, Louis Plc, the biggest publicly traded tourism company in Greece and Cyprus, is offering discounts of up to 20 percent and deals such as two children staying free. Shares in Nicosia-based Louis have fallen 25 percent this year.



Spokesman Michalis Maratheftis said Greek bookings at the company’s 10 hotels are little changed from last year.
Greeks spend more of their vacation time in their home country compared with other Europeans, according to research by Alpha Bank SA, the country’s third-largest lender. Spending on holidays abroad was 1.1 percent of gross domestic product in 2006, 2007 and 2008 compared with 2.5 percent for Germans and 2.6 percent for the British.



Feeling Inflation



Alexiou, who left her children with friends during the summer vacation, said rising prices are making her think twice about traveling to see them while she works during the week in downtown Athens. An increase in fuel taxes has helped boost Greek inflation to the fastest in the 27-nation European Union. In July, the rate rose to a 13-year high of 5.5 percent.



“You go to the supermarket these days and spend 50 euros and it’s not even two grocery bags of things,” said Alexiou, who made 17,000 euros a year before the cuts.



Gerasimos Barounos, 39, took his wife and one-year-old son to the island of Zakynthos for a week, the first holiday in two years. With his annual salary cut by 1,200 euros, he opted for a cheaper hotel and cut back on eating out. His annual bonuses were replaced by a lower, flat rate.
“I went on a much tighter budget, for fewer days,” he said. “It’s compounded by the fear of the general situation that I may experience further salary cuts.



Katsigouras, the shoe-shop manager, said he will take holidays later this year to take advantage of cheaper prices on his preferred destination of Folegandros, a smaller island more popular with Greeks than foreign tourists.
“I get one holiday a year and spend the entire year looking forward to it,” he said. “We have to keep some things to get through this crisis.”



To contact the reporter on this story: Maria Petrakis in Athens at [email protected].
 
Stato
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