Titoli di Stato area Euro GRECIA Operativo titoli di stato - Cap. 1

Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.
PASOK MPs wavering over support for fiscal plan



Four deputies indicate that they might not support austerity package in Parliament this week


dot_clear.gif

dot_clear.gif
As many as four PASOK deputies are considering not voting for the government’s medium-term fiscal plan in Parliament this week, leaving the ruling PASOK party with the slimmest of majorities to pass the new set of austerity measures through the House.
Greece has been told by its European Union partners and the International Monetary Fund that it has to pass the latest round of spending cuts and tax hikes in order to qualify for a July loan instalment of 12 billion euros and to move a step closer toward agreeing a second bailout with its lenders.
Without the July tranche, Greece will go bankrupt. However, the government and its new Finance Minister Evangelos Venizelos have yet to convince all 155 Socialist MPs that they should back the midterm fiscal plan when Parliament concludes its debate and vote on Wednesday.
Kozani MP Alekos Athanasiadis insists he will oppose the measures. “Nothing has changed for me,” he told Skai TV on Saturday. “I want to make it clear that I will not vote for the midterm fiscal plan. I do not disagree with the government on a lot of points but I stick to my view that some public enterprises should not be sold.”
On Friday, Thomas Robopoulos, a Thessaloniki lawmaker, also said that he was considering opposing the measures. Robopoulos said he would probably quit Parliament after casting his vote against the PASOK government.
Robopoulos’s Thessaloniki colleague Chryssa Arapoglou has also indicated she is reluctant to approve the package and is considering quitting her post.
On Saturday, PASOK deputy Panayiotis Kouroublis also told Skai TV that he was in emotional turmoil over whether to support the government. “For anyone who is an MP, these are the most torturous days of his life,” he said.
Kouroublis said he sent a note to Venizelos seeking clarification on 15 points and would wait for a response before making a final decision on how he would vote.
If all four MPs oppose the government, PASOK would be left with a one-seat majority unless it received support from another smaller party, such as the centrist Democratic Alliance. Venizelos acknowledged on Saturday that some of the measures are “severe and unfair” but added that “this is the only way at the moment that we can address an urgent national need.”






ekathimerini.com , Sunday June 26, 2011 (23:17)

***
Necessario un "pressing" sui deputati del Pasok.
La maggioranza potrebbe essere appesa ad un voto, con l'inevitabile richiesta di sostegno da parte di deputati di altre formazioni politiche.
continua quindi l'appassionante thriller greco, e non solo, poichè, come abbiamo ben capito in questi ultimi giorni, la vicenda greca si lega inesorabilmente alla sorte di tutti gli altri paesi di eurolandia.
appassionante duello all'ultimo voto quindi, e speriamo che anche qui vincano i nostri...
 
Quindi la proposta delle banche francesi sarebbe un bel pot-pourrì di tutto quanto si era detto in questi mesi e scioglierebbe anche i nodi sullo scetticismo di aver trovato solo una soluzione pro-tempore rinviando di soli 5-7 anni il problema.
Effettivamente messa così potrebbe funzionare. Se ho ben capito le banche francesi propongono:
- a scadenza il 30% del capitale me lo restituisci cash.
- il 50% faccio roll-over con un titolo a trent'anni con un misto di interessi dell'ordine di quelli pagati all'UE e FMI, e qui non ho capito se
affiancato a altri titoli con resa indicizzata a indicatori di crescita economica Greca come il PIL,
oppure se si intende: Tasso UE/FMI + indicizzazione al PIL, comunque siamo ancora a livello di ipotesi molto sommarie.
Da notare che questo punto procrastinerebbe il 50% del debito della gobba incriminata (sempre fermo restando che si sta parlando del periodo
2012-2015 e non dell'intero stock di debito, se ho ben capito) di un'era geologica avanti in termini finanziari, cosa sufficiente a non
preoccuparsene più per molti anni a venire. Tra l'altro a molti fondi pensione e assicurazioni che magari ci finanziano polizze vita e roba simile
cambia poco, tanto buona parte del portafoglio è comunque investita a lungo.
- il 20% in quello che era stato definito bail-in, cioè investito in un fondo di asset Greci di ottima qualità, immagino parteipazioni delle società che
si vogliono privatizzare. E questa è una bella furbata, perchè il sacrificio di spalmare il 50% del debito in scadenza su una duration trentennale
potrebbe essere sufficientemente stabilizzante sulla crisi Greca da calmare le acque e promuovere una iniezione di fiducia a tutti i livelli, che
faciliti il ritorno di investitori privati e anche il rollaggio del successivo debito. Non appena si normalizzasse un minimo la fiducia almeno
finanziaria, che deve sempre anticipare l'economia reale, è ovvio che i migliori titoli azionari Greci minimo raddoppiano di valore. E ecco che quel
20% fornirebbe da solo almeno il 40% di recovery in poco tempo, diciamo un paio di anni.
Se la Grecia rifiatasse le stesse banche potrebbero rifarsi di un 70% dei debiti in scadenza nei prossimi anni, comunque nel range temporale di
quella gobba stessa.

