Dovrei dedicare qualche riga alle doverose premesse perché sono nuovo qui. Preferisco però risparmiare parole e andare all’esposizione del mio pensiero, non prima di essermi congratulato e aver ringraziato i forumisti tutti: è un utile piacere leggervi, solo mi piacerebbe farlo con maggiore continuità. Magari non sparando io troppe cazzate, riuscirò per conseguenza a farlo.
Il mio pensiero ruota intorno allo scenario:
-l’Unione europea è unione monetaria e non una unione tout-court;
-la Grecia non prossima alla bancarotta più di quanto lo sia lo stato della California. Ma mentre quest’ultima si legge U.S. of America, la Grecia è preda anche perché è ‘solo’ uno staterello sovrano in un gruppo di stati sovrani (e non U.S. of Europe);
-gli stati sovrani europei sono costretti per il legame debole, creato nella forma di unione monetaria, a prevedere di non poter lasciare uno stati sovrano “da solo” pena il crollo della struttura-Euro (d’altronde la California non viene salvata dal Michigan-Italia, indebitato anch’esso fino al midollo).
àQuindi oggi salviamo la Grecia, col contributo di tutti gli aderenti al patto (attraverso indebitamento che peggiora il livello di debito già esitente). Domani salviamo il Portogallo e ci indebitiamo ancora di più. Poi toccherà alla Spagna, quindi all’Irlanda e infine l’Italia. Infine? E gli stati newcomers dell’Est. E la Francia? O fors’anche l’intoccabile Germania? Non può essere.
In sintesi, in un contesto di livelli elevatissimo di debito sovrano unito a vincoli per il salvataggio degli altri, quanto può durare la spinta altruistica? E’ possibile evitare questo tunnel?