Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
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ma ancora qui state ? ma cosa aspettate a vendere ? non vedete che le entrate fiscali calano nonostante l'aumento delle aliquote ? Questo significa che tutto lo spremibile e' stato spremuto e ogni ulteriore inasprimento non fara' altro che incrementare l'economia sommersa e accelerare il default.
Svignatevela prima che il soffitto vi caschi sulla testa.
 
ma ancora qui state ? ma cosa aspettate a vendere ? non vedete che le entrate fiscali calano nonostante l'aumento delle aliquote ? Questo significa che tutto lo spremibile e' stato spremuto e ogni ulteriore inasprimento non fara' altro che incrementare l'economia sommersa e accelerare il default.
Svignatevela prima che il soffitto vi caschi sulla testa.

In effetti è così, ma non poteva essere altrimenti.
Il piano di risanamento dello Stato ha ulteriormente spinta la Grecia in una brutta recessione, iniziata a partire dal 2009.
La chiave di volta sarà questa estate.
Vedremo se riprenderanno i flussi turistici e, con le privatizzazioni, afflussi esteri di capitale. Con le liberalizzazioni dovrebbe riprendere un pò di fiato il mercato interno.
Tutto questo rimane una "scommessa".
 
Gli investitori temono il default della Grecia o di qualche altro paese dell'eurozona (Ft)

di Elysa FazzinoCronologia articolo21 marzo 2011Commenti (1)
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Argomenti: Nicola Marinelli | Piero Ghezzi | Unione Europea | Italia


Storia dell'articolo

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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2011 alle ore 12:53.









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Gli investitori istituzionali sono sempre più convinti che in Europa ci sarà presto qualche paese costretto a fare default. La Grecia, prima di tutto (Ap)

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Gli investitori istituzionali sono sempre più convinti che in Europa ci sarà presto qualche paese costretto a fare default. La Grecia, prima di tutto. Ma anche altri paesi cosiddetti "periferici", come il Portogallo e l'Irlanda. C'è chi teme pure per l'Italia. I timori permangono nonostante gli sforzi Ue di sventare una crisi del debito. Secondo un'indagine su oltre mille investitori condotta da Barclays Capital, di cui dà notizia il Financial Times, il 70% degli addetti ai lavori ritiene che la crisi del debito porterà a ristrutturazioni del debito o default nei prossimi tre anni.

«È un voto di sfiducia verso gli sforzi dell'Unione europea di evitare lo scoppio di una crisi del debito», osserva il Ft, ricordando che questa settimana il vertice europeo di Bruxelles dovrebbe dare il via ai piani per sostituire il Fondo europeo di stabilità finanziaria da 280 miliardi di euro con un meccanismo europeo di stabilità da 500 miliardi di euro.
Lo scorso dicembre sembrava esserci meno pessimismo: nella precedente indagine, riferita però solo alle aspettative per il 2011, solo un terzo degli intervistati si attendeva imminenti ristrutturazioni del debito. Gli investitori «hanno deciso che la Grecia quasi certamente ristrutturerà o farà default e che probabilmente anche il Portogallo e l'Irlanda faranno default», afferma Piero Ghezzi di Barclays Capital.

Il Ft ha raccolto opinioni analoghe anche presso altri fund manager. In particolare, Nicola Marinelli, portfolio manager presso Glendevon King Asset Management, che all'inizio della crisi aveva comprato titoli del debito greco convinto che l'Ue sarebbe stata capace di evitare default, ora li ha venduti, considerando ormai inevitabile che la Grecia faccia default. A suo parere, anche l'Italia «potrebbe affrontare seri problemi» se Berlusconi, sotto l'onda degli scandali, «si dimettesse e la sinistra andasse al potere».
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Se lo dice Barclays, corro subito a vendere ... :D


Forse sarebbe meglio,,,,,,,,,,,,non ironizzare.

Naturalmente spero che si sbaglino su default stato Europeo, Grecia e/o altro che sia; l'effetto domino sarebbe devastante............credo che difficilmente, Germania compresa, si salverebbe.
 
Forse sarebbe meglio,,,,,,,,,,,,non ironizzare.

Naturalmente spero che si sbaglino su default stato Europeo, Grecia e/o altro che sia; l'effetto domino sarebbe devastante............credo che difficilmente, Germania compresa, si salverebbe.

Forse hai ragione per l'ironia.
Mi piacerebbe però conoscere le modalità con cui effettuano questi "sondaggi".
Ad ogni modo c'è il mare in mezzo ad un default o ad una ristrutturazione dei debiti: passiamo da ipotesi di tagli del 70% sul nominale alla sospensione del pagamento di una cedola.
Oppure da un haircut del 30% per arrivare ad un allungamento delle scadenze.
Difficile argomentare.

Aggiungo poi che potrebbe non succedere niente....
 