Resta da capire: questa sorta di bail-in che sembra buttato quasi per inciso, e invece i volponi degli istituti finanziari Francesi sanno bene
essere il piatto più ricco, perchè se si rimette in piedi la fiducia di un piano sostenibile a queste quotazioni dell'ASE il recovery è certo e forse
diventa pure lucroso e sarebbe questo il vero incentivo per le banche, partecipare alla spartizione degli asset. Ma questo non graverebbe sulla
stessa quota di privatizzazioni della Grecia? Credo che il significato in estrema sintesi sia, 30% cash, 50% a 30 anni con tassi calmierati e/o
agganciati al PIL, 20% in azioni che si stanno privatizzando.
Di fatto le banche starebbero contribuendo con il 50% del debito in scadenza, perchè quel 20% dovrebbe essere il 20% dei 50 mld che la
Grecia dovrebbe ottenere dal mercato.
Se non altro avremmo già trovato gli aquirenti per quel 20%, visto che c'è chi si preoccupava che gli asset greci da privatizzare non si vendono
perchè tanto non li vuole nessuno.
Inoltre per quel 50% di debito in scadenza che sono disposti a rollare, starebbero facendo un bello sforzo di buona volontà a garantire 30 anni
di respiro.
A me non dispiace affatto questo piano. Ora non resta che aspettare la parola delle banche crucche, che tanto rovineranno come al solito
l'idillio. In questa crisi sembra il ruolo elettivo dei tedeschi quello di far fare due passi indietro ogni volta che sembra di aver fatto un passo
avanti.

p.s. Aggiungo che un altro incentivo delle banche e finaziari in genere per accondiscendere e contribuire a spegnere l'incendio Greco, è quello
implicito di recuperare subito subito, nel giro di un mese a dir tanto, almeno un 20-30% della loro capitalizzazione di borsa ;)
Scusate se è poco.

Oggi ci sarà l'incontro a Roma.
Vediamo se esce qualche indiscrezione.
 
Borse europee verso apertura in calo, incertezza su voto Grecia

lunedì 27 giugno 2011 07:41






LONDRA, 27 giugno (Reuters) - Le borse europee sembrano avivarsi verso un'apertura di segno negativo, nel solco dell'andamento debole delle piazze asiatiche questa mattina.
L'incertezza sull'esito del voto del Parlamento greco sulle nuove misure di austerità del paese, in calendario questa settimana, mantiene elevato il livello di cautela tra gli investitori.
Secondo gli spreadbetter finanziari il FTSE 100 .FTSE dovrebbe aprire in ribasso tra i 20 e i 23 punti, ossia fino a un -0,4%, il DAX .GDAXI con 25-30 punti di flessione (-0,4%) e il CAC .FCHI di 15-17 punti (-0,5%).
Il Parlamento di Atene inizia oggi il dibattito sul piano di austerità del governo, fortemente contestato dalla popolazione greca, ma che l'Unione europea considera indispensabile per sbloccare la prossima tranche, la quinta, del pacchetto di aiuti varato l'anno scorso.
Una bocciatura del piano potrebbe innescare forti speculazioni di contagio della crisi finanziaria dalla Grecia ad altri paesi della zona euro.
L'indice paneuropeo FTSEurofirst 300 .FTEU3 ha chiuso venerdì in calo dello 0,1% a 1.074,16, ai minimi da oltre tre mesi, con una flessione complessiva sulla settimana scorsa dell'1,2%.
Sono ormai otto le settimane consecutive di ribasso per l'indice azionario europeo.
 
