Martedì, il punto: dopo molte giornate di sonnolenza, il mercato ha dato vita ieri ad un movimento significativo sui titoli lunghissimi, che hanno vissuto un calo significativo verso nuovi minimi.
Un elemento di novità questo che andrà valutato con la massima attenzione nei prossimi giorni, dato un tale movimento potrebbe riflettere aspettative negative circa la possibilità che lo swap vada in porto, oppure aspettative che anche questi titoli (e dunque tutti i tds ellenici) finiscano per essere compresi nello swap, diversamente dalle indicazioni originarie risalenti all'accordo di luglio (titoli di debito fino al 2020), o ancora che ci siano stati sul mercato movimenti dai titoli lunghissimi a quelli lunghi...
I prossimi giorni faranno chiarezza sul significato di tale movimento.
Se i lunghi hanno visto un significato calo dei corsi, neanche i corti tuttavia sono andati bene, anzi, hanno chiuso prevalentemente in calo: il marzo 2012 segna un 52,44; i due maggio 2013 chiudono a 40,28 (il 4,6%) e 43,88 (il 7,5%); l'agosto 2014 in controtendenza arrotonda al rialzo a 38,67.
Sulle lunghezze mediane, piccoli movimenti di segno opposto: tiene la fascia di prezzo 37,5-38,5/100 a ricomprendere le chiusure dei titoli in scadenza fino al 2019 compreso.
Vendendo a lunghi e lunghissimi, la caduta dei prezzi dei lunghissimi ha riaperto la forbice dei prezzi fra tali due classi di titoli: un 5,9% 10/2022 che ha chiuso ieri a 31,66 o un 4,7% 03/2024 in chiusura a 31,80 scambiano adesso ad un prezzo significativamente distante dal 2037 monitorato (close di ieri a 29,62) o dal 2040 (close a 29,45).
PS: intervengo in modifica in quanto ieri non avevo realizzato che lo swap "nuova versione" si estenderebbe ai tds fino al 2035, il che effettivamente sembrerebbe chiarire il significato del movimento sui prezzi di ieri: si preferisce detenere titoli teoricamente ricompresi nello swap rispetto ad altri, come il 2037 o il 2040, che finirebbero esclusi dall'operazione.