-Grecia,Ue chiede a banche tenuta posizioni bond - fonti                                                                                                                    
		
		
	
	
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                                                                                                                                                                                                                                                                                      (aggiunge nuove dichiarazioni fonti, dettagli e contesto) 
BRUXELLES, 19 maggio (Reuters) - Per quanto riguarda la  soluzione della  crisi del debito greco l'opzione principale al  momento allo studio è  quella di un'intesa su base volontaria da  parte degli investitori  mirata a tenere in portafoglio  governativi ellenici per il periodo di  un nuovo pacchetto Ue/Fmi  dal 2011 al 2014.
Lo riferiscono fonti della zona euro.
"Da lunedì scorso è soprattutto su questo che si ragiona"  dice una  fonte vicina al dibattito sul debito pubblico greco  riferendosi  all'ultima riunione dell'Eurogruppo.
"Si esclude qualsiasi ipotesi - 'soft' o 'hard' - che in  termini di  ristrutturazione possa innescare una crisi del  credito" aggiunge,  precisando che rappresentanti della zona euro  si sono consultati con le  agenzie di rating per capire le  reazioni a un simile scenario.
Un'intesa volontaria con gli investitori potrebbe far parte  di un nuovo  pacchetto di riforme e austerità da chiedere ad  Atene in cambio del  sostegno finanziario di Ue e Fondo monetario  internazionale da  quest'anno al 2014.
"Speriamo di arrivare a un accordo per fine giugno" continua  la fonte.
Una crisi del credito obbligherebbe viceversa al rimborso  dei derivati  'credit default swap', che misurano il costo  dell'assicurazione dal  rischio di insolvenza sovrana.
La fonte spiega che l'opzione allo studio prevederebbe  invece non  soltanto di non vendere i titoli di Stato ellenici in  portafoglio alle  banche ma addirittura di aumentarne le  posizioni in modo da sostituire i  governativi in scadenza per la  durata del programma.
L'attuale pacchetto, che destina ad Atene 110 miliardi di  euro di  finanziamenti d'emergenza, è stato sancito a maggio  dell'anno scorso  per una durata di tre anni. La Grecia risulta  però in ritardo nella  tabella di marcia delle riforme e nel  raggiungimento degli obiettivi di  correzione dei conti pubblici. E' inoltre improbabile che riesca a  tornare a finanziarsi sui  mercati l'anno prossimo come in origine  previsto.
I mercati finanziari scontano ormai almeno in ampia parte la  necessità  di una ristrutturazione. Condotto presso 28 economisti  e 15 gestori,  l'ultimo sondaggio Reuters evidenzia soltanto tre  degli interpellati  scommettere che tale ristrutturazione possa  essere evitata.
I partner della zona euro stanno facendo forti pressioni su  Atene  perché annunci nuove misure correttive, riforme  strutturali e  privatizzazioni mirate a raccogliere maggiori  finanziamenti.
Il presidente Bce Jean-Claude Trichet ha detto l'altro ieri  che come  ultima opzione, in caso non funzionino privatizzazioni  e nuovi  provvedimenti di austerià, si potrebbe considerare una  ristrutturazione  'soft' del debito sovrano greco.
Come opzione 'morbida' si intende per esempio l'ipotesi di  un allungamento delle scadenze.
"Il ridisegno di cui abbiamo parlato - nulla ancora si è  deciso -  equivarrebbe a un'adesione volontaria da parte degli  investitori  privati e consisterebbe sostanzialmente in uno  scambio tra titoli di  Stato attuali e governativi a durata  allungata" spiega una seconda  fonte della zona euro vicina al  dossier.
Secondo la prima fonte tuttavia un allungamento delle  scadenze, per  quanto volontario, diminuirebbe comunque l'attuale  valore degli asset e  potrebbe innescare una crisi del credito.
Potrebbe dunque essre pericoloso, aggiunge la stessa fonte,  in quanto  non se ne conoscono le possibili ripercussioni in una  reazione a catena  su liquidità e settore finanziario.
La posizione Bce, prosegue, prevede che in caso di una crisi  del  credito che forzasse il rimborso dei 'Cds' greci Francoforte  non  accetterebbe più governativi ellenici come collaterale,  mettendo così a  rischio la liquidità delle banche.
Un'intesa su base volontaria che prevede di mantenere in  portafoglio le  obbligazioni gerche non darebbe invece origine a  una crisi del credito  ed è l'opzione che Bce preferisce.
"E' chiaro che la Bce è del parere che la Grecia possa fare  a meno di  ridisegnare il debito ma non di nuovi fondi" commenta  una terza fonte.
Una quarta e ultima fonte conferma che l'opzione  maggiormente allo  studio è al momento quella che gli  investitori, su base volontaria, si  impegnino a tenere in  portafoglio governativi greci.
Di una simile prospettiva ha parlato ieri il commissario Ue  agli Affari economici e monetari Olli Rehn.