GRECIA: PARLAMENTO DECIDE TAGLI, STRISCIONE CONTRO SU PARTENONE




08:26 27 GIU 2011

(AGI) - Atene, 27 giu. - E' prevista una nuova giornata di tensione in Grecia che combatte per non affondare.

Mentre il Parlamento e' chiamato ad esaminare le nuove misure di austerita' per circa 28 miliardi di euro militanti del fronte sindacale comunista greco 'Pame' hanno dispiegato questa mattina sull'Acropoli di Atene uno striscione gigante che annuncia il "contrattacco" nei confronti del piano di tagli dell'esecutivo di George Papandreu.
L'operazione di protesta e' stata organizzata da circa 300 militanti del Pame, che si sono introdotti nell'Acropoli all'alba, mentre l'intera area era ancora chiusa al pubblico.
L'opposizione al governo socialista e i sindacati si sono mobilitati, in particolare con uno sciopero di 48 ore da domani a mercoledi', in previsione dell'adozione prevista a meta' settimana in Parlamento di un nuovo piano di risanamento che combina privatizzazioni e rigore.
 
Grecia, Parigi svela il suo piano per evitare il crac

di Laura Verlicchi


Le banche francesi, le più esposte fra i creditori internazionali della Grecia, escono allo scoperto. Con un piano di ristrutturazione che coinvolge solo il 50% del debito di Atene, ma impegna gli istituti creditori a rinnovare la propria esposizione fino a 30 anni, a fronte di un complesso meccanismo di garanzie. A una settimana dal Consiglio dei ministri finanziari dell’area euro chiamato a sbloccare nuovi prestiti per Atene, e in vista del voto parlamentare di questa settimana sull’austerity greca, cominciano dunque a trapelare i dettagli della ristrutturazione «soft», o volontaria, con cui l’Europa punta a far pagare anche ai creditori privati il salvataggio della Grecia, per evitare di innescare un default dagli esiti imprevedibili.
Se ne dovrebbe parlare - scrive il Wall Street Journal - in una riunione dell’Istituto di Finanza internazionale oggi a Roma. Lo scopo è chiudere l’accordo entro domenica prossima: i governi nazionali sono in contatto con banche, assicurazioni e altri creditori.
E da Parigi - esposta per oltre 50 miliardi di euro verso la Grecia - arriva la prima proposta concreta, frutto del negoziato fra il ministero delle Finanze e le banche, capitanate da Bnp Paribas. Secondo Le Figaro, la proposta francese prevede che le banche reinvestano in titoli di Stato greci il 70% complessivo dei bond che arrivano a maturazione: un 50% in nuovi titoli trentennali, e un 20% destinato a un fondo speciale che funzionerebbe da polizza assicurativa, garantendo i creditori dall’eventualità che la Grecia non riesca a pagare parte dei titoli trentennali.

(...)

(ilgiornale.it)
 
Ultima modifica:
GRECIA: PARLAMENTO DECIDE TAGLI, STRISCIONE CONTRO SU PARTENONE




08:26 27 GIU 2011

(AGI) - Atene, 27 giu. - E' prevista una nuova giornata di tensione in Grecia che combatte per non affondare.

Mentre il Parlamento e' chiamato ad esaminare le nuove misure di austerita' per circa 28 miliardi di euro militanti del fronte sindacale comunista greco 'Pame' hanno dispiegato questa mattina sull'Acropoli di Atene uno striscione gigante che annuncia il "contrattacco" nei confronti del piano di tagli dell'esecutivo di George Papandreu.
L'operazione di protesta e' stata organizzata da circa 300 militanti del Pame, che si sono introdotti nell'Acropoli all'alba, mentre l'intera area era ancora chiusa al pubblico.
L'opposizione al governo socialista e i sindacati si sono mobilitati, in particolare con uno sciopero di 48 ore da domani a mercoledi', in previsione dell'adozione prevista a meta' settimana in Parlamento di un nuovo piano di risanamento che combina privatizzazioni e rigore.

