Stampa di lunedì 9 maggio 2011, pagina 23
E la Grecia dichiara guerra ai fannulloni
di Mastrobuoni Tonia
h; la Grecia dichiara guerra ai fannulloni hino a poco fa era ignoto il numero totale degli statali governo e delle amministrazioni locali». L'obiettivo della legge già in vigore dal primo gennaio è quello di un «cambiamento radicale». Oggi la Grecia ha 1034 Comuni ma a regime ne sopravviveranno dopo accorpamenti e razionalizzazioni, solo un terzo, 325. E le 13 Regioni scenderanno a 7. Un'altra misura innovativa è quella che obbliga le amministrazioni alla trasparenza totale. Sul sito "diavgeia.gov.it" sono elencate tutte le spese delle amministrazioni. Senza pubblicazione online, niente rimborsi. «Fa parte dell'obbligo universale di trasparenza che ci siamo imposti», sottolinea Ragousis. In effetti, sul sito sono visibili le fatture: prendendone una a caso, si apprende che il trasloco dell'ambasciata greca a Vienna è costato 2.300 euro. I benefici, sostiene il ministro, «sono già visibili: tra il 2010 e il 2011 le amministrazioni locali risparmieranno 1,5 miliardi».
Il problema è che Papandreou ha le opposizioni di sinistra e i sindacati contro. Ma su alcune misure potrebbe nascere una convergenza con il principale avversario, i conservatori di Nuova Democrazia. Secondo fonti governative una parte del partito potrebbe votare il pacchetto in discussione in Parlamento che dovrebbe essere approvato entro fine mese che prevede nuove, drastiche misure di riorganizzazione del settore pubblico. Ragousis ha presentato infatti una legge che aumenta da 37,5 a 40 ore settimanali il lavoro dei pubblici e che dovrebbe garantire, secondo stime contestate però dall'opposizione, un risparmio di un miliardo all'anno. Alla fine della legislatura (2013), l'obiettivo di Atene è quello di 200mila impiegati pubblici in meno e un co- sto snellito di quasi un terzo, dai 22 a 16 miliardi di euro.
TONA M1OSIR Con governi di ogni colore, socialisti o conservatori la regola è stata sempre la stessa. Per ogni dieci voti rastrellati in famiglia o tra amici, il politico di riferimento garantiva un posto nel pubblico. Vera o no, questa storiella molto popolare tra i greci aiuta a spiegare perché lo Stato è diventato dagli anni Ottanta a oggi un mostro sempre più inefficiente e gigantesco. Fonte inesauribile di clientelismi, sprechi e corruttele. Tanto è vero che fino a poco tempo fa neanche esisteva un censimento degli statali.
Non deve meravigliare se appena insediato, alla fine del 2009, George Papandreou, una volta rivelati i conti truccati dal suo predecessore Karamanlis, abbia affrontato subito un settore, il pubblico, che in Grecia vale complessivamente il 40 per cento del Pil. E che il ministro della Funzione pubblica, Giannis Ragousis, ambisca a creare, come spiega a La Stampa, «uno Stato più piccolo e migliore».
Notoriamente il primo taglio micidiale è toccato nel 2010 agli statali, cui sono state tolte 13' e 14 e cui è stato decurtato lo stipendio tra il 10 e il 20 per cento. Ed è stato introdotto il turn over con un rapporto di uno a cinque. In parole più semplici: per ogni cinque travet che vanno in pensione, dal 2010 ne viene assunto uno solo. Misure che hanno contribuito al «piccolo miracolo» greco del deficit 2010, passato da oltre 1115 al 10 per cento del Pil.
Ma il nodo è strutturale e il governo sta cercando di abbattere drasticamente il peso del pubblico in tutti gli ambiti. Attraverso le privatizzazioni da 50 miliardi di cui si parla in queste settimane, ma anche attraverso interventi incisivi sull'amministrazione. Fondamentale è stato anche il censimento: da pochi mesi si sa che gli statali sono circa 750mila, su una popolazione di 11 milioni.
Il ministro racconta che uno dei pilastri della riorganizzazione «è una riforma che si chiama Kallikratis e che progressivamente introdurrà una nuova architettura del PACHIDERMA PUBBLICO Leggenda vuole che per ogni dieci voti Si ottenesse tln posto IL MERCATO Uopo il vertice di venerdì a Lussemburgo c'è attesa per la reazione delle Borse ***