RUE WIERTZ: PITTELLA, ALLA UE ORA SERVE UNA GOVERNANCE ECONOMICA COMUNE
(ASCA) - Roma, 4 dic - ''Nonostante la prova sostanzialmente positiva che ha dato finora la complessa architettura dell'Euro, la
moneta unica europea rimane un'anomalia, nel panorama delle grandi valute mondiali di riferimento, una sorta di promessa ancora irrealizzata verso l'assetto che la teoria e la prassi dell'economia e della finanza suggeriscono''. E' quanto afferma Gianni Pittella, Vicepresidente vicario del Parlamento europeo.
'''Battere moneta' - spiega Pittella - e' stato sempre l'elemento identificativo e fondativo di uno Stato insieme al territorio, perche' la regolazione della domanda e dell'offerta di valuta e' una delle leve piu' potenti con cui esercitare, nel bene e nel male, la potesta' statutaria sui rapporti economici. L'aumento del peso del
debito pubblico nelle moderne economie ha reso la gestione della moneta ancora piu' complessa,
ha consegnato i bilanci sovrani in mano al gigantesco mercato dei titoli di Stato e li ha esposti al vento della speculazione, come abbiamo imparato tutti dolorosamente in queste settimane. Se uno Stato non puo' dirsi pienamente sovrano senza una moneta, puo' esistere una moneta senza Stato? L'Euro ha dimostrato che e' possibile, almeno fino a quando tutte le variabili che ne determinano il corso convergono verso parametri di stabilita'. Ma diventa una questione terribilmente complicata se alcuni dei tanti attori tra i quali e' frammentato il compito di agire sui fondamentali della tenuta della moneta, come il debito pubblico e l'imposizione fiscale, per motivi endogeni o esogeni non riescono a garantire questa convergenza, o scelgono di non farlo per calcoli particolari e interessi nazionali''.
''La debolezza di questo impianto - spiega ancora il vicepresidente vicario dell'Europarlamento - lo rende facile preda della speculazione dei mercati globali, ai primi segnali di difficolta' del proprio bilancio statale ogni paese di Eurolandia diviene un potenziale anello debole della catena da attaccare. La solidarieta' faticosamente raggiunta tra i paesi dell'Euro e ancora attraversata da tentennamenti e lentezze, micidiali per l'efficacia di intervento, risulta in realta' molto costosa e insicura nei risultati, al punto che lo stesso Trichet parlava qualche giorno fa di paesi 'sull'orlo del baratro' e il nostro presidente Napolitano esprimeva ai membri del Gruppo degli otto tutta la sua preoccupazione per il futuro della moneta unica''.
''E' venuto allora il momento - secondo Pitella - di dare un'ulteriore spinta al progetto europeo sulla strada della comune governance economica, accentrando la gestione del debito e delle politiche fiscali.
La mia proposta e' che intanto si conferiscano alla Banca centrale la parte dei debiti nazionali in eccedenza del 60% del Pil e che i titoli di Stato nazionali vengano convertiti in Eurobond, garantiti dalle riserve auree di tutti i paesi. Otterremmo il grande risultato di rendere il boccone dell'Euro troppo grosso da ingoiare anche per la speculazione di Wall Street e della City e di raccogliere risparmio e capitali da investire in sviluppo e crescita''.
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Una buona proposta ma temo fantascientifica ...