Era ovvio che si ricominciasse, ora i telegiornali ripiomberanno come iene sui soliti "scontri di piazza", usando aggettivi apocalittici.
Vorrei sapere se veramente senza il voto di mercoledi' lasceranno fallire il paese. L'ipotesi, infatti, non è surreale viste le "spinte" interne ed esterne, vedi i vari commentatori, esperti di "alta finanza" sempre pronti a recitare l'omelia fenebre. Come si fa a lasciare nelle mani di un pugno di politicanti il futuro prossimo dell'intero continente e non solo. :wall::wall::wall:
 
Grecia, accordo tra Bercy e banche su termini rollover - fonte

lunedì 27 giugno 2011 08:37






PARIGI, 27 giugno (Reuters) - Ministero delle Finanze e istituti di credito francesi avrebbero trovato un accordo per rendere più appetibile il rollover sui titoli del Tesoro greci da parte del settore privato.
Lo ha riferito una fonte bancaria, confermando quanto scritto ieri da 'Le Figaro'.
Il piano - si legge nel sito web del quotidiano transalpino, secondo cui Parigi punta a fornire un modello per l'Europa - prevede che i creditori reinvestano 70% dell'importo in scadenza, di cui una metà in obbligazioni trentennali in luogo di carta a cinque anni.
Tali prestiti trentennali pagherebbero un tasso di interesse 'base' simile a quello corrisposto da Atene sui prestiti targati Ue e Fmi, con la prospettiva però di un 'bonus' in caso di performance economica positiva.
L'ammontare rimanente, sempre secondo 'Le Figaro', verrebbe reinvestito in un fondo zero coupon di titoli "di elevata qualità", su cui maturerebbero interessi da pagare a scadenza.
"La soluzione viene dalla federazione delle banche" dice la fonte, definendo "vicine alla realtà" le indiscrezioni di stampa.
Si rifiuta invece di commentare la notizia l'associazione bancaria, mentre non è stato possibile avere un commento da parte del ministero delle Finanze.
Gli istituti di credito tedeschi, esposti al debito greco fino a 20 miliardi di euro, hanno chiesto a Berlino di fare da garante in caso di qualsiasi forma di rollover.
 
Decision to up revenues rather than cut spending further penalizes private sector



If there is any hope left, this lies in frontloading EU funds, privatizations and selling public property