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Gli investitori temono il default della Grecia o di qualche altro paese dell'eurozona (Ft)

di Elysa FazzinoCronologia articolo21 marzo 2011Commenti (1)
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Questo articolo è stato pubblicato il 21 marzo 2011 alle ore 12:53.









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Gli investitori istituzionali sono sempre più convinti che in Europa ci sarà presto qualche paese costretto a fare default. La Grecia, prima di tutto (Ap)

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Gli investitori istituzionali sono sempre più convinti che in Europa ci sarà presto qualche paese costretto a fare default. La Grecia, prima di tutto. Ma anche altri paesi cosiddetti "periferici", come il Portogallo e l'Irlanda. C'è chi teme pure per l'Italia. I timori permangono nonostante gli sforzi Ue di sventare una crisi del debito. Secondo un'indagine su oltre mille investitori condotta da Barclays Capital, di cui dà notizia il Financial Times, il 70% degli addetti ai lavori ritiene che la crisi del debito porterà a ristrutturazioni del debito o default nei prossimi tre anni.

«È un voto di sfiducia verso gli sforzi dell'Unione europea di evitare lo scoppio di una crisi del debito», osserva il Ft, ricordando che questa settimana il vertice europeo di Bruxelles dovrebbe dare il via ai piani per sostituire il Fondo europeo di stabilità finanziaria da 280 miliardi di euro con un meccanismo europeo di stabilità da 500 miliardi di euro.
Lo scorso dicembre sembrava esserci meno pessimismo: nella precedente indagine, riferita però solo alle aspettative per il 2011, solo un terzo degli intervistati si attendeva imminenti ristrutturazioni del debito. Gli investitori «hanno deciso che la Grecia quasi certamente ristrutturerà o farà default e che probabilmente anche il Portogallo e l'Irlanda faranno default», afferma Piero Ghezzi di Barclays Capital.

Il Ft ha raccolto opinioni analoghe anche presso altri fund manager. In particolare, Nicola Marinelli, portfolio manager presso Glendevon King Asset Management, che all'inizio della crisi aveva comprato titoli del debito greco convinto che l'Ue sarebbe stata capace di evitare default, ora li ha venduti, considerando ormai inevitabile che la Grecia faccia default. A suo parere, anche l'Italia «potrebbe affrontare seri problemi» se Berlusconi, sotto l'onda degli scandali, «si dimettesse e la sinistra andasse al potere».
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Questo persona è in evidente malafede
Nei precedenti governi di centro sinistra avevamo un consistente avanzo primario e lo spread contro il Bund era sotto i 100 pb
Le dimissioni di Berlusconi e l'ascesa di un governo tecnico sarebbero ben viste dai mercati.
 
Producer Prices In Industry Increased By 8.5%



Hellenic Statistical Authority announced on Tuesday that the Producer Price Index in Industry (PPI) in February 2011 compared with February 2010 recorded a rise of 8.5%. The index in February 2010 had recorded an increase of 6.7% compared with February 2009.

The PPI in February 2011 compared with January 2011 recorded a rise of 1.4%. The index in February 2010 had recorded an increase of 0.3% compared with January 2010.

The twelve-month average index, from March 2010 to February 2011, compared with the same index of the period from March 2009 to February 2010, increased by 7.0%. The previous year the twelve-month average index had decreased by 4.1%.


(capital.gr)

****
Greek Producer Price Inflation Accelerates In February


3/29/2011 7:39 AM ET


(RTTNews) - Producer price inflation in Greece increased in February to its highest level in ten months, data released by the Hellenic Statistical Authority showed Tuesday.
Producer prices increased 8.5 year-on-year in February, faster than 7.3 percent in the previous month. The inflation rate is the highest since April last year, when it was 9.8 percent.
Prices in the domestic market rose 8 percent annually during the month, while prices of goods meant for export increased by 10.5 percent.
Intermediate goods prices rose 6.7 percent, while prices of capital goods and consumer goods moved up 0.4 percent each during the month. There was a 19.1 percent growth in energy prices in February.
Mnth-on-month, prices moved up 1.4 percent, after rising 0.9 percent in January. Prices of goods sold in the domestic market rose 1.4 percent, while export goods prices grew by 1.5 percent.
 
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Forse hai ragione per l'ironia.
Mi piacerebbe però conoscere le modalità con cui effettuano questi "sondaggi".
Ad ogni modo c'è il mare in mezzo ad un default o ad una ristrutturazione dei debiti: passiamo da ipotesi di tagli del 70% sul nominale alla sospensione del pagamento di una cedola.
Oppure da un haircut del 30% per arrivare ad un allungamento delle scadenze.
Difficile argomentare.

Aggiungo poi che potrebbe non succedere niente....


Le banche per intanto riducono esposizione verso i Piigs, oggi è la volta di commerzbank: conferma riduzione esposizione di 3,1 dai 16,9 verso grecia,,,,,,,,
 
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