dot_clear.gif
By Dimitris Kontogiannis


Despite the melodrama surrounding the vote for Greece’s medium-term fiscal plan in Parliament this week, we are confident that the government will be able to harness enough support from the socialist deputies to pass it. However, the government and the rest of the local political elite cannot escape answering the following: Are they willing to severely downsize the bloated and corrupt public sector or are they going to let it drive the Greek economy down to default. The omens are not good.
It is widely agreed that the Greek economy will have to grow at satisfactory rates for many, many years, borrow at interest rates well below the nominal GDP growth rate during the same period and produce large primary budget surpluses in the order of 6 percent of GDP to be able to reduce its huge public debt to around 100 percent of GDP in 20 years or so.
The markets obviously do not think this is possible, meaning the Greek debt is not sustainable, and have rushed to jack up bond yield spreads and spreads on Greek CDS (Credit Default Swaps) to stratospheric levels. Some may say markets are not always right and tend to correct their mistakes in a sharp, quick way if they are convinced to the contrary. But they are right, and there are some recent historic precedents to support this view.
The cost of insuring against an Icelandic default was the highest in the world in October 2008 when its three banks failed with CDS on five-year debt trading at 1,473 basis points compared to some 300 basis points or less recently. Ukraine had seen the cost of its five-year CDS shoot up to more than 1,300 basis points a few years ago, if we cast our minds back, but receded to around 500 basis points.
So, there is hope that Greece may be able to turn the corner and do what many in the markets and EU governments think is unthinkable at this point <+dash><+roman> that is, not to restructure its public debt. However, the problems of this country are quite different from those of Iceland or Ukraine.
From a simplistic point of view, Greece spent much more than it produced for decades and this showed up in the twin deficits of the current account balance and the general government budget balance, amassing a huge amount of public debt.
So, all it would take for government and central bank policy makers to correct this imbalance was a comprehensive package of fiscal and reform measures aiming at compressing aggregate consumption while encouraging investment expenditure and exports of goods and services.
With consumption spending averaging above 88 percent of GDP since the early 1990s, all it had to do was to ensure that nominal GDP growth outpaced consumption expenditure growth by far. At the same time, they need to introduce a wide array of structural reforms, ranging from the ailing social security system to barriers of entry in tens of professions, the liberalization of the energy and labor markets and others to boost aggregate supply and make the economy more efficient and extroverted. This did not happen.
The same goal could have been attained much easier by focusing on the root of many of the above problems, namely the bloated public sector.
Here we have to trust those who say seeking a job in the public sector was not every Greek’s dream before the late Andreas Papandreou, the father of the current prime minister, came to power with the socialist PASOK party in 1981.
In other words, it has not been always in the Greeks’ DNA to seek the security of the public sector before then. Needless to say, this, along with the intensity of the current economic crisis, may be a card in the hands of the few in Greece who argue in favor of downsizing the public sector to address both the budget deficit and the lack of international competitiveness.
However, what we see in the medium-term fiscal plan pushed forward by its official creditors and the complementary package of austerity measures to close the estimated gap and reach this year’s budget deficit goal of 7.4 percent of GDP, is another strong dose of tax hikes.

Going the easier route


This shows that the government wants to tackle the budget deficit by adopting measures that aim at generating more revenues rather than going for spending cuts. The government obviously finds it easier on a political level to penalize the private sector where trade unions and therefore opposition are not as strong and are more fragmented, than to do the same in the public sector, among whose labor unions some of its staunchest supporters can be found.
By doing so, the government is likely to find out along with the rest of us that the economy will get gradually weaker in coming months since the healthier private sector will suffer more, sowing greater social discontent. If this is accompanied by the usual approach of dragging its feet when it comes to privatizations and structural reforms, the public sector will also pay a heavier price, but it will be too late since this will be the consequence of the whole economy being in really dire straights.
Unfortunately, little can be done now that the government, with the blessing of our official creditors, has sought to deal with the fiscal mess by raising marginal tax rates again. By choosing to preserve the bloated public sector, the government has opted for a path. If there is any hope left, this lies with frontloading EU structural funds, privatizations and the sale of public property to soothe the pain but it is difficult to say whether this will be enough or who is going to execute them down the road.






ekathimerini.com , Sunday June 26, 2011 (23:20)
 
Grecia: Moody's, deflusso dei depositi rischio per le banche
Uscito l'8% dei depositi dall'inizio anno. Pericolo a 35% (Il Sole 24 Ore Radiocor) - Singapore, 27 giu - Il rischio di una continua fuoriuscita dai depositi dei clienti del settore privato rischia di essere un fattore chiave negativo per le banche greche. Questi deflussi potrebbero provocare una severa carenza di liquidita' se si accrescessero fino al 35% dei depositi in un periodo limitato di tempo. Lo afferma la Moody's Investore Service nel suo rapporto settimanale sulle prospettive del mercato del credito. L'economista della Moody's, Nondas Nicolaides, stima che i deflussi sono stati pari all'8% dei depositi dall'inizio del 2011, sulla base di dati tratti dalla banche greche e dalle informazioni pubbliche. Nicolaides dice che il potenziale per ulteriori deflussi dai depositi pone dei "seri rischi di liquidita' per le banche" e aggiunge che le banche greche hanno un'alta probabilita' di trovare sempre piu' difficile ridurre la loro dipendenza dal finanziamento pronti contro termine della Banca centrale europea. "Un'accelerazione dei deflussi dai depositi e' uno dei principali rischi per le banche greche e qualcosa che va oltre il controllo delle autorita' locali o europee", ha aggiunto Nicolaides. Mai-Y-
 
Stato
Chiusa ad ulteriori risposte.

Users who are viewing this thread

Back
Alto